Non vedo in che modo sia rilevante. Il mio parere (ed anche quello di altri) e' che tradurre i nomi non abbia alcuna utilita', ed anzi toglie utilita', per le ragioni esposte. Il fatto che anche altri paesi lo facciano in che modo cambia queste ragioni?
Se qualcuno avesse detto "tradurre i nomi e' assurdo perche' nessun altro paese lo fa" allora si, postare i pokemon in francese e tedesco sarebbe stato pertinente.
Dipende anche da che importanza ha nell'opera il significa di un nome.
Se stai raccontando la leggenda indiana sulle origini di Piccolo Preservativo Bucato probabilmente il è decisamente meglio se il nome lo traduci se invece stai traducendo il romanzo sulle peripezie Frank Reds rimpiazzarlo con Franco Rossi lascia il tempo che trova.
Facendo un esempio notissimo e recente è uno dei motivi per cui nella versione italiana abbiamo Grampasso e non Strider E al tempo stesso nella contea ti lasciano la faida fra Baggings e Sackville-Baggings e non borsa vs saccoborsa.
Ultima modifica di Menion Leah; 14-02-14 alle 12:33:20
Nel caso di cui parliamo ora, che è quello ci ha fatto entrare a gamba tesa nel topic , va al di là di una questione di stile e forma, ma proprio di fruibilità del gioco... il nome proprio delle carte è IL punto focale di confronto quando si discute un qualunque aspetto di gameplay, visto che gira tutto intorno a capire di che mazzo si parla.Dipende anche da che importanza ha nell'opera il significa di un nome.
Se stai raccontando la leggenda indiana sulle origini di Piccolo Preservativo Bucato probabilmente il è decisamente meglio se il nome lo traduci se invece stai traducendo il romanzo sulle peripezie Frank Reds rimpiazzarlo con Franco Rossi lascia il tempo che trova.
Facendo un esempio notissimo e recente è uno dei motivi per cui nella versione italiana abbiamo Grampasso e non Strider E al tempo stesso nella contea ti lasciano la faida fra Baggings e Sackville-Baggings e non borsa vs saccoborsa.
Indipendentemente dal fatto che suoni meglio o peggio in italiano, che è a gusto soggettivo, aver tradotto anche quello ti mette automaticamente in una minoranza e nella condizione di dover andare a recuperare il corrispondete originale tutte le volte che vuoi farti capire dalla maggioranza degli interlocutori.... è un approccio "o tutto o niente" che non è l'ideale, a non si può biasimare chi a quel punto snobba in toto la versione tradotta per non stare a rompersi le palle.
Quello dei giochi di carte è un caso particolare dove ci si distacca dal contesto usuale di una localizzazione, cioè la fruibilità, che passa in secondo piano per entrare principalmente in un contesto tecnico (capirsi con giocatori stranieri) e commerciale (compravendita di carte) dove ci si comporta anche diversamente.
Senza entrare in merito alla polemica sul gioco in questione, che conosco solo di fama ma non ho mai provato nè intendo farlo, mi permetto di ricordarvi che Magic the Gathering è stato localizzato completamente e nessuno s'è fatto troppi problemi a conoscere sia il nome italiano che quello inglese delle carte.
Questo discorso però entra un po' in gioco anche in RPG tradotti in italiano ed in cui magari ci sono riddle e puzzle complicati...
Prendiamo il recente M&MX (tradotto): per trovare la soluzione ad un puzzle/riddle o cerchi in inglese il corrispettivo nome del dungeon o non trovi na minchia sul web...
Che questo poi sia anche frutto del fatto che son tutti bravi a dire "se me lo localizzano lo compro!" per poi non comprare lo stesso, è un dettagliuccio appena appena secondario, ma vabè...pretendo forse troppo...
Si, ci han già ricordato pure questo... però stiamo parlando di un epoca parecchio diversa da oggi, e soprattutto di un qualcosa nato per essere giocato di persona, quindi in un contesto che per la maggioranza dei giocatori era più "di quartiere", e non multiplayer globale online.Senza entrare in merito alla polemica sul gioco in questione, che conosco solo di fama ma non ho mai provato nè intendo farlo, mi permetto di ricordarvi che Magic the Gathering è stato localizzato completamente e nessuno s'è fatto troppi problemi a conoscere sia il nome italiano che quello inglese delle carte.
Mah io lo sto giocando e gli enigmi tradotti rendono nel senso che alla soluzione ci si arriva.
Molti li han scopiazzati dai vari siti che raccolgono indovinelli inglesi famosi, quindi sì, ad arrivare ci si arriva eh, non voglio certo farlo sembrare sta perla di difficoltà enigmatica...
Solo in 2-3 casi non erano tradotti a dovere e c'ho dovuto perdere un po' di tempo per trovare la soluzione (non essendoci riuscito da solo)...idem quando dovevo capire come rispondere alle domande di Lord Kilburn ed avevano tradotto pure The Eye e Shadow Forest in italiano (a che pro, non si capisce )...
Comunque il mio era un discorso più generale, per andare a parare sulla tesi "o localizzano o si attaccano al cazzo!" che finora alcuni appoggiavano qui...
Esempio pratico: io, fiero italiano, compro RPG X perché localizzato ed interessante...mi blocco ad un enigma e cerco la soluzione pensando "vabè è localizzato, quindi sicuramente troverò un forum dove ne parlano in parecchi e risolvo velocemente, visto che noi italiani amiamo i bei RPG tradotti, no?"...
Col cazzo!
Ok, è un caso particolare, ma finora qualcuno qui ha fatto il ragionamento "se lo localizzano lo comprano tutti in massa!"...
Chi? Dove? Quando?
Dati alla mano ritornando su M&MX: su tutti i più affollati forum italici (qui, GV, HardwareU, M.it, RPGItalia, IGN, SpazioG, EveryE, IndieV, ecc ecc) o non se lo è inculato proprio nessuno o a stento si arriva a 6 pagine di discussione...
Ora non dico che bisognava fare come RPG Codex, che ha "solo" 213 pagine di discussione su M&MX, ma questi banali esempi, pur non avendo valenza scientifico-statistica perfetta, servono comunque per farsi una minima idea su quanto realmente pesi il discorso "interesse in funzione della localizzazione" sul suolo italico (soprattutto nei confronti di certi tipi di RPG o progetti Kickstarter) e quanto sia lecita la tesi spostata dalla fazione "o localizzano o fanculo!"...(lo stesso giochino statistico si potrebbe fare anche con altri progetti localizzati, usciti su Kickstarter o meno)...altri metodi più validi (tipo accesso ai dati concreti) non ne abbiamo, fino a prova contraria...
Poi se uno, alla luce di ciò, pensa a male e ne deduce che, stringi stringi, il fattore "lingua" non conta così tanto (come qualcuno vuol far credere da pagine e pagine) ai fini dell'interesse (ed acquisto) e che nel nostro bel paese tirano parecchio solo le robe mainstream di grande richiamo mediatico (Bethesda? Bioware?), si rischia pure di passare per quello che rema contro le localizzazioni...
I maroni un po' girano, insomma...
Ultima modifica di Drizzt_Do'Urden; 14-02-14 alle 23:06:35
Ma quello secondo me non c'entra una fava. Il problema al massimo è che non ci sono siti italiani, o ce en sono pochi, con interessi in quel tipo di giochi che ne pubblicano soluzioni o se lo fanno sono approssimative e malfatte. Guardacaso in ambito GDR tutti i migliori portali per recensioni e guide sono stranieri. Anche quello è uno specchio del mercato.Questo discorso però entra un po' in gioco anche in RPG tradotti in italiano ed in cui magari ci sono riddle e puzzle complicati...
Prendiamo il recente M&MX (tradotto): per trovare la soluzione ad un puzzle/riddle o cerchi in inglese il corrispettivo nome del dungeon o non trovi na minchia sul web...
Che questo poi sia anche frutto del fatto che son tutti bravi a dire "se me lo localizzano lo compro!" per poi non comprare lo stesso, è un dettagliuccio appena appena secondario, ma vabè...pretendo forse troppo...
... e per favore non ditemi che la guida a Drakensang di Viero era ben fatta
Se lo dici a me ti rispondo che per quanto mi riguarda trovo assurdo localizzare anche giochi come i mmorpg. Quelli dovrebbero essere rigorosamente solo in inglese.Si, ci han già ricordato pure questo... però stiamo parlando di un epoca parecchio diversa da oggi, e soprattutto di un qualcosa nato per essere giocato di persona, quindi in un contesto che per la maggioranza dei giocatori era più "di quartiere", e non multiplayer globale online.
Quello di quest e puzzle irrisolvibili causa traduzione è un tasto dolente, e non capitano di rado (c'era un caso famoso in Baldur's Gate). Sulla seconda parte concordo, ma aggiungo un appunto: spesso e volentieri proprio per quanto detto nel mio post precedente anche gli "stranieri" (ci metto dentro anche francesi e spagnoli) si fiondano direttamente su siti e forum in inglese per discutere/trovare soluzioni ad un gioco. Giusto i crucchi spesso e volentieri hanno i loro portali in crucchese.Molti li han scopiazzati dai vari siti che raccolgono indovinelli inglesi famosi, quindi sì, ad arrivare ci si arriva eh, non voglio certo farlo sembrare sta perla di difficoltà enigmatica...
Solo in 2-3 casi non erano tradotti a dovere e c'ho dovuto perdere un po' di tempo per trovare la soluzione (non essendoci riuscito da solo)...idem quando dovevo capire come rispondere alle domande di Lord Kilburn ed avevano tradotto pure The Eye e Shadow Forest in italiano (a che pro, non si capisce )...
Comunque il mio era un discorso più generale, per andare a parare sulla tesi "o localizzano o si attaccano al cazzo!" che finora alcuni appoggiavano qui...
Esempio pratico: io, fiero italiano, compro RPG X perché localizzato ed interessante...mi blocco ad un enigma e cerco la soluzione pensando "vabè è localizzato, quindi sicuramente troverò un forum dove ne parlano in parecchi e risolvo velocemente, visto che noi italiani amiamo i bei RPG tradotti, no?"...
Col cazzo!
Ok, è un caso particolare, ma finora qualcuno qui ha fatto il ragionamento "se lo localizzano lo comprano tutti in massa!"...
Chi? Dove? Quando?
Dati alla mano ritornando su M&MX: su tutti i più affollati forum italici (qui, GV, HardwareU, M.it, RPGItalia, IGN, SpazioG, EveryE, IndieV, ecc ecc) o non se lo è inculato proprio nessuno o a stento si arriva a 6 pagine di discussione...
Ora non dico che bisognava fare come RPG Codex, che ha "solo" 213 pagine di discussione su M&MX, ma questi banali esempi, pur non avendo valenza scientifico-statistica perfetta, servono comunque per farsi una minima idea su quanto realmente pesi il discorso "interesse in funzione della localizzazione" sul suolo italico (soprattutto nei confronti di certi tipi di RPG o progetti Kickstarter) e quanto sia lecita la tesi spostata dalla fazione "o localizzano o fanculo!"...(lo stesso giochino statistico si potrebbe fare anche con altri progetti localizzati, usciti su Kickstarter o meno)...altri metodi più validi (tipo accesso ai dati concreti) non ne abbiamo, fino a prova contraria...
Poi se uno, alla luce di ciò, pensa a male e ne deduce che, stringi stringi, il fattore "lingua" non conta così tanto (come qualcuno vuol far credere da pagine e pagine) ai fini dell'interesse (ed acquisto) e che nel nostro bel paese tirano parecchio solo le robe mainstream di grande richiamo mediatico (Bethesda? Bioware?), si rischia pure di passare per quello che rema contro le localizzazioni...
I maroni un po' girano, insomma...
In germania e francia secondo me è vero che se non li localizzano i giochi non li vendono.
Mi piacerebbe sapere perchè questo non vale in italia...che tristezza...
firmato: l'ultimo patriota italiano, presto nei cinema italiani ( ma in lingua inglese, sottotitoli cinese)
Ultima modifica di Zen-Zen; 15-02-14 alle 12:20:48
Sembra il nome di una zuppa di pesce surgelata...La gente si lamenta della traduzione dei nomi. In maniera totalmente insensata peraltro, e' evidente che il povero giocatore italiano se legge "Jaina Proudmoore" si trova spaesato e lascia il gioco sullo scaffale. Quel cognome cosi' incomprensibile e' una barriera molto dura da superare, compromette l'immedesimazione nel personaggio e rende impossibile seguire fluidamente trama del gioco, i profondi dialoghi, la prosa articolata. Se invece vede "Jaina Marefiero" allora tutta questa oppressione linguistica svanisce, e il mondo si riempie di fantastici arcobaleni anziche' di orrendi rainbows.
Poi magari io e il mio amico chiamiamo la stessa carta con nomi diversi e non ci capiamo, ma chissenefrega voglio solo essere fiero del mio Marefiero.
Alcuni nomi vengono anche scelti per come suonano però, un minimo bisogna tenerne conto. Poi sono d'accordo che abbiamo da una parte la scelta di tradurre o meno un nome proprio e dall'altra di tramandare o meno un significato legato ad esso. Non c'è unaNel caso specifico dei nomi di norma succede l'opposto.
L'inglese suona fico quindi il nome va benissimo, quando poi glielo traduci e gli fai capire cosa significa quel nome, che poi è quello che "mentalmente" percepisce un inglese quando lo legge, oh no che orrore l'inglese molto più fico. (Vedere il famigerato caso di Jaskier / Dandelion / Ranuncolo nei libri si Sapkowski pubblicati in Italia).
scelta ottimale al 100%, ma ci sono cose che bisognerebbe evitare.
Senza entrare nello specifico però, tanti di quei problemi si risolverebbero con un bel hotkey che alterna velocemente lingua originale e tradotta. Pensare a tutti i giochi di carte o l'oggettistica dei MMO o ARPG, nel momento in cui ti serve il nome dell'oggetto per fare una ricerca estesa sarebbe questione di secondi.Quello dei giochi di carte è un caso particolare dove ci si distacca dal contesto usuale di una localizzazione, cioè la fruibilità, che passa in secondo piano per entrare principalmente in un contesto tecnico (capirsi con giocatori stranieri) e commerciale (compravendita di carte) dove ci si comporta anche diversamente.
Senza entrare in merito alla polemica sul gioco in questione, che conosco solo di fama ma non ho mai provato nè intendo farlo, mi permetto di ricordarvi che Magic the Gathering è stato localizzato completamente e nessuno s'è fatto troppi problemi a conoscere sia il nome italiano che quello inglese delle carte.
Ragazzi, tradurre non è una scienza esatta. A dire il vero non è neanche una scienza. Purtroppo è sempre un compromesso nel trasmettere le sensazioni e l'intento originale e la fruibilità stessa. Bisognerebbe cercare di metterci il meno possibile del proprio e questo è in genere il principale motivo di lamentela, perché inventarsi cose per gusto personale non vuol dire tradurre ma andare a mettere lo zampino dove non si dovrebbe.
Nei libri fortunatamente abbiamo le note che permettono di spiegare antefatti o andare nel dettaglio culturale che magari il lettore non conosce. Io capisco che vada reso il prodotto fruibile però secondo me occorre anche educare ad una parte dei contenuti i fruitori dell'opera. Se ci sono dei prerequisiti per comprenderla e questi variano da contesto culturale, tradurre e basta risolve poco, mancherà sempre qualcosa.
"Marefiero Findus, il tuo segreto in cucina".
Riporto qua un post di Pinhead nel topic di Zaharia, altrimenti Antares mi picchia.
La cosa non è tanto ovvia: mi è capitato di vedere altri progetti fatti da sviluppatori italiani che non prevedevano l'italiano, come ad esempio un gioco che è su greenlight in cui si si lanciano le magie con comandi vocali (In Verbis Virtus).
Le traduzioni degli oggetti e mostri di Diablo sono epiche, altrochè.
^Nel caso specifico dei nomi di norma succede l'opposto.
L'inglese suona fico quindi il nome va benissimo, quando poi glielo traduci e gli fai capire cosa significa quel nome, che poi è quello che "mentalmente" percepisce un inglese quando lo legge, oh no che orrore l'inglese molto più fico. (Vedere il famigerato caso di Jaskier / Dandelion / Ranuncolo nei libri si Sapkowski pubblicati in Italia).
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Questo.
Tra l'altro Sapcoso non è nemmeno inglese e non ha scritto in inglese, quindi tutto il discorso su come sia meglio la versione inglese in questo caso è alquanto fuori luogo.
Pure quelli coreani?