Dos ex machina ha scritto dom, 20 febbraio 2005 alle 11:13
rattilus ha scritto sab, 19 febbraio 2005 22:51
Beh non mi hai fatto sapere più niente!Dos ex machina ha scritto ven, 18 febbraio 2005 alle 21:23
Vado a riascoltare la sonata 32 eseguita da Arrau e Brendel.rattilus ha scritto ven, 18 febbraio 2005 alle 21:20
Dos ex machina ha scritto ven, 18 febbraio 2005 alle 21:01
http://www.tgmonline.it/forum/index.php? t=msg&goto=2538829&rid=891
http://www.tgmonline.it/forum/index.php? t=msg&goto=2418444&rid=891
Uhm... interessante proporrei di continuare il dibattito qui...
Tu che nella sign hai proprio Beethoven, sai dirmi niente su quello che ho scritto sopra?
Hai ragione, intanto consiglio questa analisi. E' molto tecnica ed approfondita, a tratti non molto comprensibile.
Quasi tutti i critici concordano sulla grande maturità e consapevolezza che B. aveva acquisito nell'ultima parte della sua vita nei confronti della forma sonata. Si dice che volesse uscire fuori dal classico schema "allegro-andante-scherzo". In "arietta" secondo me fa proprio questo: scrive molte variazioni su un tema che si allontanano drasticamente da esso (forse a questo ti riferisci quando dici che alcune parti sembrano precorrere il jazz, e forse è anche vero!). Sembra quasi improvvisare, come se dovesse, volesse e potesse lasciarsi andare, ben conscio della sua imminente morte e del suo genio.
Cercherò qualcosa su qualche libro, se mi riesce.
Incredibile vero? Concordo ampiamente consiglio a tutti l'opera 111 sonata n 32 di Beethoven (suonata da Pollini possibilmente. Azz suona all'auditorium qui a Roma ma i biglietti sono finiti! Pork!). Leggo quel link che mi hai dato e dopo proseguiamo la discussione...