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Discussione: Star Trek MAGELLANO

  1. #251
    Il Niubbi L'avatar di Lt worf
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Già i replicatori vanno ma ti danno quello che vogliono.Però che carattere la nostra dottoressa sembra avere del Sangue Klingon nelle VENE.

    Dottoressa non avrà mica assaggiato l'ammiraglio vero ?

  2. #252
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Lt worf ha scritto lun, 05 maggio 2003 11:05
    Già i replicatori vanno ma ti danno quello che vogliono.Però che carattere la nostra dottoressa sembra avere del Sangue Klingon nelle VENE.

    Dottoressa non avrà mica assaggiato l'ammiraglio vero ?
    No, non ne avevo bisogno ...
    Ha presente? Esseri delle tenebre, figli della notte, benedetti di Lilth, etc...
    Mica si aspettava una nuova Dotteressa Crusher, vero?
    "MALEDETTA CAROGNA! O TI DECIDI A RIPRENDERTI O VEDI DI CREPARE ALLA SVELTA!!!"
    Perfetto!!! L'immagine che da di me è assolutamente vicina alla verità!!
    Sa per quanti secoli ho considerato gli esseri umani solo come sacche di sangue ambulanti, vacche, prede ...?
    Bè, un sacco!!
    Complimenti all'autore: la storia meriterebbe di essere pubblica in un libro!!! Continui così!


  3. #253
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Nuova puntata di Emet.
    Siamo a quasi metà della storia. (oggi è un bel malloppone!)


    Un'ora di tempo può sembrare un intervallo lungo da sopportare, ma nel caos che si era sprigionato nella nave dopo l'attacco e nei febbrili tentativi dell'equipaggio di ripristinare i vari sistemi, il momento di decidere cosa fare giunse in un lampo, vedendo i vari ufficiali arrivare alla spicciolata con Braga già seduto alla sua postazione: In breve ci furono quasi tutti, tranne Nakura e Sir_louren che si erano attardati.
    Il capitano ruppè il silenzio "Allora signori, è inutile perdere tempo in chiacchere. Dobbiamo capire con chi abbiamo a che fare e come dobbiamo rispondere: Innanzi tutto Bobo, cosa hanno dato i rilievi dei sensori? Innanzi tutto, dove siamo?"
    "Questo non posso determinarlo, ma l'assoluta assenza di riferimenti mi fa pensare che non ci troviamo nel nostro quadrante"
    "Bene, almeno sappiamo che sono stranieri" intervenne Braga "Altre informazioni?"
    "La nave a cui siamo incollati non è la sola: Ne rilevo altre 4 di minori dimensioni e un notevole numero di altre molto più piccole, ma queste non hanno forme di vita a bordo e penso siano droni automatizzati per le riparazioni"
    "Segni dei Klingon?" disse Riker
    "No, i nostri sensori non riescono a penetrare così a fondo, ma stiamo conducendo una nuova serie di analisi e i risultati mi arriveranno tra poco"
    "Queste allora sono tutte le informazioni di cui possiamo avvalerci? Dannazione non vorrei che questa fosse una situazione alla Kobayashi Maru!" Il capitano sembrava adesso spazientito da quella lunga serie di notizie infauste: prima vedere così tanti membri della sua nave morire, e adesso non avere la ben che minima idea di come reagire.
    "Capitano permette una osservazione?" disse Efesto
    "Prego, siamo tutt'orecchie"
    "Nell'arco del tempo che precedeva questa riunione ho dato un'occhiata alle registrazioni del computer, e benchè questo sembri essere del tutto intenzionato a non collaborare, mi ha dato una interessante informazione"
    "Sputi il rospo allora" disse Braga
    "Durante la chiacchierata che ha avuto con il loro capo il traduttore automatico non si è attivato. Ora, questo potrebbe non significare nulla, ma perchè una razza sconosciuta proveniente da qualche parte nell'universo parla la lingua terrestre? E come mai conosceva così bene Jones, Tin'kat, e soprattutto lei?" Se le parole di Efesto volevano chiarire ebbero il solo effetto di inquietare ancora di più
    "Effettivamente Jones sembrava spaventato come se avesse RI-visto un fantasma" fu il commento di Starbuck
    "Ma c'è di più" lo sguardo assorto del cardassiano cercava di far chiarezza nella sua mente " Quando dopo l'attacco hanno preso i Klingon hanno detto che sarebbero stati un'ottima merce di scambio: Scambio di cosa? Se non ci sono stati mai dei rapporti in precedenza? Cosa abbiamo che possa interessare loro?"
    "Giusto" aggiunse SONOTRANOI che aveva lo sguardo di chi aveva raggiunto la comprensione di un rebus "Durante il loro attacco mirato al rapimento dei ricercatori, sembravano più interessati ad ucciderli che a catturarli: Hanno posto molte cautele per non colpire la dottoressa Kironof, ma hanno freddato senza pietà Klatket, Jones e Tin'kat. Perchè poi catturare prorpio i Klingon? Erano i difensori più agguerriti e tenaci, mentre c'erano obbiettivi decisamente più facili!"
    "Worf e Tai long sono indiscutibilmente due grandi guerrieri" aggiunse a bassa voce Braga "Rispettati e amati su Qo'nos, ma non sono la merce più ambita per un ricatto o uno scambio. Un ammiraglio terrestre e un alto delegato Romulano sono prede molto più appetibili, e loro cosa fanno? Si prendono la briga di freddarli senza pietà. Sembra quasi che li volessero più morti che vivi."
    "Ma soprattutto..." riprese Efesto "Perchè rapire un ricercatore? Cosa gli serve? Perchè semplicemente non chiedere la condivisione delle scoperte e dei risultati? Insomma, perchè imbastire questa tragedia per una singola ricercatrice e un paio di Klingon? Il gioco non vale la candela...."
    "Bene" continuò Braga "Allora è chiaro che questi Golemiani hanno mire più complesse e sono......"
    "SONO COME LEI!" Sir_louren e Callin erano entrati in quel momento nella sala tattica, e con quella concitata frase l’ufficiale scientifico aveva interrotto un sorpreso Capitano.
    "Tenente, dottore, ben arrivati. Cosa intendete con quel << Sono come lei >>? "
    "Esattamente ciò che ho detto. Le analisi che abbiamo condotto su un cadavere rivelano che in realtà stavamo analizzando un umano" a queste parole lo sconcerto fu assoluto.
    " Vorrei aver capito male! " disse Drizzt
    " E invece è quanto mai vero. Abbiamo ricontrollato più volte, ma questi golemiani hanno un Dna praticamente identico a quello umano, semplicemente ci sono delle varianti in alcuni cromosomi: E' come se un uomo fosse stato << gonfiato >> e ogni aspetto del suo corpo potenziato."
    "La ciliegina sulla torta! Ora c'è pure di mezzo l'ingegneria genetica" fu il commento del Capitano "Dottore, in che condizioni è Nakura? Penso che sia giunto il momento di fare quella chiaccherata"
    "Infermiera O’malley, quì Sir_louren. Nakura è stata dimessa?"
    "Si dottore, è andata via 5 minuti fa per raggiungerla in sala tattica" alle parole dell'ufficiale medico le porte della sala si aprirono, e la figura ancora un poco acciaccata del membro dell'intelligence si fece largo fra i volti scuri dell'equipaggio, confusi e in attesa di un chiarimento.
    "Vedo che si è parlato dei Golemiani qui..." furono le prime parole della donna "Anche lontano dalle battaglie riescono a fare delle vittime" disse con un mezzo sorriso.
    "Maggiore, credo che lei ci debba delle spiegazioni, e io ora pretendo chiarezza" le parole di Braga erano cariche di risentimento.
    "Capitano, lei non conosce gli eventi che ci hanno portato a questo"
    "Me li dica. Io come i presenti siamo curiosi"
    "Stavamo perdendo una guerra...." Nakura sembrava assente
    "Di cosa sta parlando?" disse Riker
    "Avevamo così poco tempo, e loro erano così tanti...." lo sguardo era ancora più lontano
    "MAGGIORE VOGLIO RISPOSTE!!!" Braga battendo un pugno sul tavolo riuscì a scuotere i nervi della donna.
    "IL DOMINIO!!! Ci stavano annientando e noi non riuscivamo nemmeno a trovare gli equipaggi per le navi! Non era una guerra per il controllo di un sistema, ma la lotta per la nostra stessa sopravvivenza: dovevamo accettare l'idea di fare scelte coraggiose...."
    "Come modificare geneticamente delle cavie?" aggiunse Callin con lucida freddezza
    "Non cavie, ma volontari: Eroi" tentò di scusarsi Nakura
    "Non è possibile, non dalla Federazione." disse Braga "Dopo le guerre Eugenetiche si è posto il totale divieto di qualunque pratica simile, come è possibile che il consiglio abbia approvato?"
    "I servizi segreti hanno avuto il benestare senza che la notizia trapelasse, il resto è stato un nostro affare."
    "Lei ha infangato ciò per cui questi uomini combattono ogni giorno!"
    "CAPITANO NON MI VENGA A FARE LA PREDICA! Anche io ho visto gli orrori di quella guerra, e come tanti ho visto le navi in fiamme e le lotte corpo a corpo, ma non avevamo altra scelta se non quella di creare i nostri Jem'hadar: Come potevamo sapere che da li a poco i Cardassiani sarebbero passati dalla nostra parte?"
    Il silenzio calò nella sala. Nessuno dei presenti aveva le parole adatte per esprimere ciò che sentiva.
    "Nakura, voglio sapere tutto di questa storia"
    "Ne ha diritto capitano, tutti voi ne avete diritto." la donna prese un bel respiro e trovò la forza di parlare " Il progetto Golem era quanto di più facile ci fosse da mettere in pratica. L'esperienza maturate nelle guerre eugenetiche ci aveva dato tutto il materiale necessario per avere un campione in breve tempo: Tutto ciò che volevamo era un uomo potenziato che potesse riprodursi molto rapidamente. Iniziammo i lavori su una piccola stazione orbitante ai margini del quadrante: volevamo essere lontano dagli occhi dei nemici quanto quelli dei nostri alleati. Impiegammo 50 volontari. Erano tutti soldati di valore con un grande spirito di fratellanza e un desiderio di riscatto per le sorti della guerra. Pensavamo che ci sarebbero voluti degli anni, ma Adamo ed Eva furono pronti in appena 3 mesi e si dimostrarono subito dei gioielli di progettazione."
    "Quali erano le loro caratteristiche?" chiese Starbuck
    "La loro struttura fisica era potenziata: forza, agilità, resistenza erano notevolmente accresciute. Ma il capolavoro era la riproduzione che non era più sessuata ma bensì asessuata."
    "Cosa intende?" chiese Riker
    "Ogni soggetto, con una cadenza mensile, crea 4 suoi cloni spontaneamente senza il bisogno di un unione con un suo simile. Ogni clone raggiunge la piena maturità operativa e riproduttiva in 4 mesi: Ecco perchè sono già migliaia!"
    "Non avete predisposto una misura di sicurezza come il << bianco >> dei Jem'hadar?" Chiese Louren
    "Non ne abbiamo avuto il tempo. Poco prima che iniziasse il protocollo di implementazione di un sistema di controllo, mantenendone naturalmente allo scuro i pazienti, è accaduto ciò che non potevamo immaginare, forse perchè avevano scoperto il nostro inganno."
    "Quale inganno" sollecitò il capitano
    "Avevamo detto ai volontari che il procedimento era reversibile e che sarebbero tornati normali dopo la creazione dei primi cloni-pilota, ma così non era: non potevamo tornare indietro e non potevamo abbandonare il progetto"
    "E così la bomba vi è scoppiata tra le mani!" fu il sarcastico commento di Riker che non poteva trattenere il suo disgusto.
    "Perdemmo le comunicazioni con la stazione. La prima nave inviata a dare un'occhiata si trovò al cospetto di uno spettacolo orrendo: Decine di cadaveri, per lo più ricercatori e personale di sicurezza, erano sparsi ovunque, le apparecchiature erano distrutte e i volontari spariti. Trovammo tracce di armi Borg e pensammo che un'attacco avesse spazzato via tutto. Non potevamo fare nulla e pochi giorni dopo la guerra col Dominio cambiò di colpo con il tradimento di Cardassia: Il progetto fu abbandonato e archiviato per non farne mai più parola"
    "Non ci furono superstiti sulla base orbitante?" fu la domanda di Drizzt
    "Solo 2 persone: uno era un cadetto che ferito gravemente morì poco dopo, l'atro era il capo del progetto. Una persona che conoscete bene...."
    "Chi?"
    "La dottoressa Kironof. Disse di averla scampata nascondendosi in un tubo di Jeffries, ma non ricordava cosa fosse accaduto. Era ferita e gli esami dissero che poteva aver subito un trauma causante un amnesia"
    "Così possiamo dire di avere una motivazione a sto casino" arguì Braga "I Golemiani volevano riprendersi chi li aveva condannati a questa esistenza forse per vendicarsi. Eppure i conti continuano a non tornare".
    "A proposito Maggiore Nakura" disse Louren "Quale era l'emergenza medica che richiedeva la presenza della Kironof e degli altri ricercatori? Perchè i loro risultati erano così attesi sia dalla federazione che da Romulani e Klingon?"
    Il volto dell'umana sembrò contorcersi nuovamente nel non celato fastidio di dover aggiungere altri fatti spiacevoli a quelli già elencati " Circa 3 mesi fa una nave di classe Nebula lanciò uno strano messaggio di aiuto: Il capitano diceva che l'equipaggio stava << sparendo >>. Ulteriori contatti furono inutili e decidemmo quindi di inviare un vascello di soccorso, che dopo 2 giorni, si trovò di fronte ciò che assolutamente non si aspettava, ovvero una nave di gente che si rifiutava di obbedire agli ordini, di indolenti e insofferenti a qualsiasi dovere...."
    "Non c'è molta differenza dalla Magellano allora, salvo che loro forse erano sobri" disse Riker.
    Nakura sorrise pensando a una sottile battuta, ma si stupì della estrema serietà con cui il timoniere aveva parlato "No Tenente, la situazione riscontrata era molto più grave. Il capitano della nave, che era moribondo e aveva la sola forza di parlarci per pochi minuti, ci disse che 2 settimane prima erano stati investiti da una anomalia spaziale e dopo pochi giorni si erano presentati i primi segnali di uno strano malessere: I membri della nave divenivano pigri e depressi e fortemente soggetti a un rifiuto dei doveri e degli incarichi; in breve la situazione divenne ingestibile e i casi più gravi cominciarono a manifestare sintomi di un decadimento organico che li portava inesorabilmente alla morte. Perdemmo tutti e 75 i membri della nave, sia fossero umani o no. Costituimmo subito un team di ricerca per trovare una cura, e decidemmo di affidarlo alla competenza della dottoressa Kironof, la quale essendo estremamente esperta nei settori genetici risultava essere la più qualificata nel settore."
    "Ci furono dei risultati?" chiese Braga
    "Nulla per settimane, poi, circa 10 giorni fa, ci arriva un messaggio che parla di importanti scoperte e che chiede un'incontro. Di comune accordo con Romulani e Klingon, visto che si sentivano minacciati da questa possibile epidemia, decidemmo di incontrarci alla base 69 schierando il più ampio cordone di difesa possibile. Ma evidentemente non bastava, specie per i Golemiani".
    "E i Borg? Cosa volevano dalla Kironof?" chiese Efesto.
    Nakura scosse il capo, segno che il mistero era anche per lei oscuro.
    Il silenzio cadde pesante e tutti i componenti della sala non seppero trovare un punto da cui ripartire.
    "Golemiani, Golemiani, Golemiani......." Braga rimuginava nella sua mente questo nome inquietante "Maggiore, perchè si chiamano così?"
    "Il Golem era la creatura mitologica di un mito Ebraico. Si dice che un rabbino abbia modellato del fango dandogli le fattezze umane, e scrivendogli sulla fronte la parola << Emet >>, che significa verità, gli abbia dato la vita e lo abbia reso il suo soldato e schiavo. Pensavamo che fosse rappresentativo di ciò che volevamo".
    "Anche io conosco questa storiella Nakura" disse Braga "E ricordo che a quel rabbino le cose scapparono di mano. Il Golem si ribellò, e dopo aver messo a ferro e fuoco la citta, ci volle il solito stupido eroe che cancellasse la parola Emet per scrivere Met, che significa morte, salvando i suoi dalla solita tragedia annunciata. Questa leggenda non vi doveva far pensare alle possibili conseguenze?" Nakura non rispose, forse per vergogna o per troppo orgoglio.
    "Adesso mi dica, quale sarà la parola << Met >> che useremo? Quale è il loro punto debole?"
    "Nessuno Capitano. Mi permetta di dire che il lavoro fatto è stato magnifico, un vero capolavoro. I Golemiani sono potenziati sotto ogni punto di vista: Oltre alla forza fisica e alla capacità riproduttive, possono avvalersi di una alta capacità rigenerativa dei tessuti e di una quasi immunità ai veleni. Non ultimo hanno magnifiche doti di apprendimento: al cospetto di una nuova tecnologia la possono assimilare in breve tempo. Se ci aggiungiamo quelle navi mostruose penso che non abbiamo speranze" A queste parole Drizzt sembrò esplodere, ma l'intervento di SONOTRANOI lo fermò appena in tempo.
    " Forse ce l'ho io quella parola!" il capo della sicurezza era rimasto quasi in disparte durante quella discussione, ma i recenti dati forniti dal suo D-pad sembravano preannunciare una svolta decisiva.
    "Prego Tenente"
    "Ho finalmente per le mani il risultato di uno scan completo alla nave Golemiana: E' stato un lavoro complicato poichè ho dovuto rimodulare i sensori più volte per evitare...."
    "SONOTRANOI, per favore arriviamo al punto" era tanto il desiderio del Capitano di avere buone notizie che non seppe attendere oltre.
    "Si signore. La nave Golemiana è virtualmente invincibile dall'esterno, ma dentro è un colabrodo."
    "Si spieghi meglio"
    "I sensori dicono che questa razza non adotta protocolli di sicurezza: Niente campi di forza, niente sensori, niente difese automatizzate, tutte le forme di vita sembrano concentrate in una sola area e anche il loro computer, a patto di riuscire a interfacciarsi da un loro terminale interno, penso possa essere facilmente hackerato. Un team sufficientemente preparato può mettere in ginocchio uno dei loro vascelli se riesce a superare la sua pelle coriacea. Certo è che se viene scoperto......." I partecipanti alla riunione non riuscivano a credere alle loro orecchie tranne Nakura, che scuotendo il capo voleva quasi ribadire l'infallibilità della sua creazione.
    "Può darsi" continuò SONOTRANOI "Che questi Golemiani si sentano così forti e invincibili da non ritenere possibile il subire un abbordaggio o una azione di infiltraggio. Forse è questo il loro punto debole, pensano che la guerra sia solo un fragore di cannoni..."
    "Mentre noi li colpiremo con il silenzio di uno stiletto!" Adesso Braga aveva riacquisito il vigore di chi adocchia una possibilità di vittoria e rivalsa, scacciando via i dubbi e ritrovando la forza per combattere."
    "Connestabile, come facciamo a salire a bordo della nave Golemiana?"
    "Non possiamo certamente teletrasportarci. Il materiale con cui è fatto lo scafo e un sottile campo di smorzamento rendono la cosa impossibile: C'è una sola zona dove potremmo entrare ed è la loro plancia, che sembra esente da questa protezione, ma così manderemmo all'aria la nostra copertura"
    "E se usassimo quei cosi?" Starbuck indicò quelle piccole navicelle meccanizzate che si potevano scorgere dalla grande vetrata "Ha detto Bobo che non c'è vita a bordo, e osservandole mi sono accorto che ogni 45 minuti rientrano nella nave"
    "Si, è una buona idea" disse l'addetto alle operazioni "Quei droni sembrano stoccarsi in un area priva di atmosfera, quindi non presieduta o controllata, ma se ci teletrasportiamo in uno di loro sicuramente lasceremo una traccia: inoltre avremmo bisogno di una schermatura dai loro sensori quando entreremo nella zona pressurizzata."
    "Dannazione" fu l'unico commento di Braga che sembrò spegnere gli entusiasmi accesisi.
    Nella sala svanì quel senso di speranza che si era timidamente fatto largo. Ognuno dei componenti cercava nella sua mente una soluzione o un valido espediente, ma il volto del Capitano riassumeva in pieno la carenza di alternative.
    “Capitano…” disse Efesto che stava versandosi un Martini arricchendolo con un’olivetta.
    “Consigliere!” rispose meravigliato Braga “Dove diavolo ha trovato da bere?”
    “Riserva d’emergenza per le situazioni disperate, è’ tutto ciò che ho salvato dal mio alloggio: Gradisce?”
    Il capitano non se lo fece dire due volte, e in breve tutti i presenti ebbero un bicchiere pieno con cui consolarsi. “Dicevo capitano, lei ricorda per quale motivo ho lasciato Cardassia?”
    “Perché è accusato di aver ucciso il figlio di un Gul, almeno così dice il suo dossier” disse Braga
    “No signore” disse Trinak divertito dal suono di quelle parole “Su Cardassia per un omicidio generalmente si ottiene una promozione, e il figlio di Gul Diton era troppo stupido pure per perderci tempo per assassinarlo. “ aspettò solo un istante in cui sorseggiò l’ultimo goccio del suo martini, e quasi amareggiato da ciò che stava per dire, aggiunse “La realtà è che ho dovuto lasciare il mio amato pianeta perché, diciamo così, non condividevo più la politica del consiglio Detapa”.
    “Bene Consigliere” disse Braga un poco irritato “se mai un giorno vorrò scrivere la sua biografia le prometto che dedicherò tutto un capitolo a questa faccenda, ma cosa serve tutto ciò alla nostra situazione?”
    “Vede” adesso Trinak stava assaporando il sapore dell’olivetta “ Quando ho deciso di rendere i miei amici nemici, e mi sono dovuto consegnare a chi un tempo non ci avrebbe pensato due volte a farmi fuori, mi sono dovuto premurare con delle garanzie: io le chiamo le mie << polizze assicurative >> .”
    “Informazioni riservate?” disse Drizzt
    “Molto di più comandante! Lista degli agenti dell’ordine Ossidiano trattati chirurgicamente e infiltrati nella federazione, progetti dettagliati dei prototipi di nuovi vascelli federali, il quasi completo database delle operazioni della sezione 31.”
    “Bene bene, ha molti strumenti per ricattare tanta gente, ma ancora non vedo come possa esserci utile” il capitano si stava spazientendo.
    “Come è scritto nel mio dossier che lei conserva, io ho partecipato a un progetto diretto alla creazione di una arma che risolvesse il problema del terrorismo Bajoriano. Questa arma si componeva di 2 dispositivi: Un era un generatore sub-tachionico estremamente piccolo e letale, l’altro un efficace dissimulatore che mascherasse le emissioni prodotte da chi lo portava”
    “ Quanto efficace? “ disse Bobo
    “Elimina le emissioni corporee e elettromagnetiche, confonde i sensori di rilevamento e, a patto di non attraversare fonti di illuminazioni dirette, garantisce una discreta mimetizzazione visiva”
    “ Troppo bello per essere vero…. Dove sta la fregatura?” disse Drizzt
    “Nessuna fregatura” rispose il Cardassiano “E’ un dispositivo perfettamente efficiente e testato con successo su molte cellule di resistenza Bajoriana”
    “ Non ne sia tanto orgoglioso! “ Braga mal sopportava il disprezzo per le sofferenze di quel popolo oppresso, ma quell’insperato aiuto sembrava provvidenziale “Si limiti a fare ciò che serve e ci risparmi il suo passato professionale. Piuttosto, perché ci rivela un suo segreto? Non rischia così di perdere le sue << polizze assicurative >> ?.
    “Non tema per la mia sicurezza capitano” disse Trinak che aveva perso il suo tipico sorriso divertito per una inconsueta serietà “ho molti altri strumenti per difendermi. La realtà è che in questa storia ci sono 2 verità: La prima è che voglio lasciare il prima possibile questo posto, e la seconda è che lei è così cocciuto che non se ne andrà prima di aver recuperato quei Klingon e aver messo tutte le nostre vite in un inutile pericolo. Tanto vale che le renda le cose più facili possibili”.
    “Non ha mai avuto così ragione. Ora, visto che ha compreso come stanno le cose mi può dire quanti di questi dispositivi sono pronti e funzionanti?”
    “ Se i replicatori non fossero impazziti potrei approntarne una cinquantina in 2 ore, ma nelle situazione in cui ci troviamo posso metterne in sesto solo 5, sei se mi date 3 ore.”
    “Va bene, prenda con se tutto il personale necessario e mi faccia sapere il prima possibile” Braga comprese che adesso si poneva una questione sicuramente di difficile soluzione, e rivolgendosi ai presenti, lanciò un lungo sguardo che intuisse i sentimenti più nascosti “Abbiamo quindi solo 6 dispositivi e dobbiamo decidere chi tenterà di infiltrarsi: Chi vuole andare?” Tutti, escluso Efesto, alzarono il braccio.
    Rimase per un istante nel compiacimento di osservare quella scena, poi con un sorriso riprese “ Troppi, decisamente troppi. Andrà Soleardente e Sir_Louren come personale scientifico e medico, Nakura perché meglio di tutti conosce i Golemiani, Tilk perché è il più indicato nell’hackerare i computer, Efesto perché conosce questi dispositivi di occultamento e il suo passato di sabotatore potrebbe tornarci utile, ed infine io, perché in questa storia sospetto di entrarci molto più di quanto sembra.”
    A queste parole il comandante Drizzt non riuscì più a frenare il suo disappunto “Mi permetta di dissentire Signore” e con lui sembrarono intervenire anche gli altri ufficiali esclusi dalla chiamata.
    “ Dissenso registrato, ma la mia decisione è inamovibile”
    “Signore” adesso Drizzt aveva frenato la sua foga ma non sapeva celare la sua rabbia “Nelle missioni fuori dalla nave è il 1° ufficiale ad essere preposto al comando, e la mia esperienza nel combattimento sarebbe utile per la sua riuscita. Le chiedo solo un occasione per dimostrare cosa valgo!”
    “N°1 lei non deve dimostrare proprio nulla. Tutti noi conosciamo il suo valore ma adesso mi serve di più a bordo a comandare la nave in mia assenza: Comunque andranno le cose avremo bisogno di darcela a gambe molto alla svelta, e soltanto con un equipaggio efficiente e un comandante capace potremo sperare di tornare a casa. Riker, Bobo, Ashram, Starbuck: le vostre abilità mi servono qui per renderci possibile la fuga e per rimettere in sesto la nave. “
    Le parole del capitano riuscirono nell’intento di riappacificare gli animi
    “Adesso si pone solo il problema di decidere cosa fare una volta entrati” disse Sir_louren
    “Sonotranoi, dalle sue rilevazioni cosa sappiamo?” chiese il capitano
    “Non dovrebbe essere troppo difficile. Una volta entrati basterà accedere ai computer per avere una mappatura completa, e da li sapere dove si trovano le aree di detenzione, i laboratori e si potrà avere accesso alle banche dati……..Sorprese permettendo”
    “Come rintracceremo Tai long e Worf?” fu la nuova domanda di Braga
    “Potremmo settare i tricorder per cercare la traccia genetica dei Klingon. Diventerebbero utili anche per avvertirci dell’avvicinamento di qualche Golem" fu la proposta di Garret
    “E a casa come torniamo?” chiese sfiduciato Efesto
    “Sono apparsi in prossimità della base 69 attraverso un tunnel, e con un tunnel se ne sono andati: Devono avere una specifica tecnologia, e se siamo fortunati, può darsi che riusciremo a bypassare i loro comandi generandone uno per noi. Dopodichè irrompiamo nella loro plancia, ci teletrasportiamo e tanti saluti…….semplice ed efficace!” la voce rilassata dell’ufficiale scientifico faceva sembrare quella pazzia quasi possibile.
    “Sa Callin” replicò il Cardassiano” se tutto ciò l’avesse detto un klingon non mi sarei preoccupato, ma detto da lei comincio a pensare che i membri di questa nave abbiano seriamente bisogno di uno psichiatra e un lungo periodo di licenza”.
    “Bene, se non ci sono ulteriori osservazioni la riunione è aggiornata: Briefing operativo fra 3 ore. Efesto, non appena i dispositivi di occultamento sono pronti mi informi. Domande?” Lo sguardo di Braga esaminò i volti dei presenti con la certezza che molte domande e incertezze erano rimaste sospese, ma raccolse la risposta di chi meno prevedeva.
    “Capitano, a questo punto credo che sia giusto nei suoi confronti portarla a conoscenza di un fattore non trascurabile” esordì Nakura mentre l’interlocutore sembrava trovare conferma di un timore nascosto “Uno dei candidati al progetto Golem era una persona che lei conosceva bene, si chiamava Iduna Kironof e penso fosse la stessa persona con cui ha parlato poco prima dell’attacco: Il modo con cui le si rivolgeva e il fatto che ci conoscesse non lascia dubbi sulla sua identità” la donna tentava di dare alle sue pesanti parole il tono più dolce e sereno possibile, ma il volto di Braga sembrava assente e innaturalmente disteso, quasi come più di una scioccante notizia fosse giunta ai suoi orecchi una verità di un passato dimenticato.
    Passò un minuto di imbarazzante silenzio prima che Drizzt rompesse il giaccio “Signore, va tutto bene? Chi è questa Iduna?”
    “Iduna Kironof” disse lentamente Braga “Era una mia compagna di accademia, ma sarei ingiusto e ipocrita a chiamarla soltanto << collega >>. Un sentimento molto forte e profondo ci legava”
    “Legava?” forse la curiosità femminile porto Sir Louren a fare quella domanda.
    “Si, non a caso parlo al passato in quanto col tempo compresi che le nostre nature erano molto diverse e i desideri inconciliabili. Iduna era un promettentissimo ufficiale dalle spiccate doti al comando e dalla incredibile abilità nella comprensione della natura umana: Riusciva a prevedere le mosse dell’avversario durante le simulazioni con una abilità sorprendente e a trovare la risposta più adatta ad ogni attacco, in qualsiasi situazione”
    “ E allora perché dice che eravate così diversi?” riprese n°1
    “Quasi sul finire del corso lei ebbe la notizia che i genitori erano rimasti uccisi. Erano imbarcati su un trasporto che portava rifornimenti, medicinali e personale tecnico verso un piccolo sistema al confine federale. I Cardassiani dissero sempre che quel convoglio portava armi e rifornimenti militari, ma tutti sapevano che la loro era stata solo una ritorsione per le nostre precedenti azioni.” Le parole del capitano erano un misto di rancore e sofferenza, che pur non direttamente rivolte a Trinak ebbero comunque su di lui l’effetto di un pugno nello stomaco.
    “Iduna cambiò. Era stata sempre agguerrita e determinata, ma dopo quel tragico evento mutò i suoi sentimenti in rabbia e vendetta per tutto ciò che ai suoi occhi sembrava ingiusto e crudele. Col tempo divenne più chiusa e cominciò a rifiutare l’amicizia di chi gli stava vicino, preferendo migliorare la sua preparazione fino a uno stato maniacale e morboso. Alla fine eravamo due estranei: Io ero mosso da un desiderio di esplorazione e pace, lei da una non celata brama di punire.”
    “E la vostra relazione è finita….” Intervenì Sir_louren
    “E con essa la nostra amicizia. Finimmo il corso ognuno per la sua strada e non ci rivedemmo mai più; seppi soltanto che era divenuta il primo ufficiale di una nave”
    “In poco tempo la comandò quella nave, tanta era la sua abilità. “ Nakura intervenì per dare un senso e una conclusione a quella triste storia.
    “Quando organizzammo il progetto Golem facemmo una lista dei migliori candidati: Tutti ufficiali di alte capacità e profonda e inattaccabile motivazione. Iduna era tra le migliori, e il fatto che fosse sorella della dottoressa Eira Kironof la poneva tra i soggetti di più alta affidabilità. Ora capitano, io mi pongo una domanda: Visto che lei ha ammesso che aveva una relazione con colei che oggi probabilmente guida una delle maggiori minacce della federazione, avrà il coraggio di compiere qualsiasi azione per portare a termine la sua missione, o piuttosto sarà colto da qualche incertezza al momento decisivo?”
    Le parole dure e accusatorie di Nakura fece balzare in avanti Drizzt, che per troppa stima verso il suo capitano, batte forte il pugno sul tavolo e si rivolse con disprezzo alla donna “Come si permette lei che striscia nei complotti e mente alla sua gente di mettere in dubbio il coraggio di un ufficiale? Nessuno su questa nave anteporrà mai i suoi interessi per il bene comune, chiaro?” gli occhi iniettati di sangue e il volto contratto erano il segno che prima ancora della asprezza della battaglia, ciò che stava infiacchendo l’equipaggio era il marcio di quell’intrigo.
    Braga si volse al suo primo ufficiale poggiando la sua mano sulla spalla, e con questo gesto volle non solo calmare gli animi ma soprattutto ringraziare quell’atto di stima che valeva più di tutte le parole. “Nakura non tema, proprio perché in questa storia vi entra parte del mio passato ho un motivo in più per mettere chiarezza, e soprattutto si ricordi, con gli uomini che ha di fronte e con quelli che ora sono prigionieri dei Golemiani io ho un vincolo di rispetto e onore che va oltre la gerarchia, oltre la federazione: E’ il legame di chi ha combattuto ed è rimasto vivo per raccontarlo, è la fiducia di chi non ha temuto mai di rimanere da solo nel pericolo, è la certezza di essere parte di una banda di fratelli…..” Non ci furono commenti fra i presenti. Braga si alzò, e licenziando i suoi abbandonò la sala lasciando i presenti in un impotente silenzio. Stordito, Efesto afferrò rapidamente la sua fiaschetta di Martini per i casi disperati, e vuotatala nel suo bicchiere e in quelli dei vicini Riker e Starbuck, i tre simultaneamente e con un gesto di intesa li vuotarono in un sol fiato.
    Le successive tre ore passarono rapide e frenetiche. Nella mente di ognuno si affollavano mille domande per ciò che era stato detto nella riunione, ma il poco tempo a disposizione fece si che ognuno nascondesse nel silenzio e nei rispettivi compiti e tenesse sgombra la mente dalle incertezze.
    I membri del team d’assalto e gli altri ufficiali si trovarono dunque nella sala tattica.
    La sala si presentava gremita di gente che metteva a punto gli ultimi particolari per le azioni successive e poco distante spiccavano i cinque componenti del commando, che indossati i dispositivi di occultamento Cardassiano, cercavano di adattarsi alla scomoda sensazione che quella tecnologia sapeva trasmettere.
    “Diavolo” esclamò Soleardente“ sento un ronzio e una specie di scossa sulla schiena: Efesto fa parte del dispositivo o è qualche giochino erotico che voi Cardassiani amate avere sempre con voi?”
    “Non si preoccupi” rispose Trinak “fa parte del gioco e l’inviolabilità al suo corpo è garantita” Soleardente sembrò sorridere ma non sapeva nascondere il suo disagio.
    “E’ un dato di fatto però che il tricorder non rileva alcun segnale” aggiunse Callin “siete praticamente scomparsi”
    “Ottimo, è proprio quello che volevo” disse Braga che era in quel momento entrato nella sala. “ E’ tutto pronto?”
    “Si signore” aggiunse Drizzt “I dispositivi di occultamento sono pronti e le attrezzature mediche e scientifiche sono operative”
    “Ottimo lavoro N°1. Sonotranoi, ha studiato il migliore percorso da fare?”
    “Affermativo. Ho rilevato che uno dei droni da riparazione dovrebbe rientrare nella nave madre tra 20 minuti: E’ lui che vi darà un passaggio”
    “Ok, allora non c’è altro da fare che andare e portare a termine quello per cui siamo venuti”
    “Signore” interruppe l’addetto alla sicurezza “Con Bobo abbiamo provato a lavorare sui comunicatori e siamo riusciti a mascherare il segnale con una controemissione automodulabile: I messaggi brevi non dovrebbero essere rilevati”
    “Ottimo. Stato armamenti?”
    “I phaser sono pronti e già settati sul livello letale: Speriamo non debbano essere usati”
    “Speriamo Capo, ma se dovremo confrontarci con i Golemiani dovremo essere pronti a rispondere a tono…. Trinak, non pensa di essere un poco troppo carico?”
    “No Signore” Il Cardassiano aveva alla cintura una evidente collezione di granate e dispositivi esplosivi assolutamente non riconducibili alle dotazioni standard della federazione “Sono semplici portafortuna”
    “E lei dottoressa, non ha qualche cimelio militare da portarsi come amuleto per la buona sorte?”
    La donna, che nel sorriso aveva lasciato scorgere gli inquietanti canini, non volle rispondere a una domanda maliziosa che voleva indagare in un passato nebuloso, ma sembrò riassumere tutto il suo pensiero accarezzando un pugnale che teneva legato alla vita in cui antichi simboli runici richiamavano a un tempo quasi irreale.
    “Capitano, io non indugerei oltre” disse Nakura
    “Giusto, basta chiacchiere….. Starbuck, è pronto per il teletrasporto?”
    “Si signore, ho trovato un punto del drone in cui voi sei potrete stare comodi e non verrete rilevati. Vi attendo in sala teletrasporto”
    I sei membri del team, seguiti dagli altri ufficiali che quasi fino all’ultimo speravano di poter partecipare a quella impresa, raggiunsero Starbuck e si prepararono alla partenza.
    In sala si poteva avvertire la tensione del momento mista a un briciolo di inquietitudine per la sorte incerta dei compagni. L’addetto al teletrasporto fece un cenno per comunicare che tutto era pronto e i sei presero posto nella sola attesa di approdare in quella terra ignota.
    “Da ora in poi silenzio radio salvo che per le strette necessità” disse Braga, e quella fredde e rituali parole sembrarono avvilire i presenti nel dubbio se avrebbero mai più rivisto quelli che più che colleghi erano ormai amici. “Drizzt, le affido la mia nave: I Borg l’hanno quasi distrutta, faccia in modo di non darle il colpo di grazia.” I presenti non poterono trattenere un sorriso “Portate a termine le riparazioni e state pronti a riprenderci, ma se questo non fosse possibile……..”
    “Saremo pronti a riprendervi…..Signore” interruppe Drizzt, serio e deciso che quella infausta ipotesi non fosse nemmeno proferita in quella sala.
    “Bene……Signor Starbuck, energia!”
    I loro corpi vennero circondati dai blu bagliori che ne sfumavano i contorni, e in pochi istanti sparirono. Passarono 10 secondi dove i presenti in sala rimasero impietriti, poi Drizzt avvertì l’improvviso peso del dovere “Allora, che facciamo? Partito il capitano si batte la fiacca? Tutti a propri posti e vediamo di rimettere in sesto questa carretta.” Non ci furono commenti in sala. Tutti i presenti si dileguarono richiamati ai loro doveri e Drizzt, nel lento incamminarsi per un deserto corridoio fino alla plancia, si ritrovò solo a contemplare per la prima volta la strana solitudine che può vivere chi è al comando.

  4. #254
    Il Nonno L'avatar di ILSAGGIO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Congrats, really good story!



    Come? c'è da riparare la nave??? naaah, lasciatemi qui al bar... le mie scorte di birra al doppio malto di whisky klingon sono tutto ciò che mi serve...


    BUUUURP...



  5. #255
    Il Niubbi L'avatar di Lt worf
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Bellissima storia cospirazioni intrighi azione molto bella spero che le prossime puntate arrivino presto


  6. #256
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Non ci può lasciare così!!!
    Che succede poi? Che succede??
    Non ci faccia aspettare troppo che la curiosità mi debilita!!
    Avverto tutti che, prima di partire per questo folle "abbordaggio" la vostra dolce e mite dottoressa
    ha salassato tutti i civili presenti sulla nave e/o il personale non indispensabile:
    il sangue è vita, il sangue è magia, il sangue è Potere ... HAHAHAHAHA


  7. #257
    La Borga
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    sir_louren ha scritto mar, 06 maggio 2003 17:41
    Avverto tutti che, prima di partire per questo folle "abbordaggio" la vostra dolce e mite dottoressa
    ha salassato tutti i civili presenti sulla nave e/o il personale non indispensabile:
    il sangue è vita, il sangue è magia, il sangue è Potere ... HAHAHAHAHA

    Molto Federazionale questa frase !

  8. #258
    La Borga L'avatar di Tailong
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Post dopo post mi chiedo che si ci serve davvero un ufficiale medico.....

  9. #259
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Tailong ha scritto mer, 07 maggio 2003 11:58
    Post dopo post mi chiedo che si ci serve davvero un ufficiale medico.....
    Chiedo venia, forse sono ricaduta in vecchie abitudini, Signore.
    Farò in modo che la cosa non si ripeta.



  10. #260
    La Nebbia L'avatar di ASHRAM
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Complimenti vivissimi a tutti...

    Volevo, in un primo tempo, aspettare la fine delle varie "puntate" che avete scritto per commentarle, ma non sono riuscito a resistere...

    Devo proprio dirvelo: siete riusciti a creare delle storie decisamente avvincenti e ricche di colpi di scena (e di azione: giù mazzate Kirk-style!).

    Bravi, continuate così che mi sto esaltando...

  11. #261
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Reduce da una grigliata di carne che avrebbe ucciso anche un Klingon mi appresto a pubblicare una nuova puntata di Emet.

    Ps.
    Grazie a tutti degli apprezzamenti fatti per la mia storia, è il più bel regalo che si possa ricevere

    Il buio pesto rendeva ancora più scomodo l’angusto antro in cui i sei membri del team si ritrovarono dopo la rimaterializzazione. La mente di Braga cercava di rimanere lucida e distaccata, ma troppi erano i tormenti e le angosce di quella assurda situazione e troppi i pericoli che potevano aspettare in agguato dietro l’angolo. Cerco di scacciare quei pensieri, ma una stretta alla gola lo colse lentamente fino a farlo vacillare nel desiderio di strapparsi il casco e urlare: Resistette, giusto un paio di secondi per accorgersi che il volto benevolo di Sir_Louren gli era accanto, e rasserenante, gli infuse quel pizzico di speranza per resistere ancora. “Strano” pensò fra se il capitano “In anni di battaglie non credo di esser mai stato così nervoso prima di oggi….” Ma la sua mente fu interrotta da uno scossone: Il drone stava attraccando.
    Soleardente estrasse il tricorder per analizzare l’area circostante, attento nel cogliere ogni dato utile ma allo stesso tempo di non rivelare la sua presenza. Un gesto col capo segnalò che era giunto il momento di prepararsi.
    D’un tratto i sei avvertirono che il drone aveva raggiunto la sua destinazione e stava procedendo alle fasi di attracco. L’angusta camera, che da una analisi più approfondita rivelò essere un vano di carico per i materiali da riparazione, all’improvviso ripristinò la gravità prima assente rendendo i movimenti degli occupanti più agevoli e anticipando che il viaggio stava per finire. Ancora le analisi dell’ufficiale scientifico lo portarono a individuare un largo portello, sicuro accesso al vano di carico, e a segnalarlo ai compagni con un rapido gesto delle dita.
    I membri del team si prepararono a uscire. Altri scossoni fecero rimbombare la camera e sobbalzare i suoi ospiti fino a un rumore secco e metallico che sembrò afferrare l’intera struttura.
    All’improvviso le porte del vano, e una seconda apertura sulle loro teste che non avevano notato, si aprirono all’unisono rivelando la zona circostante. Lo spettacolo era maestoso: Centinaia di navicelle simili erano stoccate in un’area immensa e spostate da una zona all’altra attraverso dei nastri trasportatori dotati di robuste ganasce. L’intero impianto, che sembrava del tutto meccanizzato e privo di addetti, riforniva ogni drone dei materiali da riparazione o costruzione per poi reindirizzarlo ad altre aree o ripararli a loro volta. Questo immenso mostro automatizzato apparve agli occhi di Tilk come un formicaio, dove le piccole operaie vengono alimentate e istruite ai loro compiti in una volontà superiore e assoluta, ma gli ricordo pure che allora la loro presenza era assimilabile a quella di estranei pericolosi e nocivi, e quindi da eliminare: Afferrò il suo phaser , ma si rese subito conto che e ombre e il silenzio sarebbero stati le loro armi migliori “Se questi dispositivi di mascheramento non funzionano giuro che uccido Efesto, ma se non faranno il loro dovere saranno i Golemiani a pensarci: E’ assurdo dover affidare le proprie vite a un Cardassiano!” pensò l’androide.
    Quella strana situazione, dove il dondolio del drone apparve come una innaturale ninnananna, durò per circa 30 secondi fino a quando la navicella non giunse in prossimità di un piano rialzato che probabilmente fungeva da piattaforma di carico per i materiali: Era l’occasione tanto sperata. Braga fece un gesto e con lui saltarono quasi all’unisono i membri del team che finalmente si ritrovarono su una superficie stabile.
    Fino ad allora tutto bene. Si guardarono intorno, alle spalle, sulle loro teste cercando un varco o un sistema per entrare nell’area pressurizzata, ma quella immensa camera sembrava sigillata. All’improvviso Soleardente lesse dal suo Tricorder la notizia tanto sperata: A gesti indicò una zona che presentava un campo di contenimento per l’atmosfera, e da li la presenza di un condotto che probabilmente portava alle aree abitative; poteva essere la finestra da cui entrare in casa pensò Efesto
    Il problema si rivelò però raggiungerla. L’assenza di scale o mezzi di accesso a quella area rialzata rispetto a loro sembrò essere la fine delle speranze di sottrarsi da quella scomoda posizione. Braga si guardò attorno cercando una soluzione, poi nell’incredulità dei presenti, si gettò nel vuoto.
    Efesto, Sir_louren e Tilk si sporsero nel tentativo di afferrarlo, ma troppo repentina era stata la mossa del capitano e adesso rimanevano attoniti nell’incredulità del gesto. Fu solo un attimo dopo che si accorsero che Braga si era tuffato su un drone che risaliva verso le aree sovrastanti, e con un sorriso beffardo, adesso li osservava da quel improvvisato ascensore invitandoli a fare lo stesso. Con pochi balzi il team si ritrovò su una nuova piazzola, e da li in uno stretto budello fino alle aree abitative: Era scomodo e fastidioso, ma il piacere di poter finalmente respirare senza le maschere e il desiderio di rivedere i compagni catturati, rendeva quella sofferenza un prezzo pagato serenamente.
    I metri che percorsero in quello stretto cunicolo sembrarono non avere fine e stringersi a mano a mano che venivano percorsi. D’un tratto Soleardente alzo il pugno, segno che ci si doveva fermare: Una botola poco distante era l’unico passaggio per accedere alle aree abitative. Superato anche questo sbarramento i sei rimasero profondamente sorpresi nel constatare come la nave aliena ricordasse in molti dei suoi particolari la tipica architettura terrestre: I corridoi, lunghi e stretti ma ben illuminati, sembravano quelli della Magellano ad eccezione per le dimensioni delle porte e delle apparecchiature, evidentemente disegnati per la stazza dei Golemiani.
    Subito Tilk si mise all’opera. Il piccolo terminale di servizio non oppose particolari resistenze e cominciò subito a regalare preziose e indispensabili informazioni.
    “Allora, cosa ci può dire?” bisbigliò Braga che ancora non si sentiva sicuro in quella situazione insolita.
    “Capitano, questa è semplicemente una postazione per la manutenzione di questo settore e non ci sono le informazioni sperate, però sto scaricando una mappatura completa delle nave con la locazione delle varie aree. Ecco fatto: Ho trovato le aree di detenzione e non sembrano molto lontane. Fortuna vuole che sembra che la nave sia disabitata per la maggior parte del suo spazio”
    “Come è possibile?” disse Soleardente
    “Pare che tutte le funzioni interne siano automatizzate e la gestione operativa sia affidata a un piccolo gruppo di Golemiani in plancia. Rilevo che l’equipaggio in questo momento è stipato quasi esclusivamente nelle zone ricreative a poppa….”
    “Il loro Bar di prora, a quanto pare. “ osservò Sir_louren “Questa è la dimostrazione che sono ex-umani”
    “Meglio così allora” disse il Capitano “diamoci una mossa”. Il piccolo gruppo si incamminò per quei corridoi deserti con il sempre vivo terrore di essere scoperti. Le ombre, gli angoli bui e il silenzio dei loro passi sembrò nasconderli da ogni pericolo, ma d’un tratto li pose di fronte un ostacolo apparentemente insuperabile: Due guardie presidiavano un portellone di accesso nella zona di alta sicurezza. Aggirarle era impossibile, affrontarle un suicidio.
    Schiacciato con le spalle al muro Braga riuscì a scorgere i due appena in tempo per fermare il gruppo da una inevitabile individuazione. Di nuovo il pugno alzato fermò i loro passi e lasciò alle menti il tempo di ragionare sul da farsi.
    “Quanti sono?” chiese Efesto
    “Due, soltanto due ma ben armati e capaci di chiamare rinforzi” rispose Braga.
    “Freddiamoli a colpi phaser allora!” aggiunse Soleardente
    “No, possiamo schermare le nostre emissioni ma non quelle delle armi. Se proviamo a fare fuoco e come se urlassimo a squarciagola che ci sono degli intrusi” disse il Cardassiano
    “Pessima idea” dovette ammettere il tenente
    “Dannazione, siamo bloccati senza la possibilità nemmeno di allontanarci!” fu l’amaro commento del medico
    “Aspettate, ho un’idea” Tilk si allontanò di poco per rimettere le mani un piccolo terminale vicino “Nell’analizzare prima la mappa ho rilevato che questo settore è il 4 Theta 21, e che nel ruolino oggi è di guardia……” Le mani dell’androide corsero rapide con un’idea che la mente aveva già ben chiara. In un attimo una voce fredda e meccanica inondò il corridoio “ I soldati Thor Soth e Odin Tin Iolanic si presentino immediatamente al posto di guardia nel settore 2 Omicron 7”
    “ Cosa diavolo vorranno adesso? “ disse la guardia a destra.
    “ Non ne ho idea, ma non intendo lasciare questa zona incustodita. Vai a tu a sentire cosa c’è mentre io rimango qui fino ad un ordine preciso” rispose il Golemiano al suo fianco.
    Il primo dei due soldati si allontanò dalla grande porta senza accorgersi degli intrusi nascosti li vicino, mentre il secondo, che volte le spalle al team della Magellano adesso stava verificando gli ordini ad un pannello di controllo, costituiva ancora un ostacolo insuperabile.
    “Uno è fuori dai piedi, ma quel bestione è ancora capace di darci fastidio e bisogna metterlo fuori gioco” disse Braga.
    “Ma come? Non possiamo usare le armi e quello sulla parete sembra tanto un tasto per attivare l’allarme! Bisogna ucciderlo senza che se ne accorga” rispose il Cardassiano
    “Dobbiamo muoverci alla svelta……Dottoressa, dove va!!!”
    Sir_louren si stacco dal gruppo e si avvicinò lentamente e senza produrre rumore sino alle spalle del Golemiano. Ad un osservatore frettoloso la minuta corporatura di Sir Louren poteva sembrare il presagio di uno scontro impari e di facile soluzione, ma gli eventi dissero il contrario. Giunta a pochi centimetri, nella lentezza di movimenti calcolati, sfilò il corto pugnale che portava alla cintura e lo conficcò con un movimento rapido e preciso nella schiena della guardia, il quale rimase impietrita per pochi istanti e in un urlo senza voce stramazzo a terra senza vita. Adesso Louren guardava con un espressione divertita la misera salma di quel mostro, quasi a sottolineare quanto sia un errore non temere ciò che può celarsi nelle creature apparentemente più esili e indifese.
    “Parlate troppo e concludete poco per i miei gusti, signori” si rivolse ai membri del team “La loro anatomia e simile alla vostra, e una lama conficcata alla base dello sterno provoca la paralisi dei movimenti per la rottura della colonna vertebrale e l’impossibilità di parlare per la compressione del diaframma: Domande?”
    “Ma i medici non dovrebbero salvarle le persone?” chiese sardonico Soleardente
    “ Solo se gli stanno simpatici” rispose la donna con un sorriso.
    “Muoviamoci “ disse Braga spezzando il dialogo “Fra non molto potrebbe tornare l’altro soldato. Efesto, nasconda il cadavere”
    Il cammino che venne non fu più ostacolato da altri intoppi e dopo poca strada giunsero finalmente a un terminale da cui accedere alle informazioni sperate.
    “Tilk si colleghi qui e cerchi di trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno.” Disse il capitano. Il sottufficiale si mise subito al lavoro. Da una piccola scatola estrasse una scatola ancora più piccola piena di fili e pulsanti e presi 2 di questi cavi li introdusse nel suo braccio mentre un terzo veniva collegato al terminale. “Fortuna che le nostre tecnologie hanno una base comune” fu l’unico suo commento
    Passarono un paio di minuti di interminabile e nervosa attesa prima che Braga intervenisse “ Tilk allora, a che punto stiamo? Non abbiamo tutto questo tempo!”
    “Signore un attimo” rispose l’androide “deve capire che anche se è estremamente facile entrare nel loro sistema devo comunque far in modo che non mi rilevino……. Ecco, posso ritenere di aver raggiunto ciò che cercavo: Ho accesso alla loro banca dati e posso bypassare i loro sistemi operativi. Posso fare quel che voglio di questa nave, ma mi serve tempo….”
    “Un lusso che non ci possiamo permettere” Il volto del capitano cercava una soluzione “Bene, tanto vale dividerci. Efesto, Louren, Soleardente, andate verso la zona detentiva e recuperate i Klingon. Io e Nakura proteggeremo Tilk e faremo in modo di agevolarvi la strada” I tre non dissero nulla, silenziosamente si allontanarono per scomparire nel nulla.

    I passi di Efesto erano incerti e cauti. Nel suo passato la guerra era stata una compagna fedele e presente, ma il ruolo che gli aveva concesso era sempre stato quello di chi doveva tendere un agguato piuttosto di dover temere il pericolo di essere scoperto: Si sentiva nudo senza il conforto di una via di fuga. Ad un certo punto giunsero alle aree detentive .
    “ Comandante qui Efesto. Siamo arrivati alle prigioni ma l’accesso principale sembra sbarrato: Tilk, mi serve una derivazione”
    “Come fatto” fu la confortante voce dell’androide “Le farà pure piacere sapere che non c’è sorveglianza in quella area”
    “Niente carcerieri?” esclamò Efesto “Che razza di dilettanti sono questi Golemiani? Come sperano di acquisire informazioni dai prigionieri, torturandoli con la noia?” Un espressione di sdegno fu l’unica risposta ricevuta da Soleardente e Louren.
    Le porte si aprirono lentamente mentre gli occhi curiosi degli intrusi cercavano la risposta alla loro ricerca: Di Worf e Tai long nemmeno l’ombra.
    La sala si presentava come una camera stretta e lunga con ai lati una interminabile fila di celle assicurate da campi di contenimento e sensori. I tre le esaminarono una ad una ma senza mai trovare nulla tranne l’ultima, dove Worf sedeva per terra in un evidente stato confusionale. Molte erano le ferite sul suo corpo segno di prolungate torture difficilmente sopportabili da altri, ma ancora più evidente era la dignità e il distacco di un guerriero che non può accettare di perire lontano dal campo di battaglia.
    “Tilk, siamo nella zona di detenzione, ci serve….” Pronunciò concitata Louren
    “Ho capito: Disattivo i campi di forza.” Subito la leggera distorsione che li separava dal Klingon svanì, dando la forza a quest’ultimo di sollevarsi sulle stanche gambe per ricadere subito dopo al cospetto del medico
    “Worf aspetti, lei ha bisogno di cure!” disse Louren con una inaspettata dolcezza
    “No” rispose l’ufficiale che si era ripreso “Ciò di cui ho veramente bisogno è un’arma e chi ha osato mettere un Klingon in gabbia” Le sue parole erano fiere e impetuose, ma le sue condizioni raccontavano di una lotta in cui anche la tenacia di Worf si era dovuta piegare a una forza inarrestabile.
    “Tai long e la dottoressa dove sono?” chiese Soleardente
    “L’ammiraglio è stato portato via circa una mezz’ora fa subito dopo il mio interrogatorio. Per quanto riguarda la dottoressa Kironof…..” a queste parole il Klingon venne colto dai lancinanti dolori provocati dalle innumerevoli ferite, e contratto il suo volto in una espressione di sofferenza, spezzo quelle parole decisive.
    “Worf” disse Trinak seccato da quella interruzione “Non perdiamo tempo con i suoi sciocchi dolori. Ci dica subito dove si trova la ricercatrice così ce ne andremo il prima possibile da questo posto orrendo!”
    Il Klingon riuscì a stento a trattenere un urlo, forse causato dagli spasmi forse ultimo espediente per scacciare quelle parole irritanti, ma riprese le forze si rivolse con un volto che esprimeva tutta la rabbia che aveva in corpo “La Kironof? Lei mi chiede dove si trova la dottoressa Kironof? E’ con i suoi amici Golemiani! E’ una di loro, li comanda, li protegge e viene chiamata << Madre >>. “ Queste parole raggelarono il sangue dei presenti.
    “Ma ne è sicuro?” chiese uno sbigottito Soleardente
    “Certo” adesso le parole si erano fatte più quiete e calcolate “Già durante il nostro trasferimento sui moduli da sbarco era chiaro che non si trattava di un rapimento, ma di qualcosa di molto più complesso e oscuro: Lei continuamente chiedeva ai Golemiani se tutto era andato come previsto….” Adesso le sue parole sembrarono quelle di un racconto confuso “Ero stordito ma cosciente. Il trasporto sulla nave mi ha permesso di sentire poche parole, molte senza senso, ma ciò che spesso veniva ripetuto era il riferimento a un progetto…..<< Emet >>. Ecco si, lo chiamavano << Progetto Emet >>. La Kironof era eccitata nel ripeterlo.”
    I membri del team rimasero sbigottiti: Come era possibile che la ricercatrice fosse in combutta con quella razza violenta? Quale mostruoso obiettivo poteva giustificare la cortina di fumo e raggiri stesa dai Golemiani? Per qualche istante rimasero pietrificati dall’incertezza sul da farsi.
    “ Capitano, ha sentito?” disse Soleardente
    “ Si Tenente, stento a crederci ma ho pienamente inteso la situazione” rispose Braga
    “Il problema maggiore è un altro” intervenne Nakura “Se la Kironof è dalla parte del nemico certamente non vorrà condividere le sue ricerche con noi: Adesso abbiamo bisogno delle sue conoscenze più di ogni altra cosa”
    “ Non lo metto in dubbio” riprese il Capitano “ Ma di certo non possiamo andare a chiederle questa cortesia: Potremmo cercare di rapirla” nel dire questo scosse il capo quasi a sottolineare l’assurdità di quella idea.
    “Un analisi più attenta propone di certo una soluzione più ovvia e efficace” aggiunse Tilk
    “Di cosa si tratta?”
    “ Se consideriamo che la ricercatrice era a capo di uno studio su una malattia mortale, e ora abbiamo appreso che è alleata con i Golemiani, non è da escludere che quelle informazioni di cui necessitiamo siano archiviate proprio nei computer di questa nave, similarmente a una spiegazione su cosa sia questo << Progetto Emet >> “ Le parole dell’androide erano l’espressione di una attenta analisi che trovavano la condivisione di Braga e la perplessità di Nakura.
    “ Non credo, non posso credere…” affermò la donna “La Kironof è un scienziata capace e leale che negli anni ha dimostrato il suo valore. Questa storia del complotto è ridicola!” Ancora una volta Braga aveva la sensazione che le parole della donna nascessero più dall’orgoglio che dalla ragione.
    “Non abbiamo il tempo di fare congetture, tanto vale rischiare” il capitano riorganizzò per un istante le idee “Tilk, puoi accedere alla loro banca dati e trovare qualcosa sulla dottoressa Kironof?”
    “Non c’è nulla” rispose “ Ma un settore nei loro computer è criptato ad un livello molto alto che non posso superare. Pare che sia l’archivio del settore medico.”
    “Non c’è modo di superare questo sbarramento?”
    “Di sicuro non da qui: Posso farvi arrivare fino a quel settore disabilitando le sicurezze perimetrali, e una volta applicato un derivatore di connessione remota ai loro terminali, posso vedere se trovo qualcosa.”
    “Non può farlo di persona?” chiese Nakura
    “No, decisamente no. Da questo terminale ho accesso all’intera banca dati della nave e posso bypassare i sistemi, ma solo dalla zona medica, che sembra del tutto isolata dal resto, posso cercare delle informazioni utili. Ho appena individuato i sistemi che rendono possibile la generazione dei tunnel spaziali, ma mi servirà del tempo per comprenderne a pieno la dinamica e crearne uno a nostro beneficio.”
    “Tempo, dannato tempo. Ancora un lusso che non possiamo permetterci” Braga capì che era giunto il momento dell’azzardo. “E sia! Tanto vale dividerci. Louren, Efesto, Soleardente e Worf, cercate di recuperare l’ammiraglio, dopodichè, dirigetevi qui da Tilk e ripiegate per la zona di estrazione. Io e Nakura ci dirigeremo verso il settore medico e vedremo di trovare una soluzione, quanto a lei Tilk, continui a cercare un metodo per andarcene e per renderci la vita più facile con i Golemiani, e se le cose dovessero mettersi al peggio……” calò un freddo silenzio tra i presenti “Trovi un metodo per sovraccaricare il loro nucleo e innescare una sequenza autodistruttiva”
    “Andrà tutto bene, signore” le parole di Tilk, oltre a un buon augurio, volevano essere un’atto di scaramanzia per quella previsione nefasta, tanto che si sorprese quasi di incominciare a provare quelle assurde, irrazionali emozioni umane.

    Mentre un tricorder medico cercava di chiarire l’entità dei danni e un rigeneratore epidermico curava le ferite superficiali, Worf sedeva per terra in una evidente espressione di dolore.
    “Mi scusi se le faccio male, ma le ferite sono profonde” disse il medico
    “Come?” si ridestò il Klingon “No dottoressa, non è il mio corpo a farmi male ma è il mio orgoglio: Ho lasciato che Tai long fosse catturato e molti dei miei compagni uccisi, ho macchiato di disonore il mio casato”
    “Onore!” intervenne Trinak “E’ ridicolo quanto voi Klingon diate importanza a questa parola!”
    “Ed è vergognoso quanto voi la deridiate!” rispose Worf “ L’onore è ciò che ci differenzia dai codardi ed è la massima espressione del guerriero: A un Klingon può essere chiesto di tutto, anche morire, ma non di languire in una cella come un Ferengi scoperto a truffare”
    Efesto alzo le spalle. Era abituato a sentir pronunciare i vaneggiamenti dei Klingon e considerò quelle parole solo una conferma alle sue teorie.
    “Qui Tilk, ho individuato le aree per gli interrogatori. Seguite i corridori fino a raggiungere il settore 2 Omega 5”
    “Ricevuto” con questa rapida risposta si mossero alla volta di Tai long, ovunque lui fosse.
    I loro passi furono rapidi e silenziosi. L’assenza di Golemiani facilitava le cose, ma con questo non si attenuò la prudenza in ogni movimento e il vigilare a ogni segnale di pericolo
    In testa camminava Louren. La sua eccezionale capacità di percepire ogni piccolo segnale, e un sesto senso che sfiorava la telepatia, resero il suo incedere quasi un’ipnosi nella febbrile ricerca di ritrovare l’amico scomparso. D’un tratto la donna si fermò impietrita
    “Louren, che succede?” chiese Soleardente
    La donna si piegò lentamente fino a ritrovarsi in ginocchio, e toccato il pavimento con le mani, si rivolse con un’espressione di non celata paura “Sangue, ed è Klingon”.
    Adesso nessuno voleva nemmeno pensare, quasi come se una semplice idea potesse avverare quello che ognuno temeva. I membri della Magellano si mossero lentamente seguendo quelle evidenti tracce, e nel vedere che da poche gocce cominciavano a tramutarsi in una scia sempre più evidente, si resero conto che tra loro si mescolavo anche segnali di presenze ignote.
    Si ritrovarono al cospetto di una porta nell’indecisione di chi la dovesse varcare e scoprire la sorte del Klingon. Non una parola fu detta, e i quattro si ritrovarono al cospetto di uno spettacolo sconvolgente.
    “Capitano Braga, qui Soleardente. Abbiamo ritrovato Tai long ed è……” era evidente che l’ufficiale non riuscisse a trovare le parole adatte.
    “Cosa!” Braga era stato colto di sorpresa e temeva di aver compreso cosa voleva dire quella frase mozzata “ Mio Dio, cosa è successo? Come sta Tai long?”
    “E’ ubriaco, a occhio e croce!” anche attraverso i comunicatori si poteva percepire lo stupore provato da Soleardente.
    L’ammiraglio era seduto per terra, stremato e con una vistosa ferita al fianco che lo aveva debilitato profondamente. Intorno a lui i cadaveri di 5 Golemiani presentavano i segni di una dura e aspra battaglia che li aveva visti sconfitti, e poco più distante, una spranga di metallo divelto ancora macchiata del sangue della sua vittima. Fra i caduti ne spiccava uno, più grosso e ornato in modo particolare nelle sue vesti, che a dispetto della mole presentava il collo spezzato e i segni di un combattimento corpo a corpo, prova che a dispetto della tecnologia la lotta si era combattuta più sul piano della brutalità che sulla efficacia delle armi.
    Il Klingon si accorse della presenza dei compagni, e alzata la bottiglia in segno di saluto, si rivolse con una espressione serena e gioiosa ben rara in chi ha visto la morte così da vicino “Signori, salute a voi! Vedo che siete arrivati giusto in tempo per salvarmi: La mia bottiglia è quasi vuota….” Un pizzico di ironia poteva leggersi nelle sue parole, e questo lasciò ancora più sorpresi i soccorritori che non riuscivano a comprendere come il Klingon avesse potuto vincere un scontro così impari.
    “ Ammiraglio” chiese Trinak “Come sta, ma soprattutto, dove diavolo ha trovato da bere?”
    “ Bene nel complesso, anche se non credo di poter camminare. Per questa bottiglia” fece una breve pausa incorniciata da uno stretto sorriso “E’ una storia molto lunga, ma credo che queste creature abbiano una comune passione per gli alcolici”
    Louren si mise subito all’opera cercando di sanare le ferite più gravi e alleviare le sofferenze “Signore, come mai si trova qui e come ha fatto ad avere la meglio su 5 soldati?”
    “Sa dottoressa” le parole erano una risposta alla donna ma sembravano più rivolte a Worf “ Sulle prime pensavo che questa razza fosse invincibile e il segno che un epoca era finita, poi osservandoli più attentamente mi sono reso conto che le loro abilità sono ofuscate dalla mancanza di autocontrollo e disciplina. Sono ben lontani dal farsi chiamare guerrieri: Sono rozzi, ingenui e prevedibili, e cosa ben più grave, mancando di onore non sanno rispettare l’avversario sottovalutando le sue risorse e abbassando la guardia in un eccesso di sicurezza. “ Le cure mediche provocavano acuti dolori, ma adesso Tai Long poteva finalmente rimettersi in piedi “Mi stavano portando da qualche parte per interrogarmi, ma dopo aver visto quello che avevano fatto a Worf, ho deciso che era meglio morire nel modo più glorioso possibile. Non appena ne ho avuto l’occasione ho reagito colpendo la guardia più vicina , e presa la sua arma, ho messo fuori combattimento i 4 soldati della scorta. La mia idea era quella di andare in sala macchine e creare una situazione di instabilità nel generatore principale, ma quell’ufficiale mi è sbucato davanti e mi ha colpito prima che potessi reagire: Ferito sono caduto per terra, ma in un modo o nell’altro ho pareggiato il conto uccidendolo. Ero rassegnato a non poter distruggere questa nave, ma almeno questa bottiglia sarebbe stata una buona compagna fino alla fine.” Adesso il Klingon era riuscito a rimettersi in piedi “ Ma visto che il mio funerale è solo rinviato vediamo di darci una mossa per fermare questi Golemiani” era stupefacente come riuscisse a ritrovare il vigore necessario pur ferito.
    “Signore” rispose Soleardente “Non siamo venuti qui per distruggere ma solo per recuperarvi: La dottoressa Kironof è una di loro e Braga sta cercando delle risposte”
    “E così dovremo rimandare la resa dei conti? No, mai!”
    “Ha detto bene Signore” aggiunse Worf “Rimandare. Solo rimandare a un altro giorno, in fondo una delle virtù del guerriero è la pazienza”
    Tai long osservò il giovane ufficiale comprendendo che non doveva fare l’errore che era stato fatale ai suoi carcerieri “…E la saggezza rende il suo Bath leth ancora più letale. Andiamo ad aiutare un amico allora”
    Il piccolo gruppo riprese la marcia lasciando dietro di loro i resti dei Golemiani uccisi: Avevano un poco di vantaggio, ma presto li avrebbero avuti addosso.

  12. #262
    La Borga
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Bello, però Worf ci fa una figuraccia: lui si è lasciato sbattere in cella mentre Tai Long ne ha ammazzati 5 !

  13. #263
    La Borga L'avatar di Tailong
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Non me ne voglia il Ten. Worf, ma come si suol dire: "Più vecchio è il toro, più duro è il corno..."

  14. #264
    Il Niubbi L'avatar di Lt worf
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Non preoccupatevi mi rifaro toccare un Kligon sull'onore non è una cosa furba. Sti Golemiani se ne accorgeranno.

  15. #265
    La Borga L'avatar di Tailong
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Come vedete ho momentaneamente detoppato questo topic per lasciare spazio ai due dedicati a Nemesis....
    Conto cmq che questo topic rimanga in alto per il consueto traffico di post....


    Alla prossima!

  16. #266
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Nuova puntata!
    Da adesso le puntate saranno più brevi ma più frequenti...

    Nakura e Braga riuscirono a superare ogni ostacolo frapposto fra loro e il settore medico anche grazie al continuo e provvidenziale soccorso di Tilk.
    Giunti infine al cospetto dell’ultima porta che li separava dal loro obbiettivo, scoprirono nel varcarla la natura perversa dei piani dei Golemiani.
    “ Osservi “ disse Braga “Guardi i suoi gioielli cosa sono stati capaci di fare”.
    La sala si presentava ampia e circolare con al centro i pannelli operativi e ai lati gli accessi ad altri settori, ma ciò che era più inquietante, ciò che gelava il sangue nelle vene del capitano, era una lunga serie di cilindri che circondavano l’ambiente e che ospitavano al loro interno dei corpi: Umani, Cardassiani, Romulani, Borg e altre specie di cui molte sconosciute, apparvero ai suoi occhi come un’orrenda collezione di trofei o i miseri resti di cavie inerti e umiliate.
    “Niente moralismi o prediche Capitano” rispose stizzita Nakura “Quando saremo di ritorno sulla Magellano potrà pure ricordarmi le mie colpe, ma adesso abbiamo impegni più urgenti” Braga dovette frenare la sua collera facendo forza sul senso del dovere e sulla amara consapevolezza che la donna aveva ragione sulla necessità delle loro azioni rispetto ai rancori e ai risentimenti personali: Si misero subito all’opera, e grazie all’applicazione di un dispositivo di connessione remota, in pochi secondi Tilk fu capace di superare anche quell’ultimo ostacolo
    Braga era nervoso. Era consapevole che ancora non erano stati individuati ma era certo che Iduna non era lontana, e con essa i fantasmi del loro passato.
    “Signore, ho trovato. Ho individuato l’archivio contenente i dati della dottoressa Kironof sulla malattia con le caratteristiche biologiche e le dinamiche con cui il virus opera. La sue analisi mediche riferiscono la stessa sintomatologia descritta da Nakura, ma gli studi indicano che la morte è la naturale conclusione della malattia dopo 2 settimane dalla manifestazione dei primi sintomi. Posso dirle inoltre che si tratta di un semplice Virus metamorfico e che dalla definizione del suo Dna si potrebbe facilmente ricavare una cura. E’ strano pero!: La struttura nucleare è quanto mai regolare, forse troppo.” Disse Tilk
    “Spiegati meglio” rispose Braga
    “Ogni forma di vita è il risultato di un processo evolutivo, ma questa sembra più il prodotto di un opera di ingegneria genetica molto avanzata, e pur non avendo delle complete cognizioni mediche, potrei dire che la sua origine è sintetica.”
    Braga fu colto da un sospetto terribile “Tilk presto, cerca un file che faccia riferimento al << Progetto Emet >> e scopri di cosa tratta”
    “Signore, è questo il file del progetto Emet: Oltre ai dati medici sono inserite le previsioni di diffusione della malattia e un completo data base con le caratteristiche fisiologiche delle varie specie”
    Il capitano si fece bianco in volto nell’udire quelle parole e nell’immaginare quali fossero i piani della Kironof “Tilk, scarica tutti i dati utili e scollegati. A che punto sei con il generatore di tunnel?”
    “ Ho quasi finito signore. Dovrei poterne generare uno entro 15 minuti”
    “ Ottimo lavoro. Definisci un punto di Rendezvouz e raggiungici con gli altri: Buona fortuna”
    “Punto di incontro nel settore 13 Alpha 2. Ho aggiornato il vostro database e vi ho creato un corridoio di sicurezza: Buona fortuna anche a voi!”
    Braga scollegò il dispositivo di connessione remota dal terminale e si rivolse a Nakura “Ecco allora quale è il loro progetto, infettare le nostre navi per affievolire ogni difesa o resistenza: Evidentemente la dottoressa Kironof per tutto questo tempo non aveva cercato una cura alla malattia ma probabilmente ne aveva affinato le caratteristiche per renderla ancora più mortale e efficace. Non capisco però perché i Golemiani non debbano sfruttare semplicemente il loro straordinario potenziale bellico, affidandosi invece a un’altra macchinazione genetica.”
    Il volto di Nakura si era fatto scuro e pensoso e le sue mani, strette in una morsa febbricitante, facevano trasparire il nervosismo di chi aveva forse raggiunto la drammatica comprensione della meccanica dei fatti. “ Forse non vogliono soggiogare le diverse razze del quadrante, ma semplicemente eliminarle in un delirio di supremazia della razza. Quello che veramente non riesco a comprendere è perché abbiano simulato il rapimento della Kironof e perché abbiano tentato un’abbordaggio così rischioso alla vostra nave”
    Con quelle parole la donna, che adesso scuoteva il capo nella incredulità a quegli eventi, estrasse il suo d-pad con il quale leggere i dati per definire il percorso fino al rendevouz di estrazione. Braga si scorse appena nel tentativo di leggere quei confusi segnali luminosi, ma d’un tratto il piccolo monitor venne ofuscato da un ombra soverchiante che cancellò quasi ogni segno di luce dai loro occhi.
    Forse per un intuizione o semplicemente per il timore di veder concretizzate le sue più intime paure si voltò di scatto: Immensa la figura di un Golemiano si delineò alle loro spalle e con la spaventosa crudeltà dei suoi occhi si rivolse loro con un grido cupo e sommesso che anticipò di un istante il colpo che raggiunse Nakura.
    La donna, violentemente colpita da un fendente, venne proiettata a metri di distanza fino a schiantarsi su una paratia perdendo conoscenza e ogni segno di vita, mentre il capitano, anch’esso non risparmiato da un pugno di non inferiore durezza, si ritrovò a terra profondamente stordito ma ancora cosciente e vitale.
    “ BRAGA!” la voce della creatura era limpida e famigliare “Che tu sia maledetto, perché non riesco a sorprendermi di trovarti qui e adesso?” il capitano della Magellano potè rendersi conto che dietro la deformità di quel corpo alieno si poteva ancora scorgere la lontana compagna di accademia
    “ Iduna, che piacere rivederti.” Cercò di raccogliere le forze per ostentare indifferenza “ Vorrei dirti che dopo tutti questi anni sei ancora bellissima, ma credo che il tuo chirurgo plastico dovrebbe rivedere i suoi canoni estetici”
    “Tipico dell’eroe senza paura della federazione” e Iduna intercalò queste parole con un nuovo calcio che sollevò Braga per riproiettarlo più lontano “…O meglio, dell’inguaribile sbruffone: Proprio nel momento in cui ha perso ed è vicino alla sua fine spreca energie in inutili chiacchiere!” visto il suo nemico a terra senza forze la creatura cominciò ad avvicinarsi con evidente sicurezza “ Dovevo immaginarlo che non avresti mai accettato una sconfitta con umile dignità, ma che avresti in ogni modo cercato di restituirmi il maltolto più per tuo stupido orgoglio che per senso del dovere. E’ dai tempi dell’accademia che combatti una lenta e sofferta guerra con me nel tentativo di primeggiare, ma ora il cerchio si chiude ed è la resa dei conti. Cosa volevi cercare di fare su questa nave e come sei riuscito a salirvici? PARLA!” Nel dire queste parole si inginocchiò fino a portarsi a breve distanza dal volto di Braga, che stremato dai colpi subiti, a stento riusciva a reggere il confronto.
    “Siamo io e Nakura. Siamo riusciti a nasconderci in uno dei vostri moduli prima che ripartiste con l’intenzione di far saltare in aria questa nave con tutti voi maledetti Golemiani” capì che tentare di contattare i suoi compagni o chiedere aiuto alla Magellano sarebbe stato come condannarli a morte.
    “Tu che ti sacrifichi in una azione suicida? No, non sei così stupido e poi perché allora ti trovi qui?” Iduna conosceva troppo bene Braga per abboccare alle sue facili risposte e temeva ciò che le sue parole non avevano detto.
    “Ma si Iduna” disse una voce che dall’oscurità si poteva percepire “Non è importante sapere quale fosse il loro obbiettivo tanto è miseramente fallito, anzi, ringrazia Braga perché ci ha portato un gradito regalo, quella Nakura che ti ha condannato a ciò che oggi sei….” Quella voce lentamente sorse dalle ombre e si rivelò nella sua disgraziata e orribile natura: La dottoressa Kironof aveva ormai poco di umano. La sua fisionomia si poteva dire un ibrido fra quello che era il suo passato e la contaminazione Golemiana, e chiari erano ormai i segni di una terapia genica che ne stava mutando l’aspetto e la fisiologia. Gli occhi di Iduna erano ancora incerti e confusi
    “Allora Iduna” riprese con una fiera ma stremata voce Braga “E’ questo quello che volevi. E’ questo quello a cui si riduce il progetto Emet: Uno squallido e banale virus con cui infettare la tua gente” la sete di risposte rendeva possibile trovare la forza che non c’era nel suo corpo.
    Un sorriso benevolo sorse sul volto maligno del Golem “Ho sempre saputo che tu non fossi capace di riconoscere la natura delle cose. Ho sempre saputo che per te il mondo si divideva in bianco e nero: Una innocente ingenuità che non nego amassi in te. Quello che tu superficialmente chiami un banale virus è in realtà l’ultimo atto d’amore che la razza umana fa a se stessa, cancellando in un sol colpo i secoli bui di barbarie e scongiurando un futuro di morte” a queste parole il capitano capì che nella mente della donna si celava ben più di quello che presupponeva.
    “ E allora confuta ciò sospetto con la verità e rendimi partecipe di questo atto d’amore. Io non ti credo perché ho già visto che la vostra unica lingua è la violenza” l’ufficiale sapeva che i necessari dati sulla malattia erano già nelle mani di Tilk e che la sua sorte era già segnata.
    “ E’ un tuo diritto, visto che sei giunto fino a qui” uno sguardo di intesa con Eira diede a Iduna la libertà di aprirsi “ Ti faccio una domanda. Dimmi mio nemico, quale è l’unica costante nell’universo che accomuna tutte le razze e tutti i popoli?”
    “Non ho idea, forse la passione per la Birra Romulana?”
    “Spiritoso, come sempre del resto. No, l’unico tratto tipico delle genti è la naturale propensione alla violenza e alla sopraffazione, al desiderio di conquista e prevaricazione. Quello che tu chiami federazione è il patetico tentativo di creature confuse e istintive di dare una parvenza di ordine al caos che li caratterizza, di dissimulare le loro malefatte dietro la puerile maschera delle necessità e della giustizia, senza mai rendersi conto di essere la causa dei mali e non la cura ad essi” un forte sentimento di rancore personale poteva leggersi nelle sue parole
    “ Si è vero, l’universo non è retto da creature illuminate che comprendono il vero senso della vita, ma proprio tu che sei uno strumento per la guerra come puoi giudicare la natura altrui?” rispose il capitano
    “Solo chi conosce il male personalmente o ne è intriso nel profondo dell’anima può dire di avere una chiara visione per combatterlo. Io sono stata ingannata da persone come Nakura, che dietro la menzogna di un futuro di pace mi ha umiliato rendendomi un semplice strumento di morte. Ma le ferite più profonde illuminano la mente e aprono il cuore alla verità: Solo estirpando il male che è in ognuno di noi è possibile dare un futuro all’universo, e Emet sarà la parola che aprirà questa nuova epoca di pace” nei suoi occhi si poteva leggere un barlume di vita e una gioia inarrestabile, frutto di una visione profetica e utopistica allo stesso tempo.
    “Ora ho capito” Braga proferì queste parole come una sconvolgente rivelazione che chiariva intrighi nascosti “ Il virus creato da Eira finalizza i suoi effetti alla rimozione delle pulsioni violente e delle ambizioni di conquista: Voi volete eradicare ognuno di questi aspetti dalla natura umana pacificando il suo animo!”
    “Natura umana?” rispose Iduna “Perché limitarsi a così poco quanto si possono estendere i benevoli effetti a tutte le razze del quadrante, o perché no, dell’intero universo.” fece pochi passi compiaciuta della comprensione da parte dell’intruso dei suoi sottili piani “Pensaci, la pace non sarà più il faticoso e goffo tentativo di pochi rispetto l’indifferenza di molti, ma si tramuterà piuttosto in un vento impetuoso che schiaccerà le resistenze di alcuno, senza negoziati, senza moralismi, senza l’ipocrita violenza di chi si promuove come nel giusto”
    “E voi, come menti elette e superiori, immagino erediterete questo immenso territorio come supremi sovrani di un universo pacificato” aggiunse Braga che non voleva piegarsi alle lusinghe di un allettante sogno “ Ammettilo, una volta annichilita la capacità di combattere dei vostri avversari cosa vi impedirà di abbandonare il ruolo dei benefattori per quello molto più stuzzicante dei padroni” i suoi occhi cercarono una severità che spezzasse la sicurezza del Golem, ma sorprendentemente, raccolsero uno sguardo che improvvisamente si fece più docile e incerto, segno forse di una umanità non del tutto sopita.
    “Tu mi giudichi aspramente, e carichi sulle mie spalle colpe di cui non mi sono macchiata. Devi sapere che un tempo giudicai i Golemiani come una straordinaria opera simbolo di ingegno e passione, un monumento che esaltasse la natura intrinseca dell’uomo non ancora macchiata dalla corruzione del potere e della violenza. Pensavo questo un tempo, ma mi sbagliavo. Io come i componenti del progetto originario eravamo mossi da una sincera volontà di pace e speravamo di poter infondere questa idea nelle generazioni che ci avrebbero seguito. Ma così non era in quanto presto ci accorgemmo che i nostri figli manifestavano un evidente desiderio, una bramosia, di combattere e manifestare la loro superiorità sulle altre razze. Ci volle poco per capire che dovevamo porre un decisivo freno a questa smania, e di intesa con Eira, decidemmo di far si che il progetto Emet colpisse anche la nostra gente, e a loro insaputa”
    Con queste parole Braga venne assalito dai dubbi e dalla tentazione di abbracciare la causa della sua avversaria, tanto grande gli apparve la possibilità di gettarsi alle spalle i secoli di inutili guerre che avevano funestato la storia dei popoli.
    “Allora” si rivolse nuovamente Iduna, ma questa volta avvicinando il suo viso fino quasi a sfiorare quello dell’umano “Sono ancora una crudele e spietata cospiratrice pronta a impadronirmi di genti inermi, o piuttosto una mano tesa a un futuro di pace?”
    Il capitano combatteva ormai una estenuante guerra nella sua mente per non cedere alle lusinghe della donna e rispettare la memoria di chi era morto “ E l’attacco alla Magellano?” disse con voce ferma e rabbiosa “Perché quella assurda sceneggiata del rapimento, la cattura di Worf e Tai long, e la morte di tutta quella gente innocente a cui non poteva farsi altra colpa che trovarsi nel momento sbagliato nel posto sbagliato”
    “I Borg ci hanno sorpreso.” Rispose la donna” Devono aver scoperto il progetto Emet e forse volevano uccidere chi più di tutti conosceva il virus e stava scrivendo la fine dei loro piani di conquista. Dovevamo farlo, era necessario recuperare Eira e rapire dei Klingon, in quanto avevamo bisogno di campioni biologici per affinare il virus anche alle loro caratteristiche: Non puoi immaginare quanto sia radicata la violenza nel loro Dna. Dovevamo uccidere Jones e Nakura per cancellare le residue tracce del progetto Golem, ma soprattutto, dovevamo infettare la vostra nave con il virus per iniziare l’epidemia.”
    Braga si rivolse con un volto stupito e diffidente “ Infettare? Ma come, nessuna traccia biologica è stata rilevata dopo l’attacco!”
    “ E questo, se mi permette capitano, è stato il tocco di artista che ho aggiunto personalmente” adesso Eira si era rivelata dalla posizione dimessa in cui si nascondeva, manifestando con eccitazione e orgoglio un segreto che non sapeva più nascondere “Vede, effettivamente agire con un vettore biologico sarebbe stato troppo imprudente visti i severi protocolli di sicurezza applicati dalla Federazione, ma un intruso più discreto, un moderno cavallo di t***a che aggirasse la vostra diffidenza, avrebbe di certo superato ogni sbarramento nell’intento di colpirvi la dove non ve lo sareste mai aspettato”
    Il ghigno della donna voleva incorniciare la soddisfazione per una domanda a cui non sarebbe mai giunta risposta “Non ci arriva capitano? Su, un poco di immaginazione la prego” occhi indagatori attendevano una reazione o una completa resa
    “No!” rispose Braga indispettito da quel teatrino “ Non ci arrivo. Chiamatemi pure stupido ma tutto ciò che mi viene in mente e semplicemente quell’impulso EMP con cui ci avete disattivato i sistemi!” La risposta di getto colse impreparate le due Golemiane
    “Fuochino!” replicò divertita Eira “Non se ne rende conto ma è più vicino alla soluzione di quanto creda. Quello che credevate un semplice impulso EMP, oltre a essere un efficace espediente per rendervi indifesi, era esso stesso un virus, ma diretto ai vostri computer. Vedo con piacere che una piccola luce si sta accendendo nei suoi occhi”
    “ Non si ecciti” rispose con una falsa sicurezza Braga “ Mi sto solo rendendo conto che è più pazza di quanto pensassi”
    Eira replicò a questo insulto con un ghigno ancora più malefico, e avvicinandosi al viso del capitano, bisbiglio alle sue orecchie parole che avevano l’amaro gusto del veleno
    “Quell’impulso, capitano, occultamente ha modificato le subroutines che gestiscono i replicatori. Nelle ore che sono intercorse dall’attacco, chiunque abbia consumato cibi, bevande o medicinali replicati è divenuto il portatore di un virus pilota che rapidamente si è mutato in aerobico: Ci pensi, in questo momento probabilmente la sua nave e quelle vicine sono già infettate, e quella che un tempo era un orda di fantocci comandati dall’odio e dalla violenza adesso potrebbe vivere una esistenza di pace e fratellanza. Chissà forse anche lei è stato infettato!”
    La donna si ritirò con una risata fragorosa e irritante lasciando Braga nell’impotenza e nel tormento di non avere una soluzione o una via d’uscita a quella drammatica situazione.
    “Un virus, un epidemia “ pensò febbrile nella sua mente “ Mio Dio la Magellano adesso potrebbe essere una nave fantasma, popolata solo da malati incapaci di difendersi. Se solo potessi comunicare con Drizzt, se solo potessi avvertirlo dei replicatori….”
    All’improvviso un lampo. “I replicatori? Ma sono giorni che non funzionano per quella serie di bachi che ci hanno flagellato! Questo loro non lo sanno, non lo possono sapere, e forse si tratta della mia ultima carta da giocare: Ho ancora una speranza, ma mi serve un modo per scappare, e subito!”

    Sulla plancia della Magellano regnava un silenzio irritante. Drizzt, seduto svogliatamente su una sedia del comando che ancora non lo aveva messo alla prova, rimuginava l’insofferenza di pensare ai suoi compagni lontani senza la possibilità di fare nulla in loro soccorso.
    “Ashram” esordì “Rapporto danni e stato delle riparazioni”
    “Signore” fu la rapida e un po’ seccata risposta “come 2 minuti fa gli scudi sono al 50% di operatività, impulso disponibile a ¾, phaser al 30% e siluri di prua 2 disponibili, scafo al 75%. Le riparazioni agli altri sistemi sono in corso di completamento.”
    “Bene” il comandante non sembrava poter reggere oltre la snervante attesa di eventi che tardavano ad arrivare “Bobo, nessun segnale da Braga o da altri del team?”
    “Nulla signore”
    “ Continui le scansioni silenziose, e Tenente, tenga occhi e orecchie ben aperti”
    Era troppo. Poteva accettare qualsiasi condizione e qualunque difficoltà gli si presentasse, ma questo eccedeva ben oltre il limite che poteva tollerare. Si alzò di scatto stizzito da quel senso di impotenza, o forse, avverti che sedere sulla sedia del comando in quella situazione era disdicevole alla sua natura di guerriero e al decoro della divisa che indossava.
    Frenati gli impeti si rese conto che solo la calma e la pazienza avrebbero portato a dei frutti, e inquieto, cominciò a osservare scuro in volto l’esotico e stravagante spettacolo che si parava innanzi ai suoi occhi.
    “ Appiccicati come una zecca al fondoschiena di un cane, con altri mastini che ci girano intorno e quei fastidiosi mosconi di droni di riparazione che ci ronzano sulla testa, troppo stupidi per vederci pur così vicini” la sua attenzione si posò su un piccolo vascello che fra tanti aveva colpito la sua attenzione
    “ Vicini, proprio vicini….” ora i suoi occhi si spalancarono in lampo di sorpresa “TROPPO VICINI!. Bobo, quanto è distante quel drone?”
    Il tenente si accorse dell’emergenza e rapido lasciò che le sue mani sulla postazione rendessero possibile una prima stima “Dannazione, deve essere sbucato da una zona di cono d’ombra in cui non lo vedevamo e deve essere programmato per riparare questa parte di scafo della nave Golemiana”
    Adesso il piccolo vascello era dedito a tamponare i graffi che erano stati provocati dai Borg, e con lampi di saldature e gli artigli di tante sue piccole mani, incedeva lentamente ma implacabile mettendo a rischio l’ingegnoso nascondiglio della Magellano.
    “ Cosa può succedere se pensando di fare il suo lavoro dovesse mettere mano sul mostro scafo?” chiese di nuovo Drizzt
    “ Semplice, riconoscerà la diversa composizione chimica dei materiali e le differenze di costruzione: In pochi minuti capiranno che c’è qualcosa che non va!”
    “Non mi piace” commentò n°1
    “Signore” riprese Bobo che aveva avuto nuovi dati dai sensori “Analizzando lo scafo su cui ci siamo posati ho rilevato dei piccoli squarci sulla superficie. Il drone è diretto verso di noi
    “Questo mi piace ancora di meno” aggiunse Drizzt “ Ryker, visto che siamo riusciti a portarci così vicino a loro già una volta, è possibile spostarsi sulla loro superficie senza uscire dalla zona d’ombra dei sensori?”
    “No, lo escluderei. Abbiamo un margine di movimento di 2 metri e già il semplice staccarci dalla superficie ci farebbe allontanare molto di più”
    “ Non possiamo rimanere qui e non possiamo pensare di spostarci senza essere visti: Tanto vale sganciarci e sperare che Braga e gli altri siano pronti.” Il volto di N°1 era scuro in volto e visibilmente preoccupato, più che per le sorti di un eventuale conflitto, della possibilità di non poter garantire ai compagni un passaggio per tornare a casa.
    “ Bobo, contatta Braga e chiedi a che punto sta con le sue ricerche”
    “ Non risponde signore”
    Il suo silenzio sembrò essere la drammatica conferma di un inquietante dubbio “ Contatta Tilk allora”
    “ E’ in linea, signore”
    “ Tilk, qui Drizzt. Abbiamo perso il contatto con il capitano e ci troviamo nella scomoda posizione di doverci staccare dal vascello Golemiano. Qualunque sia la tua situazione, preparati a muoverti verso la loro plancia per l’estrazione: A che punto stai con la creazione di un tunnel?”
    “ Ho completato lo studio della loro tecnologia: Un dispositivo interessante di sicura origine Borg. Sono pronto ad aprirci una finestra di uscita fra 10 minuti, non meno”
    “ 10 minuti ballando con le cannoniere Golemiane?” pensò preoccupato Drizzt “ E con che cosa rispondiamo ai loro colpi, sputando?” intercalò questo assurdo pensiero con un sorriso “A questo punto tanto vale provarci!”
    La voce dell’androide adesso era sostituita da un ticchettare nervoso che cercava ogni soluzione possibile.
    “Ce la caveremo, o almeno spero. “ disse Drizzt mischiando alle parole una nuova risata “Gli altri del Team e i Klingon dove sono?”
    “ Non ne ho idea. Non sono ancora tornati e temo che qualcosa sia andato storto: Sento voci lontane e non mi dicono nulla di buono!”
    “ Attenda ancora 2 minuti, dopodichè lasci la zona e cerchi di ritornare al punto di estrazione: Non vorrei doverlo dire, ma le informazioni che ha con se sono un bene troppo prezioso per lasciarlo in mani nemiche, anche a costo delle nostre vite”
    “ Signore” rispose Tilk con una voce risoluta “Farò in modo di confondere i loro sensori e indebolire i loro sistemi d'arma, ma oltre questo posso solo augurarvi buona fortuna”
    “ Stia attento, e cerchi di tornare tutto intero: Magellano, chiudo. Bobo, quanto manca prima che il drone ci raggiunga?”
    “ A questo ritmo 2 minuti circa” rispose l’ufficiale
    “ Bene allora, mettiamoci comodi e aspettiamo”

    Tilk si ritrovò solo. Una solitudine prima ancora che fisica nella speranza, ora che tutti i suoi compagni erano lontani e forse in condizioni ben più gravi e disperate delle sue.
    E’ certo però che questa strana situazione aveva prodotto in lui la percezione di un aspetto del suo carattere che non poteva immaginare di possedere: Aveva paura, sentimento inconsueto per quelli che superficialmente lo avevano chiamato << macchina >>. Eppure era li, presente e testarda nella sua ostinazione a non sparire. Non sapeva se quel miscuglio di timore e apprensione fosse il segno di qualche anomalia nel suo processore, o meglio, il definitivo segnale che il lungo periodo di convivenza con gli organici gli aveva dato ben più che semplice esperienza su cui costruire il suo carattere. Aveva preparato tutto il necessario per rendere il suo cammino sicuro e protetto e per dare una speranza di salvezza alla Magellano, ma ora si ritrovava nel silenzio ad attendere una voce amica o il definitivo segnale che era tempo di scappare.
    Un rumore sordo e metallico lo ridestò. Era la porta non molto lontana dalla sua posizione, che serrata dall’interna a ultimo baluardo, veniva adesso lentamente dischiusa da una forza inarrestabile. Il primo sentimento di Tilk fu quello di scappare da una lotta impari, ma immediatamente capì che quel gesto avrebbe messo a repentaglio la possibilità per Drizzt di aprirsi un varco verso casa. Decise quindi di appostarsi vicino ai portelloni che si stavano dischiudendo: Forse con un poco di fortuna ne avrebbe fatto fuori qualcuno.
    All’improvviso le porte si spalancarono e una mastodontica figura si parò innanzi all’androide che estrasse il suo phaser con velocità fulminante.
    “ TILK! Dannazione dovevo immaginarlo che questa porta bloccata era opera tua!” esclamò Worf che sorpreso dal quel arma puntata aveva istintivamente estratto la sua “ Fortuna che il mio phaser era settato su stordimento”
    “ Fortuna per lei signore, poiché il mio era su vaporizzazione” adesso il suo volto sintetico faceva esplodere un sorriso di gioia per gli amici ritrovati
    “ Perché ci avete messo così tanto tempo, e soprattutto, perché non avete comunicato la vostra posizione” aggiunse
    “ I Golemiani, sono dappertutto e credo che a breve scopriranno la nostra fuga: Abbiamo evitato per un soffio una pattuglia e usare i comunicatori sarebbe stato troppo pericoloso” rispose affannato Tai long che era evidentemente irritato del ruolo del fuggitivo
    “ Ma non siete tutti. Dov’è Efesto” disse Tilk
    “ E’ rimasto indietro perché ha detto che voleva lasciare qualche ricordino ai Golemiani” rispose Louren “ Piuttosto, hai trovato un modo per tornare a casa?”
    “ Si, ho settato un conto alla rovescia che avvierà un programma per l’apertura di un tunnel e la disattivazione di alcuni sistemi di difesa Golemiana”
    “ E di Braga, nessuna notizia?” chiese Tai long
    “ No, dopo che è entrato nel settore di ricerca medica e mi ha inviato i dati della Kironof ho perso ogni contatto” rispose preoccupato l’androide
    L’ammiraglio Klingon non seppe trattenere il disagio per quella assurda situazione di attesa “Worf, io vado avanti per rimuovere ogni ostacolo. Mi seguirai in questa battaglia?”
    “ Sarà un onore e un piacere signore!” il volto del giovane Klingon era eccitato nel rivedere il vigore che il suo superiore sapeva adesso manifestare.
    I due guerrieri riposero le armi energetiche per estrarre i più eleganti Bath’leth che fino ad allora avevano atteso il momento più propenso per dimostrare la loro furia. Dopo uno sguardo di intesa i due si lanciarono di corsa in uno stretto corridoio, sparendo nell’oscurità silenziosamente.
    Il volto di Sir_louren faceva trasparire un ironico sorriso che sottolineava il divertito giudizio che dava a quell’irruenza cieca e spavalda. “ Maschi, per di più Klingon: Bambini a cui piace divertirsi!” adesso però ritornava sul suo viso la seria preoccupazione per una realtà incerta “ Dove Diavolo si è cacciato quel dannato Cardassiano!”.
    Acuendo la vista potè a malapena intravvedere una figura lontana che percorreva il lungo corridoio di corsa. Sulle prime fu tentata di estrarre la sua arma per porre una energica difesa, ma i suoi occhi gradualmente dicevano di frenare le sue azioni, manifestando lentamente una sagoma che si faceva sempre più famigliare: Era chiaro, era Efesto!
    Il Cardassiano correva silenziosamente ma con un impeto a lui raro, segno che una minaccia concreta era alle sue spalle “AVETE PREPARATO TUTTO PER ANDARCENE?” gridò senza fermarsi
    “ Si “ fu la semplice e stupita risposta di Tilk
    “ E ALLORA CORRETE!!!” aggiunse Trinak, che aveva già distanziato di qualche metro i suoi compagni anche se questi avevano cominciato a seguirlo nella sua frettolosa fuga
    “ Cosa è successo?” chiese Soleardente
    “ I Golemiani hanno trovato le celle vuote e le guardie morte: Ci metteranno poco a capire che hanno ospiti a bordo” rispose “Ho avuto giusto il tempo di piazzare delle trip bomb e bloccare qualche porta, ma questo li rallenterà al massimo per qualche minuto” Nel dire questo lasciò cadere alcuni piccoli dispositivi a terra che emisero un breve ronzio per poi nascondersi in un subdolo silenzio.
    “ Quanti ne ha di quei cosi?” chiese Tilk
    “ Altri 47” replicò “sono bombe di prossimità: Non uccidono , ma possono far saltare in aria un piede. L’ideale se ti vuoi liberare di noiosi inseguitori!”
    Urla lontane dicevano che i protettivi silenzi erano finiti. I quattro membri del Team capirono che presto un orda di inferociti inseguitori sarebbe sorta minacciosa alle loro spalle, ma il tempo era poco e la strada da fare sin troppa. Quella che inizialmente si era manifestata come una marcia veloce adesso si tramutava in una corsa impetuosa e disperata da una minaccia incombente. Il Cardassiano e Soleardente videro sconsolati Louren e Tilk che senza affanno reggevano un passo che per loro si faceva insostenibile.
    “ Sa Tenente “ disse affannosamente Trinak “Ho l’impressione che il dottore avesse ragione quando ci suggeriva di caricare ogni tanto in sala ologrammi delle simulazioni sportive al posto dei festini alcolici, e soprattutto, di limitare il consumo di birra Romulana in favore di uno stile di vita più salutare”
    “ Sa che le dico Trinak” fu l’altrettanto sudata risposta di Soleardente “ Se ne esco vivo da questa storia io ci vado a vivere nella sala ologrammi, e di festini alcolici ne farò tanti da fondere il computer di bordo!”
    “ Sante parole amico mio, sante parole….”. Continuarono a correre, senza mai voltarsi

  17. #267
    Il Puppies L'avatar di Drizzt
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    EFESTO ha scritto dom, 18 maggio 2003 19:02
    Nuova puntata!
    Da adesso le puntate saranno più brevi ma più frequenti...
    [...]
    Cavoli, io ho ancora da leggere le ultime 2 parti!
    Comunque fin dove ho letto la storia è intrigante!


    Ps. Poi farai il libro!?

  18. #268
    Il Niubbi L'avatar di Lt worf
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    La storia è molto bella ed intrigante meriterrebbe magior rilievo per me sarebbe un bel puntatone in stile TNG

  19. #269
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Nuova puntata

    Sulla plancia della Magellano il nervosismo saliva, e con lui, la consapevolezza di Drizzt che bisognava trovare una soluzione alla svelta.
    “Bobo, distanza” chiese N°1
    “ Si trova a 200 metri e sembra impegnato in lunghe riparazioni. A questo punto ogni stima si rende inutile” rispose l’addetto ai sensori.
    “Si, ma prima o poi ci verrà a far visita, e quando succederà dovremo trovare un modo per non essere spazzati via.” Drizzt cercava nella sua mente una soluzione, ma di tutti i suoi pensieri l’unico che persisteva era che una singola nave non poteva ne sconfiggere ne sfuggire da quella situazione. “ Nel migliore dei racconti d’avventura” pensò “ Adesso dovrebbe giungere una flotta a nostro soccorso, ma purtroppo questa non è fantasia che possa essere scritta a proprio piacimento, ma una crudele realtà sotto cui sottoporsi come marionette in un teatrino” conscio che i muscoli non servivano capì che solo nell’ingegno sarebbe sorta la risposta ai loro bisogni
    “Comandante” la voce di Bobo non preannunciava nulla di buono “Il drone si è sganciato dalla sua posizione e dirige verso il nostro scafo”
    “ Non ci muoviamo “ fu la sua rapida e concitata risposta “ Aspettiamo ogni secondo fino a quando non ci scoprano o sia impossibile rimanere oltre. Anche noi siamo feriti, non sia mai che ci rattoppino qualcuna delle nostre falle” quelle assurde parole volevano risollevare un animo provato, ma nell’intimo, crescevano come un desiderio magnifico ma utopico al tempo stesso.
    Il piccolo vascello da riparazione si avvicinò lentamente alla più grande nave terrestre.
    Giunto quasi a sfiorarlo, innumerevoli prominenze uscirono dal suo muso come tentacoli di una bestia da preda che cercasse la sua vittima nascosta.
    “ Signore, sta per analizzare il nostro scafo” disse concitato Bobo
    “ Aspettiamo, non possiamo fare altro” rispose Drizzt
    Quel piccolo robot Golemiano cominciò a protendere i suoi arti e a sfiorare delicatamente e amorevolmente la pelle ferita della Magellano
    “ Signore non è rimasto molto tempo” furono di nuovo le parole dell’ufficiale
    “ Ci serve ogni secondo!” anche N°1 sentiva il fiato sul collo, ma la loro perseveranza poteva significare la differenza tra la vita e la morte di chi era prigioniero nella pancia di quella balena di metallo.
    Il drone cominciò tra mille lampi a riparare la superficie della nave, ma improvvisamente, nella stasi di una innaturale indecisione, rimase immobile in una posizione di attesa nel dubbio se le sue mani stessero sfiorando la pelle di una presenza aliena e minacciosa. Drizzt, quasi nella mistica comprensione dei pensieri di quella macchina, percepì che ormai era impossibile mantenere occulto il loro inganno, e pronto nel subire le prevedibili ripercussioni, fece un cenno a Riker di tenersi pronto per levare l’ancora.
    “Magellano, qui Tilk” fu l’improvvisa voce che risuonò nella plancia “I miei sensori di connessione remota segnalano che la nave Golemiana ha rilevato una presenza non identificata in prossimità del loro scafo: Cosa sta succedendo?”
    “ Va tutto bene sottufficiale, ci stiamo preparando soltanto a sgranchirci le gambe” rispose N°1 “ Riker, muoviamoci”
    La Magellano uscì da quella oppressiva immobilità ritrovando finalmente una agilità a lei più congeniale come un uccello che finalmente può fuggire dalla gabbia. Nel suo ritrovato incedere spavaldo la nave travolse il piccolo drone, che sbalzato lontano con energica forza, impatto sulla superficie della nave Golemiana sfaldandosi in mille pezzi.
    “Riker” pronunciò fiero Drizzt che sentiva finalmente di rivestire il ruolo a lui più congeniale “Imposta una rotta rasente alla nave nemica: Forse non ci eviterà di essere individuati, ma certamente non gli sarà facile colpirci”
    “Rotta impostata” rispose il timoniere “Mi stavo quasi scordando quanto fosse agile questa bambina” la grande esperienza di Riker, associata ad una naturale abilità, rendevano agli occhi di un eventuale osservatore quelle svelte e precise manovre come l’espressione di un arte semplice e intuitiva.
    “ Impulso a ½, distanza dallo scafo 12 metri” furono le nuove parole di Riker, che pur nella capacità di tener ben saldo il timone della nave, non riusciva più a nascondere l’estrema difficoltà che sosteneva per compiere quelle evoluzioni “Signore, non vorrei dare l’impressione di lamentarmi, ma dobbiamo trovare una soluzione alla svelta!”.
    Un cenno del timoniere indicò al comandante che a dritta della nave si ergeva una prominenza che non poteva essere aggirata: C’erano 2 soluzioni possibili. O allontanarsi rendendosi completamente visibili o andare a sbattere rovinosamente.
    ” Magellano, qui tilk. “ di nuovo la voce dell’androide spezzava il silenzio della plancia “ Sento che i loro sensori stanno rilevando qualcosa. SIETE VOI!!!! Hanno segnalato la vostra posizione alle altre navi e hanno dato ordine di far fuoco”
    Il volto di Drizzt si fece perplesso nel disperato bisogno di trovare una soluzione
    “ Ashram, alzare gli scudi e prepararsi al peggio. Riker, mantenere questa posizione fino a quando è possibile, e quando non potrà fare altro, bhè vorrà dire che dovremo far del tutto affidamento alle sua abilità” le sue parole cercavano di infondere fiducia in uomini che temevano di essere alla fine della storia, ma all’improvviso, a pochi metri da quel muro che gli avrebbe obbligati ad uscire allo scoperto, un lampo di genio balenò nella mente del N°1.
    “ Virux, qui Drizzt. A che punto stanno le riparazioni dei sistemi non indispensabili?”
    “ A zero signore. Non abbiamo concentrato le nostre energie in settori non essenziali” rispose il vulcaniano
    “ La sala ologrammi funziona?”
    “ Mi perdoni comandante, ma non crede che il momento sia inadatto per un festino alcolico?” rispose Virux con una voce incredula e irritata
    “ Lasci perdere il festino alcolico e mi dia una risposta precisa: Si o no?”
    “ Bhè, il ponte ologrammi non è stato danneggiato durante l’attacco e dovrebbe funzionare salvo per i fenomeni di crash che abbiamo riscontrato in passato”
    “ Correremo il rischio. Capo, è possibile convogliare il segnale prodotto dalla sala ologrammi nei sistemi d’arma?”
    “ Non riesco a immaginare cosa voglia farsene, ma penso sia possibile riconfigurando il segnale”.
    “ E’ quello che volevo sentire. “ nelle parole di N°1 si poteva leggere una residua speranza “Virux, faccia le necessarie modifiche e carichi il programma olografico Drizzt E17. Ashram riconfiguri le frequenze dei phaser a quelle della camera olografica e sia pronto a sparare un impulso multiplo a direzione causale.”
    Il volto incredulo dell’ufficiale tattico non riusciva ancora a cogliere la logica di quelle apparentemente assurde parole.
    “ Signore, ma che attinenza c’è tra phaser e proiezioni olografiche?” chiese
    “ Semplice” rispose Drizzt che era ritornato a sedersi al posto di comando “ Le proiezioni olografiche sono immagini plasmate e contenute in campi magnetici. Le emissioni Phaser sono alte concentrazioni di energia contenute e direzionate da campi magnetici: Se creiamo delle immagini in sala olografica e convogliamo il segnale fino ai banchi phaser, possiamo << spararle >> all’esterno rendendole del tutto credibili ai sensori dei Golemiani.” Espose il concetto con ostentata sicurezza, ma nella sua mente rieccheggiava tormentoso “Almeno spero”.
    “Qui Virux. Le modifiche richieste sono pronte: Programma caricato e operativo”
    “ Ottimo! “ Drizzt incrociò le dita mentre accennò le sue parole “ Riker, manovra di disimpegno. Ashram faccia fuoco”
    La magellano si allontanò definitivamente dal mostro Golemiano, e liberatasi dall’ingombrante fardello dei movimenti costretti, potè finalmente ritrovare la grazia e la scioltezza dei movimenti. All’improvviso i banchi phaser si inebriarono di energia e proiettarono nello spazio profondo oscuri segnali che si ricomposero in figure nitide e distinte. D’un tratto, quella che prima era stata una ampia landa costellata da poche presenze, adesso pullulava di innumerevoli corpuscoli che come pungolanti zanzare infastidivano la quiete del leone dormiente.
    “Non ci credo” disse con un filo di voce Ashram “ I miei occhi vedono centinaia di navi: Federali, Klingon, Romulane….. Ma continuo a non crederci”
    “ Bello spettacolo no?” rispose esaltato Drizzt “ Questo è il mio programma di simulazione di battaglie famose, solo che qui il nostro avversario e in carne ed ossa e il massimo danno che possiamo provocargli e fargli perdere tempo. Virux riconfiguri la matrice olografica per far si che le navi simulate esplodano se colpite.”
    “ Ma perché signore, perché renderle vulnerabili?” chiese stupito Riker
    “ Semplice, dobbiamo rendere l’inganno più credibile possibile” fu la risposta di N°1
    La piccola nave della Federazione, che in quella nuvola di proprie simili era l’unica a temere la reazione Golemiana, si occultava in quel carnevale di luci e colori rendendo la sua fragilità più sfuggente e i suoi propositi ignoti: Quel piccolo vascello incapace di provocare alcuna reazione se non un pruriginoso fastidio, adesso capeggiava una immensa flotta che tremenda si levava a vendetta.
    Gli occhi di un ufficiale Golemiano si spalancarono a terrore e meraviglia facendo sobbalzare tanto il suo ruvido cuore fino quasi a schiantarsi in uno spasmo di sorpresa.
    “Cosa diavolo sono quelle e perché non sono state segnalate prima” la sua mano tremante si mischio con una voce roca e severa che riversò il panico provato sugli uomini della plancia.
    Subito l’addetto ai sensori cercò di dare un senso logico a ciò che i suoi occhi gli trasmettevano, ma la risposta ricevuta non fece altro che accentuare l’angoscia che si levava nel suo animo “Signore” urlò con voce stridula “ Rilevo 272 segnali. Non riesco a determinare come siano riuscite a raggiungerci ma rilevo che stanno assumendo una configurazione d’attacco”
    Il comandante della plancia sentiva di vivere una esperienza che la sua specie non conosceva. La sua breve vita era stata costellata della ferma consapevolezza, del dogma di essere sempre e in qualsiasi circostanza la specie che rivestisse il ruolo del cacciatore in attesa di una preda da azzannare. L’idea stessa di dover agire in una ottica difensiva lo feriva ben più di qualunque arma e lo gettava in una confusione letale per ogni guerriero.
    “ COSA ASPETTI STUPIDO IDIOTA!” si rivolse febbricitante verso l’ufficiale d’arma “ Apri il fuoco su quelle dannate navi: Preparare le bancate di tribordo con scariche ad alta frequenza!” il tattico fu investito dalle urla confuse del suo superiore, e stordito e confuso da queste appronto le imponenti difese della nave.
    “Qui ammiraglia Asgard, parla il comandante di plancia Loti Lunint. Siamo sotto pesante attacco di forze nemiche: Incrociatore Fafnir e Fenrir aprite il fuoco su ogni bersaglio disponibile!!!” a queste parole il corpulento comandante sprofondò di nuovo nella sua larga poltrona, annebbiato nella sua mente da quegli straordinari eventi ma deciso a respingere quegli arroganti e imprudenti aggressori con il tuono dei suoi cannoni.
    “Signore” disse con voce ferma ma concitata Bobo “Il comitato di benvenuto Golemiano si prepara a ricambiare il saluto. I sensori mi dicono che si stanno scaldando le armi di tre navi distinte. Rilevo lo stesso segnale isolato poco prima dell’attacco ai Borg! CONTATTO A ORE 5!!!!”
    I Golemiani, accecati dall’ira e incuranti delle conseguenze, aprirono simultaneamente il fuoco su quella che appariva ai loro occhi come una immensa armata. Subito mille bagliori azzurrini riempirono lo spazio affollando di luci accecanti lo spazio in cui navigavano le opposte flotte.
    “Riker” ordino pronto Drizzt “ Manovra evasiva Lambda 4. Bobo, sprema ogni risorsa energetica e la reindirizzi agli scudi. Ashram, riconfiguri le armoniche e cerchi di renderle più efficienti contro le armi Golemiane” le sue parole sembravano la stesura di un disegno preciso e calcolato, frutto di una chiara comprensione degli eventi e delle reali capacità del nemico.
    “ Timoniere” ordinò nuovamente “ rotta 043 e mantenga questa velocità. Ashram, reindirizzi le proiezioni olografiche alla prua della loro nave ammiraglia, e…… Tenente, concentri in quel punto i Negh’var simulati mantenendo una formazione a maglie larghe” a queste parole l’addetto alle armi agì prontamente, ma in tutta sincerità non riuscì a capire la logica e la finalità di quello strano ordine.
    Legati da un ordine preciso o da una volontà superiore, le navi Golemiane aprirono simultaneamente il fuoco vomitando centinaia di proiettili su quelli che sembravano i condannati a morte al cospetto del plotone di esecuzione. Le navi Klingon vennero investite da quella furia: Tutte perirono in turbini di fiamme, ma molti degli aculei a loro rivolte superarono la larga maglia degli aggressori per colpire erroneamente la propria gente.
    Il più piccolo degli incrociatori venne investito da un onda di piena che lo travolse a prua piegandolo su un lato per il contraccolpo. Il vascello, disorientato, cominciò nello stordimento subito a piegare rovinosamente alla sua sinistra senza quasi prestare attenzione alla sagoma ben più massiccia che gli si manifestava vicina: Era l’atro incrociatore, che impossibilitato a manovrare con scioltezza e rapito dalla foga della battaglia, non riusciva a variare la sua rotta collidendo rovinosamente e sprigionando dal suo ventre le fiamme e le devastazioni segnale delle gravi ferite subite.
    “IDIOTI!” esplose incredulo e festante Bobo “Si sparano tra di loro!. Ma comandante, come faceva a sapere che avrebbero preso di mira proprio i Negh’var?”
    “ Potrei dirle che ho analizzato la loro mentalità in battaglia” rispose divertito “ Ma mentirei. Gli ho creato un boccone invitante e ho gettato l’amo: Ho tirato a indovinare!”
    “La cosa più divertente Signore” aggiunse ironico Ashram “ E’ che saranno convinti di aver ridotto fortemente la nostra forza d’attacco, mentre non si rendono conto che si stanno uccidendo con le loro stesse armi!” una risata silenziosa rieccheggiò nella plancia.

  20. #270
    eric_starbuck
    ospite

    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Ok è giunto il momento di leggere la storia di EFESTO!!!

    non vedo l'ora! Ho fatto un copia ed incolla su di un foglio di Word tutto a margini di un centimetro a Times New Roman 12, e sono 37 PAGINE!!!! Penso che questa settimana al mare potrò evitare di portarmi dietro libri e riviste

    PS. Mi porto anche l'essenza delle galassie

    Vi farò i complimenti al mio ritorno! (Probabilmente )

  21. #271

    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    finalmente ho avuto il tempo di leggere anche questa puntata.
    una sola cosa come commento:

    CONTINUA COSI'!

  22. #272
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Tilk ha scritto dom, 01 giugno 2003 11:07
    finalmente ho avuto il tempo di leggere anche questa puntata.
    una sola cosa come commento:

    CONTINUA COSI'!
    Una sola risposta: OBBEDISCO!

    Ogni muscolo di Braga sembrava essere flagellato da lancinanti dolori, e le stesse gambe, parevano quasi rifiutarsi di rizzarsi in piedi: Non era nuovo alle situazioni disperate, ma questa volta doveva fare affidamento a tutto il suo coraggio e a una sottile vena di disperazione per trovare lo stimolo a non cedere.
    Continuava a guardare Iduna e a cercare nei suoi occhi freddi e distanti una luce che non annientasse le residue speranze di un briciolo di umanità, ma tutto ciò che riceveva era un ghigno beffardo misto a odio e esaltazione
    “ Basta “ penso nella sua mente stremata “ non riesco a reggere oltre e a sostenere un confronto così ingrato: Potessi reagire, potessi rispondere con le armi alle sue parole deliranti, potessi spezzare quel sottile senso di onnipotenza che ofusca i loro occhi e confonde i loro pensieri.” Rischiò nuovamente di svenire accorgendosi con stupore di essere ferito e di perdere sangue.
    La forza di volontà era tanta, ma prima di dover combattere contro i suoi dubbi, doveva sforzarsi di reggere il confronto fisico esternando una sicurezza e un disprezzo che non possedeva ormai più
    “ Emet” continuava a dirsi nella sua mente “possibile che la verità sarà la tomba di tutto ciò che la buona volontà dei popoli ha costruito? Come può questa semplice parola essere portatrice di morte?”
    Un lungo e intenso istante lo portò a raggiungere la comprensione dell’unica soluzione possibile “Se è la verità quello che perseguono, l’avranno, per quanto amara possa essere!”
    “Va bene Iduna” esordì remissivo “Hai vinto tu. Tu hai ragione e tu sei nel diritto di ereditare il mondo perfetto che hai immaginato”
    La Golemiana non poteva credere a ciò che sentiva, e più che lusingata per l’atto di sottomissione ricevuto, adesso sentiva correre nelle vene l’inquietudine di chi si aspetta una mossa imprevedibile del suo avversario.
    “ Ma preparati! “ aggiunse con voce sferzante e indomabile mentre il suo volto pareva trasfigurato “ Perché sederai a capo di un impero di morte e distruzione!” queste parole, che avevano il fragore tonante di un anatema, spezzarono negli occhi della donna quella coltre di invincibilità che la proteggeva.
    “ Cosa vuoi dire? “ chiese perplessa
    “ Dico che quella mano tesa all’universo per affrancarlo dai suoi peccati è in realtà una sentenza inappellabile che ha già preteso le sue vittime!” Le parole del Capitano sembravano amplificate dal suo disprezzo e dall’impotenza delle donne “Dico che chi ne è stato contagiato ha visto la sofferenza e infine la MORTE! Hai sentito bene Iduna, coloro i quali dovevano conoscere la privazione del lato oscuro della loro imperfezione in realtà hanno solo assaporato la sofferenza e l’oblio.” Tremava nel dire queste parole ma non era paura, era solo il tormento di un futuro senza speranza “ Tutti i casi, nessuno escluso, hanno manifestato atroci sofferenze e un inevitabile decesso: E’ questa la tua idea di una nuova era? Una lunga scia di lutti e sofferenze simili a quelli che hanno segnato la tua di vita?” sentì che quell’ultima frase era crudele e brutale, ma disperato era il suo bisogno di far riemerge in lei un brandello di umanità
    “ E tu affermi che il tuo non è un desiderio di conquista? “ infierì conscio di essere sul punto di sgretolare le sue difese “ Dimmi, anche la tua nuova gente sarà condotta rovinosamente alla morte o verrà risparmiata come progenie di una razza eletta e superiore? No, puoi anche uccidermi ma non puoi ingannarmi o confondere con le tue bugie”
    Il volto di iduna era irriconoscibile. La perfetta creatura sorta nella illusione di creare la perfetta arma che non conoscesse la paura e l’incertezza vagava sperduta nei tormenti che quelle parole avevano alimentato.
    “ TU NON HAI DIRITTO DI PARLARE DI VERITA’” esplose in un sussulto di rabbia e orgoglio “Tu, misero giocoliere delle parole, serpente che mordi nell’oscurità, codardo che temi la tua miseria, queste sono le parole di chi solo nell’inganno sa rifugiarsi e nella menzogna cerca di colpire l’avversario. Questo è un trucco, è un altro di quei giochetti che tanto ti piacevano ai tempi dell’accademia e che ti facevano sentire superiore agli altri poiché più furbo e intelligente” gettatasi a terra fino a quasi travolgere Braga, Iduna afferrò con la sua nodosa mano il suo collo. In quel gesto istintivo senti l’aria fuggire dai polmoni dell’uomo, ma sorprendentemente, il battito delle sue vene rivelare la sicurezza di chi non teme anche la più spaventosa delle minacce.
    “Solo tra i miei simili mi sento protetta, solo tra i tuoi simili mi sentivo tradita” bisbigliò nelle sue orecchie
    “ Chiedilo a tua sorella allora. “ rispose con un filo di voce “ Chiedilo a colei che ha sviluppato il virus e ne ha rilevato gli effetti” ora Iduna lasciò la presa di scatto
    “ Se non le vuoi porre questa scomoda domanda dai un’occhiata a quel terminale “ aggiunse con rinnovata energia “Li ho trovato ciò che so e ciò che ti ho detto. Li ci sono quelle risposte di cui hai tanta paura e la esatta natura del progetto Emet.”
    Iduna sembrò titubare nell’angoscia di ciò che avrebbe trovato e nel sospetto che lentamente si era fatto largo nel suo animo. Scivolò in silenzio fino a quella fredda console sempre mantenendo i suoi occhi di predatore su Braga e pochi furono i gesti che dovette fare per avere chiara nella sua mente una realtà che solo nei suoi incubi più remoti poteva immaginare.
    Un volto spaurito e pallido si sollevò: Un castello di certezze era miseramente franato al semplice bisbiglio di un sospetto
    “ Eira, perché?” riuscì malapena a balbettare “Perché il virus per noi è inefficace e per gli altri è mortale” le sue parole erano la cornice ad un animo funestato dai sensi di colpa.
    “ Perché mi chiedi? “ rispose la donna con gli occhi sbarrati in un profondo senso di odio per quel contrattempo improvviso “Mia cara sorellina, in tutti questi anni abbiamo cercato di dare una svolta a ciò che sembrava immutabile, e alla fine c’è l’abbiamo fatta, non importa quale sia il prezzo di questa vittoria” Iduna non riusciva a credere a ciò che sentiva.
    “ Una vittoria la chiami?” disse sconcertata “ Tu credi che sia motivo di orgoglio uccidere impunemente mascherando questo crimine con un bisogno supremo? Cosa ci differenzierebbe da quelli che odiamo e vorremmo vedere sparire? “
    “ L’ordine: Una struttura perfetta che ripudia il caos e apre le porte verso una società evoluta, non più schiava delle sue debolezze, non più vittima del desiderio di sopraffazione.” Eira camminava lentamente contemplando i macabri trofei che ornavano la grande sala “ Guardalo “ disse poggiando la mano su una teca che conteneva il corpo senza vita di un Cardassiano “ Gente come lui ha funestato l’universo con il desiderio di combattere, più che per necessità, per un intrinseca pulsione. E’ la loro natura, come la nostra è quella di non sottostare a dei padroni: Credi proprio che sia possibile una convivenza?”
    “ Possibile o meno io non voglio macchiarmi di una colpa così mostruosa! “ rispose “ Abbiamo ideato il progetto Emet per liberare le diverse razze dalle cause che le stavano uccidendo, ma così non facciamo altro che anticipare la loro rovina: Noi non siamo Dio che possiamo punire così crudelmente le debolezze altrui. Anche noi non siamo perfetti!” i suoi occhi si erano riempiti di una passione e di una sconvolta disperazione.
    “ QUESTO LO DICI TU!” rispose energicamente Eira battendo i pugni sulla console “ I Golemiani sono il tassello evolutivo verso la perfezione, e la perfezione impone che il passato venga spazzato via come morente e debole. Pensaci, la storia insegna che i popoli sono sopravvissuti grazie alla capacità di sottomettere i propri simili, e noi, che siamo il risultato di questa ambizione, dobbiamo ereditare il ruolo di chi darà un nuovo assetto a ciò che prima era il caos. Ma tu mi chiedi di condividere con le altre razze questa visione? No, mai. Un ideale supremo come questo impone una volontà che non si addice ai deboli e ai codardi, e io non lascerò che la loro imperfezione indebolisca la nostra razza”
    Iduna sembrava spaesata. Anche se il suo corpo era stato forgiato nel tentativo di sconfiggere la morte e deridere le sofferenze, nulla era stato fatto o si poteva fare per contrastare i tormenti che adesso la flagellavano. Si ritrovò a contemplare il volto di chi un tempo chiamava sorella e adesso temeva come il più acerrimo dei nemici.
    “ Tu non capisci “ riprese con un filo di voce disperato “Noi siamo stati le vittime di un complotto ordito nel totale disprezzo della vita umana. Noi conosciamo il dolore e lo dobbiamo combattere donando la possibilità di una vita migliore, non sostituendoci ai nostri aguzzini, non cercando una facile vendetta. Guarda Nakura, guarda colei che ci ha condannato mentendoci sulla irreversibilità della nostra mutazione: Non vedi che la sua debolezza risiede proprio nell’inganno e nella crudeltà che ha riversato sui propri simili? I Golemiani non sono invulnerabili perché è il loro Dna a dirlo ma perché sono uniti da una volontà comune e un comune desiderio di libertà. Non possiamo trasmettere agli altri questa ricerca della pace e questo istinto di fratellanza?”
    “ Ma io gli do la pace…” rispose Eira con una espressione allucinata e farneticante “Una pace eterna che insieme a loro cancellerà ogni rudere del passato: Ormai il progetto Emet ha preso vita e nessuna delle tue stupide parole potrà fare in modo di fermarlo. “
    Iduna fece un passo indietro quasi nel disperato tentativo di spezzare quell’incantesimo che le faceva vivere un incubo disperato. Si ritrovò a contemplare il volto della sorella cercando quella serenità che un tempo gli dava calore e fiducia, ma si accorse che nulla di quel passato era ancora in vita e solo la sua ingenuità le aveva impedito di comprendere la reale portata di quel piano criminale.
    “ Ma tu chi sei?” chiese come rivolgendosi a un fantasma “ Tu sei lontana da quella ragazza che un tempo sacrificava la sua esistenza per alleviare le sofferenze altrui. Sei come la gente che ha ucciso i nostri genitori: Spietati sopraffattori incuranti della natura pacifica delle loro vittime”
    Eira sembrò ferita da quelle dure parole e si rivolse con altre altrettanto severe e risolute “ Hai ragione, io non sono più quella stupida ragazzina convinta della intrinseca benevolenza dei propri simili. La morte di chi mi stava a cuore mi ha rivelato che era sciocco pensare che potesse esserci una speranza e che era mio dovere porre un freno a tutto ciò con ogni mezzo” adesso fece sfoggio di un viso subdolamente dolce e confortante “ Non capisci quanto ho fatto per te e per questa nuova razza di creature elette?”
    Il volto di Iduna si fece scuro e timoroso. Un ronzio vibrava nella sua mente, ma l’immagine che si formava era troppo angosciante da sopportare.
    “ Cosa vuoi dire? “ chiese preoccupata
    “ Voglio dire che io ti ho liberata dal vincolo che ti legava a quelle sofferenze, che come me, ti hanno segnato ogni giorno della tua esistenza: Ho rimosso la tua condizione umana e ti ho donato una esistenza senza paura”
    “ TU? “ rispose Iduna “ Sei stata proprio tu ha far si che il processo di mutazione fosse irreversibile condannandoci a tutto questo. Proprio tu che eri l’unica di cui potevo fidarmi!”
    Sul volto di Eira sorse un sorriso di soddisfazione “ Brava sorellina, dopo tutto questo tempo ci sei arrivata! Nakura e gli altri responsabili del progetto Golem mi chiesero se era possibile una reversibilità, ma io mentii motivando che sarebbe stato troppo pericoloso per tutti voi.”
    “ Ma perché ci hai fatto questo? Una volta finita la guerra saremmo potuti ritornare alle nostre vite” chiese Iduna
    “ No!” fu la secca risposta di Eira “ La possibilità di tornare umani sarebbe stata una tentazione troppo grande per voi e io dovevo fare in modo che il vostro destino si compisse. Io ho consigliato il progetto Golem alla federazione, io ho definito i protocolli che avrebbero ridisegnato il vostro corpo e la vostra anima, ed è grazie a me se i Borg hanno attaccato la stazione pensando a un facile bottino tramutandosi invece nella vostra possibilità di fuga. Ho fatto tutto questo per amore tuo, nel disperato tentativo di darti una nuova esistenza e un futuro alle creature di questa nave. Ora che anche io sto divenendo Golemiana e il virus ha iniziato ad agire, finalmente potremo raccogliere i frutti del nostro lavoro e la ricompensa per le nostre sofferenze. “
    Passò un lungo interminabile istante che scandì la piena comprensione di Iduna per ciò che Eira voleva fare della sua vita. Poi un volto duro si dipinse in lei e si rivolse con una voce calma ma implacabile “ Tu puoi anche aver deciso le nostre sorti in passato, ma solo io potrò dire quale sarà il futuro della mia gente: Io sono a capo della razza Golemiana, e solo io dirò quale sarà la strada che percorreremo”
    Alla cruda risposta di Iduna, Eira rispose con una espressione di sofferenza per ciò che fino a poco prima era il suo capolavoro di intrighi e adesso si stava sciogliendo come neve al sole “ Ragiona ti prego, pensa a tutto quello che potremo fare con l’universo a nostra disposizione: Noi detteremo le regole della nuova era!”
    “ Noi? “ rispose Iduna con l’astio di chi conosce il suo nemico più acerrimo “ Chi sei tu per parlare a nome mio e della mia gente? Ai miei occhi non si rivela una persona cara e fidata in cui cercare conforto nei tumulti della vita, ma una subdola cospiratrice, che in passato ci ha ingannati e oggi ci vuole sfruttare per realizzare la sua macabra e insensata visione del mondo.” Il Golem si avvicino lentamente fino a poter bisbigliare nelle orecchie della sorella un sottile alito di voce “ Ho perso i mie genitori perché loro credevano nella pace. Oggi ho perso chi è sangue del mio sangue perché tu non credi in altro che nella guerra: Non sei più nulla ai miei occhi, e tutto ciò che rimane della mia famiglia sono queste creature deformi come me e il ricordo che mantengo nel mio cuore di un passato che tu hai spezzato.” A queste parole lanciò un ultimo disgustato sguardo verso la sorella, poi, compresa la gravità delle condizioni in cui versava Braga, si chinò verso di lui per comprendere quanto le sue ferite fossero profonde.
    “ Iduna aspetta…” chiese supplicante Eira senza però ricevere risposta “ Ti prego, non puoi voltarmi le spalle in questo modo!” pregò di nuovo, accorgendosi però che ogni parola era ormai vana.
    Iduna era distante. Ogni parola era ormai vana poiché era svanita quella intima unione che legava le due donne e le faceva vivere come un corpo soltanto. Alla realizzazione dello sfumare di tutti i suoi piani Eira venne colta da una furia cieca e profonda che chiedeva soltanto una vittima su cui sfogarsi
    “LUI!” gridò raucamente puntando il dito verso Braga “ E’ stato lui a metterci contro e a riempire la tua mente confusa e debole di stupide paure. Ti ha stordito con le menzogne tipiche della sua gente e vuole piegarti a chi ti ha fatto soffrire!” le parole della donna erano un misto di odio e disperazione.
    “ Menzogne? “ rispose Braga “ Iduna ha aperto gli occhi proprio dalle bugie che TU gli somministravi come un veleno. Hai perso Eira, è il destino di tutti quelli che vivono nell’inganno”
    A queste parole la donna sembrò essere colpita da una rabbia profonda e incolmabile che assalì il suo corpo e stordì la sua mente.
    “ Perdere, io? Mai!. Anzi, è’ giunto il tempo di fare ciò che sin dall’inizio era necessario: Non ci serve un prigioniero, ma un nuovo trofeo per le nostre ricerche” a queste parole afferrò l’arma che teneva alla cintura e lentamente la puntò verso l’umano, il quale consapevole della impossibilità di qualsiasi fuga, spalancò gli occhi quasi a sfida della morte.
    Ma Eira non aveva fatto i conti con l’imprevedibile. La mano di Iduna le afferrò il braccio e strinse con una forza impressionante tanto da piegarne la resistenza e impedirne i movimenti.
    “ Nessun altro morirà su questa nave, e tu porterai a termine la creazione di un vaccino per curare chi è stato contagiato da Emet” Gli occhi di Iduna erano severi e consapevoli, totalmente consci del proprio ruolo e della necessarietà di quelle azioni.
    Eira non riuscì a resistere a quella stretta spaventosa e cadde in ginocchio con un volto carico di lacrimevole paura.
    “ VA BENE, va bene! Farò come vuoi tu “ gridò senza alzare lo sguardo nella sottomissione e nello sgomento “ Non posso nulla contro di te, ma ti prego lasciami, il dolore è troppo!” le parole della donna riuscirono ad acquietare Iduna che abbandonò la presa e lascio che la sorella potesse riacquisire la libertà nei movimenti.
    Braga osservò il volto del Golemiano. Ora che era piegato nell’intento di prodigarsi in amorevoli e insolite cure, Iduna appariva in una luce nuova molto più simile a quella che inondava il suo bel viso nei tempi lontani e felici dell’accademia. Sentì di essere pervaso da una rinnovata fiducia e dalla consapevolezza che la speranza, più volte persa di vista come una terra irraggiungibile e misteriosa, poteva ancora essere la forza che avrebbe assicurato a tutti un futuro migliore: Non provava più nemmeno dolore, ma in quella atmosfera sospesa solo il volto di Eira sembrava spezzare la magia riportando tutto e tutti a una cruda realtà. Un urlo spezzato cercò di uscire dalla sua bocca, ma prima che la sua mente potesse rendersi conto di ciò che avveniva, Iduna aveva dipinto sul suo volto la sorpresa di un sorriso incredulo e innaturale.
    Eira aveva fatto fuoco. Vigliaccamente aveva colpito alle spalle chi aveva avuto la pietà di non punire i suoi crimini e aveva perdonato le sue menzogne.
    Iduna rimase per un’attimo con gli occhi spalancati e freddi rivolti a quella ferita che lentamente la conduceva verso l’oscurità. Non sembrava però soffrire, anzi, pareva quasi sollevata dalla consapevolezza di poter morire non in battaglia ma vicino all’ultima persona che aveva avuto cura di lei e l’aveva protetta dalla follia che la stava consumando.
    “ Son quasi felice che sia stata tu a uccidermi, Eira” disse con una sorprendente serenità “ Grazie a te oggi mi libero dall’incubo che mi ha segnato la vita” si fermò un istante colta dagli spasmi della vita che veniva sopraffatta dalla morte
    “ Braga “ riprese con difficoltà “ Perdonami per quello che ho fatto e perdonami per le sofferenze che ho arrecato a te e al tuo equipaggio” nel dire queste ultime parole, il gigante sorto nella utopia della immortalità crollò dolcemente a terra rivelando la sua fragilità. Nell’ultimo alito di vita Iduna riuscì a stendere la mano e a prendere quella del Capitano, e rasserenata dal perdono che lesse nei suoi occhi, si spense dolcemente rivelando nel suo volto i lineamenti di un tempo. Braga rimase pietrificato nel rivedere lentamente dischiudersi quei profondi occhi azzurri che gli facevano riemergere nei pensieri gli echi di un tempo passato, e a stento riuscì a frenare le lacrime di disperazione e odio che ormai annebbiavano il suo sguardo.
    “ Maledetta, che tu sia per sempre maledetta “ disse l’umano incapace di separarsi dal volto di Iduna “ Hai ucciso l’unica creatura che ti amava anche se tu l’avevi tradita in passato. Hai colpito alle spalle chi ti aveva perdonato e aveva risparmiato la tua inutile vita. Aveva ragione, i Golemiani non sono una razza perfetta perché hanno ereditato dalla sua creatrice solo la meschinità delle creature misere e fragili. Iduna l’ha dimostrato: Ci vuole più coraggio e onore nell’affrontare i propri errori che cercare facili trucchi con cui mentire alle proprie colpe. Pagherai per tutto questo, molto presto subirai il giudizio che meriti! “ le parole dell’umano erano proferite con rabbia e ferocia, segno di un fuoco di odio e tormento che trovava nel dolore una fonte da cui saziarsi.
    “ Che bella scena “ rispose Eira che si stava deliziando nel dolore di quelle due povere creature “ Uniti fino alla morte: E’ proprio vero che l’amore fa superare qualsiasi diversità e qualunque ostacolo” diceva queste parole con distacco e disprezzo in una espressione che voleva esternare l’indifferenza per gli occhi inferociti dell’umano.
    Ritornata seriosa, come consapevole del nuovo ruolo di leader che adesso le spettava, la donna riprese con altezzosa serietà “ Iduna era debole. Iduna era l’anello fragile che ci legava al nostro passato. E’ da tempo che la osservavo e meditavo di rimuoverla dal suo ruolo se avesse impedito il giusto succedersi degli eventi che avevo programmato. Tu mi guardi con astio e disprezzo, ma dovresti apprezzarmi invece, poiché ho evitato a mia sorella le sofferenze che il nuovo ordine dell’universo le avrebbero provocato. Ho cercato di capire perché i membri umani del progetto Golem fossero così legati alla loro imperfezione, ma non ci sono mai riuscita. Nelle nuove generazioni ho riscontrato il distacco e la devozione che di cui avevo bisogno, ma chi è diventato Golem è sempre stato ritroso a questo nuovo stile di vita: Come ho detto, frammenti di un passato debole e inadeguato da spazzare via nella ricerca della perfezione. “ le sue parole era proferite nella farneticazione di una visone mistica e irragiungibile.
    Nella mente di Braga si affollavano mille pensieri e un'unica, costante, brama di vendetta. La consapevolezza però del bisogno primario che rivestivano le informazioni gelosamente custodite da Tilk, imponeva al suo animo di pazientare il momento del riscatto per anteporre il bisogno comune che la missione della Magellano rappresentava: Sentiva di dover prendere tempo e di cercar di confondere la mente di Eira
    “ Sei più ingenua di quanto pensassi, anche se ti consideri una illuminata condottiera “ disse l’umano con spavalda arroganza
    “ Sono tutta orecchi “ rispose impassibile la donna “Sorprendimi allora con qualche ardito delirio, non sono sciocca come Iduna”
    “ Lo vedrai “ rispose Braga “ Credi veramente che sia salito su questa nave senza premurarmi prima di sabotare i vostri generatori principali? Sono entrato nel vostro sistema e vedrai che bello scherzetto che ti ha preparato questo misero umano “
    “ Questo è un bluff “ replicò Eira che aveva perso la sicurezza nel suo viso pervasa da un dubbio che cresceva “ Non è possibile che abbiate aggirato i nostri protocolli di sicurezza così facilmente! “
    Braga capì che lentamente il suo piano stava producendo dei frutti “ Vero! Ma, sbaglio o anche questa area è considerata ad accesso limitato? Forse siamo stati tanto bravi da riuscire ad arrivare la dove tu pensi sia impossibile accedere! “
    “ Sciocchezze “ sbottò Eira in un impeto di orgoglio “ Ti sei reso conto di aver perso e cerchi di confodermi con i tuoi giochetti “
    “ Bene “ aggiunse Braga con l’aria di chi ha in pugno la mano vincente “ Allora mettiamoci comodi e gustiamoci lo spettacolo: In meno di 10 minuti vedremo chi di noi ha ragione, e se ti sbagli, vedrai che bei fuochi d’artificio festeggeranno la tua fine! “ l’umano incrociò le braccia e sorrise spavaldamente come un ragazzino trionfante della marachella appena compiuta.
    “ Non ti preoccupare Braga “ disse la donna “ Farò in modo che i miei Golemiani ti strappino dalla mente i tuoi miseri segreti. Sicurezza, qui Eira. Recarsi subito nel settore ricerca con personale medico e un impianto di tracciatura corticale”.
    La donna rimase sorpresa di non ricevere alcuna risposta, e comprese che nelle sibilline parole del Capitano si nascondeva una subdola verità
    “ I comunicatori non funzionano “ disse preoccupata “ e i sensori perimetrali e di sicurezza sono come ciechi “ aggiunse angosciata leggendo i pochi e confusi segnali dispensati dal pannello di controllo li vicino
    “ Misero verme! “ bisbiglio alle orecchi di Braga “ Cosa hai fatto alla mia nave? Pensi che questo possa fermarmi? “
    “ Non so “ continuò nel suo gioco l’umano “ Sorprendimi con il tuo acume e dimmi cosa farai adesso: Sospetto che rivelerai quanto tu sia debole e confusa e cadrai vittima della tua fragilità”
    “ SILENZIO! “ gridò stizzita la Golemiana sottolineando il suo disagio colpendo al volto il capitano con la sua mano ormai deformata “ Non ho bisogno di aiuto per avere le informazioni che mi servono! Questo è un bisturi laser e mi basta la tua testa per scoprire cosa hai fatto alla mia nave” in queste parole mostrò lo strumento che col suo sibilo già preannunciava la triste fine dispensata, ma un cupo e sordo tonfo la sorprese, subito seguito da un esplosione lontana e una serie di scuotimenti che quasi le fecero perdere l’equilibrio
    “ Drizzt! “ pensò sorpreso Braga “Lo sapevo che per lui la tentazione di attaccare sarebbe stata irresistibile. Spero solo non si faccia ammazzare! “
    “Visto Eira” disse con sguardo di sfida “ Gli effetti del mio sabotaggio sono evidenti e presto sia tu che io moriremo, ma oltre a noi morirà la pazzia del tuo progetto”.
    La donna incollerita vide nel volto dell’umano la beffa per l’impossibilità di gustare gli eventi che tanto aveva perseguito, e accecata da una vendetta ormai insensata, puntò l’arma con cinica determinazione verso l’uomo che rimase impassibile e sprezzante.
    “ Basta parole! Troppe chiacchiere sono state inutilmente spese in questo luogo. “ nei suoi occhi si leggeva l’esaltazione dell’onnipotenza “ E’ tempo che ponga fine ai tuoi inganni. Addio Braga! “
    Puntò l’arma lentamente fino a mirare verso il corpo inerme dell’uomo, ma d’improvviso l’espressione di compiaciuto delirio venne soverchiata da un misto di stupore e incredula meraviglia. Un lampo, un fragore, un bagliore accecante e Eira venne investita da una scarica di phaser alla massima potenza, e nel rapido disfarsi del suo corpo straziato da quella saetta, sembrò urlare il disprezzo e la disperazione nell’essere trascinata in un inferno popolato dai suoi demoni peggiori. Rimase solo poca misera polvere ai piedi di Braga.
    “ Capitano ” disse una voce famigliare che si stava avvicinando alle spalle del ferito “ Vedo che la sua fama di rubacuori è veritiera: Guardi come ha fatto bruciare di passione questa povera donna!”
    “ Ammiraglio Tai long “ disse sorpreso Braga “ Devo ammettere di essere felice di rivederla. Vedo che un poco di prigione ha migliorato il suo senso dell’umorismo! “ un largo e liberatorio sorriso si affacciò sul suo volto segno che un brutto incubo era finito.
    “ La prigionia non si addice allo spirito di un Klingon “ rispose l’ammiraglio compiaciuto della schermaglia di parole che prendeva forma “ E’ mai avrei permesso che un valente condottiero e un prode combattente perisse disarmato ucciso con disonore da una donna!” “Ma soprattutto non voleva perdersi il piacere di rinfacciarmi per tutta la vita il fatto di avermi salvato…” aggiunse Braga con una espressione ironica subito replicata da una fragorosa risata del Klingon
    Tai long sembrò riassumere il volto serio ma fiducioso di chi è ancora conscio di vivere i tumultuosi eventi di una battaglia “Avevamo temuto di non rivederla più quando abbiamo perso il contatto: Temevo che volesse mancarmi di rispetto precedendomi nel lungo cammino verso lo Stovokor “
    “ No Ammiraglio, lo spettacolo è appena cominciato e non voglio perdermi il gran finale. Anche io ho avuto paura, ma non di morire, piuttosto di non poter sentire al mio fianco il conforto di un amico” a queste parole stese la mano verso il Klingon, il quale rimase sorpreso di quell’ultima parola dubitando se fosse il risultato di una mente confusa e stremata dalle vicessitudini. Rispose al gesto e ricevette in cambio un sorriso soddisfatto e un volto rasserenato dai tormenti subiti: Non si sbagliava, era veramente ad un amico che Braga si rivolgeva.
    “ Capitano è vivo! Va tutto Bene?” disse Worf che aveva raggiunto la sala ricerche di gran fretta.
    “ Si Tenete, sto bene “ rispose Braga che però si mostrò preoccupato vedendo il Klingon sporco di sangue “ Ma a lei cosa è successo?”
    “ Ho incontrato dei Golem durante un pattugliamento e me ne sono dovuto prendere cura: Io sono incolume “ nelle sue parole si poteva leggere orgoglio e riscatto
    “ Capitano “ riprese Tai long che comprese quanto il tempo a disposizione stesse sfumando “ Dobbiamo lasciare la zona: Come sta il Maggiore Nakura?”
    “ E’ viva! “ rispose Worf che si era chinato cercando di percepire i segni vitali della donna “ E’ in fin di vita ma forse c’è una speranza”
    “ Bene allora. Worf ci pensi lei a portarla, io farò affidamento nel buon cuore dell’ammiraglio” disse Braga, che ricevette in cambio una sommessa risata e uno sguardo ironico.
    L’umano fece uno sforzo per mettersi in piedi ma venne nuovamente colto da una superiore forza che gli impedì di sollevarsi sulle gambe. Ma questa volta non erano le ferite o i traumi a ostacolarlo, ma piuttosto il desiderio di non separarsi da quella creatura che tanto aveva segnato il suo passato e tanto aveva stravolto la sua vita, e forse, condizionato anche il suo futuro. Riuscì solamente a mettersi in ginocchio fissando i suoi occhi in quelli di Iduna.
    “ Addio “ fu l’unica parola che strozzata bisbigliò in un misto di tenerezza e pudore mentre in cuor suo non sapeva se sarebbe mai stato capace di placare l’odio irrefrenabile che covava verso tutti coloro che avevano reso possibile questa tragedia. Fu tentato di abbandonarsi alla disperazione, ma d’improvviso sentì sulla spalla una mano, e alzato il capo incontrò gli occhi benevoli di Worf e Tai long che gli diedero la consapevolezza di poter confidare in chi non lo avrebbero mai tradito.
    Si rivolse di nuovo a Iduna con il desiderio di dimenticarsi i tragici eventi e rituffarsi in quel passato felice che avevano vissuto, e forse per la serenità in cui la donna si era spenta o per un subdolo artificio, gli parve che il suo volto avesse ripreso la bellezza svanita e la purezza dei suoi sentimenti.
    Di fronte a quella creatura rasserenata nella morte trovò il coraggio di alzarsi e dirle addio, e in un silenzio di rispetto e onore i quattro sopravvissuti voltarono le spalle proseguendo il loro cammino.


  23. #273
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Ho finito ora di leggere le ultime 2 puntate grande Efesto a cardassia ne faranno un films bellissimo

    lo sapevo che mi sarei vendicato

  24. #274
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Belooooo...

    Anche il colpo di scena...

    Adesso manca la conclusione...
    (Ma dove avrò messo quel siluro quantico che tenevo per le grandi occasioni?)

  25. #275
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    ASHRAM ha scritto gio, 05 giugno 2003 18:35
    Belooooo...

    Anche il colpo di scena...

    Adesso manca la conclusione...
    (Ma dove avrò messo quel siluro quantico che tenevo per le grandi occasioni?)
    Mio caro Ashram, Lei inconsapevolmente ha anticipato una situazione che nella storia la vedrà protagonista.........

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