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Discussione: Star Trek MAGELLANO

  1. #276
    La Nebbia L'avatar di ASHRAM
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    EFESTO ha scritto ven, 06 giugno 2003 11:47
    ASHRAM ha scritto gio, 05 giugno 2003 18:35
    Belooooo...

    Anche il colpo di scena...

    Adesso manca la conclusione...
    (Ma dove avrò messo quel siluro quantico che tenevo per le grandi occasioni?)
    Mio caro Ashram, Lei inconsapevolmente ha anticipato una situazione che nella storia la vedrà protagonista.........


    Uhmmm... Un classico caso di premonizione... Sto sviluppando i miei super-poteri più rapidamente di quanto pensassi..



  2. #277
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Penultima (o forse terzultima) puntata

    “ SCUDI GIU’. AL PROSSIMO COLPO SAREMO STORIA PASSATA!!!!”
    Con queste parole Bobo spezzo l’inganno di Drizzt e rivelò alla plancia quanto quell’abile raggiro fosse prossimo a sfumare al cospetto delle armi Golemiane.
    “ Signore “ aggiunse l’addetto ai sensori “ I golemiani sembrano aver mangiato la foglia: Adesso non concentrano più il fuoco su singoli gruppi di navi, ma pare che sparino a tutti i segnali senza fare distinzioni “
    “ Proprio quello che non volevamo” disse il comandante che non sapeva più resistere alla tentazione di aprire a sua volta il fuoco
    “ Ryker, riesce a tenere la situazione? “ chiese al tenente nel timore che una risposta negativa lo mettesse definitivamente con le spalle al muro
    “ Si signore. Anzi posso dire che non mi sono mai divertito tanto in vita mia!” aggiunse Ryker non potendo però nascondere l’estrema fatica che stava sopportando.
    “ Niente spacconate Timoniere. Potiamoci a prua dell’ammiraglia Golem per iniziare i protocolli di teletrasporto e andarcene da questo inferno. Starbuck, sei pronto per tirare su i nostri? “ disse Drizzt
    “ Aspetto solamente un suo ordine, signore “ fu la pronta risposta di Eric
    “ Virux, qui Plancia. Puoi assicurarci una fuga rapida dopo il teletrasporto?”
    “ Signore, le riparazioni sono completate, e posso aggiungere con una vena di orgoglio, con impeccabile efficienza. Nell’attacco Borg abbiamo perso una gondola di curvatura, ma posso garantirle che al momento opportuno potremo allontanarci molto rapidamente” il compassato parlare del Vulcaniano strideva con la frenesia che pervadeva la plancia nel disperato tentativo di non perire sotto i colpi nemici.
    Adesso non c’era che da aspettare e vedere se quel preciso meccanismo avrebbe funzionato. Drizzt continuava a tamburellare nervosamente sul bracciolo della sua poltrona contemplando lo spettacolo che gli si parava innanzi. “ Dio” pensò stupito di quello che i suoi occhi gli raccontavano “ stiamo giocando una partita senza avere nulla in mano e affidandoci solo a un debole bluff. “ si ritrovò in quelle parole a stringere forte il pugno in uno spasmo di furore e paura nella frustrazione di non poter irrompere come il suo animo implorava
    “ Non capisco cosa dicono, ma ci sono dei problemi “ le parole di Klinkod, improvvisato addetto alle comunicazioni in assenza di Worf, spezzarono il silenzio frastagliato dai fragori della battaglia e lanciò un velo di angoscia nella plancia.
    “ Cosa succede? “ chiese N°1 con il cuore in gola
    “ Sulla nave Golemiana ci devono essere dei problemi. Sento la voce di Tilk, ma non si capisce una parola. Ci sono spari, armi da fuoco e urla, urla che si coprono tra loro e dicono che in molti stanno morendo li. “
    “ Può pulire il segnale e passarlo in plancia? “
    “ Ci provo…..Ecco “ la sala venne inondata da mille voci che si sommavano e dai suoni confusi di uno scontro. Fra tutte, debole e concitata, emergeva il suono famigliare di Tilk che sembrava urlare parole che non producevano suono “
    “ Qui Magellano, Tilk ci puoi sentire?” si percepì qualcosa di lontano, troppo distante per poter dire che avesse senso
    “ Qui Magellano, ragazzi cosa succede la giù? “Drizzt temeva di ricevere un silenzio come risposta.
    “ SIAMO ACCERCHIATI!!! “ l’urlo dell’androide avvolse l’ampio spazio di comando e avvolse i suoi componenti come un fumo venefico e mortale. Raggelava il sangue sentire i phaser esplodere con la loro violenza, i corpi bruciati dal suo calore, le urla che scandivano il furore degli aggressori lanciati verso il terrore delle loro prede, e in tutto questo le parole di un amico che cercava di dare ordine nel caos prodottosi “ ABBIAMO GOLEM D’AVANTI E ALLE NOSTRE SPALLE. CI HANNO TAGLIATO LA STRADA E SIAMO SOLO IN QUATTROA DIFENDERCI. “ un sorda esplosione spezzo la comunicazione
    “ TILK! “ esclamo Drizzt levandosi in piedi nel riflesso di intervenire “ Tilk rispondi! “ nulla replicò. Calò un gelo di morte sulla plancia
    “ Signore, sono qui. Sono vivo! “ la voce metallica e distorta rasserenò gli animi per un istante “ Siamo bloccati in un corridoio esterno e solo grazie alle mine piazzate da Efesto stiamo contenendo la loro avanzata. Siamo ben armati ma non possiamo reggere per molto! “
    “ Avete ripristinato il contatto con Braga? “ chiese il comandante
    “ No, abbiamo perso ogni contatto e Worf e Tai long sono andati in esplorazione. Signore, accetto qualsiasi suggerimento ma sarei grato se trovasse una soluzione alla svelta “ le sue parole facevano trasparire l’ansia crescente e la situazione disperata
    “ HANNO SUPERATO L’ULTIMO SBARRAMENTO……. ATTENTI, SHRAPPELLL!!!!” in lontananza si udì la voce frenetica di Efesto e subito dopo un trillo seguito da una secca esplosione e uno sciame di sibili e crepitii.
    “ Idiota di un Cardassiano!!! “ scandì Louren con la voce dolorante “ Ti avevo detto che mettere una mina a frammentazione in un luogo chiuso era pericoloso! “ le parole della donna furono spezzate da un respiro affannoso di sofferenza “ Dannazione sono ferita “
    “ Poche chiacchiere. Molti Golem sono morti e solo questo conta. Lei è un dottore no? Si curi allora! “
    Louren cercò di tamponare una ferita da cui sgorgava un rivolo di sangue che copioso macchiava la sua spalla “ E’ in questi momenti che rimpiango che la Federazione e Cardassia non siano più in guerra “ aggiunse mentre tamponava l’emorragia “ Non sa Efesto quanto vorrei che in questa occasione fosse mio nemico. Lei e le sue dannate bombe…. “
    “ Se fossi suo nemico adesso non starebbe qui a piagnucolare come una donnicciuola! “ a queste parole il Cardassiano rimase stupito nel vedere Louren, che voltando le spalle incurante ai Golemiani vibrava occhiate furenti, smise di premere sulla sua spalla e si lanciò in uno scatto rapido e inarrestabile con un secco pugno. Colpi il suo viso di Trinak e lo fece arretrare di un passo. Lo sguardo del consigliere manifestava incredulità e meraviglia, ma dopo un istante di stordimento riuscì a riprendere il controllo e a riassumere una espressione forzatamente disinvolta
    “ Manina pesante… Spero di non essere mai un suo paziente. Risolviamo prima il problema di andarcene da qui, e poi, tratteremo questa divergenza di opinioni” lo sferzante dialogo che era iniziato tra Efesto e Sir Louren aveva lasciato esterefatti Tilk e Soleardente che non riuscivano a comprendere la logica di quei gesti così estremi in una situazione così disperata.
    Fu una nuova esplosione a ridestare gli animi da quella infantile contesa.
    “ Se non vi ammazzerete tra di voi ci penseranno quei Golemiani li!!! “ urlò Soleardente
    Dal fondo del corridoio, tra un cumulo di cadaveri morenti, sorse un nuovo manipolo di soldati che in gran fretta apposto una postazione di difesa: Non si trattava più di singoli phaser, adesso un larga bocca di fuoco vomitava colpi su colpi su dei difensori ormai allo stremo.
    “ MAGELLANO…..MAGELLANOOO……” la voce di Tilk si mescolava al crepitio delle esplosioni e presto venne spezzata da una successiva deflagrazione
    “ TILK! “ rispose drammaticamente Drizzt “ Ragazzi cosa succede li? “ tutti i membri della plancia erano sospesi nel tormento del dubbio, mentre fuori da quel esile guscio il balletto infernale di mille navi stava ancora compiendosi.
    “ TILK…….LOUREN…….EFESTO…..SOLEARDENTE “ Drizzt chiamò a se tutti qui nomi fraterni nel desiderio di avere una risposta.
    “ Signore “ si poteva riconoscere la voce dell’androide ma troppi erano i disturbi “ Non riusciamo ad avanzare ma nemmeno a ripiegare: Fate qualcosa vi prego! “
    “ Tenente “ rispose N°1 dopo un istante in cui raccolse le idee “ Quando ha analizzato il loro computer ha trovato un riferimento al loro campo contenitivo? Può la loro nave reggere una depressurizzazione ? “
    “ Si signore “ fu la voce dall’altra parte “ La loro tecnologia non è dissimile alla nostra, e anche la perdita di parte del loro scafo non dovrebbe compromettere l’atmosfera interna “ passò un istante di silenzio “Signore, spero che il mio processore sia danneggiato perché la sua domanda mi fa sospettare nulla di buono….”
    “ Gravi necessità richiedono gravi misure Tilk. Ashram, può un siluro superare la pellaccia di quella nave? “
    “ No lo escluderei. Forse quattro sparati in rapida successione e in un punto ben preciso…” la voce del tattico era assente nel bisogno di prevedere una situazione troppo astratta
    “ Bisogna provarci. Abbiamo 4 siluri pronti?”
    “ No, solo 3 sono operativi”
    “ Virux, qui plancia…..”
    La voce di numero uno venne spezzata da quella del Vulcaniano che sembrò poter prevedere il suono di quelle parole
    “ Signore “ disse Virux “ Prevedevo che la sua logica impulsiva le avrebbe suggerito di impiegare tutte le sue risorse in un frettoloso attacco. E’ per questo che da qualche minuto ho reindirazzato le squadre di riparazione al ripristino delle armi: Mi faccia indovinare, voleva operativo il 4° tubo dei siluri? “
    In plancia si potè udire come un bisbiglio il ridere di Drizzt “ Non sapevo che i Vulcaniani avessero il dono della lettura del pensiero!”
    “ Forse è mezzo betazoide! “ esclamò Riker che non cessava di dimenarsi nel tentativo di non far finire la nave come un tordo impallinato.
    “Semplice logica associata ad un efficiente spirito di osservazione “ rispose in lontananza il capo macchine “ Avrà le armi completamente operative in un paio di minuti “
    “ Giusto il tempo per prendere la mira! “ disse Drizzt
    Asharm cominciò a leggere dalla sua postazioni i dati che spazzavano via ogni segno di spavalderia “ C’è un problema “ furono le sue caustiche parole
    Gli occhi di Drizzt risposero al posto della sua bocca
    “ Signore, la superficie dello scafo Golemiano mi impedisce di avere una chiara lettura di cosa si trova al suo interno. Riesco a ricevere i segnali dei nostri ma non riesco a isolarli rispetto i Golemiani e così posso mirare molto approssimativamente: Rischio di colpire il bersaglio sbagliato. Ci serve qualcosa che ci dica dove sparare”
    “Un segnale? Ma cosa! “ nella mente del capitano vennero passate rapidamente al vaglio tutte le possibilità con il triste risultato di non avere nulla a cui aggrapparsi. Continuò a vedere la liscia superficie di quella enorme nave e le strette finestre che delineavano i corridoi più esterni senza scorgervi alcun appiglio
    “ Diavolo! “ balenò nella mente di Bobo la più semplice delle soluzioni “ Tilk, in che zona della nave vi trovate?”
    “ Siamo a prua, vicino alla plancia Golemiana”
    “ Prima hai detto che vi trovavate in un corridoio esterno. Ci sono per caso delle finestre?”
    “ Si. Sono delle piccole aperture ma sufficienti a godermi lo spettacolo che avete messo su"
    “ Signore “ aggiunse l’addetto ai sensori a Drizzt “Se lanciano una sorgente luminosa sui Golemiani arroccati potremmo, con un bel po’ di fortuna, riuscire a definire il unto esatto dove sparare. Lo so è azzardato, ma non mi viene nulla in mente!”
    A queste parole N°1 rispose semplicemente annuendo con la testa “ Questo passerà alla storia come il giorno delle soluzioni estreme. Efesto, tra i suoi giocattoli ha qualcosa che possa produrre un segnale luminoso ?”
    Una voce emerse confusa tra il frastuono circostante “ Qualcosa di luminoso? Dovrei avere un fumogeno utile per le ritirate. Non voglio nemmeno immaginare a cosa le serva, ma dovrebbe emettere una luce rossa molto intensa “
    “ Bene, appena pronto lanci questo ordigno sui Golemiani e si prepari al peggio”
    “ Il << peggio >> si trova di fronte a me! A questo punto……….” Le parole del Cardassiano vennero nuovamente interrotte, ma questa volta non per gli eventi concitati che ruotavano attorno, ma piuttosto per la disperazione di una imboscata senza via d’uscita.
    Il Cardassiano afferrò quel piccolo dispositivo e lo osservò con tutta l’amorevole cura di chi ripone le sue residue speranze. Lo guardò con attenzione e dedusse nella sua mente che troppo alto era il rischio di sbagliare la mira e vanificare quella ultima opportunità.
    “ Signor Tilk, a lei l’onore. Confido che il suo processore abbia un ottima mira”
    L’androide non rispose a quell’inaspettato invito stendendo semplicemente la mano nel segno di accettare quel delicato impegno. La via era ostruita. Non riusciva a tracciare una rotta per il piccolo oggetto che raggiungesse direttamente i Golemiani appostati, ma d’un tratto si ricordò di un divertente programma olografico che aveva sperimentato: Il braccio si tese e la granata venne lanciata, rimbalzando su una prima parete, scheggiandone una seconda opposta e cadendo docilmente alla base della grossa mitragliatrice al plasma che ostruiva il passaggio. Un lampo infuocato ne scaturì improvvisamente, accecando la vista degli alieni e saturando rapidamente l’area di un denso fumo impenetrabile agli occhi
    “ Colpo a due sponde con birillo centrale! “ disse trionfale Tilk “ Il biliardo all’italiana non ha più segreti per me.”

    Bobo lanciò una rapida occhiata allo spazio circostante mantenendo però sempre acuta la sua attenzione ai dati dei sensori “Luce rossa a ore 12. Dalla nave Golemiana si vede qualcosa che assomiglia a un segnale e forse abbiamo il nostro bersaglio”
    “ Bene! “ rispose di scatto Drizzt pronto a cogliere quella sperata opportunità “ E’ giunto il momento di fare un regalino ai Golem: Ashram abbiamo le armi operative?”
    “ Siluri pronti, bersaglio agganciato. Aspetto solo un suo ordine”
    “ Ottimo. Ragazzi, qui è la plancia della Magellano. Stiamo per indirizzare una salva di siluri esattamente sulla postazione nemica che vi blocca il cammino. Se avremo fortuna riusciremo a creare una frattura nello scafo che eliminerà i vostri aggressori: Tenetevi forti e trovatevi un riparo” nelle sue parole n°1 non riusciva a nascondere il tormento che provava nel dovere aprire il fuoco così vicino ai suoi compagni.
    “ Ashram, apra il…….” Una forte esplosione scosse la esile nave facendole perdere l’assetto e la rotta. In plancia un principio di incendio si fece largo e avvolse rapidamente le postazioni più arretrate: Grazie all’immediato intervento non fu difficile evitare una fine ingloriosa, ma nulla si potè contro il fumo che saturò l’ambiente e rese irrespirabile l’aria
    “ Bobo, rapporto danni”
    “ Signore, non riesco più ad avere letture chiare dei sensori interni e esterni e le comunicazioni sono saltate. “
    “ Se non siamo saltati in aria vuol dire che possiamo ancora combattere. Ashram, cosa diavolo è successo alla nostra copertura?”
    “ Un colpo fortunato dei Golemiani deve averci centrato. Non credo abbiamo subito danni irreparabili, ma i sistemi di puntamento sono andati. Attivo i controlli ambientali per l’eliminazione del fumo in plancia “ in breve la densa cortina formatasi venne diradata rendendo finalmente l’aria respirabile.
    “ Non c’è tempo per leccarci le ferite “ il volto del primo ufficiale era ritornato alla contratta sofferenza di chi si sente inerte verso il suo nemico “ Dobbiamo fare fuoco sui Golemiani per aiutare i nostri: Ashram, abbiamo ancora il bersaglio?”
    “ Negativo. Ho ancora l’esatto punto dove sparare ma ho perso il sistema di puntamento automatico e i collimatori direzionali. Aprendo il fuoco in queste condizioni i siluri potrebbero sbagliare il punto di impatto di diversi metri o mancare del tutto la nave.” Un macigno piombò sull’animo di ognuno, e più di tutti su Drizzt, che per la prima volta al comando di una nave doveva adesso sentire l’impotenza di non poter far nulla per il suo equipaggio.
    “ Useremo il puntamento manuale! “ esordì orgoglioso il comandante
    Ashram spalancò gli occhi sgranandoli all’assurdo suono che producevano quelle parole
    “ 4 siluri sparati senza un sistema direzionale è inutile e pericoloso. Dovremo arrivare a sfiorare la superficie dei Golemiani per avere un speranza di essere precisi!”
    Non ci fu alcuna risposta dal comandante che continuò a fissare il punto esatto dove si sarebbe impresso quell’unico sussulto di risposta che la Magellano poteva offrire.
    L’ufficiale tattico scambiò una rapida occhiata di intesa con il timoniere il quale rispose alzando le spalle in un gesto di divertita rassegnazione “ Signor Riker, coordinate di puntamento inserite, tubi siluri bloccati in posizione di fuoco ad alzo 0. Lascio a lei le manovre di avvicinamento.”
    Il Timoniere analizzò gli ultimi dati forniti dal computer trovando un azzardato corridoio che portava dritti al punto dove sganciare gli ordigni “Preparatevi a ballare “ furono le sue uniche parole mentre la nave di classe Akira sembrava scaldarsi i muscoli in preparazione per uno sforzo estremo.
    La piccola ala di navi simulate si infranse in una nuvola di singoli vascelli diretti verso percorsi casuali, e dal suo interno emerse la Magellano che mantenne un incedere elegante e leggerò che non anticipava la furia imminente. Il muso della nave impennò come in un sussulto fino a rizzarsi, scivolando poi sul lato e gettandosi in una corsa accecata verso il suo destino.
    “ Distanza 110 km. Siamo in accelerazione “ gridò Riker che tentava di mantenere salde le redini di quella bestia imbizzarrita “ Distanza 90…….80………60……..40…..30…….. Ashram, quanto dobbiamo essere vicini per aprire il fuoco? “
    “ Vicini “ rispose il tattico “ Sarà un segnale del computer a dirci quando potremo sganciarci, non un secondo prima” queste parole si mischiavano al frastuono delle cannonate che avvolgevano la Magellano durante la sua picchiata. Ormai un osservatore inconsapevole avrebbe distinto solo una palla di fuoco di mille esplosioni dirigersi verso un titano invincibile. Un miracolo, pensò Bobo, solo un miracolo faceva si che ancora nessuna di quelle esplosioni avesse colpito l’esile scafo che coraggiosamente si lanciava all’attacco, quasi come se le stesse armi Golemiane fossero rimaste stupite e confuse dell’illogica spavalderia dimostrata da quei fragili avversari.
    “ 20 km…….10………7…...5…..3………ASHRAM IO MI DEVO SGANCIARE!!!!!!!” la parete verso cui si dirigeva la Magellano ormai riempiva tutto lo schermo senza lasciar trasparire una via di fuga, ma proprio quando la corsa sembrava aver assunto i toni di un inarrestabile suicidio, rieccheggiò nella plancia un trillo sgraziato e irritante che ridestò l’attenzione dell’assorto Ashram
    “ SILURI FUORI!!!!! “ le parole del tattico vennero accompagnate da quattro esili e brillanti esplosioni che annunciarono con qualche scossone quell’estremo tentativo di offesa. Lanciati gli ordigni Riker riprese il controllo di una nave che sembrava animata di una volontà propria e di un irrefrenabile desiderio di vendetta per le profonde ferite sofferte. Appena in tempo: Una rapida cabrata risollevò il muso della Magellano facendole sfiorare la superficie del suo bersaglio e proiettando una rapida ombra di morte sui Golemiani barricati all’interno.
    Calò il silenzio nel corridoio teatro degli estremi combattimenti. Tilk ebbe appena il tempo di osservare gli occhi di Soleardente in cui si specchiavano i lampi che furenti si dirigevano verso di loro. Un irreale quiete calò sui presenti che percepirono l’avanzare di una forza irresistibile e tremenda. All’improvviso un colpo tuonò sulla parete del corridoio come se il pugno nodoso di un gigante avesse picchiato sull’ultimo bastione a difesa in un urlo di atroce vendetta, poi un secondo, ancora un terzo mentre rapidi scricchiolii preannunciavano che le possenti mura di quel castello stavano cedendo a una volontà superiore. Il quarto di quei fendenti fu una pugnalata mortale che squarciò le carni del colosso esponendo i suoi figli al freddo nulla dello spazio: Una rapida decompressione scoperchio le teste dei Golemiani arroccati a difesa alla sagoma infuocata della Magellano, e prima che le loro menti votate alla guerra potessero comprendere la morte che gli raggiungeva, vennero afferrati dalla nodosa mano di quel gigante e trascinati verso la condanna inflittagli.
    Un vortice sembrò sprigionarsi nello stretto budello che vedeva predatori e prede confrontarsi mortalmente. La decompressione che si sprigionò all’interno della nave, oltre a risucchiare nello spazio gli alieni, afferrò il team della Magellano come una creatura non sazia della prede divorate. Soleardente riuscì istintivamente a lanciarsi un attimo prima dell’impatto verso una nicchia che lo protesse dalla decompressione, e Tilk, che grazie alla straordinaria forza che i suoi arti meccanici gli concedevano aveva con una mano afferrato saldamente una sporgenza e con l’altra stretto il braccio di Louren, adesso penzolava sospeso fra il desiderio di mettersi al sicuro e il bisogno di non abbandonare l’ufficiale medico.
    “ NON STATE LI IMPALATI, AIUTO!!!!! “ urlò Trinak, che più arretrato rispetto ai compagni adesso scivolava rapidamente verso la breccia che si era prodotta senza riuscire a trovare un appiglio sicuro.
    Louren stese la mano, forse inconsapevole di quanto in futuro avrebbe maledetto quel gesto altruista. Incontrò quella di Efesto, e presala saldamente, evitò la tragedia lasciando che Tilk sopportasse uno sforzo inumano anche per le sue potenzialità.
    Fortuna volle, e questo rieccheggiò come una divertente coincidenza nella mente dell’androide, che la nave dei Golemiani presentasse una straordinaria capacità di autorigenerazione dei sistemi danneggiati: In pochi istanti l’atmosfera interna venne automaticamente ripristinata, e quello squarcio che nel corridoio si spalancava come una bocca famelica intenta a divorarli, si tramutò di colpo in una semplice finestra su quell’epico spettacolo che gli inganni della Magellano stavano offrendo.
    I quattro membri della Magellano si ritrovarono a terra nello sbigottito contemplare della distruzione che gli si parava intorno. Lentamente si rialzarono mentre le rovine fumanti testimoniavano la chirurgica mira che gli aveva aperto la strada verso quell’ultimo tratto di marcia fino alla libertà
    “ Ottimo lavoro ragazzi “ disse con un filo di voce strozzato Tilk “ Devo una birra a tutti voi. Continuiamo nel nostro percorso verso il punto di rendezvouz. “ dall’altra parte si poterono udire le urla festanti di chi ancora non riusciva a credere nella esecuzione di quella manovra temeraria e disperata, mentre Riker, che ancora irrigidito osservava lo sguardo incredulo di Ashram, sfiorava delicatamente il pannello della sua console come a premiare la docile obbedienza della sua nave. “Brava bambina” disse con voce dolce e melodiosa “sapevo che non mi avresti abbandonato!”

  3. #278
    eric_starbuck
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Veramente Complimenti mio caro Efesto, una storia così ben strutturata a livello amatoriale non la avevo mai letta.

    Potrebbe avere un futuro come romanziere. OTTIMO!

    Ora non vedo l'ora di leggere la parte finale.

  4. #279
    La Nebbia L'avatar di ASHRAM
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Siluri... SBAV... Quattro... SBAV... Alzo zero... SBAV...

    Belooooo....

    (Però ora vogliamo vedere anche come andrà a finire con EFESTO e la dottoressa, che è un tipino piuttosto violento...)

  5. #280
    Il Nonno L'avatar di ILSAGGIO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    ASHRAM ha scritto sab, 14 giugno 2003 15:51
    Siluri... SBAV... Quattro... SBAV... Alzo zero... SBAV...

    Belooooo....

    (Però ora vogliamo vedere anche come andrà a finire con EFESTO e la dottoressa, che è un tipino piuttosto violento...)


    Caspita, lanciare quattro siluri le fa quest'effetto??

    Pensi allora se un giorno l'ammiraglio arrivasse e le dicesse: "Spariamo un paio di dozzine di siluri a quella nave che mi sta sulle balle" ...rischia un orgasmo!!

  6. #281
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Non potevo certo leggere tutti i topic ma questo... è stato il primissimo che mi sono sciroppata ed adesso sono talmente sazia che... ne voglio ancora!!!

    Ragazzi, siete fantastici, facciamone un libro e pubblichiamolo!



  7. #282
    eric_starbuck
    ospite

    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Voglio leggere la fine di Emet!!!

    EFESTO dove sei???

    Di la verità: non sai nemmeno tu come si tireranno fuori da quella situazione vero?

  8. #283
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Niente paura!!!
    Fra poche ore parto per la Danimarca (Carlsberg, aspettamiiii!!!!) e ho scritto tutta la notte per finire emet
    Puntata doppia come da tradizione Trek

    Parte 1°

    Tilk, Efesto e Louren si ritrovarono ancora stretti mano nella mano a contemplare lo squarcio che gli si parava innanzi, impossibilitati a compiere qualsiasi azione nella tensione che ancora scorreva nelle vene.
    “ Spero che questo non le faccia attendere un grazie “ pronunciò Efesto che si era reso conto quanto la morte lo avesse accarezzato prima dell’intervento del dottore
    “ Non si preoccupi “ fu la sferzante risposta della donna “ Mi basta sapere, e sapere che lei lo ricorderà per molto tempo, quanto adesso sia in debito con me: Si dovrebbe vedere allo specchio, il suo volto è più terrorizzato del momento in cui stava per essere risucchiato del vuoto” e incorniciò queste parole con un ulteriore sardonico sorriso.
    Il Cardassiano ascoltò apparentemente impassibile quelle parole mentre la loro sottile arguzia era affilata come una lama di rasoio: Sentiva di essere troppo orgoglioso per ammettere di dover salva la sua vita per l’aiuto altrui, ma sentita ancor di più che la mancanza di riconoscenza era solo il segno di una ottusa ostinazione
    “Al massimo, mia inaspettata benefattrice, posso offrirle quello che vorrà e quanto ne vorrà al bar di prora come onesto atto di riconoscenza, e nulla di più”
    “ Mi ricordi allora di imporle un ciclo di analisi mediche e test accurati: Lei sta dicendo a un membro della Magellano che gli pagherà qualunque bevuta desideri. Deve aver subito un grave trauma cranico se non si rende conto che rischia seriamente di perdere tutti i suoi risparmi”. a queste parole Louren sembrò volersi congedare da una battaglia che sapeva aver vinto.
    Ma gli occhi e le parole di Soleradente riportarono i presenti alla dura realtà “ Signori, non che con questo voglia mettervi fretta, ma c’è ancora molta strada da fare e credo che i Golemiani non faranno due volte gli stessi errori” dall’altra parte Tilk aveva sbloccato la pesante porta che ostruiva il passaggio e faceva segno di proseguire il cammino.
    I quattro componenti del team si fecero largo fra le rovine fumanti e i cadaveri ammassati e straziati da i colpi inferti dalla Magellano. Percorsi pochi metri nella vigile certezza di avere ancor molto da temere pur così vicini al traguardo, ruppero il silenzio irreale con il rimuginare pensoso di Soleardente.
    “ Non mi piace “ furono le uniche sue parole che strozzate riuscì a pronunciare “ Siamo così vicini alla plancia e non sembra che nessuno ci si pari innanzi “ posò delicatamente la sua mano sulla fondina del phaser che teneva legato alla vita, e stette li per un lungo istante a odorare l’aria come nel tentativo di prevedere gli accadimenti futuri.
    “ PASSI! “ disse concitata Louren “ Passi lontani che si fanno vicini. Passi di molti uomini che corrono frementi senza sosta! “ lasciava impietriti la capacità della dottoressa di percepire ciò che agli altri rieccheggiava solo come un monotono silenzio
    “ Passi di Golem che vengono a chiudere la partita dunque” disse Trinak “ E tutto questo dannato fumo che ci rende quasi cechi! “ nel dire queste parole quasi istintivamente premette la sua schiena su una parete per prepararsi al combattimento.
    Si ritrovarono così in una diramazione dei corridoi che creava un ampio crocevia, con urla lontane e feroci che si avvicinavano, con il fumo che limitava i loro sensi, e con una certezza della decisività degli eventi futuri che si faceva largo nelle loro anime.
    Si udì un suono sibilante e metallico senza che se ne potesse comprendere la natura. Gli occhi di Louren rimasero dubbiosi su ciò che stavano vedendo, forse ingannati dalla stanchezza o provati dalle ferite: Un ombra più grande, sempre più definita e maestosa, si ergeva dal fumo e cominciava a delineare i suoi tratti fino a trasformarsi da un groviglio di luci e ombre a una figura dalla chiara natura.
    “ ATTENTI !!!! “ con queste parole Tilk ebbe solo il tempo per dimostrare tutta la sua agilità con un secco balzo. La figura che fino a pochi istanti prima si nascondeva nelle rivoli del fumo, adesso veniva proiettata con violenza su una paratia, apparentemente scagliata da una forza divina e inarrestabile, o più probabilmente, dalla furia cieca di una barbarica ira
    Ci fu appena il tempo per rendersi conto che si trattava di un Golem agonizzante, mortalmente ferito da uno squarcio nel torace, per sentire altre urla provenire da quell’inferno di fumo e disperazione e vedere nuovamente emergere dall’oscurità la sagoma di una nuova vittima che quasi travolse Trinak.
    “ Piovono Golem! “ disse sorpreso il Cardassiano che pur divertito da quello spettacolo non sapeva nascondere l’indecisione
    “ Qualunque cosa uccida i nostri nemici è automaticamente mio amico! “ aggiunse Soleardente, anch’esso spostatosi in una posizione di difesa.
    Rimasero li immobili per una quantità di tempo che almeno ai loro occhi parve interminabile, udendo le grida feroci che indistinte si assommavano in lontananza.
    “ KHAAAAAA-LEEEEEEEESSS” tuonò nel corridoio gettando per un’istante i presenti in un nuovo spasmo di terrore subito dissolto dalla comprensione di ciò che stava in realtà accadendo.
    “ A meno che i Golemiani non credano nello Stovokor credo che queste siano le parole più dolci che potessimo udire” esclamò Louren “Guardate la, è Worf “
    Il fumo che saturava la camera sembro rispondere a un ordine supremo dissolvendosi rapidamente e rivelando agli occhi del team della Magellano le imponenti figure di Tai long e Worf, il primo capace di impugnare con una mano un bath let e con l’altra sostenere sulla sua spalla il corpo apparentemente senza vita di Nakura, e il secondo più avanzato e ricoperto per tutto il suo corpo del sangue delle sue vittime, evidente trofeo di cruente battaglie”
    “Immagino che sia inutile chiedervi cosa avete fatto fin ora: Le vostre vittime parlano da sole “ disse Tilk sottolineando le sue parole con una mezza pedata rifilata a una salma vicina.
    “ Vedo Nakura ma non il Capitano… “ aggiunse preoccupato il dottore “ devo temere il peggio?”
    “ No sono qui “ ruppe il doloroso tormento Braga “ Sto bene, ma riuscire a tenere il passo di questi due ragazzi è impresa ardua specie se si è feriti “ nelle sue parole si poteva capire che non tutti i dolori erano di natura fisica e non tutte le ferite erano state provocate con la violenza, ma seppe rapidamente riafferrare la lucidità del comando
    Lanciò una rapida occhiata per comprendere quale fosse la situazione
    “ Tilk, fra quanto si riattiverà il tunnel per tornare a casa?”
    “ Poco signore, dovrebbero mancare meno di 5 minuti “ rispose l’androide
    “ Quanto manca alla plancia Golemiana? “
    “ Proseguendo per questo corridoio saremo li in un baleno”
    “ Ottimo. Drizzt qui Braga, procedete sulle coordinate prestabilite per………” il capitano sembrò accorgersi di un tranello imprevisto “ Drizzt…. N°1 mi sente? “ rivolse con stupita impotenza ai suoi compagni
    “ Devono aver bloccato le nostre comunicazioni: Segno che non c’è più tempo da perdere! Worf, lei protegga Tilk senza esporsi, le informazioni che custodisce sono vitali. Ammiraglio, con il dottore stia in posizione arretrata per difendere Nakura. Gli altri con me: Non credo che ci lasceranno andare senza colpo ferire.”
    “Signore “ rispose risoluto il più giovane dei Klingon “Con il dovuto rispetto e conscio delle conseguenze a cui vado in contro, vorrei ricordarle che in plancia è necessaria l’astuzia degli strateghi, ma nel caos del corpo a corpo è indispensabile la furia dei Klingon: Non sacrifichi il mio onore facendomi nascondere agli occhi dei miei nemici”
    Le parole del guerriero sembravano nella loro solennità scontrarsi con la disperata fuga che veniva imposta ai fuggitivi, ma riacquisirono improvvisamente un senso quando in lontananza emersero nuove pattuglie di aggressori pronti a invocare battaglia.
    La reazione di Worf fu improvvisa e temeraria.
    Come rapito da una irrazionale bramosia di vendetta, l’ufficiale si scagliò su due avversari che più vicini costituivano un appetibile bersaglio. Il primo dei Golem venne rapidamente afferrato dalle mani del Klingon che si strinsero intorno al collo come una morsa fino a spezzare le apparentemente invincibili ossa, mentre il secondo, che quasi sembrava attendere la sua imminente fine tanto era l’impotenza al cospetto di quella furia, venne per un istante risparmiato da Worf che si era accorto dell’imminente pericolo: In lontananza si ergeva l’ultimo bastione di difesa dei Golem costituito da 3 soldati, che armi alla mano, si preparavano a spazzare via quella inaspettata minaccia.
    Senza pensarci fece ciò che sembrava impossibile trovando in se la forza dell’orgoglio e della disperazione. Un rapido movimento gli fece impugnare il suo Bath’leth che fulmineo trafisse il corpo nodoso dell’avversario sollevandolo da terra come se il suo peso fosse annullato e la fatica cancellata. La nobile arma, che leggera fino a pochi istanti prima vibrava i suoi silenziosi fendenti, adesso come una antica picca mostrava ai terrorizzati avversari il corpo morente di un Golem che issato senza sforzo cancellava in un sol colpo l’alone di perfezione e imbattibilità che quel mostro voleva trasmettere.
    Ma ciò che già sembrava straordinario parve adesso poca cosa: Worf si rivolse ai rimanenti oppositori, e tenendo sollevato quel corpo senza vita innanzi a se come un vessillo, se ne fece scudo mentre nel suo incedere frenetico urlava e faceva tramare l’aria per il fragore dei suoi passi.
    Gli occhi dei membri della Magellano erano rapiti dallo stupore mentre quelli dei Golemiani si riempivano inesorabilmente di sgomento e terrore. Non ebbero esitazioni nell’aprire il fuoco, ma anche se l’unica vittima era solo il corpo sempre più straziato di quel primo caduto, si ritrovarono repentinamente a dover subire anch’essi una pari punizione.
    Ad ampie falcate Worf aveva attraversato l’intero corridoio e adesso si ritrovava a pochi passi dal confronto con gli ultimi suoi oppositori: Un rapido movimento e ciò che fino a pochi istanti prima costituiva il suo scudo adesso veniva scagliato violentemente come un arma, crollando rovinosamente sul più vicino avversario e mettendolo temporaneamente fuori gioco.
    Il Bat’leth, adesso libero da opprimenti ingombri, poteva finalmente esprimersi nella sua reale natura, tornando agile e sinuoso, e ribadendo la sua mortale efficacia sul golem poco alla destra di Worf: Uno squarcio nel largo petto, un rantolo di dolore, e inerte, si accasciò al suolo.
    Ma il Klingon non sembrò sazio del bottino che aveva appena raccolto: Trovatosi al cospetto dei due superstiti, reagì sul primo con un nuovo fendente pronto diretto alla gola dell’avversario, che però intuita la dinamica dell’attacco arretrò appena di un passo per evitare il colpo e esporre l’attaccante a una rischiosa reazione.
    Così fu. Il Golem approfittò di quel mezzo passo falso per estrarre una lama e piantarla poco sopra il cuore di colui che fino a poco prima mieteva vittime e adesso rischiava la sua stessa vita. Worf senti il bruciore amaro della ferita e il calore del sangue che gli inondavano il corpo e gli annebbiavano la vista. Senti le forze svanire, senti le gambe cedere e piegarsi al cospetto di una ferita che ne l’orgoglio ne l’onore potevano tamponare, ma vide anche gli occhi crudeli e compiaciuti del suo carnefice contemplare la sua opera, nell’attesa di una morte dolorosa, o peggio, di una supplica lacrimevole.
    La rabbia cresceva nel suo cuore con il tormento di non avere più le forze per reagire. Spalancò gli occhi in un ultimo atto di arrogante sfida nell’attesa del colpo di grazia del suo avversario. Non intendeva morire nel disonore, anzi, sembrava quasi bramare la sfida di poter affrontare l’ultimo cammino verso quel luogo che è la dimora finale del guerriero. Un sorriso beffardo si dipinse sul suo volto come il compiacimento di una ennesima vittoria, ma d’un tratto, distratto come da un soffio che delicato gli bisbigliasse parole gentili alle orecchie, voltò il suo sguardo per poi ricondurlo nuovamente sull’alieno innanzi. Svanita era la spavalderia della creatura rapidamente scalzata da uno sguardo impietrito e distante, come se la stessa morte personificata avesse sussurrato nelle sue orecchie i dolci bisbigli che Worf aveva udito, ma che in lei avevano assunto l’agghiacciante suono di una condanna.
    Scorse dal tozzo collo del Golem fuoriuscire un breve rigagnolo di sangue e spuntare come una propagine, una presenza anomala che con la cura degli occhi si rivelò un lungo coltello, bruno, antico e dagli insoliti simboli arcaici.
    Sembrò stupito di quella scena inattesa e indietreggiato di un passo avvertì che le sue ferite stavano prendendo il sopravvento sulla tenacia. Esanime crollò senza forze, ma non trovò il duro terreno a fermarlo, bensì delle braccia amiche e fraterne che si rivelano quelle di TaiLong, alto sopra di lui come una di quelle figure di grandi guerrieri che da piccolo aveva imparato a imitare, prima ancora che nel coraggio, nella essenza stessa di ciò che vuol dire essere un Klingon.
    “ Ammiraglio………” fu l’unica parola del tenente quasi a chieder perdono di quella infermità e subito strozzata da un altro spasmo.
    “ Worf “ lo interruppe con una compiaciuta risolutezza “ Hai dimostrato il tuo valore di guerriero e il coraggio di chi non teme la morte, ma ricorda che in battaglia non si può far a meno dei propri commilitoni, e soprattutto “ e con questo Tailong sembrò voler spezzare la drammaticità di quel momento “ è cosa poco cortese privare i propri compagni del divertimento della battaglia: Le ordino di non essere più così ingordo in futuro!” e evidenziò queste parole con uno scoppio di risa fragorose che inondo l’angusto corridoio di una gioia contrastante l’orrore della battaglia.
    Worf non potè trattenersi, e benchè questo lo portasse a far accuire i dolori che gli flagellavano le membra, accolse le risa di Tai long come un invitante offerta a cui non doversi sottrarre: I due si ritrovarono a ridere simultaneamente di una gioia che esaltasse le vittorie sul campo e fortuna di scoprirsi ancora vivi per raccontarlo.
    “ Ammiraglio “ chiese il giovane Klingon “ Ma cosa è stato a uccidere il Golem? Quello non è un pugnale della nostra gente “
    “ E’ merito della nostra dottoressa “ rispose Tailong, con un espressione sul suo volto che esprimeva tutto lo stupore per il suono e il significato che le sue parole assumevano “ Pensavamo tutti che fosse una specie di topo di laboratorio abituato a salvare la gente, ma mai mi sarei aspettato di scoprire in lei un ottimo guerriero, agile e impeccabile nell’uso del pugnale!”
    “ E aggiungerei con un ottima mira “ intervenne Braga “ a oltre 10 metri di distanza ha centrato la gola dell’alieno con una precisione che direi << chirurgica >> “ a queste parole faceva da cornice il volto soddisfatto e sardonico di Louren, che recuperato il suo prezioso cimelio, adesso lo puliva accuratamente da quel sangue che lo insozzava e copriva i misteriosi simboli che lo adornavano.
    “ Signori “ riprese il capitano “ Se non c’è altro da fare qui i suggerirei di proseguire: Non so voi ma comincio ad averne abbastanza di questa nave e dei loro occupanti. Signor Tilk, quanto manca alla plancia? “
    “ Poco, molto poco. A meno di non incontrare altre resistenze saremo li in meno di un minuto “ rispose l’androide
    “ E’ allora basta parlare, muoviamoci “ i membri del team raccolsero le armi e le forze per quell’ultimo tratto di marcia verso il ritorno a casa: Erano così vicini alla salvezza che non temevano più la forza degli avversari, ma soltanto i giochi beffardi della sfortuna, pronti nel momento di maggior sicurezza a colpire con inaspettata crudeltà.

    “ Situazione “ tuonò Drizzt in plancia mentre cresceva in lui il nervosismo
    “ Resistiamo “ replicò Bobo “ Ma non posso dire per quanto
    “ Mi basta il tempo per recuperare Braga. Klinkod, perché non sento la voce di nessuno? Abbiamo ancora il collegamento?”
    “ No signore “ rispose “ E’ da qualche minuto che la comunicazione è interrotta. Ho cercato in tutti i modi di ripristinarla ma credo che siano i Golemiani a disturbarla “
    “ Ottimo, vorrà dire che dovremo andare a vista per capire quando tirarli su “
    “ Effettivamente “ aggiunse Starbuck “ Deve ammettere che tutto si stava facendo troppo facile e monotono: Ci voleva qualcosa che rendesse questa noiosa giornata più competitiva “ ormai la situazione disperata impediva anche alle battute di spirito di scuotere gli animi provati
    “ Se vuole signore, ci penso io a darle un vero motivo per preoccuparsi “ irruppe Ashram che aveva appena ricevuto dalla sua postazione delle nefaste informazioni che non avrebbe mai voluto conoscere “ La matrice olografica si sta destabilizzando a causa dei famosi bachi che ci hanno flagellato. Non so per quanto resisteremo “
    “ Io in sincerità non credo nella sfortuna, ma questo comincia a essere troppo! “ Drizzt per la prima volta sembrava veramente a corto di idee “ Cosa dobbiamo prevedere?”
    “ Di tutto, potrebbe reggere ancora per ore o bloccarsi di colpo. Potrebbe anche corrompersi e proiettare immagini casuali “
    “ Pensate che ridere se i golemiani dovessero veder scomparire la flotta e comparire al suo posto il programma del festino alcolico “ aggiunse Riker “ Magari scopriamo che temono più la birra romulana che le navi di classi Sovereign ! “ la plancia accolse questa improbabile visione con una liberatoria, ma comunque travagliata, ampia risata.
    “ Un problema alla volta, vorrà dire che incroceremo le dita sperando nella fortuna. Riker inizi a percorrere delle traiettorie che ci tengano sempre a portata di tiro della plancia golemiana: L’unico modo per capire quando tirare su Braga e gli altri potrebbe essere quello di vederli entrare nella sala. “
    “ Signore “ disse Ashram visibilmente preoccupato “ Quello che temevamo è alla fine successo. Il computer ha bloccato il programma olografico e adesso siamo nudi, non più una nave ci circonda a difesa “ La Magellano si ritrovò sola a dover fronteggiare quel minaccioso avversario, e come un baro che viene sorpreso nel suo inganno dovette ammettere il suo esile e precario bluff.
    “ Dannazione “ mormorò Drizzt “ Non si può fare nulla per questo computer? “
    “ Ci provo signore, ma tutto quello che il computer dice è che una subroutine del sistema olografico ha innescato una matrice potenzialmente pericolosa: Mi chiede se riprovo, annullo o tralascio…”
    “ Quale idiota può aver programmato una domanda così stupida? Andiamo avanti, qualunque cosa succede! “
    “ Bene, richiedo di continuare il programma “ un lungo istante di silenzio fece preannunciare cattivi presagi “ Ma porc.!!! Il computer ha definitivamente chiuso il programma Drizzt E17 e ha avviato al suo posto il Braga A5 << Star Wars: Battaglia di Yavin >> “
    “ Star Wars? “ chiese stupito Drizzt “ E cosa diavolo è? “
    Ashram scosse il capo nella incertezza su cosa dire, poi i dati della sua postazioni gli chiarirono le idee “ Pare che fosse una storia di fantascienza in voga sulla terra nel XX secolo, presto però fu soppiantata da un’altra che narrava le storie di una nave in viaggio per lo spazio con l’intento di arrivare la dove nessun uomo fosse mai giunto prima….”
    “ Bella scemenza! A chi potrebbe piacere questa roba? “ si rivolse con fare incredulo Riker
    “ Non lo so e non mi interessa “ aggiunse N°1 “ Ma mi basta che mi crei una copertura. Ashram, cerchi di stabilizzare il programma qualunque esso sia “
    “ Signor si “

    Nella larga plancia della nave golemiana il caos era totale. Da ogni parte gli addetti cercavano di porre riparo alla tragedia che ai loro occhi si stava consumando, e più di tutti, il primo ufficiale cercava di interrogarsi sul da farsi.
    “ Addetto ai sensori “ tuonò con voce roca “ Quante navi nemiche sono rimaste ? “
    “ 264 Signore “ fu la pronta risposta.
    “ COME?” replicò il capitano in un misto di furore e incredulità “ Abbiamo abbattuto molte delle loro navi e mi vorresti dire che non abbiamo che scalfito la loro flotta? Vuoi forse dirmi che sono impazzito e vedo ciò che non esiste? Oppure è la federazione che fa apparire dal nulla nuovi vascelli a un semplice premere di un bottone! “ dall’altra parte non giunse risposta alcuna, ma era evidente il disagio di chi non sapeva come motivare quegli assurdi eventi
    “ Signore “ ruppe l’addetto alle comunicazioni con la voce spezzata dal dubbio se stesse sognando o meno “ Tutte le navi nemiche sono sparite”
    “ UN URRA PER IL NOSTRO CAPITANO CHE HA ANNIENTATO GLI INVASORI!!! “ incitò festante un soldato poco vicino senza rendersi conto che sguardi di giaccio lo stavano trafiggendo
    “ ZITTO IDIOTA! Una flotta non sparisce nel nulla. Dove sono le esplosioni e i detriti fumanti?” rispose l’ufficiale
    “ Aspetti signore. Rilevo nuovamente dei segnali, ma sono profondamente diversi da quelli fin ora registrati sia per forma sia per dimensioni “ ancora una volta l’addetto ai sensori scorreva rapido sulla sua postazione, fermandosi però spesso per raccogliere le idee e comprendere quei contraddittori segnali
    “ Quanti sono e di cosa si tratta? “
    “ Rilevo 312 impulsi di piccola entità e uno di notevoli dimensioni “
    Lo spazio sembrava giocare con la sbigottita sorpresa dei Golemiani riservandogli continuamente forme e colori diversi. Adesso erano sparite le grandi Sovereign, i maestosi Negh’var o i sinuosi Warbirds, e al loro posto ronzava uno sciame di piccoli insetti di metallo tanto insignificanti da non sembrar nemmeno dediti alla guerra: Alcuni avevano ali voluminose a forma di X, altri apparivano come un piccolo guscio di salvataggio attaccato a dei pannelli esagonali. L’unico vascello degno di nota in quella sconfortante nebbia di piccole macchine, sembrò agli occhi del capitano una grossa nave di forma triangolare, come un appuntito cuneo, che lentamente sembrava indirizzarsi in loro direzione.
    “ Postazione tattica, preparare le armi in direzione 020 massima potenza disponibile “ il comando sembrava implorare la fine di quella assurda giornata.
    Ma le sorprese non erano finite. Quella sterminata orda di nuovi piccoli vascelli non sembrava intenzionata a rispondere alla sfida lanciatagli dai Golemiani, bensì apparve più protesa a combattere una piccola, illogica guerra personale. Le navi con le ali a X inseguivano i piccoli gusci imbastendo combattimenti serrati in spazi sempre più angusti, ma sembravano comunque non poter resistere molto alla soverchiante superiorità numerica degli avversari e alle poderose armi laser della grande nave triangolare.
    Il capitano golemiano rimase con la bocca spalancata e le braccia cadenti e abbandonate lungo il corpo. Non era l’infuriare della battaglia a sorprenderlo, ma l’assurdità di quella piccola guerra privata combattuta da quelle opposte fazioni a chissà quanti anni luce da casa
    “ Sensori “ balbettò nell’impotenza di chiarire quell’enigma “ Numero dei bersagli presenti?”
    “ 221 Signore. Adesso sono 102, no mi correggo 311, rettifico ancora 51 “ ci fu un istante in cui il soldato si afferrò il volto in uno spasmo di disperazione “ Capitato, spero che i sensori siano fuori uso poiché ho letture fuori da ogni logica: Il numero varia continuamente e le posizioni sono in contraddizione tra loro “
    L’ufficiale era sprofondato nella sua larga poltrona in un intontito stato di contemplazione, poi, alzato lo sguardo con una evidente espressione di compiacimento, esplose nella sua rivelazione “ TATTICO, CESSARE IL FUOCO E ORDINARE DI FARE LO STESSO ALLE ALTRE NAVI!!!! “ quelle parole sembrarono ai presenti una definitiva prova che quella non era più una battaglia ma un incubo grottesco.
    “ Ma signore…..”
    “ SILENZIO! Sensori, c’è qualche nave intorno a noi che era presente anche prima dell’apparizione di questa nuova flotta?
    “ Le navi che ci circondano non sono catalogate in nessun archivio, tranne una “ rispose l’addetto continuando a leggere la sua postazione
    “ QUALE? PRESTO!!!!!! “
    “ Si tratta di una nave di classe Akira della Federazione. Prima ce ne erano molte, ma adesso ne è sopravvissuta soltanto una “
    “ Sopravvissuta? “ chiese con un lampo di intuizione l’ufficiale “ Forse si tratta dell’unica nave reale di tutte quelle che vediamo. Non so spiegarmelo, ma il mio intuito dice che siamo stati vittime di un inganno! “
    “ No, no “ disse ripetutamente un graduato poco distante scuotendo vistosamente il capo “ Abbiamo subito ripetuti attacchi e riportato dei danni: Quale illusione può perforare uno scafo?
    “ Esatto! “ replicò il capitano che sembrava aver chiaro tutto il meccanismo di quella opera “ Abbiamo subito dei danni ma troppo pochi per essere stati aggrediti da una flotta così massiccia. Soldato, escludendo il fuoco amico, quante volte siamo stati colpiti? “
    “ 4 siluri ci hanno colpiti sulla bancata di sinistra, signore “ fu la rapida risposta
    “ Soltanto? “ chiese sbigottito il primo ufficiale mentre l’addetto ai sensori confermava le sue parole annuendo vistosamente
    “ E da chi sono stati sparati quei 4 siluri? “ chiese nuovamente il capitano non potendo però nascondere di aver chiara già nella sua mente la risposta
    “ Tutti dalla stessa nave “ spalancò gli occhi il soldato non credendo a ciò che stava per dire “ Da un incrociatore di classe Akira “
    “ UN INCROCIATORE DI CLASSE AKIRA! Sicuramente lo stesso che ancora adesso ci ronza attorno. Abbiamo affrontato una intera smisurata flotta e gli unici colpi subiti sono quelli di una piccola nave che misteriosamente rimane adesso defilata dalla battaglia. Questo è un inganno, un trucco ingegnoso che ci ha distolto da qualcosa di più importante, qualcosa che loro non volevano vedessimo”
    “ Ma signore, e allora cosa è quella enorme schiera di vascelli che ci circonda “ chiese l’addetto alla postazione tattica
    “ Non ne ho la minima idea, ma è ormai chiaro che ciò che abbiamo di fronte non è reale, o almeno, non è capace di combatterci. Tattico, prepari tutte le armi disponibili e le diriga verso quella nave della Federazione”
    “ Si signore “ le parole scandite erano piene dell’orgoglio e della soddisfazione di chi finalmente sente di aver riacquisito il ruolo ad esso più congeniale “ Bancate di prua dalla 4 alla 27, e di babordo dalle 51 alle 147, pronte: Attendo solo un suo ordine “
    “ Li spazzi via! “ digrignò soddisfatto il Capitano
    “ IO CI PENSEREI SU DUE VOLTE! “ una voce lontana e sconosciuta aveva inondato la larga sala con parole dure e risolute che preannunciavano una lotta imminente.
    L’ufficiale golemiano si voltò di scatto abbandonando la contemplazione dello spettacolo che accerchiava la sua nave, e si ritrovava adesso a dover vedere la sua plancia invasa da uno sparuto gruppetto di alieni, che armi in mano si frapponevano nella soluzione di quella lunga battaglia che adesso sembrava a portata di vittoria.
    “ CHI SIETE? E COME OSATE ENTRARE CON LE ARMI SPIANATE SULLA MIA NAVE?” la rabbia gli faceva gonfiare le vene.
    “ Chi siamo non è importante, e per quanto mi riguarda, non vedo l’ora di togliere il disturbo e andarmene “ rispose Braga che teneva di mira il suo pari grado.
    “ Qualunque sia il vostro progetto non uscirete vivi da questa nave “ il primo ufficiale golemiano ostentava la sicurezza che i suoi geni gli imponevano, ma naturalmente si accorse del misero significato di quella frase e di come fosse sorta nella sua mente senza alcuna logica o reale volontà.
    “ La giornata è stata lunga e più volte sono stato sul punto di morire: Al contrario di lei nutro maggiori speranze sulla nostra salvezza “ le armi davano ai membri della Magellano la forza di dettare le temporanee condizioni di una ancor più temporanea supremazia, ma il tempo stava fuggendo veloce e l’assenza della nave federale lanciava lunghe ombre sulle certezze del Capitano.
    “ Bene “ rispose l’ufficiale golemiano in segno di sdegnosa sfida “ Allora mi permetta di mettermi comodo fin quando non metterà in pratica il suo diabolico piano. Però le suggerisco di affrettarsi: Intorno a voi ci sono molti soldati armati e desiderosi di avere qualcosa da raccontare questa sera nelle zone ricreative. “
    Le parole della creatura non erano un bluff. Dall’ombra, e dagli innumerevoli anfratti che quella plancia sembrava nascondere, sorsero come fantasmi una trentina di golem armati e pronti a far fuoco. Quella maestosa schiera di disgregatori pronti ad agire, erano frenati soltanto dalla consapevolezza che il loro stesso capitano era tenuto sotto la minaccia di quello strano ed imprudente umano. Si poteva chiaramente leggere nei loro volti il tormento per l’impossibilità di infierire su quelle deboli creature.
    “ Curiosa situazione non trova “ scandì il Golem mentre osservava divertito dalla sua poltrona quello spettacolo inconsueto “ Se i miei uomini uccidono i suoi, lei mi uccide pur sapendo di seguirmi immediatamente dopo. Se lei mi uccide, i miei soldati non avranno più motivi per non sparare “ e ricamò questo rompicapo con una risata sgraziata e irritante
    “ Rimaniamo così allora “ replicò Braga
    “ Rimaniamo così “ disse da parte sua il Golem “ Io ho tutto il tempo che voglio, il tempo per gustarmi la morte dei vostri compagni. Tattico ha ancora nei sensori la traccia della nave di classe Akira ? “ a queste parole Braga senti un brivido gelido corrergli su per la schiena
    “ Ho avuto dei problemi signore, si spostano continuamente e volano a pochi metri dalla superficie della nave rendendoci le cose più difficili. Dovrebbero comparirci di prua fra 30 secondi, e li, ci saranno le nostre armi ad attenderli “
    “ Ottimo, il tempo necessario per far capire a questo umano la stupidità del suo assurdo tentativo di sconfiggerci “
    Adesso Braga si sentiva con le spalle al muro. In cuor suo avrebbe agito e sapeva che ognuno dei suoi uomini si sarebbe sacrificato pur di non accettare passivamente quella fine ingloriosa, ma non poteva permettersi dei colpi di testa: Tilk aveva in se le uniche speranze per debellare una malattia che si preannunciava catastrofica, e coinvolgerlo in uno scontro suicida non era solo inutile, ma anche terribilmente egoistico.
    I secondi sembrarono scandirsi nervosamente nella mente del capitano, mentre i suoi occhi stanchi si posarono distrattamente sul volto di Tai long, mai così disteso e sereno pur a un passo dalla fine.
    Non ci furono parole tra i due, ma soltanto la comprensione reciproca che prima del valore, prima del coraggio e prima di qualunque retorica sul dovere, c’era stata la volontà di un piccolo gruppo di fare qualcosa di assurdo e inumano. La consapevolezza che si erano spinti così lontano quando tutti gli elementi dell’universo sembravano contrastarli sembro nella mente dei due un soddisfacente compenso a quegli sforzi sostenuti.
    “ Peccato “ pensò Braga “ così vicino al traguardo da poterne sentire il profumo…. “
    “ Peccato “ penso Tai Long “Non poter rivedere i paesaggi della mia giovinezza prima di morire “
    “ Peccato “ pensò Trinak “ Adesso una birra ci starebbe proprio bene! “
    Aspettarono li in quella tormentosa attesa per tutti i 30 secondi che pesavano come macigni: Ognuno di essi preannunciava inclemente la fine della Magellano
    “ Contatto con la nave nemica in 3, 2, 1 secondi “ scandì l’addetto ai sensori mentre il capitano golemiano non riusciva più trattenere l’ansia per poter dare sfogo alla sua vendetta.
    “ Eccoli!” rieccheggiò nella sala per bocca del tattico subito affrettatosi a predisporre le armi al loro dovere
    Braga strinse forte il pugno e digrignò i denti nella frustrazione di sentire di non poter far nulla, ne per se, ne per i suoi uomini.
    Disperato provò a salvare almeno chi poteva “ DRIZZT, SE MI SENTI ALLONTANATI SUBITO. SIETE SOTTO TIRO E PER NOI NON C’E’ PIU’ NULLA DA FARE!!!!!!!” provò così ad urlare nel suo comunicatore, forse per la disperazione dimenticandosi di quanto ormai fosse inservibile.
    “ Ridicoli e patetici “ sbraitò il golemiano intercalando ogni singola parola con grasse risate “ Ecco cosa siete! Da quando abbiamo rilevato dei problemi nella sicurezza interna abbiamo fatto in modo di tagliare qualsiasi comunicazione verso l’esterno, e voi nemmeno ve ne siete accorti! “ una nuova risata intervallò le parole “ Se la federazione ha saputo trovare soltanto degli stupidi come voi per affrontarci allora non meritate di dominare il vostro quadrante. “
    Ma all’improvviso l’ufficiale sembrò seccato di tutto quel castello di carte fatto di trucchi e inganni: Famelico di morte si rivolse al tattico con un cenno per dare via libera alla voce dei cannoni.
    Ancora nello spazio si combatteva la finta battaglia creata dalle dita di Ashram quando la sinuosa linea della Magellano fece la sua comparsa alla prua del colosso golemiano.
    Il tattico non attese oltre e mosse, quasi dolcemente e con pietà, la sentenza di condanna per la nave federale.
    Ma qui, in una giornata che aveva visto il trionfo delle stranezze, accadde ciò che nemmeno il più fantasioso racconto avrebbe potuto immaginare: Le armi imbracciate dai golemiani, quei letali serpenti impazienti di mordere e privare la vita, come richiamati da una divinità superiore vennero circondati da uno strano e incontrollabile bagliore azzurrino, che prima li fece risplendere nel buio della sala, poi senza che i loro padroni potessero reagire in alcuno modo, li fece sparire conducendoli in chissà quale misteriosa dimensione. Un destino beffardo e imprevedibile aveva fatto si che le prede divenissero predatori.
    Braga non si lasciò sfuggire l’occasione
    “ FERMATE IL TATTICO!!!” gridò, agendo in prima persona con un preciso colpo di phaser che lo ferì non uccidendolo. Altrettanto lesto fu Worf, che lanciatosi su quel vitale bersaglio preferì alle armi energetiche il suo stesso corpo, e con un calcio di rara violenza finì quella creatura annullando temporaneamente il pericolo per la sua nave.
    Rapide raffiche di phaser incominciarono a volare per la camera vedendo adesso i padroni di casa nella difficoltà di con saper come agire.
    In tre, Efesto, Soleardente e Tilk, si ritrovarono a respingere un numero triplo di aggressori con armi scariche e con la costante minaccia di assalti alle loro spalle.
    “ Io sto a secco, voi due come state messi? “ chiese il cardassiano?
    “ Non ne avremo ancora per molto. O accade un altro miracolo o siamo spacciati!” rispose Soleardente
    Ma Tilk non sembrò reagire così concitatamente a quella situazione estrema. Finite le munizioni getto a terra la sua arma e cominciò a correre verso 5 golem di fronte con naturalezza e grazia: A pochi metri di distanza spiccò un agile salto e colpì quelle creature con un movimento combinato di gambe e braccia per poi ricadere a terra con altrettanta leggerezza. Da li fu facile colpire ripetutamente gli ultimi avversari che non erano riusciti a comprendere quei gesti così magicamente eterei per i loro goffi corpi.
    “ Signor Tilk, ma lei è una miniera di sorprese!” disse divertito Soleardente
    “ Veramente è merito dell’ammiraglio Tai long che mi ha suggerito un programma olografico sui grandi esperti delle arti marziali del XX secolo terrestre: Una esperienza decisamente educativa “ rispose freddo e indifferente l’androide
    “ Non lo metto in dubbio “ aggiunse Soleardente “ ma continuo a preferire il festino alcolico” un gesto di Trinak dimostro l’appoggiò a quell’ultima affermazione.

  9. #284
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Finisco Emet, spero che vi sia piaciuta e che possiate perdonare i ritardi. Ci sentiamo il prima possibile ( se gli ostelli hanno il collegamento a internet) o il 23.

    Parte 2

    Dall’altra parte della sala i combattimenti avevano perso di ogni schema e assumevano adesso l’aspetto di risse furibonde, trionfo di rabbia e cieca vendetta.
    “ Dottore “ disse Tai long incurante della combattimento che stava affrontando con un golem mastodontico “ devo scusarmi per qualunque perplessità avanzata in passato sulle sue capacità in battaglia: Per essere un medico lei sa uccidere meglio di un guerriero “
    La donna sembrava divertita sia da quelle parole sia dai goffi tentativi dei suoi oppositori di resistere agli agili attacchi che sfoderava colpo su colpo.
    “ Vede Signore, il confine che separa il dare la vita dal toglierla è quanto mai sottile: Bisogna conoscerli a fondo entrambi e saperli dispensare quando serve. Personalmente però non amo stare così vicino a chi uccido, l’odore del sangue e le urla di disperazione mi ricordano gli orrori che nella mia lunga vita ho dovuto mio malgrado assistere “
    “ Ma se è il lato migliore del combattere! “ replicò il Klingon quasi distraendosi dal caos che si stava sviluppando tutto intorno “ Io non riuscirò mai a capire perché per alcuni debba essere così difficile capire le cose belle della vita….” A queste parole un golem irruppe alle sue spalle non trovando però una vittima incauta e debole, ma una inaspettata reazione che fecero dell’alieno un nuovo mattone della pila di cadaveri che Tai long stava lentamente ergendo.
    “ Anche se è un paradiso per noi Klingon non potremo andare avanti in eterno! “ disse Worf impegnato a contrastare gli attacchi che sopraggiungevano da sinistra “ Capitano attento!”
    “ L’ho visto “ Braga scandì queste parole schivando una carica e rispondendo con forse l’ultima sua raffica disponibile di phaser “ Credo anch’io che sia giunto il momento di togliere il disturbo “.
    Quasi come se le parole di Braga fossero state trasmesse da una sorta di telepatia, finalmente giunse ciò che tutti speravano ardentemente: Prima Nakura, poi Tilk, Soleardente, Efesto, un recalcitrante Worf che non cessava anche quasi durante la dematerializzazione di esplodere fendenti di Bath’leth e infine Louren, rimasta solo con il suo pugnale a resistere ai Golem, vennero circondati dalla famigliare luce azzurrina che preannunciava la fine di quell’incubo.
    Ora, soli al cospetto dei rimanenti oppositori, rimanevano soltanto Braga e Tai long nella febbrile attesa di essere i prossimi a poter tornare a casa.
    “ Spero che Kahless mi concederà l’onore di essere l’ultimo a lasciare il campo di battaglia!” esclamò il Klingon
    “ Personalmente mi basta sapere di entrambi al sicuro sulla Magellano: Non pongo questioni sulla precedenza “ rispose Braga accorgendosi però che alle sue spalle l’Ammiraglio era stato già prelevato dal teletrasporto.
    “ TU!!!!! “ gridò con tutta la rabbia che potesse trovare in corpo il Capitano golemiano visibilmente ferito “ TU NON LASCERAI VIVO LA MIA NAVE!!!!!!” e con queste parole diede ordine a ciò che rimaneva dei suoi uomini di aggredire e uccidere quell’umano che aveva sfidato l’invincibilità delle creature perfette.
    “ Io ho già vinto la mia battaglia. Ciò che volevo era mandare in salvo il mio equipaggio e le informazioni che esso custodiva: Tutto il resto non ha importanza! “ rivolse l’arma al pannello prima occupato dal tattico e esplose l’ultima carica di phaser, con cui mandò in frantumi le residue speranze dei golemiani di abbattere la Magellano, e ancor più, l’ultima difesa tra se e quella orda inferocita.
    Li vide correre incontro, li vide brandire i loro pugni come barbariche armi, li vide mostrare i denti come bestie senza ragione, vicino, sempre più vicino.
    Poi gli furono addosso e tutto si fece nero….

    “ E’ a bordo ? “ chiese Drizzt
    “ Si, l’abbiamo tirato su appena in tempo “ rispose concitato e frenetico Starbuck “ E’ ferito ma penso che c’è la farà! “ in plancia non ci furono urla di giubilo ma si potè percepire il senso di liberazione che pervadeva i loro cuori e ristorava le loro anime.
    “ Tutto bene capitano? “ chiese Eric mentre si faceva largo tra chi cercava di prestare le prime cure ai molti feriti
    “ Mai teletrasporto fu più tempestivo e provvidenziale: E’ stato essere portato via da un brutto sogno”
    “ Felice di esserle stato utile” nel dire queste ultime parole Starbuck decise che era meglio lasciare ai medici, prima fra tutti una infaticabile Louren, prestare quelle cure così attese a chi aveva visto così tante sofferenze in quella lunga giornata, ma prima di potersi allontanare senti la voce di Braga chiamarlo nuovamente
    “ Eric “ disse con un filo di voce “ lei ne sa qualcosa di quella sparizione di armi golemiane a cui abbiamo assistito poco fa? “
    Un sorriso si dipinse sul volto dell’addetto al teletrasporto “ Signore, quando abbiamo perso il collegamento audio abbiamo deciso di tenervi d’occhio visivamente. Abbiamo visto in che situazione eravate caduti e mi è venuto in mente cosa mi aveva detto Virux poco prima della partenza “
    “ Cosa ?”
    “ Che le armi golemiane usavano una particolare frequenza di tachioni da noi trascurata: Ho pensato che se avessi agganciato il teletrasporto su quella frequenza forse li avrei disarmati. Adesso abbiamo 47 souvenirs come ricordini di questa bella scampagnata”
    Le ferite di Braga gli impedirono di rispondere, ma il suo volto disteso non seppe nascondere la gratitudine per quella intuizione decisiva.

    “ Benissimo! “ disse N°1 mentre con un lungo respiro riprendeva fiato da una apnea durata un intero giorno “ Forse qualcuno di voi si è affezionato a questo angolo di universo ma io non vedo l’ora di tornare a casa: Sig Tilk….. “ l’androide era da poco rientrato in plancia e stava curando con Riker le procedure di rientro “ Spero che il suo tunnel non ci faccia scherzi o tutto questo sarà stato inutile! “
    “ I miei calcoli sono stati perfetti signor. Il problema non è se si aprirà il tunnel, ma verso dove “ rispose l’androide
    “ Come dove? “
    “ Bhè signore, ho avuto troppo poco tempo per determinare i parametri con cui calcolano le distanze e mi sono dovuto attenere a un intuizione “
    “ Mi illumini “ chiese uno sconsolato Drizzt
    “ Mentre leggevo il loro database mi sono accorto che i dati di ogni loro tunnel una volta calcolati vengono salvati su un apposito file. Ovviamente l’ultimo era stato cancellato, ma grazie al mio sistema operativo Limux 5.3 ho potuto recuperare i dati dalla loro memoria volatile e riutilizzarli “
    “ Magnifico “ chiese Riker che non riusciva a comprendere i dubbi di Tilk “ ma allora perché teme una rotta sbagliata ?”
    “ Io ho recuperato l’unico file che ho trovato: Spero che sia l’ultimo, ma è per lo più una teoria, o forse, una speranza “
    “ Potremmo finire ovunque nell’universo “ pensò terrorizzato Riker “ Mio Dio, fa che i golemiani siano stati almeno una volta su Risa! “
    “ Non trovo altre soluzioni al momento, quindi dovremo affidarci al suo intuito e a una sana dose di fortuna “ le parole di N°1 avevano perso qualunque solennità e compostezza militare: Era ormai solo una disperata questione di fede.
    Tilk aprì le danze di quell’ultimo conto alla rovescia
    “ Tunnel attivo fra 5 secondi “, Riker cominciò a definire la rotta “ 4 secondi “, Drizzt scrutava lo spazio antistante in attesa di un miracolo, “ 3 secondi “ Ashram si scoprì a ripetere una antica preghiera dimenticata “ 2 secondi “ I pensieri di Bobo volarono verso dolci volti di ragazze, “ 1 secondo “ l’andoide senti l’interminabile peso di un eterno istante.
    “ A PRUA, A PRUA ECCOLO “ la sua gioia era la perfetta rappresentazione di un anima corrotta, o forse arricchita, di tutti i sentimenti e le magnifiche imperfezione umane.
    “ Non aspettavo altro! “ fu la replica di Drizzt, impaziente come non mai di dare quell’ordine “ Massima potenza disponibile ai motori! “
    “ Aspetti signore “ spezzo quella esaltazione Bobo “ Io rilevo molte fluttuazioni energetiche a prua “
    “ Di che natura “
    “ Simili a quelle del tunnel: Ecco, rilevo l’apertura di altre 8 aperture “
    “ Tilk cosa è successo? “
    “ Non ne ho idea signore, può darsi che durante il combattimento sia andato in sovraccarico il loro processore centrale…..” era evidente che nemmeno la raffinata intelligenza artificiale potesse dare una spiegazione a quell’evento.
    “ Puntiamo dritti sul primo tunnel apertosi” ordinò perentorio N°1 mentre Riker predisponeva la nave a quell’ultima galoppata
    “ Ecco cosa non volevo vedere! Rilevo molteplici segnali in uscita dai tunnel “
    “ Dannazione “ la pazienza di Drizzt era decisamente finita “ Altri Golem “
    “ Peggio! Si tratta di….” Qui Bobo si concesse qualche secondo per rendersi conto di ciò che stava per dire “ Un fusion cube, 8 cubi tattici, 2 diamanti e un numero imprecisato di altri vascelli “ alzò un poco il capo quasi a chiedere di essere smentito ma raccolse solo la allucinata costernazione dei volti dell’equipaggio.
    “ I Borg vengono a chiudere la partita “ disse Drizzt
    “ Con noi o con i Golemiani? “ fu la pronta risposta di Ashram
    “ Con chiunque vogliano intrattenersi noi continuiamo per la nostra strada “
    “ Manovra di disimpegno Iota 6 “ gridò dalla sua postazione Riker che già si apprestava a cominciare un altro balletto mortale.
    “ No!” il volto di Drizzt era risoluto “ Non abbiamo i mezzi o il tempo per ricominciare a scappare come topi in trappola: andiamo dritti verso il tunnel, è la sola nostra via d’uscita. Virux qui plancia, le consento di far fondere il nucleo di curvatura ma faccia qualunque cosa per farci andare più veloce. Ashram, tutti gli scudi disponibili a prua e a poppa “
    Svanite le fittizie battaglie che avevano ingannato l’ottusa cecità dei golemiani, adesso due nuovi mastodontici eserciti si fronteggiavano nel buio di uno spazio divenuto sin troppo affollato: Come una zanzara volata distrattamente tra l’incudine e il martello, la Magellano adesso si ritrovava ad essere l’ultimo fastidioso intralcio per due titani che non attendevano altro che schiantarsi reciprocamente in un ultimo duello risolutore.
    Ma in questo momento estremo, nella tensione dell’ora più solenne, spiccava come una nota stonata il volto compiaciuto e quasi allucinato di Drizzt, che apparentemente ignaro della follia di quella corsa, guardava in faccia al sua nemico con disprezzo e sfida.
    “ Signore “ disse pieno di ammirazione il timoniere “ Le devo dare merito di essere l’ufficiale della federazione più indifferente al pericolo che abbia mai conosciuto “
    “ Sa William “ rispose N°1 come accortosi della ridicola posa che aveva assunto “ La realtà è che mi sono accorto di non avere più soluzioni, stratagemmi o raffinate tattiche: Sono a secco e tutto ciò che mi rimane è il mio istinto e la mia buona stella. Io so, anzi, io spero che i Borg siano venuti qui per i Golemiani e non per noi. Ci ignoreranno, per loro siamo diventati un bersaglio trascurabile “
    Il timoniere accolse queste parole con una imprevista serenità, come se scoprire quella assenza di imperturbabilità fosse il segno di quella umanità tratto comune di tutti i veri capitani
    “ Dal canto mio signore “ aggiunse Riker divertito dal continuare quel gioco “Credo che quando i Borg ci vedranno arrivare come delle furia fino quasi a travolgerli, capiranno che non possono reggere il confronto e si faranno da parte “
    “ Rilevo un intensificarsi della massa energetica sia sui vascelli Borg sia sulla nave golemiana: Stanno per incominciare i fuochi d’artificio signore” scandì in un rapido crescendo di concitazione Bobo
    “ Lasciamo sfogare questi due bambini ai loro giochi. Non è affar nostro, mantenere la rotta e la velocità “ replicò Drizzt
    “ Distanza minima dall’esposizione al fuoco borg in 12 secondi “
    “ Aumentare la velocità!!! Dobbiamo sembrargli talmente pazzi da non apparire come una minaccia! “
    La magellano era ormai soverchiata dall’immensità di quella flotta che maestosa mostrava i muscoli al suo cospetto. L’enorme cubo cominciò una lenta rotazione che espose un lato del suo corpo ricoperto da brevi ma irti aculei
    “ Cosa diavolo sono quelle sporgenze?” chiese Riker
    “ Ad una prima lettura i sensori rilevano delle forti fluttuazioni toroniche in quella area: Potrebbe essere una nuova arma! “ rispose Bobo scrollando il capo nel disagio di non poter dire di più
    “ Qualunque cosa sia, anche lo stesso giudizio di Dio, io intendo andarmene di qui! Tilk, il tunnel c’è ancora ? “
    “ Naturalmente signore, ci entreremo in 47 secondi “
    La sagoma della piccola nave sembrava sparire nell’intricato schema che i mastodontici duellanti stavano preparando: Di tutte le forme, i colori, le complicate geometrie, gli occhi della plancia erano fissi su quella piccola macchia all’orizzonte, stretta via di fuga da una imminente battaglia dove la ferita Magellano non avrebbe potuto resistere.
    Nel suo incedere elegante e disperato, la piccola Akira vide sciami di sfere lanciarsi in una corsa di cieca pazzia verso l’avversario designato disdegnato quel piccolo inerte boccone. Al suo cospetto si levavano quattro implacabili cubi, così oscuri e misteriosi da non apparire come navi da battaglia, ma piuttosto come l’esatta rappresentazione delle paure che vivevano sopite negli animi degli uomini, e i due diamanti, che troppo leggiadri nella raffinata eleganza delle loro forme, distoglievano dalla loro vocazione distruttiva per far dubitare della loro reale natura ostile.
    Ma più di tutti era il Fusion cube che faceva tremare i polsi a Drizzt. Sentiva di dover accantonare tutte le certezze che anni di insegnamenti della Federazione gli avevano instillato come una certezza, un sicuro dogma a cui aggrapparsi quando le paure si affacciano come il peggiore nemico. Ma era pronto a dimenticare quelle certezze e quelle meccaniche procedure per esporre il suo equipaggio a una azione così assurda? Era pronto a legarsi a una speranza?
    “ Ma perché “ pensò per un istante nella sua mente “ In Accademia non c’è un corso di religione per trovare la forza d’animo utile in questi momenti? Perché ti insegnano qualunque cosa sulla velocità di curvatura e nulla su come avere fede, nulla su come trovare la speranza quando la ragione ha giocato tutte le sue ultime carte”
    Furono gli eventi a spazzare vie dalla mente i fastidiosi mosconi che ronzavano nella mentre del Comandante.
    I Borg aprirono il fuoco con apparentemente tutte le armi disponibili in un unico decisivo attacco, e furono i cubi i primi a mostrare le proprie intenzioni con una densa raffica di siluri, subito seguita dal fuoco insistente delle sfere che già attaccavano con rapide manovre le navi golemiane.
    Nel caos prodotto, adesso enormemente amplificato dalla risposta frenetica e brutale dei Golem, la Magellano continuava la sua corsa più con l’atteggiamento dell’osservatore incuriosito ma indifferente che del combattente che cerca un ruolo nel campo di battaglia: Si potevano scorgere i più piccoli vascelli Borg falciati dalle cannoniere avversarie come i Golemiani investiti dal fragore di scariche di armi energetiche, che squassavano la superficie delle loro navi e disperdevano nel vuoto dello spazio una infinità di detriti, metallico sangue di quel gigante ferito.
    Presto l’aria si riempì dell’odore dei cadaveri morenti. Si poteva quasi percepire il lamento di quelle navi che giacevano straziate in attesa della loro morte, quasi come se quell’intricato groviglio di tecnologia e fredda razionalità potesse prendere adesso l’aspetto di creature fatte di carne, sangue, emozioni e paura. Ma la Magellano non aveva il tempo per imprimersi nella mente quella battaglia decisiva, Riker diede un ultima occhiata a quel puntino luminoso e incitò la sua bambina a quella decisiva galoppata.
    Ma tra la salvezza e la disfatta si parava maestoso come una montagna invalicabile il fusion cube Borg: Per un curioso gioco del destino, l’ammiraglia nemica si ergeva di poco a lato della stretta fenditura impedendo ai fuggitivi qualunque manovra di disimpegno.
    “ Ho l’impressione che dovremo sgattaiolare fin sotto il naso di Cerbero per sfuggire da questo inferno “ esclamò Drizzt “ Speriamo che si riveli un bel cucciolone!”
    “ Scommetto una birra che al nostro passaggio si metterà a scodinzolare!” disse da parte sua Tilk “ Saremo nel tunnel in 10 secondi “ i contorni frastagliati della fenditura ormai preannunciavano il suo cuore azzurro intenso e la strada verso casa.
    “ IL FUSION CUBE STA DANDO ENERGIA ALLE ARMI!!!!!” urlò Bobo a una plancia che non aveva altro da fare che sperare di non essere la vittima sacrificale di quel mostro
    L’immenso cubo si irradiò di una luce gialla diffusa che incominciò a contorcersi in vortici sempre più piccoli e definiti. All’improvviso, da quell’ipnotico spettacolo di forme e colori, sorsero quattro punti luminosi dalla straordinaria brillantezza ai quattro margini della faccia della struttura: Dalle propagini fino a poco prima sconosciute si levarono adesso dei lampi che convogliarono tutta la forza sprigionata dai vortici giallastri che avevano ricoperto la nave, e nello stesso istante in cui i membri della Magellano si resero conto di ciò che stava succedendo, si concentrarono in un ultimo spasmo prima di esplodere in unico raggio di energia diretto verso la piccola nave federale.
    Non poterono far altro che assistere inerti a quella tremenda meraviglia attendendo con rassegnazione la loro fine.
    Ma forse il fato, o le oscure strategie dei Borg, avevano mostrato la loro benevolenza verso la nave di Braga, e la risparmiarono, lasciando che quella onda di distruzione sfiorasse appena la Magellano per dirigersi invece implacabile verso la prua della nave ammiraglia Golemiana, che presto avvolta dalle fiamme e accecata negli occhi, cominciò a ruggire la sua collera con la furia delle sue armi.
    “ DANNI “ chiese Drizzt ancora incredulo di essere vivo
    “ Ci hanno mancato. Il raggio di energia ci ha appena sfiorato indirizzandosi invece verso la prua della ammiraglia Golemiana: Hanno ammaccato un poco la carrozzeria e bruciato la superficie come effetto collaterale, ma a parte questo, nessuno danno è stato prodotto.
    Non ci furono altre parole in plancia come se ancora legati a un incomprensibile sogno i membri della Magellano fossero indotti semplicemente a continuare il loro viaggio. Attraversarono quasi indisturbati la perturbazione varcando la soglia di una tempesta di lampi e vortici bluastri. Ci fu appena il tempi di lanciare un ultima occhiata alla battaglia che alle loro spalle si stava consumando: Lentamente i due titani sparirono dalla loro vista mentre il fragore delle armi era l’ultimo eco che si poteva percepire in lontananza.
    In un silenzio irreale rimasero a contemplare quello spettacolo e a chiedersi cosa avrebbero visto alla fine del tunnel, poi in un lampo si ritrovarono circondati da un fitto spazio buio senza stelle ne pianeti. Vennero colti dal timore di aver sbagliato strada o forse di non essersi sufficientemente allontanati da quei terribili nemici.
    “ Bobo, dove siamo? “ chiese Drizzt
    “ Non lo so signore, i sensori sembrano ancora disorientati dai residui radioattivi del tunnel. Aspetti, rilevo 12 segnali in rapido avvicinamento “ le parole dell’ufficiale erano al contempo una fonte di speranza e inquietudine per i presenti.
    “ Di cosa si tratta? “ chiese di nuovo Drizzt
    “ Non lo so e non posso determinarlo: I sensori ci hanno definitivamente abbandonato”
    “ Allora vorrà dire che capiremo le loro intenzioni con il metodo tradizionale: Se ci sparano non sono amici “ aggiunse Ashram che tentava di comprendere se ci fosse stata la ben che minima speranza di approntare un ultima quanto inutile difesa
    “ Signor Bobo, amplifichi l’immagine in direzione dei vascelli in avvicinamento alla massima magnitudo” nel dire questo N°1 ricadde nuovamente nella sua postazione di comando con la dignità e la compostezza di chi è pronto ad accettare qualunque fortuna gli riservi il destino. Rimase li a contemplare la delicata quiete dello spazio profondo.
    “ LI VEDO! Ma non riesco ancora a distinguerli!!!! “ urlò Riker quasi come le antiche vedette dei velieri pronte a gridare la vista della terra promessa.
    Presto in plancia crebbe un mormorio diffuso di dubbi e paure. In ogni mente crebbe il timore di aver innanzi una nuova minaccia e una definitiva sentenza, e cresceva spasmodica l’attesa amplificata da quelle sagome lontane e indistinte.
    “ Non vorrei essere ottimista ma……” Tilk cercò di spremere ogni risorsa dai suoi occhi cibernetici “ SI!!!!!! SONO SOVEREIGN “ a queste parole la gioia non potè essere trattenuta oltre. Molti risero di felicità, altri si lasciarono andare a un pianto di liberazione, e tutto intorno, molte navi della Federazione, Klingon e Romulane, si costituirono subito a scorta d’onore a quella piccola nave tornata miracolosamente dalle fauci dell’inferno.
    Sul viso di Drizzt sorse coma una alba un sorriso di compiaciuta soddisfazione “ Signor Riker “ disse finalmente dopo aver atteso per tutta la giornata “ Ci porti a casa…..”

    Braga si ritrovò nel buio della sua camera a contemplare il suo D-pad, che come uno specchio, che inclemente e crudele rivela senza ipocrisia la natura di chi ha il coraggio di osservarlo, gli riportava alla mente i dolorosi ricordi dei giorni passati.
    “…… E questi sono gli eventi che hanno condotto la nave Magellano e il suo equipaggio a confrontarsi con la specie dei Golem e a uscirne vivi. Devo tutto il merito di questa operazione al mio equipaggio che si è distinto per coraggio e professionalità, e specialmente al mio N°1 il Sig. Drizzt, che dimostrando il più alto valore in battaglia ritengo debba meritare una promozione e il comando della prima nave disponibile. Ma devo, e credo tutti noi onestamente dobbiamo, ringraziare anche la sorte benevola che ha fatto si che questa missione potesse andare a buon fine. Pensavamo tutti che quella serie di bachi che ha flagellato il nostro computer fosse una incomprensibile anomalia, ma il caso volle che fosse stato una sorta di sabotaggio condotto dal nostro ospite Vulcaniano Nocooh, che critico verso la nostra propensione all’uso di alcolici sintetici e sale olografiche, voleva dimostrarci come fosse migliore la vita senza questi << veleni >>: So che i regolamenti chiederebbero una grave punizione, ma chiedo indulgenza per un atto che apparentemente stupido e pericoloso ha in realtà salvato le nostre vite e quelle di milioni nel quadrante alpha.”
    Braga dovette fare un lungo respiro per trovare il coraggio per scrivere quelle pesanti parole che affioravano nella sua mente.
    “ A malincuore devo inoltre chiedere le mie dimissioni dalla Flotta stellare e dal comando della nave Magellano. Gli eventi a cui ho dovuto assistere mi hanno fatto comprendere un aspetto della Federazione che credevo, anzi speravo, di non dover mai conoscere e la presenza di fattori che contraddicono i fondamenti stessi su cui ho costruito la mia carriera e la mia vita di soldato: Il fatto stesso di scoprire una nebbia di inganni che circonda tutti noi, e che tanto ha condizionato la vita di molti in passato, mi impedisce di continuare a vestire con serenità e decoro quella divisa che fino a poco tempo fa era la rappresentazione di ciò in cui credevo.
    Sono certo inoltre che il Maggiore Nakura farà in modo che le informazioni sull’operazione Golem vengano debitamente secretate e le ultime ore archiviate come una operazione qualsiasi, lasciando che i morti sofferti da ambo le parti siano dimenticati in funzione di chissà quale ragione di sicurezza interna: Un altro deciso motivo per andarmene.
    Oltre ai motivi professionali devo anche aggiungere elementi di natura più squisitamente personali. Ho visto il mio passato riaffiorare portando con se i miei peggiori incubi e le più atroci sofferenze, ho dovuto combattere quei ricordi e veder morire chi ne era messaggero. Non credo al detto che il tempo guarisca tutte le ferite, anzi, reputo che non faccia altro che lasciarle crescere lentamente fino a farle rivivere nel modo peggiore, accentuandone gli aspetti più crudeli e rendendo più deboli dal resisterli.
    Non credo sarò più capace di comandare chi è pronto ad affidare la sua vita nelle mie mani.
    Spero che Drizzt mi sostituisca al comando di questa nave, dormirei sonni più tranquilli.”

    Le ultime parole pesarono pesantemente nell’animo del capitano che sentiva di essere travolto da sentimenti contrastanti che gli dannavano l’anima.
    Da un lato c’era la rabbia e la cieca furia di una vendetta bramata contro quelle ingiustizie, dall’altro una paralizzante malinconia nel ripensare ai giorni felici che si erano tramutati in ore di dolore, e in tutto questo, gli occhi del capitano sembravano rapiti dalla spensieratezza di volti passati che una vecchia foto sapeva ancora trasmettere.
    “ Gomez, KotKoi, Lilnarel, Rizzo, Ho’tlel’ka, Kironof. Tutti i miei compagni di corso, tutti gli amici della mia giovinezza che il destino ha deciso di togliermi. “
    Ripose con cura quel piccolo frammento delle ore più felici. Completò gli ultimi ritocchi al suo rapporto e lasciò quella buia stanza, non mancando però di sentire già un pizzico di nostalgia per quella nave che si apprestava ad abbandonare.
    Percorse rapidamente il lungo corridoio sperando di non incontrare nessuno e di raggiungere il prima possibile la stazione a cui erano attraccati : Gli addii non gli piacevano e rivelare le sue intenzioni non avrebbe fatto altro che rendere il tutto più difficile, ma rimase sorpreso nel ritrovarsi all’improvviso d’avanti Efesto.
    Il Cardassiano si trovava in piedi, al cospetto dell’entrata di un alloggio con in mano quello che sembrava il suo bagaglio personale e con una evidente espressione di disagio.
    “ Consigliere “ chiese Braga che non poteva più evitare quell’incontro “ Cosa ci fa qui da solo? Perché non è con gli altri a festeggiare al bar di prora? “
    “ Capitano! “ rispose Trinak come sorpreso da quella apparizione “ Che piacere rivederla ancora vivo: Louren ha fatto un buon lavoro. Quanto a me, stavo portando le mie cose al mio nuovo alloggio dopo che i Borg mi hanno << sfrattato >> dal precedente, ma devo protestare perché questa camera è piccola, più adatta a un Ferenghi forse. “
    Braga rispose con un sorriso ansioso
    “ Piuttosto lei, signore “ ricominciò Efesto che sembrava aver intuito le intenzioni del capitano “ Come mai è in direzione opposta al bar con in mano un D-pad? Ha il volto preoccupato di chi è ansioso di scappare “
    Quelle parole furono inattese e spinsero Braga a liberarsi di quel precario sotterfugio rivelando le sue reali intenzioni.
    “ Sono le mie dimissioni “ rispose secco “ Ho deciso di abbandonare la Flotta stellare e ricominciare una nuova vita “
    “ Una nuova vita? Ma se voi bravi soldatini della Federazione non sapete fare altro! Su Capitano, lei è una persona troppo intelligente per frasi di questo tipo: Mi faccia contento, mi dica la verità “
    Forse le ferite non ancora rimarginate o la stanchezza di troppe ore senza sonno, ma Braga non trovò la forza per controbbattere a quelle domande con altre scuse.
    “ Se lo vuole sapere, mio fastidioso Cardassiano, sento di essere stato tradito da chi reputavo dalla mia parte: La Flotta stellare si è rivelata un'altra piccola dittatura dove si manipola la buona fede dei suoi figli per i più subdoli scopi. Io non faccio parte più di questo mondo “
    “ Sono contento che finalmente si sia accorto che l’universo non è fatto di santi, ma questo non è un buon motivo per mollare tutto visto che ha ancora molti dalla sua parte “
    “ Cosa intende? “
    “ Si guardi attorno. Tutti in questa nave le vogliono bene e si fidano di lei. Lei dice che ha perso la sua << famiglia >>, ma non si rende conto che per il suo equipaggio è molto di più di un capitano? Gli errori della Flotta stellare sono naturali percorsi verso un sistema migliore, non sia troppo severo con loro “
    Il capitano avvertì come quelle parole stessero scavando nel profondo e stessero portando alla superficie il nocciolo della questione: Cosa veramente Braga voleva
    “ La realtà è che non voglio accettare ciò che è successo: Io non dimenticherò cosa è stato fatto a me e a Iduna “
    “ Ho paura di riuscire a indovinare cosa abbia in mente “
    L’umano fu colto come da un fuoco che gli arse la gola e gli annebbiò la ragione
    “ IO VOGLIO VENDETTA!!!! Io voglio che i colpevoli di tutto ciò siano puniti per quello che hanno fatto, io voglio che il marcio della Federazione sia estirpato, e soprattutto, voglio che mi venga restituita la vita che mi è stata rubata e gli affetti che non ci sono più “
    “ Era questo che temevo “ rispose Trinak mentre dal suo volto spariva il compiacimento per il serrato dialogo “ Non si rende conto che ha incominciato a parlare come Iduna? Devo aspettarmi che si tramuti anche lei in un Golem? “
    “ Non accetto prediche da lei “ Braga sembrava ferito da quelle accuse e mostrava tutto il suo disagio reagendo più d’istinto che soppesando le parole “ Voi Cardassiani siete una specie che ben vive nell’inganno e accetta di buon grado questo marciume: Lo considerate parte del gioco no? Bhè, io non rimarrò qui a guardare inerte e indifferente “
    Efesto rimase li per un secondo nel dubbio se l’uomo che aveva di fronte fosse lo stesso che conosceva, e soprattutto, se ancora la pazzia non gli avesse del tutto corrotto l’anima
    “ E’ vero capitano, la mia gente non è la più indicata a fare la morale sull’onesta e sul modo con cui affrontare la vita, ma io le risponderò raccontandole una storiella: Quando ero soldato a Bajor dedicavo tutte le mie energie nella ricerca di quelli che da piccolo mi avevano trattato come uno schiavo. Li trovai uno ad uno uccidendoli tutti, fino all’ultimo che trovai a casa sua vecchio e disarmato. Questo piccolo uomo non pianse e non supplico per la sua vita, ma mi chiese soltanto il perché di quella mia ricerca. Vendetta risposi, come se questo bastasse e giustificasse ogni cosa, e lui mi disse che la vendetta è uno strano veleno con cui vogliamo uccidere chi odiamo, ma cosa piuttosto grottesca, avvelena soltanto noi stessi, facendoci vivere una esistenza di tormenti, rancori e infelicità.
    Sa cosa successe Capitano? Mi senti un perfetto idiota nell’aver sprecato buona parte della mia esistenza per punire chi era stato semplicemente travolto dalla vita e aveva commesso un errore: Mi girai e me ne andai da Bajor, e oggi sento di dover dire grazie a quel piccolo, vecchio e disarmato uomo.
    E’ stata un dura giornata e scelte così dolorose meritano di essere prese a mente più serena. Vuole un consiglio? Cancelli quel D-pad e vada a dormire o a passare qualche ora in sala ologrammi: Domani potrà decidere meglio della sua vita “
    Braga si senti confuso. Si accorse all’improvviso di essere stato contagiato dallo stesso veleno che aveva lentamente corrotto la vita di Iduna, e prima che quel processo fosse irreversibile, colse il bisogno di accantonare per un istante le sue emozioni mantenendo sgombra la mente dalla tentazione di abbandonare tutto. Guardò il D-pad con gli occhi di chi si accorge del malefico effluvio prodotto da chissà quale oggetto magico, e con un leggero ma sofferto tocco del suo dito, ne cancellò il contenuto lasciando che quello specchio non riflettesse più il dolore che covava nel suo animo.
    “ Da quando i Cardassiani sono i custodi della pazienza e del perdono? “ disse divertito sollevando il capo e mostrando il volto provato dal tormento che aveva dovuto subire
    “ Per fortuna è un difetto che ha colto solo me: La mia specie non ne è stata ancora contagiata “ nel dire queste parole Trinak sembrava dover nascondere una colpa che non sapeva scrollarsi di dosso.
    “ Ma ora che ci ha rivelato alcuni dei segreti che custodiva non teme di non avere più << polizze assicurative >> con cui ricattare i suoi nemici “ chiese il Capitano nel tentativo di mettere a nudo quella che credeva una disinvoltura solo superficiale
    “ Non si preoccupi. Ho ancora molto materiale per arrecare danni a chi mi minaccia, e da quello che ho visto non c’è nemmeno molto da faticare con la Flotta stellare: Riescono già da soli a mettere a repentaglio le loro vite, e ogni mio contributo risulterebbe, come dire, superfluo. E poi c’è lei che mi protegge, no? “
    Braga tirò un respiro come per riordinare le idee “ E adesso lei cosa farà, andrà a festeggiare al bar di prora con gli altri ? “
    “ O no, mi piacerebbe ma devo mettere a posto le mie cose e incontrare un Ferenghi che ha della merce da propormi: Lei non immagina quanto sia difficile trovare dei boxer in seta Cardassiana in questa parte del quadrante! Per quanto riguarda i festeggiamenti…. Ho preso in prestito dalla camera del Sig. Worf alcune bottiglie di vino di sangue e penso di scolarmele con calma più tardi. Se permette, adesso dovrei andare “
    “ Certamente “ i due si congedarono reciprocamente lasciando Braga solo nel corridoio con la sola compagnia dei suoi dubbi.
    Cominciò a camminare lungo i corridoi lasciando che fossero i suoi piedi a decidere il percorso. Vagando per qualche minuto si ritrovò senza accorgersene al cospetto della sala ologrammi, che invitante e misteriosa, sembrava l’unica soluzione per distrarre la sua mente dai fantasmi che la tormentavano.
    Varcò la soglia ritrovandosi in quella spoglia camera dove la voce metallica e compassata del computer chiedeva dolcemente un comando.
    “ Capitano Braga, riavvio il programma << Duello finale sulla morte nera >> dalla ultima posizione salvata ? “ chiese la voce femminile
    L’umano rimase assorto nei suoi pensieri
    “ Capitano Braga ripeto, riavvio…….”
    “ No! “ esclamò “ per oggi ho visto duelli mortali a sufficienza. Attiva dall’archivio musicale Beethoven, sonata per piano numero 8 in C minore, opera 13 la Patetica “ pochi segnali furono la risposta del computer a quel comando, e subito la sala si trasformò in un sontuoso teatro del 18 secolo.
    Braga sprofondò nella comoda poltrona del suo palco laterale, e mentre le dolci note cominciavano ad accarezzargli l’animo facendogli socchiudere appena gli occhi, sfiorò per l’ultima volta quella foto ormai logora lasciando che quei volti sereni rimanessero soltanto le immagini di un passato felice.
    Un altro giorno di lavoro era finito…

  10. #285
    eric_starbuck
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Bravo... non ci sono altre parole....




    è stato pure sveglio tutta la notte pur di non lasciarci a secco per tutta la sua sbronza alla Carlsberg.

  11. #286
    Il Niubbi L'avatar di Lt worf
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Complimeti Efesto tu dovresti scrivere coclusione fantastica anche se adesso mi rivengo a prendere le mie bottiglie di vino cardassiano beone

    AHH un ultima cosa .....


    " KHAAAAAA-LEEEEEEEESSS"



    complimenti ancora

  12. #287
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiii

    Non mi vengono altre parole, accidenti!!
    Mai pensato di darsi alla letteratura come lavoro??


  13. #288
    La Borga L'avatar di Tailong
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Come promesso, passato il clamore per Nemesis, questo splendido topic torna toppato...

  14. #289
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Visto che nessuno scrive da un po'... bè accontentatevi dalle mie tre frasi buttate lì a casaccio. Mi piacerebbe ricevere via messaggi privati suggerimenti per la continuazione sia da parte degli interessati sia da coloro che , per adesso , non sono coinvolti: prendetelo come un esperimento per una specie di libro game. Io so benissimo come andrebbe avanti ma mi piacerebbe sentire secondo voi cosa è successo e come si svilupperà la cosa, magari avrete idee che a me non sono venute in mente.

    TITOLO: "Perduti"
    PARTE: Prima


    La luna splendeva alta e piena nel cielo terzo della notte affievolendo col suo bagliore lo sfavillio delle stelle. La sottile e gelida brezza faceva frusciare i rami degli alberi che li circondavano mentre brividi di freddo, e non solo, percorrevano le loro schiene.
    - Questa sì che è una sbronza! - Esordì Efesto, il primo a ritrovare le parole davanti a quello spettacolo inatteso
    - Dal Bar di Prora sorseggiando un fantastico boccale di birra romulana, ad un bosco a morire di freddo, tutto in un batter di ciglia. -
    Il Capitano Braga si limitò a fissarlo con espressione confusa: un attimo prima si trovava sulla plancia della Magellano e stava ordinando a Worf di aprire un canale con la nave di ricerca Prometeo ed adesso la notte di chi sa quale pianeta di classe M incombeva intorno a lui.
    Improvvisamente il movimento di qualcosa nel sottobosco fece frusciare alcuni cespugli poco lontano e la mano dell’Ammiraglio Tai Long andò veloce al fulminatore trovando… niente: non avevano armi ma per fortuna niente si avvicinò a loro.
    - MA che cavolo… - il Sig. Tilk rese evidente a tutti che stava ancora studiando le espressioni gergali umane del XXI secolo uscendosene con questa esclamazione dopo aver cercato il suo trycorder e non averlo trovato.
    - Signore, non abbiamo neanche i comunicatori – fu la ciliegina sulla torta aggiunta da un sempre più preoccupato Riker.
    - Cerchiamo di non perdere il controllo dei nervi - commentò Braga ritornato padrone di sé
    - Facciamo il punto della situazione: dove siamo? -
    - Sulla Terra del I secolo dc - Fu la pronta risposta dell’ufficiale di rotta che indicò le stelle al suo Capitano quando questi gli rivolse uno sguardo interrogativo - Direi che è pieno inverno e che ci troviamo in Germania. -
    - Che ora è? - commentò subito, sardonico, Efesto ma le sue frecciatine non ottenevano mai il risultato desiderato quando erano rivolte all’androide che anche in questo caso si limitò a rispondere atono
    - Posso darle quella della nave, se desidera. Il mio orologio interno non ha perso un secondo e non ha registrato malfunzionamenti. -
    - E come ci siamo finiti sulla Terra del passato dalla Magellano senza nessun preavviso?
    E perché non abbiamo phaser, comunicatori e trycorder oltre ad essere vestiti con questo ridicoli e sporchi abiti? –
    Fece notare Tai Long che cominciava a perdere la pazienza.
    In effetti le loro uniformi erano scomparse per essere sostituite da rozzi e ruvidi pantaloni, tuniche trasandate e consumati mantelli.
    - Per giunta chi ha fatto questi stivali non doveva aver ben compreso la differenza tra il piede destro e quello sinistro! -
    - Almeno lei è armato, Signore - gli fece notare Riker indicando la grezza spada che pendeva al fianco dell’Ammiraglio nel suo fodero consunto.
    Sentendosi subito meglio egli la estrasse e costatò con orrore quanto la lama avesse perso il suo filo e fosse stata preda dell’incuria oltre che di una fabbricazione grossolana. Comunque era sempre meglio di niente.
    - Abbiamo diversi problemi da affrontare ma credo che il più immediato sia che non possiamo rimanere qui a gelare e la legna che ci circonda è fradicia, dobbiamo essere arrivati dopo la fine di un bell’acquazzone!
    Trovare un riparo diventa primario ma l’aspetto di alcuni di noi potrebbe causare una caccia ai demoni in questa regione primitiva. Consiglio che l’Ammiraglio e Efesto si calchino bene in testa il cappuccio del mantello prima di muoversi in qualunque direzione… Già, in che direzione? – Chiese Braga girandosi attorno ma scorgendo solamente le tetre figure degli alberi.
    - Di là - rispose con sicurezza Trynak indicando un punto apparentemente scelto a caso.
    Poi aggiunse, come per un ripensamento
    - Non chiedetemi come faccio a saperlo, lo so e basta! -
    Improvvisamente Riker se ne uscì con una frase che implicava delle considerazioni che ancora nessuno aveva fatto
    - Computer, termina programma… -
    Quando non successe niente egli alzò le spalle
    - Bè, valeva pur la pena di tentare: poteva anche essere che qualcuno, sulla nave, preda di un eccesso di alcool, ci avesse voluto fare uno scherzo. Sembra non essere così, peccato: mi sarei divertito a mettere le mani sul colpevole. -
    Non sapendo cos’altro fare e ritenendo che, in effetti, rimanere lì sino a diventare ghiaccioli non fosse una scelta saggia, il gruppo si avviò di buon passo nella direzione indicata con tanta sicurezza dal Cardassiano.
    Apriva la fila l’Ammiraglio Tai Long con la sua inadeguata arma saldamente brandita dalla mano destra.




  15. #290
    eric_starbuck
    ospite

    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Allè una nuova scrittrice!

    Bell'inizio! Qui ci scappa il primo contatto con la dottoressa! oppure l'incontro con la dottoressa del passato... mi intriga!

    Ho fatto male a scegliere di essere il capo teletrasporto... non ci sono mai nelle storie... pazienza...

  16. #291
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Ho poco da fare e vi concedo un altro pezzettino.
    Domani vedrò di scriverne uno un po' più lungo.

    PERDUTI

    PARTE: Seconda

    Camminarono per quelle che parvero ore (Tilk avrebbe potuto dire esattamente quante se qualcuno se la fosse sentita di chiederglielo) quando finalmente arrivarono su una strada.
    Più che una strada era un sentiero, in realtà, che non doveva essere stato percorso neanche da carri o cavalli più di una volta all’anno. Guidati dalla strana ma sempre più forte intuizione di Efesto, lo imboccarono arrivando in breve tempo in vista di alcune fioche luci in lontananza, probabilmente un villaggio.
    - Tilk – disse il Capitano – Lei pensa di essere in grado di farsi capire da questa gente? Con i comunicatori abbiamo perso anche il traduttore universale. -
    - Conosco il latino alla perfezione - rispose ovviamente questi – ma credo che non ci servirà a molto se non incontriamo uno studioso o un religioso: nel medioevo la lingua si era talmente distorta da diventare una miriade di dialetti completamenti diversi gli uni dagli altri e spesso incompatibili tra loro, senza contare che… -
    - Va bene, va bene, abbiamo capito – Lo interruppe Riker a parole prima che l’Ammiraglio lo potesse fare in maniera più rude.
    Trovando la forza di sorridere nonostante il freddo e la stanchezza, Braga si affrettò ad appianare la disputa che si sarebbe potuta accendere tra i membri sfiniti della sua ciurma
    - Benissimo, Tilk, sono sicuro che farà del suo meglio. Non ci rimane altro che sperare che siano tipi molto religiosi -
    E poi aggiunse sottovoce - Oppure no… - osservando le figure di Tai Long e Trynak malamente coperte dai mantelli.
    Il villaggio si rivelò decisamente misero: un’accozzaglia di casupole sorte alla rinfusa vicino a quella che sembrava una fonte di acqua pura. Nessuno si aggirava a quell’ora tarda e la luce che filtrava dalle aperture (non si potevano certo chiamare finestre) proveniva da poveri fuochi che ardevano in camini appena abbozzati con delle pietre o addirittura da braci che, ancora arroventate, si stavano lentamente spegnendo.
    Nella costruzione più grande, però, la luce era più intensa, come se il fuoco fosse ancora ben vivo e abbondante. Avvicinandosi poterono udire delle voci all’interno anche se era impossibile comprendere ciò che veniva detto a causa dei rumori di fondo che le soffocavano.
    Braga guardò i suoi compagni: Tai Long e Tilk sembravano reggere piuttosto bene, Riker e lui stesso erano sfiniti mentre il Cardassiano era sull’orlo del collasso causato dal freddo praticamente intollerabile alla sua razza.
    Prese allora una decisione e, dopo aver fatto cenno agli altri di tornare al limitare del bosco e nascondersi, si diresse con passo sicuro, seguito da Tilk, nella direzione dell’unica abitazione dove sapevano che avrebbero trovato qualcuno sveglio.
    Bussò alla porta dopo aver raccomandato all’androide di stare attento a ciò che avrebbe detto, che si sarebbe dovuto comportare secondo la Prima Direttiva.
    Un silenzio allarmato calò nella sala interna e durò alcuni interminabili minuti: nessuna voce, nessun movimento.
    Poi la porta si spalancò improvvisamente e tre uomini irsuti, sporchi e dalla corporatura imponente si pararono loro innanzi, le armi in pugno e il volto truce.
    Dopo alcuni istanti di ulteriore silenzio uno di loro parlò generando più stupore di quanto non fosse riconducibile al contenuto del suo breve discorso di benvenuto
    - Chi siete e cosa cercate qui? - furono le sue perfettamente comprensibili parole.
    Colto di sorpresa Braga esitò soltanto un attimo ma la Flotta Stellare sceglie bene i suoi Capitani e si ricompose subito
    - Siamo stati colti impreparati dalla notte e cerchiamo asilo: la serata è fredda e noi siamo stanchi. Chiediamo solo un luogo dove poter attendere l’alba e riprendere il nostro cammino. -
    I tre rimasero a fissarlo interdetti poi si scambiarono alcuni rapidi sguardi e gli fecero concitati gesti di entrare
    - Venite dentro, venite dentro in fretta razza di folli fortunati. -
    Li apostrofò un altro
    - Non siamo soli… con noi ci sono degli uomini che… -
    - Chiamateli pure ma muovetevi: non terremo aperta questa porta più dello stretto necessario -
    Rapidamente Tilk corse verso il bosco tornando con gli altri anche se Tai Long era costretto a sorreggere Efesto che, infine, era crollato.
    Appena furono entrati gli uomini sbarrarono la porta come meglio poterono e si rilassarono in maniera evidente.
    - Venite qui, lasciatemi dare un’occhiata al vostro amico: sembra che non stia troppo bene. -
    Prima che chiunque potesse intervenire il cappuccio di Trynak fu lasciato cadere sulle sue spalle rivelando le creste che caratterizzano l’anatomia cardassiana.
    I federali erano adesso pronti a fare ciò che avevano sperato di poter evitare… combattere.
    - E’ mezzo congelato, poveretto, portiamolo vicino al fuoco. – Fu però l’unico commento che la vista dell’alieno produsse in quei rudi uomini del passato.
    I membri dell’equipaggio della Magellano si scambiarono delle occhiate piene di sorpresa e l’Ammiraglio decise di tentare un esperimento togliendosi a sua volta il cappuccio… nessuno lo degnò di un secondo sguardo.
    Riker prese ad aggirarsi per la stanza battendo leggermente sui muri e sussurrando all’aria
    - Computer… Computer… lo vuoi terminare o no questo programma? -



  17. #292
    Il Niubbi L'avatar di Lt worf
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Dottoressa mi raccomando continui la storia si fa interessante

  18. #293
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Lt worf ha scritto mar, 22 luglio 2003 alle 13:19
    Dottoressa mi raccomando continui la storia si fa interessante
    Purtroppo mi sono vista costretta a rassegnarmi ad un po' di ritardo nell'invio della terza parte: l'infermeria ha una fila che arriva direttamente alla plancia!!
    Ma che avete da essere tutti ammalati in 'sti giorni?!!

    (Traduzione: sono sommersa di scartoffie in ufficio)



  19. #294
    Lo Zio L'avatar di EFESTO
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    MA COMPLIMENTI!!!!!!!!
    Dottoressa Lei continua a sorprendermi! Dopo avermi tirato un paio di ceffoni in Emet e aver sfoderato doti alla Matrix adesso scopro che ha una innegabile capacità letteraria.
    Brava, la storia stuzzica come un crostino toscano prima di cena e preannuncia sviluppi continui....

    Continui così!

    Ps.
    Capitano Braga, visto il successo dell'angolo dello scrittore, che ne dice se cambiamo il nome della nave in J.R.R. Tolkien o G. Orwell ?

  20. #295
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Signori, suonate le trombe: ce l'ho fatta!!
    Ecco la nuova e certo non ultima parte di "Perduti"

    PARTE: Terza

    I cinque compagni si sistemarono intorno al fuoco non appena Braga ebbe recuperato Riker, prima che fosse scambiato per un folle nel suo aggirarsi apparentemente privo di senso.
    I loro tre ospiti, dopo aver aggiunto della legna per aiutarli a scaldarsi sparirono dietro una porta.
    Rimasti soli l’Ammiraglio invitò gli altri a dire la loro
    - Considerazioni? -
    Tilk fu, ovviamente il primo a rispondere:
    - Signore, tutto ciò che ci circonda potrebbe essere “originale”: non ci sono discordanze né contraddizioni se analizziamo il tutto con le conoscenze che abbiamo di questo periodo storico… -
    - Certo – Lo interruppe Riker – A parte il fatto che ci capiamo perfettamente parlando due lingue lontane millenni e che hanno accolto il loro primo contatto con degli alieni con incredibile sangue freddo. -
    Rivolgendosi al suo Capitano – Signore, tutto questo è riconducibile solamente ad un programma olografico ricreativo.
    Avete notato poi che strana atmosfera? Mi sembra di essere in un racconto dell’orrore! –
    Braga annuì pensoso
    - In effetti hanno paura di qualcosa… -
    Tai Long concluse la frase a modo suo
    - Altro che paura, sono terrorizzati! Non che la cosa sia così strana per degli umani… - poi, forse ripensandoci - … presenti esclusi, ovviamente. -
    - Ovviamente – commentò con un sorriso cinico sulle labbra che stavano solo adesso riacquistando colore, Efesto.
    - Comunque – continuò insolitamente serio – sento che siamo qui con uno scopo ed ho l’impressione che fino a quando non lo porteremo a termine non ci sarà permesso di tornare alla nave… -
    La porta si aprì nuovamente e due degli uomini che li avevano accolti tornarono verso di loro accompagnati da una donna avanti con gli anni e da un vecchio canuto.
    Mentre quest’ultimo li osservava a distanza, furono loro offerte delle ciotole fumanti di quello che somigliava solo lontanamente ad un minestrone di verdura. Più che minestra si poteva definire “brodaglia”: solo pochi vegetali galleggiavano in un mare di “acqua sporca”.
    L’insipido cibo ebbe però l’effetto di finire di scaldare i loro corpi indolenziti e di riattivare la circolazione in tutte le estremità, Tai Long arrivò persino a doversi togliere il mantello per non soffocare.
    Una volta che si furono rifocillati la donna, e quelli che probabilmente erano due dei suoi figli, uscirono dalla stanza lasciando solo il vecchio che continuava a fissarli in silenzio.
    Dopo alcuni imbarazzanti momenti Braga fece per parlare ma egli lo prevenne
    - Cosa volete da noi? -
    - Come ho già spiegato ai suoi figli – la somiglianza era talmente evidente che il Capitano della Magellano si sentì di rischiare – siamo stati sorpresi dalla notte e cercavamo un riparo. Domani mattina ripartiremo e non vi disturberemo oltre. Volevo ringraziarvi per la vostra squisita ospitalità: io e i miei compagni avremmo molto sofferto senza il vostro aiuto. -
    E il vecchio fece una cosa strana… scoppiò a ridere
    - Sofferto? Ah, sì, certamente avreste sofferto ma temo più di quanto pensiate. -
    Riker non riuscì a resistere alla tentazione di porre la domanda che si agitava nella mente di tutti loro
    - Cosa è che vi spaventa così tanto, buon uomo? Forse potremmo fare qualcosa per voi se vi confidaste… -
    Il vecchio li fissò un momento pensoso poi, infine sussurrò – Forse sì, forse potreste veramente fare qualcosa per noi…-
    A voce alta e avviandosi nuovamente verso la porta
    - Riposate adesso, ne riparleremo domani mattina, quando tutti saremo più tranquilli -
    Poi, senza aggiungere altro si ritirò lasciandoli ad attendere l’alba nella solitudine della sala.
    Il gruppo era stanco e Tilk, che non aveva bisogno di reale riposo, si offrì di vegliare sul loro sonno.
    Aveva appena cominciato ad albeggiare quando il villaggio, e con esso la casa di cui erano ospiti, riprese vita:
    gli uomini andavano a lavorare mentre le donne e i bambini cominciavano ad accudire alla casa e alle poche bestie che li rifornivano di uova e latte.
    La colazione fu portata dalla stessa donna della sera precedente e la consumarono tutti insieme nella grande sala. Adesso che la notte era finita i volti dei loro ospiti apparivano molto più rilassati ed addirittura i tre fratelli scherzarono tra loro prima di uscire armati di grosse ma rozze asce da boscaiolo.
    La donna, che era rimasta sempre in servile silenzio, portò tutto in quella che doveva essere la cucina per provvedere a lavare le vecchie e consunte stoviglie di legno.
    Rimasti soli con il vecchio Braga decise che era giunto il momento delle spiegazioni:
    - Aveva promesso di dirci qualcosa prima che si lasci la sua casa che ci è stata gradito rifugio -
    Il vecchio divenne improvvisamente serio e sbiancò visibilmente. Poi, con voce inizialmente esitante ma che si fece via via più sicura
    - Io non posso dirvi molto ma posso indirizzarvi in un luogo dove abita qualcuno che sarà felice di chiarirvi la nostra situazione. Il castello non è lontano, solo mezza mattina di cammino su un sentiero facile e ben tracciato. -
    Detto questo indicò, attraverso la finestra, la via che si allontanava dal villaggio nella direzione opposta a quella da cui i cinque lo avevano raggiunto la notte precedente. –
    Poi, senza attendere altro, si alzò e si avvicinò alla porta che si apriva sull’esterno
    - Vi prego di andare, adesso, la vostra presenza potrebbe dare adito a chiacchiere da cui io non mi vorrei dover difendere. -
    Fu così che i federali furono bruscamente sbattuti fuori senza una vera spiegazione.
    Si guardarono tra loro un po’ interdetti prima che l’Ammiraglio chiedesse
    - Allora, cosa facciamo adesso? -
    - Sento che dobbiamo comunque andare in quella direzione – fu il commento dell’ “imbacuccato” Efesto
    - Perché dunque porsi problemi? Andiamo a vedere che c’è al castello. -

    Mentre si allontanavano dalla casa e imboccavano il sentiero che in effetti si rivelò largo e ben battuto, una figura dai capelli bianchi li fissava dalla finestra.
    - Perché lo hai fatto? -
    La voce di sua moglie lo fece sussultare
    - Perché? Mi chiedi il perché, donna? E’ ovvio: l’ho fatto per proteggere i ragazzi della nostra comunità, a chi importa di cinque, strani, forestieri? -


  21. #296
    Il Niubbi L'avatar di Lt worf
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Bene bene dottoressa andiamo sullo star trek Horror

    brava continui così

  22. #297
    Il Fantasma L'avatar di sir_louren
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    Incredibile: mi hanno lasciata sufficientemente libera da permettermi di scrivere un'altro pezzo... potrei attendere a mandarvelo ma non resisto ad aspettare di sapere cosa ne pensate!

    "PERDUTI"

    PARTE: Quarta

    La mattina si rivelò serena e, grazie al sole che splendeva su di loro, la temperatura si mantenne entro limiti accettabili anche per il freddoloso cardassiano. Il bosco li circondava rigoglioso e le piccole creature che lo abitavano si muovevano, indaffarate, nel sottobosco: se non fosse stato per la strana serie di avvenimenti in cui erano stati coinvolti, avrebbero anche potuto pensare di starsi godendo la meritata vacanza. Invece la precarietà e inspiegabilità della situazione li faceva sentire tesi e nervosi.
    Diverse radure si aprivano lungo l’agevole sentiero rivelando il cielo di un blu intenso anche se gelido e fu proprio attraverso uno di questi squarci tra le fitte fronde degli alberi che, dopo esattamente tre ore, 24 minuti e 37 secondi (come Tilk non mancò di comunicare per la gioia di Trynak), su di una collina dai fianchi scoscesi si stagliò un grande castello.
    La costruzione aveva un aspetto solido e ben curato, la pietra chiara di cui era composto brillava come marmo grazie al riverbero del sole e le quattro torri che si ergevano agli angoli delle mura, si protendevano come snelle ed eleganti dita verso la volta celeste.
    - Siamo quasi arrivati a casa… – esordì Efesto e la sua voce suonò stranamente distante e atona alle orecchie dei suoi compagni di viaggio.
    Si girarono a guardarlo e videro che i suoi occhi sembravano catturati e perduti mentre contemplava la grande e splendida costruzione. Poi il cardassiano si riscosse e li guardò a sua volta stupito
    - Che avete da fissarmi così? – Chiese con curiosità.
    - Lei ha detto che “siamo quasi arrivati a casa” – rispose l’androide riproducendo perfettamente la sua voce - Che significa? -
    - Io? Ma io non ho detto assolutamente niente… - Trynak fece vagare gli occhi dall’uno all’altro - … vero? -
    Aggiunse con voce un po’ più dubbiosa.
    - Misteri, paure… comincio ad avere la sua stessa impressione Riker: sembra di essere in un romanzo olografico dell’orrore e pure piuttosto classico e scadente. – la voce del Capitano Braga suonava, almeno all’apparenza, tranquilla mentre nella sua mente le domande si susseguivano ad interrogativi sempre nuovi e tutti, rigorosamente, privi di risposta.
    L’Ammiraglio impugnò la sua malandata arma e si mise alla guida del gruppo
    - Non abbiamo ancora sufficienti dati per produrre delle ipotesi attendibili. Anch’io propendo per una simulazione olografica ma non ne capisco lo scopo né riesco a pensare ad un modo in cui siamo potuti giungere qui: credo che almeno Tilk si sarebbe accorto se fosse stato teletrasportato… - il Klingon guardò l’altro che annuì
    - Se fosse stato fatto con un congegno con le stesse caratteristiche di quelli conosciuti me ne sarei accorto di certo ma, in caso contrario, non posso assicurare che i miei sensori, seppur superiori a qualsiasi senso umano, cardassiano o klingon, sarebbero potuti essere in grado di registrare qualcosa. -
    Gli androidi sono così puntigliosi che raramente se la sentono di dare certezze.
    - Se è un racconto horror ed effettivamente, come dice Efesto, dobbiamo risolvere l’enigma per uscirne, non ci rimane che comportiamoci di conseguenza. – Decise Braga avviandosi, senza esitazioni, verso il castello.
    Una buona mezz’ora dopo si trovarono così davanti al grande cancello che custodiva l’apertura delle imponenti ma eleganti mura. Il cortile interno della costruzione brulicava di vita: servitori in elegante e curata livrea si aggiravano totalmente presi dai loro compiti. Uno di loro, evidentemente incaricato di accogliere eventuali ospiti,gli si avvicinò e, nonostante lo stato trasandato degli abiti che vestivano, li salutò con un elegante inchino cercando di ignorare la spada che Tai Long brandiva.
    - Benvenuti a Castel Ferinor, signori, posso forse esservi di qualche aiuto? -
    L’Ammiraglio, grazie ad un’innata dote per la diplomazia così rara tra i Klingon, rinfoderò la trasandata arma che non era certo la risposta più consona ad un così cortese benvenuto.
    - Dal villaggio ci hanno indirizzati qui: credo che desiderino che noi si parli con il signore di questo maniero e, dopo aver ammirato il suo splendore, non nego che anch’io bramo l’onore di porgergli i miei omaggi. -
    Tilk si attirò, con questa frase, gli sguardi stupiti degli altri ed il sorriso raggiante del servo.
    - Prego, seguitemi, sono sicuro che il mio padrone sarà felice di incontrarvi! -
    Con passo aggraziato li guidò verso il grande portone del massiccio mastio.
    - Capitano, ha detto lei che ci dobbiamo attenere alla parte… - Tentò di giustificarsi per il suo intervento l’androide
    - Ha fatto bene Tilk, non si scusi. – Fu la risposta del superiore.
    Il salone in cui furono fatti entrare era ombroso e fresco, la debole luce filtrava attraverso colorate vetrate raffiguranti scene di duelli, battaglie e splendide fanciulle; grandi arazzi decoravano le pareti e un tappeto di velluto rosso si stendeva dalla porta su su fino alla cima delle scale che torreggiavano davanti a loro.
    - Prego, attendete qui, vado ad avvertire il padrone della vostra visita. -
    Detto questo il servo si dileguò su per le scale per tornare dopo solo pochi secondi
    - Verrà subito, riceve così poche visite che la prospettiva di parlare con persone sconosciute lo rende sempre felice. -
    Il valletto tornò verso il cortile lasciandoli nella grande sala ad attendere.
    - Lasciate parlare me – sussurrò Braga – cerchiamo di cavarcela con una certa diplomazia e senza fare la figura dei bifolchi ignoranti… Tilk, mi aiuti se le sembro in difficoltà . -
    Due giovani donne scesero dai lati della scalinata e in mezzo a loro, arretrata di alcuni passi, con incedere lento e nobile, una figura esile e splendente sorrideva loro.
    I lunghi capelli bianchi erano raccolti in un’elegante acconciatura da cui sfuggivano, con mirabile eleganza, alcuni riccioli, il corpo flessuoso era fasciato in un abito nero damascato con filiformi motivi in oro che lasciava scoperte le spalle dalla pelle talmente pallida e luminosa da rivaleggiare con stessa luna. Ma erano i suoi occhi a lasciare sgomenti:
    il loro colore castano-verde, e a loro così familiare, era totalmente discordante con la loro totale mancanza di calore o vita.
    - Benvenuti nella mia casa -
    La voce della figura era talmente melodiosa da stringere il cuore ma così fredda da far scorrere sulla loro pelle un brivido involontario.

    La porta si aprì e l’uomo si avvicinò alla figura che trafficava intorno ai letti dell’infermeria
    - Allora dottoressa, è giunta a qualche risultato? Come stanno? – Drizzt aveva cercato di mantenere neutra la sua voce ma sapeva bene che non sarebbe mai riuscito ad impedire alla preoccupazione di trasparire.
    - Stabili, Comandante: la situazione non è minimamente cambiata e nessuno di loro corre pericolo di vita – la donna indicò i cinque letti su cui giacevano il Capitano, il Timoniere e l’ufficiale di rotta della Magellano insieme all’Ammiraglio Tai Long e al consulente diplomatico Trynak.
    - A parte, ovviamente, il fatto che non hanno ripreso conoscenza qualunque cosa io abbia tentato di fare, stanno tutti benissimo. -
    Si avvicinò ad un sesto lettino – Mi sono molto preoccupata fino a quando non ho letto la sua scheda medica ma anche le sue condizioni sono invariate: la dottoressa Louren è esattamente come dovrebbe essere… morta. –


  23. #298
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    'Cipicchia! (vinco il premio come commento letterario più corto dell'anno)

  24. #299
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    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    EFESTO ha scritto mar, 29 luglio 2003 alle 09:54
    'Cipicchia! (vinco il premio come commento letterario più corto dell'anno)
    Azz... (battuto ).

  25. #300

    Predefinito Re: Star Trek MAGELLANO

    vedo con piacere che avete prodotto molto mentre ero via ora dovrò rimettermi alla pari.

    ricordo che il sito verrà ripristinato fra non molto

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