Caspiteronzola, ieri sera mi sono imbattuto in una notizia di quelle che avrebbero potuto essere utilizzate come uno dei (pochi) argomenti a favore del nostro hobby preferito. State un po' a sentire: l'ospedale psichiatrico di Aarhus, in Danimarca, ha deciso di utilizzare Counter-Strike in un progetto di ricerca terapeutico che riguarda le depressioni a lungo termine. Lì per lì, messa in questo modo, mi ero entusiasmato - e non poco - all'idea che qualche medico avesse deciso di sperimentare un approccio diverso ad una delle malattie più brutte di questo secolo.
Mi figuravo spiegazioni scientifiche su quanto i videogame stimolino il giocatore a dare il meglio di sé per vincere, lo scuotano a livello emozionale, tirino fuori insomma quella grinta che le persone depresse non hanno più. Ancor meglio quando, come nel caso di Counter-Strike, il "successo" (leggasi vittoria in uno scontro) dipende dalla collaborazione tra i diversi membri di un team. Insomma, le basi per una dissertazione scientifica sulla valenza degli shooter cooperativi c'erano tutte.
Purtroppo l'articolo prosegue in maniera meno esaltante di quanto mi aspettassi, dicendo che il programmatore Christian Güttler svilupperà una versione speciale di CS per l'ospedale (un mod, per dirla breve) nel quale verranno rimossi tutti i contenuti violenti (ahh), lasciando invariato il resto. Il dottor Poul Videbech intende utilizzare le mappe di gioco per mettere alla prova le capacità di orientamento dei suoi pazienti, che la depressione evidentemente diminuisce (non ne so molto, lo ammetto). Peccato... Sarà per la prossima volta... Vi immaginate che bello, avreste potuto dire a vostra madre una cosa del tipo «sono un po' giù di corda, ho bisogno di giocare qualche ora a Counter-Strike... Me l'ha detto il medico». ^__^