Il miglioramento delle condizioni sanitarie e nutrizionali non sono l'unico motivo per cui viviamo di più, e forse non sono neanche il principale.
Il perché é presto detto: poniamo per ipotesi che un individuo abbia una tara genetica che lo porta a sviluppare malattie gravi che compromettono la sua capacità di sopravvivere o comunque di riprodursi oltre una certa età. Se nella società gli individui tendono a riprodursi in un età precedente a quella critica, nulla farà in modo che questa tara non si diffonda.
Mettiamo ora che un mutamento nelle usanze sociali faccia si che l'età riproduttiva ottimale si sposti di qualche anno: a questo punto la tara genetica avrebbe più possibilità di manifestarsi, con la conseguenza che sarebbero preferiti gli individui esenti. Il risultato è che la vita nedia della popolazione si allunga.
Potrebbe sembrare banale ma spiega molte differenze culturali tra i paesi emergenti e i paesi avanzati.
Pensiamo alle differenze di "percezione" dei matrimoni tra persone giovanissime tra i due tipi di paese, o le differenze di età del consenso.
Un'altra domanda che viene da farmi é se il processo potrebbe portare ad una vita media lunghissima (centinaia di anni) nel lungo periodo, o addirittura in un orizzonte temporale lunghissimo alla vita eterna e quindi alla non riproduzione.