/Agreedanche solo a partire da una radicale riforma dell'insegnamento della filosofia alle superiori, ché ora come ora è assolutamente inutile (il liceale medio conosce a menadito i pre-socratici, ma non sa cosa sia l'epistemologia): http://www.leparoleelecose.it/?p=12904
Alla "cosa pubblica" si accede tramite titoli ed esami. Ora: volendo e sottolineo volendo si potrebbe ampliare la questione dei titoli per far si che, la qualità dei propri studi emerga su altri parametri che non siano quelli del mero voto di laurea.Su questo spendo una risposta a parte, spostando leggermente il focus del problema.
Pur essendo vero che la scarsa retribuzione dei posti pubblici è sicuramente un fattore del circolo vizioso, un fattore da non sottovalutare nel degrado continuo della nostra classe di "civil servant" è anche il famigerato "valore legale" della laurea.
Si tratta di un intervento anti-mercato dagli effetti devastanti, soprattutto per lo stato e la qualità del suo servizio civile.
Perchè dico questo?
Perchè c'è una parte che da questa normativa è vincolata (la pubblica amministrazione) ed un'altra che non lo è (tutto il resto).
Ora, ammettiamo che ci siano due tizi: Tazio e Fazio, entrambi laureati con 110 in scienze del forum. Tazio però si è laureato in corso ad una delle più prestigiose e difficili facoltà d'Italia. Fazio invece aveva iniziato alla facoltà difficile e prestigiosa, ma visto che non ce la poteva fare, si è spostato all'università di Castel Brusignano Minore, dove l'impegno medio richiesto è MOOOLTO minore, i corsi sono più facili, ed alla fine ha ottenuto lo stesso risultato.
Quando Tazio e Fazio si affacciano sul mercato del lavoro, al netto di tutte le altre differenze che possono giocare un ruolo ovviamente fondamentale, è qui che entra in gioco il circolo vizioso.
Perchè Tazio e Fazio per lo sHtato, che assume a concorso, sono assolutamente uguali e meritevoli. (Persino se Fazio si è laureato in 10 anni e Tazio in 5).
Se Tazio e Fazio invece si presentano da una impresa privata, sempre al netto di tutto il resto, Tazio ha un vantaggio in più su Fazio, perchè il privato non è vincolato dalla stronzata del valore legale della laurea, e, pur dovendola riconoscere a entrambi in caso di assunzione, alla fine seleziona chi vuole.
Ora, nel caso di Tazio e Fazio magari questo non diventa decisivo. Ma moltiplichiamolo per i grandi, grandissimi numeri di tutte le nuove leve.
E' chiaro che a questo punto si genera un forzoso circolo vizioso a tutto svantaggio dell'amministrazione pubblica.
Questo, ovviamente, in aggiunta agli altri due fattori che ne tengono poverissima la qualità. Gli stipendi, ed il metodo clientelare dominante, adottato ed applicato a tappeto per rafforzare le dinamiche egemoniche di partito.
A tal ultimo esempio, la "riforma" della buona scuola di renzi è assolutamente tragica, visto che il buon Renzi, da furbo patentato qual'è, vuole rafforzare le possibilità di applicazione di questo metodo collaudato (il sistema clientelare del pd-coop, sostanzialmente) anche a quei livelli. Come se la scena non la dominasse già, fra l'altro . Mossa politicamente vincente per il PD. Per la cosa pubblica, magari meno.
Ovviamente bisogna tenere presente che il misuratore di livello di difficoltà universitario non é propriamente facile da istituire, e qualora lo fosse, occorrerebbe comunque immunizzarlo preventivamente dalla torma di ricorsi che, sicuramente, ci si abbatterebbe sopra.
Per contro, chi si laurea in corso con risultato X in una facoltà difficile durante l'esame di stato credo sia naturalmente in grado di ottnere risultati migliori di chi si laura con lo stesso voto ma fuori corso e in una facoltà tartufesca.
Sulla riforma di Renzi c'é poco da dire: si tratta dell'ennesima farsa.
Ma infatti, perchè avere un fattore di livello di difficoltà e prestigio che debba essere formalizzato in alcun modo.
Che non venga formalizzato alcunchè e basta, come succede nel privato. Si riduca la valutazione per titoli di studio, e si enfatizzi sprattutto la prova a concorso, o le esperienze lavorative pregresse e/o le pubblicazioni accademiche (dove appropriato).
Secondo me sottovaluti il fattore dissuasivo.
Una persona che ha preso, che so, 100 in una facoltà di un certo peso in 3 anni, come dici tu ha ragionevolmente più possibilità di ottenere risultati migliori di chi ha preso 110 in 6 anni presso l'Università di Francolino di Carpiano.
Sapendo che però parte con uno svantaggio, un nutrito numero dei primi non andranno nemmeno a competere in una situazione che li vede svantaggiati di partenza, (o nel caso della parità di voto, ingiustamente appaiati). Rafforzando il meccanismo nefasto.
Si però così torniamo al problema di cui ho scritto prima: Se io ho preso 100 in una facoltà di un certo peso in 3 anni, vado a fare il concorsone per accedere al capezzolo statale, o vado sul mercato? Perché se é vero, come dici, che la modalità di selezione, tende a livellare il corpo docente verso il basso, la questione retributiva fa la stessa cosa.Ma infatti, perchè avere un fattore di livello di difficoltà e prestigio che debba essere formalizzato in alcun modo.
Che non venga formalizzato alcunchè e basta, come succede nel privato. Si riduca la valutazione per titoli di studio, e si enfatizzi sprattutto la prova a concorso, o le esperienze lavorative pregresse e/o le pubblicazioni accademiche (dove appropriato).
Secondo me sottovaluti il fattore dissuasivo.
Una persona che ha preso, che so, 100 in una facoltà di un certo peso in 3 anni, come dici tu ha ragionevolmente più possibilità di ottenere risultati migliori di chi ha preso 110 in 6 anni presso l'Università di Francolino di Carpiano.
Sapendo che però parte con uno svantaggio, un nutrito numero dei primi non andranno nemmeno a competere in una situazione che li vede svantaggiati di partenza, (o nel caso della parità di voto, ingiustamente appaiati). Rafforzando il meccanismo nefasto.
E' vero, ma intanto eliminarne uno porta già ad avere un fattore in meno.
Essendo laureato in Sociologia, mi ricordo ancora delle maledizioni che si lanciavano contro Croce in quella facoltà, dato che a causa sua abbiamo perso decenni, mentre negli Usa, in Germania e altrove facevano passi da gigante...
di quali passi da gigante parli?
Sono cose del genere che mi fanno dubitare della reale efficacia delle discipline umanistiche... poi magari mi sbaglio, eh...
http://spogli.blogspot.it/2015/06/repubblica-21_94.html
vabbé, ceronetti è chiaramente senile.
il commento sul mancato mestruo della cristoforetti è una ciliegina di demenza
per non dire di peggioSono cose del genere che mi fanno dubitare della reale efficacia delle discipline umanistiche... poi magari mi sbaglio, eh...
http://spogli.blogspot.it/2015/06/repubblica-21_94.html
1. Perchè gli scienziati tendono ad avere l'innata abilità ad esprimersi per supercazzole: "Siamo cittadini italiani di una generazione che ha epigeneticamente introiettato la tolleranza" (cit. della lettera degli scienziati sul caso stamina), o perchè a volte sembra di parlare con dei jedi senza però i poteri e le spade laser: dipende dai punti di vista (che dal punto di vista scientifico è uno solo, ma da come lo esprimi a parole cambia di significato in base a chi ascolta).
2. Perchè due puttanate su sistemi che non possono funzionare sono più semplici da assimilare rispetto a roba complessa ma funzionante, e se vuoi anche le puttanate possono esprimersi a supercazzole però hanno il vantaggio di esprimersi anche in maniera semplice.
3. Siamo abituati ad essere inculati da potenti per cui credere al complotto di questi per nasconderci la verità sui magici sistemi gratuiti è una sorta di vendetta morale.
4. Molti scienziati lavorano per una o per l'altra compagnia, il che alimenta il punto precedente.
5. Frecciatine sferzanti alla Travaglio e puttanate demagogiche sono più potenti di qualunque discorso scientifico, anche se miracolosamente espresso in maniera semplice.
6. La scienza, è inutile negarlo, richiede iper-specializzazione (sono quasi convinto che sia un miracolo se un informatico sa cos'è uno ione ) e per discernere molte di queste puttanate è richiesta specializzazione in tutto, che non si può avere*.
*Ad esempio:
Spoiler:1. Mi informo su dei sali minerali per attività sportiva (quelli da mettere nell'acqua) e mi lamento col negoziante che tutti quei prodotti contengono zuccheri in una percentuale superiore al 70% e lui mi risponde: "Ci vogliono altrimenti il mitocondrio non assorbe".
Ora, da quel nulla che so di biologia i mitocondri sono cosi presenti all'interno delle nostre cellule e i sali minerali devono quindi andare prima in circolo per essere poi assorbiti dalle cellule quindi, se non siamo morti per ipoglicemia estrema, di zucchero nel sangue dovremmo già averne.
2. Situazione simile in cui il negoziante mi mostra vari prodotti e mi dice che ha anche roba più professionale, io chiedo di che tipo e lui mi mostra un fusto di sali minerali e vitamine e mi dice: "sono tutti titolati in L" (ad esempio acido L-ascorbico).
E anche qua da quel nulla che so gli enzimi funzionano solo con amminoacidi e altra roba chirale levogira, quindi L, quindi non dovrebbero esserci dei D.
3. Sempre stesso negozio mi viene detto che altrimenti ha delle bustine di magnesio e potasso citrati, con del bicarbonato "che sono alcalinizzanti".
A sentire "alcalinizzante" mi è venuto in mente l'articolo di medbunker sulla dieta alcalina e ho deciso di ignorare completamente l'affermazione.
Quindi quelle affermazioni sono vere, parzialmente vere o puttanate galattiche? Sono giusti i miei ragionamenti o nella mia non-conoscenza dei processi metabolici c'è qualcosa che mi sfugge (direi tutto dato che non li conosco )? Devo fare un corso di laurea in medicina/biologia apposta?
E gli esempi sono molteplici dove il sapere che l'entropia è una funzione di stato non mi aiuta per niente, così come aver fatto biologia non mi aiuterebbe nei casi in cui è utile sapere come funziona l'entropia.
In realtà gira che ti rigira il problema è uno solo: la democrazia.
Se il potere decisionale viene lasciato ad un popolo che necessariamente non è competente in tutte le materie che ci si trova ad affrontare, i risultati sono disastrosi.
Sopratutto ora che la politica si basa essenzialmente sui sondaggi.
Lettoniente, ma girando di qua e di là ho trovato questa pagina, pubblicata sul corriere nel 2012 a proprie spese da un imprenditore, dove lo stesso propone le sue ricette per il rilancio dell'economia italiana. L'immagine allegata è autoesplicativa e conferma uno dei classici mali italiani: il nanismo imprenditoriale.
Gli esempio che citi, però, sono affrontabili con una preparazione "normale" da scuola superiore, se certe materie venissero affrontate come si deve. Non ho mai seguito corsi di di biochimica o simili, ma quello che scrivi lo ricordo dalle normali lezioni di biologia del liceo.
Mmmh, no: in un istituto tecnico non fai quella roba, al massimo sai cosa sono i mitocondri, ma a tutto il resto non sai rispondere.Gli esempio che citi, però, sono affrontabili con una preparazione "normale" da scuola superiore, se certe materie venissero affrontate come si deve. Non ho mai seguito corsi di di biochimica o simili, ma quello che scrivi lo ricordo dalle normali lezioni di biologia del liceo.
Dai: la chiralità è roba da chimica organica, i processi metabolici da scienza dell'alimentazione e medicina, te vuoi veramente portare una specializzazione su tutto.
In realtà gira che ti rigira il problema è uno solo: la democrazia.
Se il potere decisionale viene lasciato ad un popolo che necessariamente non è competente in tutte le materie che ci si trova ad affrontare, i risultati sono disastrosi.
Sopratutto ora che la politica si basa essenzialmente sui sondaggi.
Beh sì, il funzionamento nel dettaglio è decisamente roba iperspecializzata, ma le conoscenze base per affrontare il negoziante che vuole venderti acqua alcalina (a volte accentato sulla seconda a, come se fosse quenya) potrebbero essere fornite dalle scuole. Dico "potrebbero" perché mi pare fattibile, non che in effetti venga fatto.Mmmh, no: in un istituto tecnico non fai quella roba, al massimo sai cosa sono i mitocondri, ma a tutto il resto non sai rispondere.
Dai: la chiralità è roba da chimica organica, i processi metabolici da scienza dell'alimentazione e medicina, te vuoi veramente portare una specializzazione su tutto.
Dopotutto votano anche Renzi (almeno alle europee )
si, fino a prova contraria il mercato non esiste in natura e il comportamento dell'uomo non si basa su regole certe come può essere la fisica o la chimica. Se chiedi a un ingegnere che progetta aerei cosa succede se togli un qualsiasi pezzo da un aereo ti saprà rispondere, se chiedi a draghi cosa succederà se la grecia uscirà dall'euro, ti dirà "boh". Deal with it.