Un dottorando dell'Università dell'Iowa ha condotto una divertente ricerca sulla «dipendenza da MMORPG», ossia quella condizione per cui non ci si riesce a staccare da World of Warcraft e compagnia bella se non a prezzo di sofferenze e disagi. Tra i risultati emersi dalla ricerca/sondaggio compiuta in questi mesi tra i giocatori di MMORPG, almeno il 15% degli intervistati ricade nella condizione di "dipendenza da internet" (pdf), il che - dice l'autore - è una percentuale un po' bassa, se si considera il numero di ore che questa gente passa connessa alla rete, sia per giocare che per fare altro, che mediamente è quattro volte superiore alla media.
Perchè stupirsi, del resto? Se il gioco è online, lo dice l'autore stesso, va da sè che si deve essere connessi in ogni istante... Il quadro che emerge, alla fine, è piuttosto consolante, e in qualche modo riabilita i giochi online, alla faccia di chi cerca in ogni modo di demonizzarli.
L'altro risultato importante della ricerca, più interessante del primo, è che non sono le ore passate davanti al monitor, che definiscono un giocatore come «addicted»; anzi, la maggior parte degli intervistati non cerca nel gioco online una soddisfazione ai propri bisogni sociali (solitudine, conforto dell'anonimato, affermazione di sé) che non ha nel mondo reale, ma lo fa per tutt'altro motivo.
Che so, divertirsi, tanto per dire la prima che mi viene in mente...