...rileggo questo romanzo dopo una vita.
La prima volta l'ho fatto "costretto" dalla mia professoressa alle Medie o forse al Liceo, onestamente non lo ricordo. Non ricordavo nemmeno il romanzo fino a quando non l'ho riletto.. mi era rimasta solo "una buona sensazione", qualcosa del tipo una specie di resistenza passiva all'amore per la lettura che ancora non era sbocciato in me
Lo riprendo proprio per questo, potrei dire, ma anche perchè mi viene consigliato "Il Caso Meursault" di K. Daoud che riprende le vicende del capolavoro di Camus. La novità mi affascina ma lungi da me affrontarla incompleta... così (piacevolmente convinto) riprendo il mano il classico.
Fino a metà il nulla. Il romanzo mi affascina, in parte, ma di piu' mi annoia. La mancanza quasi assoluta di dialoghi o di verve narrativa i problemi principali. Poi l'indolenza del protagonosta diventa la mia indolenza. Entro in sintonia con la sua freddezza, anzi ne vengo colpito potentemente: "Se n'è andato di cattivo umore. Avrei voluto trattenerlo, spiegargli che desideravo la sua simpatia, non per essere meglio difeso, ma per sentimento naturale, se così posso dire. Soprattutto mi rendevo conto che lo mettevo a disagio. Lui non mi capiva ed era un po' irritato con me. Desideravo dirgli che ero come tutti gli altri, assolutamente come tutti gli altri. Ma tutto questo, in fondo, non aveva una sua utilità e per pigrizia ho rinunciato". Affiora da qualche parte dentro me il nome di Raskol'nikov. L'accostamento è forte, ma sento che regge. Mi faccio piu' attento alle dinamiche dei pensieri di Meursault piu' che alle vincende di contorno... e quando arrivo alle ultime pagine arriva finalmente l'epifania: l'apologia del francese in due capoversi. Tutto il suo costrutto era destinato solo a questo. Allo sfogo finale, al suo emblema. Alla spiegazione del credo del suo autore. E non serve sapere come si "concluderà" davvero il percorso giuridico del protagonista, la sua maturazione agli occhi del lettore (e del mondo) è conclusa. Non c'è davvero bisogno di altro.
Per la seconda volta il romanzo mi conquista!
Probabilmente in maniera piu' profonda. Sicuro piu' "adulta". In effetti l'unica domanda a cui ora non rispondere e che mi tormenta, dopo aver concluso la storia di Messier Meursault, è: ma cosa mi colpì 25 anni fa in questo romanzo? Cosa lo ha reso affascinante ad un ragazzino di 14/15 anni? Chi lo sà