[GC] L'Ultima Cena

[Olengard]

"Io... io... non lo so, o meglio, so solo alcuni racconti, alcune cose che ho visto... sì, dicono che la maledizione porta con sé qualcosa, una voce, una bestia dentro di voi... ciò che vi ricorda che non siete più... umani. Non so come accada, però, non con certezza. Non so neanche se è uguale per tutti voi, o se cambia con il cambiare delle razze, o delle vostre... convinzioni... dei vostri..."
Esita, come stesse usando una parola troppo grande, inadatta a ciò che può significare.
"...dei vostri valori".

"Essere una bestia per non diventare una bestia, dicono".
E' una voce all'entrata della stanza, uno degli uomini che era con Hardestadt. Eloize, è forse l'uomo più bello che tu abbia mai visto, dai tratti insieme volitivi e delicati, dai lunghi, morbidissimi capelli neri. Parla con voce delicata, calma, avvolgente.
"Ma, per quanto sia un simpatico calembour, la frase è poco più che paccottiglia. Dipende veramente da ciò a cui date valore. Nel momento in cui perdete la presa su quelle cose... puf... - apre le mani, come a indicare qualcosa che svanisce - perdete la presa su voi stessi. Non è semplice come sembra: l'eternità è lunga.
Vedo che il nostro buon Roderigo ha iniziato a istruirvi sulla vostra nuova condizione. Hardestadt è fortunato ad averlo".

[The Puppet Master]

-Chi è lei messere?-
All'indirizzo del nuovo arrivato

[Never]

Rialzai lo sguardo verso il nuovo arrivato, lo fissai con uno sguardo allucinato... aveva l'ardire di parlare di valori.... parlai, con una certa difficoltà riuscii ad articolare delle parole che uscirono dalla mia bocca con suoni rauchi e stentati "E in cosa dovremmo credere,a questo punto?" .

[Colas]

"Da qualche ora a questa parte ciò che rende fortunato Hardestadt sembra rendermi al contrario di pessimo umore. Pare inoltre che voi del suo seguito amiate particolarmente le entrate ad effetto. Qual'è il tuo nome giovane straniero?"

[Olengard]

"Quante domande, quante domande...".
Vi regala il suo migliore sorriso.
"Il mio nome è Rafael Garcia Alba, innanzitutto. Mi dispiace per l'entrata a effetto, ma volevo vedervi prima dell'alba, e prima che andaste a riposare".
Si avvicina a te, Wael.
"E' difficile dirvi a cosa credere. A cosa credevate, in vita? Al valore della vita? A qualche divinità? Agli ordini di qualche signore e alla sua indiscutibile parola? All'odio? Potete continuare a crederci, ancora. Potete anzi aggrapparvi ai vostri valori, a ciò che vi accompagnava, che vi spingeva a vivere. Aggrapparvici, come non mai. Perché gli anni passano, ve lo posso garantire. E rimanere uguali a se stessi è sempre più difficile. Vedere la vita come l'avete sempre vista sarà sempre più difficile. E allora aggrappatevi ai vostri veri valori, ai più profondi, e non mollateli, se ci riuscite. Aggrappatevi a qualcosa di saldo, perché la noia, la bestia, la rabbia, il demonio che vi brucia dentro non salga alla luce. Aggrappatevi a un valore, mentre attorno a voi tutto perderà valore.
O tutto il contrario, se preferite. Qualcuno tra noi dice 'essere mostri, per non diventare mostri'. Scegliete la vostra strada. Io ho preso la mia decisione tanto tempo fa. Potremo parlarne, domani, se vorrete, con uno di voi, con tutti".
Resta in silenzio.
"Signore, io... io andrei, se volete rimanere un po' solo con loro. Vado a controllare che le loro stanze siano pronte".
Rafael si volta, sorride in direzione di Roderigo.
"Sì, Roderigo, vai. Credo che i nostri ospiti saranno felici di raggiungere le loro stanze e potersi riposare. Manda qui un servo, che porti loro da bere. Intanto..." - si volta di nuovo verso di voi - "...sarò lieto di rispondere alle vostre domande, se Roderigo non ha fugato ogni vostro dubbio... capisco che non siano cose che si possono capire, o accettare, in pochi minuti..."

[The Puppet Master]

-L'uomo ha parlato di differenze, di caratteristiche che ci distinguono messere...di razze...-

[Colas]

"Signor Garcia Alba, da dove origina la sua famiglia? Io posso vantare parenti neanche troppo lontani in Castiglia e lei? E, se non sono troppo indiscreta, non è certo questa nuova presunta maledizione a tormentarmi la mente se non altro mi affligge il motivo per il quale da un momento all'altro da prigionieri in gabbia e torturati diventiamo ospiti con tanto di camera personale?"

[Never]

Non dissi altra parola, lasciando le domande ai miei compagni... Quell'uomo parlava di valori... qualcosa a cui aggrapparsi... per combattere... per vivere.... una volta sarebbe stato facile, ma ora? Ora no di certo.... solo una persona poteva realmente aiutarmi a trovare un senso in tutto ciò, ed era colei che mi aveva trasformato...

[Olengard]

"Damigella, lieto di conoscere le sue origini" - il suo sorriso è ambiguo - "per quel che mi riguarda, nacqui ormai molto tempo fa nella Gijon, nelle Asturie. Non mi preoccuperei troppo del mutato parere di Hardestadt: non attendetevi trattamenti particolarmente confortevoli. Semplicemente, è stato deciso che potreste aiutare la nostra causa...".
Si volta verso di te, Ian.
"E sì, molte razze. Famiglie. Clan, se preferite. Ognuna" - sembra esitare un istante - "ognuna originata nelle tenebre del tempo, da un unico ceppo via via scisso sempre più. Ognuna con tratti differenti, odi differenti, desideri differenti... dannazioni differenti. Stiamo provando a unirle, in questi anni. Non sarà semplice, e quella canaille di Giovanni rischia di mettere in pericolo tutti noi... ma capirete meglio più avanti, immagino... voi" - ti si avvicina, Ian, occhi negli occhi, a pochi centimetri - "voi da chi avete avuto origine? Tratti guerrieri, sguardo fiero anche se fiaccato dalla tortura... mhm, posso immaginare di chi possiate avere attratto l'attenzione..."

[Colas]

"Aiutare Herdestadt?" mormora Eloize.
"Potrebbe rivelarsi particlarmente divertente" pensa fra se e se mentre con un dito si scrosta dal viso con delicatezza del sangue rappreso di ignota origine. "Allora, messere, dove sono queste camere?"

[Olengard]

"Certo, le camere... ma forse prima vorrete rifocillarvi..."
E' entrata una serva nella stanza, con un vassoio con sopra tre calici di un vetro sporco, bicchieri rozzi che non assomigliano certo a quelli da cui avete bevuto alla cena. Senza una parola, senza neppure fissarvi, o fissare Rafael negli occhi, a capo chino, la serva appoggia il vassoio sul tavolo e esce inchinandosi timorosa.
Rafael ne prende in mano uno e se lo alza davanti agli occhi. Il liquido al suo interno è di un rosso profondo, appena distinguibile nella fioca luce della stanza. Le ombre gettate dalle candele si allungano sempre più, tremule, sulle pareti. L'ombra sfumata di quel bicchiere si proietta su di voi.
"Ah, purissimo... chi di voi sarà il primo ad assaggiare il vostro nuovo nettare?"
Sorride, Rafael. Un sorriso che vi dà i brividi.
Dentro di voi qualcosa si anima. Un grido lontano. Un verme che si contorce nelle vostre viscere.
Siete attratti e respinti da quel liquido.
La gola vi brucia come il fuoco della Gehenna.

[The Puppet Master]

Sorrido
-Io-
non è una parola è un ruggito, mi avvento sul bicchiere e lo mando giù di un sorso
mi pulisco con ben poca educazione col bavero
-Tanto mi ero già nutrito di una pecora...-
per la prima volta il mio riso è sincero, senza amarezza, in fondo morto lo sono sempre stato, ma dannato...bhe devo ancora decidere come sentirmi a riguardo

[Colas]

Non ho mai avuto tanta sete come ora,
quel boccale, non ho mai desiderato niente come ora
quel vino...

Certo che gli uomini con cui sto condividendo questo tortuoso percorso per la dannazione sono parecchio bizzarri...

[Never]

Di colpo venni strappato ai miei pensieri... mi voltai di scatto verso il servo che entrava, fissai i calici che stava recando a noi... un insopprimibile desiderio si fece strada di colpo... NuTRitI!! ... mi alzai di scatto e con rapidi passi mi avvicinai al vassoio. Presi il bicchiere e bevvi avidamente... gocce di sangue scesero dai lati della mia bocca, lungo il mio collo... mi sentivo rinascere dopo gli stenti patiti negli ultimi giorni... era quasi come essere di nuovo vivi...

[Olengard]

Acqua che scende a placare il fuoco dell'inferno.

Cibo, dopo mesi di carestia.

Manna che scende dal cielo.

Liquido pastoso, dolce, a carezzare ogni angolo della vostra gola.
Ogni piaga del vostro corpo.
Ogni ferita del vostro animo.

Un istante di buio assoluto tinto di rosso, che si allarga sempre più.

Il cervello che gioisce, si spande, si abbandona come la sera il servo su un pagliericcio.

Vino degli dei. Sangue.

Che sia la prima volta, che sia la millesima, scivola dentro di voi come qualcosa di nuovo. Il Paradiso di Nostro Signore sceso sulla terra, dentro di voi.

Mai avete provato queste sensazioni. Vi sentite caldi. Vi sentite lontani dal mondo. Vi sentite in un vostro mondo, lontano.

Questo è il vostro cibo, dunque, e queste le sensazioni che provate?
La frenesia, la curiosità, la ritrosia con cui vi cibate scompaiono mentre bevete. Mentre vi immergete in quel liquido color di rubino, mentre volate in un altro mondo.
Sarà sempre così?
Per sempre?

E' un'ebbrezza, quella dei momenti successivi, comprendete poco, solo parole volanti, persi come siete in voi stessi e nella novità.
"Voglio dirvi una cosa, ma ci sarà tempo domani, prima della partenza", questo percepite da Rafael.

Ma è lontano, e vi accompagnano dei servi alle stanze (la foresteria, nulla più, di fianco alla camerata dei servi, solo un pagliericcio per stendervi, e una finestra sprangata da assi di legno.

Ma non importa. Importa solo quel rubino che si spande dentro di voi.

La notte si spegne. E' l'alba, ma non potete vederla.
E' l'inizio di un nuovo giorno.

E' l'inizio.

Scivolate nell'oblio di un sonno privo di sogni.

[Colas]

[adoro i tuoi post autoconclusivi ci metti fortemente in imbarazzo]

[Olengard]

Colas ha scritto mer, 04 gennaio 2006 alle 13:17
[adoro i tuoi post autoconclusivi ci metti fortemente in imbarazzo]

[lo so... ma è solo un modo per prendere un attimo di tempo... tra poco posto la continuazione... ]

[Olengard]

E' sera quando Roderigo vi viene a svegliare. Vi ridestate lentamente, come giungeste da una terra lontanissima.
Vi porta nella stanza della sera prima, la stessa in cui vi siete cibati. Hardestadt vi sta aspettando seduto al tavolo. Appena Roderigo vi fa sedere inizia a parlare con tono brusco.
"Siete immaturi. Deboli. Ingenui. Ma non c'è molto che possiamo fare per queste qualità così poco attraenti. In ogni caso, vi aiuterò a cercare i Cospiratori, e a ottenere vendetta su di loro, se vorrete. Ascoltate attentamente, perché... vado in collera... se sono obbligato a ripetere.
Claudio e la sua ridicola Cospirazione di Isacco si riuniscono in una varietà di posti, nascondendosi per complottare tradimenti da quella feccia che sono. Pensano di essere al sicuro, nei loro squallidi nascondigli, perché sono abili a fuggire come ratti quando giungono i loro superiori".
Fa una piccola pausa, trascina a sè un servo, con la mano gli spinge la testa in basso, fino a averlo di fronte. Gli addenta la gola. Gli dà una spinta via, mentre un rivolo di sangue gli bagna le labbra.
"Ma, proprio come ratti, non hanno paura dei propri simili.
Quindi, vi presenterete loro alla Locanda del Leone, dove ho notizie certe che si trovino. Se desiderate vendetta su di loro, non provate un attacco diretto, sareste distrutti in pochi istanti. Dite a quegli schifosi traditori che siete fuggiti tramortendo Roderigo. Portatelo con voi come prova, ditelo che lo avete Dominato, ma fate in modo che non venga ucciso. Osservate tutto quello che vedete, ascoltate, assorbite informazioni. Scoprite quando hanno intenzione di attaccare Japeth. E informatemi. E se ne avrete l'occasione, uccideteli, uno per uno. Questo solleverà il fardello che quei vermi hanno imposto su di voi".
Vi fissa con sguardo deciso. Roderigo è alla porta, in silenzio.

[Colas]

La vendetta che io cerco non è certo verso quei minorati del Congrega, ma proprio su di te caro Herdestadt, e arriverà. Un giorno che sia domani o fra due anni o centocinquanta, su questo posso esserne certa. Svolgerò questo compito, non perché tu me lo chiedi, ma perché penso che possa essere una delle tante pietre che costruiranno quello che è il mio fine ultimo.

"Signor Ardesdat, pensa che potrà fornirci degli abiti e qualche ammenicolo o trova che in queste nostre condizioni risultiamo in un qualche modo più folkloristici? E che ne è stato dei nostri compagni di viaggio di pocanzi, come il moro Tariq?"

[The Puppet Master]

-Hanno parlato di poteri, poteri che si manifestano in maniera diversa in ognuno di noi, come faremo a controllarli, a capire quali sono, se dovremo affronatare la congrega di Isacco avremo bisogno di tutta la nostra forza-

[Never]

Ancora ordini... addirittura Hardestadt si era preoccupato di darci un nuovo scopo per la nostra non vita, ossia la vendetta sui questi misteriosi cospiratori: strano caso che tale obiettivo coincidesse col suo... e poi nessuna spiegazione, nomi sconosciuti, Japeth, Claudio, Cospirazione di Isacco... eravamo ancora marionette attaccate a fili invisibili, solo il burattinaio era cambiato...

...di colpo mi scrollai di dosso i miei pensieri e parlai rivolgendomi direttamente a Hardestadt, in tono sarcastico e fissandolo con occhi vacui e l'ormai solito ghigno stralunato: "Non funzionerà mai... noi siamo immaturi-deboli-ingenui, come possiamo essere riusciti a scappare ad avversari temibili come voi? Catturando uno dei vostri uomini più fidati, per giunta?"

[Olengard]

"Quante domande, quante domande. Tenetevi la vostra sete di sapere, presto sarà placata... per gli abiti, non vedo perché dovremmo darvi qualcosa. Come giustifichereste i nuovi vestiti? E non mi preoccuperei troppo neppure delle scuse da addurre. Dite che vi abbiamo sottovalutato, che siete riusciti a fuggire durante il trasporto, inventatevi una storia. Voi due eravate combattenti, avere la meglio su qualche guardia non doveva essere un problema. E Roderigo... per quando sarete lì con ogni probabilità i vostri doni si saranno già risvegliati. E in tre riuscireste a immobilizzarlo agevolmente, con la forza o con altre capacità (ti fissa e ti sorride, Eloize). Ma soprattutto..." - si alza - "quegli stolti non crederanno mai che state seguendo un nostro ordine. Saranno molto lieti, nella loro stolta supponenza, di credere che siate molto più abili di quanto credevano. Di quanto siete".
Si avvicina a voi, con passi calibrati.
"Ma basta, ora. Ho buoni motivi per credere che si siano rifugiati alla locanda del Leone, a Brasov, poco distante da qui. Andate, ascoltate, e riferitemi".
Vi è attaccato, ormai.
"E non sperate di tradirmi. Schiacciarvi sarebbe questione di un attimo".
Mentre pronuncia queste ultime parole ti prende il volto con la mano destra, Eloize, e ti stringe le guance. Ti lascia andare, e mentre esce dalla stanza:
"Roderigo vi darà disposizioni e vi accompagnerà. Ci rivediamo entro due giorni".

Rimanete nella stanza con alcuni servi che girano freneticamente. Sul fondo della stanza e ai lati della porta vicino a voi, delle guardie. Roderigo fino ad allora immobile, silenzioso, alla porta, si fa avanti con faccia scura.

[Colas]

Quel lurido verme.
"Messer Roderigo, non chiedo abiti, ma almeno un pugnale. Se si suppone che noi si debba uccidere..."

[Olengard]

"Pugnali? Voglia Dio non ne abbiate bisogno. Se desiderate posso procurarvene, ma dubito potranno servirvi a molto. Fossi in voi non cercherei lo scontro, neppure se davvero volete vendetta. Ho conosciuto Giovanni... si contorna di gente temibile... anziana... potente. Ma certo, i miei consigli potrebbero non valere nulla..."

Continuano a girare servi, entra anche Rafael. Non vedete gli altri che erano con Hardestadt la sera prima.

"Roderigo, è tutto pronto?"
Vi si rivolge. "Prima di partire, una cosa, un mio piccolo... vezzo, diciamo. Siamo in un periodo complesso. Giovanni non è che un altro esempio di tante canaille che si agitano nel nostro mondo.
Ora... molti... anche Hardestadt, in realtà... molti tra di noi hanno la sgradevole tendenza a... esagerare. A non curarsi di celare le proprie mosse e la propria... natura alla popolazione. Alle pec... alla gente.
Vedete, sto proprio in questi anni tentando di cambiare questo atteggiamento. Gli uomini temono quello che non conoscono, e ora avranno paura di voi. I preti... pff, i preti, che dovrebbero essere rifulgenti di carità cristiana, sputeranno su di voi e vi malediranno, consegnandovi al fuoco eterno, anche foste le più nobili anime dai tempi del Salvatore.
Quindi... state attenti. Non fate conoscere a tutti la vostra natura. Nascondetela. Nascondetevi. Se fosse solo per la vostra salvezza, dubito che a Hardestadt importerebbe molto. Ma è la salvezza di tutti noi. Dobbiamo celarci dietro un velo, per non cadere nelle fiamme dell'Inquisizione. Nessun Fratello vi ringrazierà per averlo gettato tra le braccia dell'Inquisizione.
Mascheratevi. Per il bene di noi tutti". Sorride dicendo queste ultime parole, soddisfatto.

"Messere... messeri... se non ci sono altre cose da fare... o altre domande... credo sia ora di andare..."

[Never]

Ascoltai le parole di Hardestadt con indifferenza... continuavo a credere che il suo piano fosse troppo fragile e che sottovalutasse i nostri... i suoi avversari. Poco male, non mi curavo del possibile fallimento, ma forse seguire le sue direttive mi avrebbe permesso di ritrovare Teophania.
Perso nei miei pensieri non udii nemmeno quello che ci disse Rafael, qualcosa riguardo al nascondersi, al pericolo legato all'inquisizione... vidi solo il suo sorriso soddisfatto... la sua ingenua sicurezza mi disgustò... lo fissai, le mie parole tagliarono l'aria "L'unica cosa certa è che ben presto si leveranno i roghi che bruceranno le nostre carni... non basteranno certo le tue parole a placare la sete... di sangue e di potere... siamo ancora uomini, in fondo..."