Venite portati in una stanza al secondo piano in cui accomodarvi alla meno peggio.
E' spoglia, un paio di piccoli letti addossati a due pareti, una finestra sprangata, una madia sotto di essa. Il pavimento scricchiola sotto i vostri piedi.
L'oste biascica qualcosa mentre vi fa cenno di entrare.
"E' l'unica stanza rimasta, temo dovrete adeguarvi, se desiderate rimanere qui. Ma non penso che dormire per terra sarà un grosso problema per voi", vi dice una donna, una del gruppo di Giovanni, che vi ha accompagnato su.
"Buon riposo".
Sotto sentite parlare a bassa voce, un dialogo che però presto si spegne.
Fuori è ancora buio. La stanza è illuminata solo da una fioca candela accesa dall'oste, che vi lascia soli.