[GC] L'Ultima Cena

[Colas]

"Ancora quel ragno? Posso sentire lo scalpiccio delle sue zampette su quel muraccio... Chissà com'è essere un ragno?"

il lampo illumina la camera a giorno
diafana

"Sta proprio arrivando un temporale, ci mancava giusto questo per completare la bellissima e indimenticabile giornata..."

Nella testa le comincia a rimbalzare una filastrocca sui ragni e la pioggia che ogni tanto cantava con i suoi fratelli durante la sua infanzia in Corsica.

"Chissà dove sarà Simòn, è da tanto che non mi vede, mi alzerebbe al cielo con le sue braccia forti, ridendo. E Filippo? Si sono perse le sue tracce da così tanto tempo... Dovrei decidermi ad andare a Napoli di persona, se lascio fare a mio padre, si può stare freschi."

il flusso di pensieri corre
e gli occhi restano aperti

[Clandestino]

"Ragazza...", si rivolse alla cameriera, quasi sibilando. "Ragazza... portami... da bere...". "Una birra, signore?", chiese lei intimorita. "Una... birra... si...", la guardò per un secondo negli occhi.
La ragazza si avvicinò al banco, si voltò, e poi informò l'oste dell'ordinazione.
"Ecco la vostra birra, signore...", posò il boccale e accennò un sorriso, dunque si voltò. Nemmeno il tempo di fare un solo passo, e il ragazzo allungò una mano prendendo per il polso la cameriera, quasi invitandola a sedersi. Capì immediatamente, la giovane, si sedette e abbassò lo sguardo. "Parlami di... Giovanni...", sussurrò il ragazzo.

[Olengard]

"Il signor Gio... Giovanni?". Ha lo sguardo lievemente perso nel vuoto, la ragazza, forse per l'imbarazzo, forse per la stanchezza. Nel suo volto delicato sembra tremare un velo di paura, mentre parla, e ogni tanto lancia lo sguardo verso l'oste.
"Il signor Giovanni? E' un buon signore... ci ha dato lavoro, a me e mio padre, che prima la locanda andava male... lui ha portato soldi, e ci manda la gente che invita... io non l'ho mai visto, ma babbo dice che è un grande uomo... sta in un gran castello qui vicino da... due anni, credo... devo andare, che ho gente da servire, babbo non vuole che mi fermi a parlare..."
Si alza, e si guarda attorno. Risponde a un gesto e vedi che si dirige verso il tavolo del soldato.

[Never]

Il tepore della locanda scacciò via quasi all'istante il freddo che ormai mi era penetrato nelle membra, dopo il lungo appostamento. L'ambiente era più o meno come mi era parso dall'esterno, molto semplice e popolare. Certo la cosa più caratteristica era la clientela, non certo tipica del luogo, o almeno non del tutto. Questo Giovanni pareva aver fatto le cose in grande, convocando persone dai paesi più disparati e senza apparentemente nulla in comune... i suoi scopi di fatto restavano oscuri.
Per il resto troppe voci confuse si sovrapponevano, voci dagli strani accenti che mi riusciva difficile comprendere.

Rimasi per un attimo stupito di sentire proclamare ad alta voce il mio nome, stupore che subito passò, visto che in fin dai conti ero stato espressamente convocato qui. E non appena entrato notai anche le occhiate diffidenti di alcuni avventori, per cui la mia pelle scura era sinonimo di "barbarie, inciviltà e violenza"... che lo pensassero pure, la loro ignoranza non era un mio problema.

Cercai un posto vuoto e lo trovai vicino all'altro uomo di pelle scura oltre a me nella sala. In silenzio mi avvicinai al tavolo libero e mi sedetti, cercando di cogliere brandelli di conversazione e soprattutto di capire chi, in questo posto, poteva avere qualche informazione utile sulla natura del nostro ospite.


GDR OFF

Se tutto va bene da settimana prossima dovrei tornare ad essere connesso fulltime... :faccinacheincrocialedita:

GDR ON

[Olengard]

Incroci l'altro uomo di pelle scura mentre vai a sederti nel tavolo che lui stesso lascia libero vicino al camino. Vi fissate per un lungo istante, senza proferire parola. Osservi con la coda dell'occhio i suoi movimenti dopo che ti ha oltrepassato, e vedi che senza voltarsi a fissarti si infila nella porta che dà sul retro. L'uomo entrato subito dopo di te, il francese, ha chiamato a sè la giovane cameriera e sta parlando con lei a un tavolo, anche se proprio in questo istante la ragazza fa per alzarsi dal tavolo.
Mentre vai a sederti senti addosso gli occhi di tutti. E per una volta non fai nulla per nasconderti, ma anzi ti ergi ancora più ritto e imponente che mai, quasi a sfidare questi ignoranti.
Occhiate colme di dubbio e disprezzo ti scivolano addosso, occhi colmi d'odio ti fissano.
Odio, sì, questo leggi negli occhi del soldato inebetito dal vino seduto proprio di fronte al camino, che segue i tuoi movimenti fluidi mentre, incurante di tutto, ti siedi.


Simòn, sì... Filippo... Napoli, devo decisamente andare a Napoli. Assolutamente... cosa sono questi passi? ah, solo uno che sale, che problema c'è... e quest... AAH! ...un tuono, Eloize, solo un tuono, non è niente... un tuono più forte, sta arrivando a piovere, è tutto normale, tutto... tutto normale... ma perchè non arriva il sonno, così arriva già mattina, e domani vediamo cosa vuole Giovanni e chi siamo e cosa... perchè si sono fermati i passi fuori? Non ci sarà qualcuno che... ah, no, la voce dell'oste, deve aver portato un altro ospite... fortuna che ho la camera singola, fortuna che...
Il cuore ti salta un battito. Senti una leggera pressione che subito sparisce. Con la coda dell'occhio vedi che il ragno è sceso dal muro, e sta ora camminando sul tuo cuscino.



noto che la percentuale di gente (me compreso ) che si ricorda al primo colpo di togliere la sign è altissima...

[Colas]

"vabbè caro il mio ragnetto, fin qui la tolleranza l'ha fatta da padrona, ma ora direi que ça suffit maintenant!"

con un colpo di mano lancia l'ottapoduto coinquilino del cuscino sul pavimento

"ognuno ha i suoi spazi piccolino, ti cedo le mura della camera, ma lasciami almeno il letto!"

[The Puppet Master]

Olengard ha scritto mer, 04 maggio 2005 alle 17:49
"Il moro? No, niente di che. Era già qui quando sono arrivato, non mi ha parlato, anche se mi fissava. Non ha neppure mangiato o bevuto niente, se n'è rimasto lì, a guardare e basta. E io non ci ho certo parlato, non parlo con gli infedeli, ci mancherebbe. Secondo me aveva paura a trovarsi qui. E fa bene. E là ne arriva un altro. Ma con chi ha a che fare questo Giovanni?"
All'entrata, i due individui che ti hanno accolto stanno controllando il foglio di carta su cui sono appuntati i nomi degli invitati.

Seguo con lo sguardo il secondo moro che è appena entrato, sembra diverso dall'altro, almeno pare che non si conoscano, dati almeno gli sguardi che si sono rivoloti l'un l'altro.
Alzo di nuovo il boccale in un cenno di saluto verso il moro che nel frattempo si è seduto nelle vicinanze:
Salve messere, da dove viene vossignoria?

[Never]

Rivolsi uno sguardo all'avventore che mi stava parlando. Teneva in mano un gran boccale di birra, questo strano derivato dalla fermentazione del malto che usavano bere gli occidentali... "Salam Alekhum", dissi, chinando leggermente il capo. "Io provengo dalle Terre d'Oriente, da Antiochia per la precisione... e voi signore da quale luogo provenite?"

GDR OFF

Ho riconquistato la connessione internet, mittico!!

GDR ON

[The Puppet Master]

-Provengo dall'ungheria messere, cosa vi ha spinto ad effettuare un così lungo viaggio?
Avete ricevuto anche voi l'invito da questo misterioso lord Giovanni?-
Questo moro pare assai cortese, sembra aver subito la stessa trafila di tutti gli altri avventori, bene, potremo senz altro scambiare opinioni, due teste ragionano meglio di una.

[Never]

"Sì, anche a me è giunto l'invito di Messer Giovanni, ma nessuna parola circa il perchè siamo stati convocati... voi avete qualche idea a riguardo?"

[The Puppet Master]

"A quel tavolo stava seduto, poco tempo fa, un vecchio prete"
Indicandolo con un cenno del capo.
"Andava blaterando frasi sconnesse sulla venuta dall'anticristo..o roba simile"
Bevo un sorso di birra, cercando di ricordare le parole del vecchio.
"Cio che sono riuscito a discernere dalle sue farneticazioni è che lord Giovanni venne anni fa da Venezia, per stabilirsi qui. Inondò d'oro queste terre e...poi il resto erano un cumulo di deliri su riti orgiastici, messe nere e invocazioni del demonio.
Pare però che in seguito a questi riti, secondo il don scelgano i più deviati per farli unire al loro "clan""
Un altro sorso, mentre guardo negli occhi il moro
"Succede qualcosa di grosso alla magione del lord, questo e poco ma sicuro, guardate..."
Indicando la sala
"Ci sono uomini e donne di ogni paese, di ogni estrazione sociale, disperati e raffinatissime nobildonne, c'è qualcosa di strano in tutto ciò"
Dannazione vecchio cane rognoso che non sei altro!Quale mancanza!
"Scusate messere quasi dimenticavo, il mio nome è Ian Tanos"

[Olengard]

"G... Giovanni, avete beurgh pardon... avete detto?"
E' il soldato lì vicino, la cui bassa voce impastata dall'alcool vi raggiunge con una nota di debolezza. La debolezza di un ragazzino, ancora imberbe, che vi fissa. E' vestito da soldato, ma giovane, giovanissimo.
"Sciete quellin-vi-ta-ti da messher Giovanni?"
Chiude gli occhi, tossisce, prova a mettere la schiena dritta, a ricomporsi.
Noti, Ian, che guarda praticamente solo te.
Noti, Wael, che sembra evitare il tuo sguardo volontariamente.
Tira un profondo sospiro.
"Perdonate, messeri... il vino mi ha un po' dato alla teshta... ma... - tossisce ancora, più forte - ma ho una prece per voi, se sarete tanto gent... tanto gentili da ascoltarmi... torno dalla battaglia infermo, come potete vedere..."
Spinge di poco la sedia indietro e si tira su la braga sinistra, a mostrare una profonda ferita che la percorre dal ginocchio in giù. Capite subito che quella ferita gli impedirà ogni possibilità di entrare in un esercito.
"Non... non guar-datemi con compassione..!". Chiude gli occhi, respira profondamente. "Non posso fare niente, con questa gamba. Ma posso... sì, posso fare da guardia in una casa, posso... e messher Giovanni è... sta... prendendo molti soldati... e vorrei essere uno di loro... e... se voi potres... poteste domani chiedere per me..."
Respira ancora, guarda in basso, ruotando lentamente il volto come a nasconderlo pudicamente dal vostro sguardo.
"Non... non so fare nulla, non so niente di commercio, non so coltivare i campi... so solo combattere... ma non posso più camminare per tanto... se messer Giovanni non mi acc... accetta, non so dove sbatterò la testa..."
E' una lacrima, quella?


La serata si sta animando, Gordon, la locanda si sta riempiendo. Sì, la cameriera è scivolata via, ma continuano a entrare nuovi individui. La maggior parte vengono da queste terre, ma alcuni da lontano. Quei due mori che erano in locanda prima di te ti insospettiscono. Dei mori da queste parti? Traffici con Giovanni? Che sia un traditore?
Ma poi, traditore di cosa, se i devoti comandanti francesi sono come Gilles il bastardo, l'uomo che ti ha cambiato la vita?
Fuori i tuoni esplodono sempre più di frequente, sempre più forti. I lampi si fanno più vicini e luminosi. Leggero, senti il picchiettare della pioggia.


Infine il temporale è giunto, Eloize. Gli occhi restano aperti, mentre a intervalli regolari senti carrozze giungere, mentre ascolti i tuoni e la pioggia.
Non ci sono il sole e l'aria dell'Italia, qui, sembra tutto più grigio, più malinconico, più solo. Il paesaggio sembra chiudersi in se stesso per difendersi, non si apre felice a accoglierti come hanno fatto Pisa, Firenze e le altre città del granducato tanto tempo fa.
Come sarà questo Giovanni? Come il paesaggio in cui vive? O come quello suggerito dal suo nome, tosco?

[Colas]

si muove nel dormiveglia, fra ricordi e realtà e quel ragno peloso noioso...

"visto che comunque non riesco a dormire, forse è il caso dare un'occhiata fuori"

alzandosi dal letto, Eloize si muove verso la finestra, strascicando la sovracoperta in fibra grezza a mo di mantello, fuori la pioggia è arrivata veramente con impeto, vede baluginare qualche lampo che rischiara a giorno il paesaggio più, visto la tarda ora...

"speriamo di non calpestare quel ragnaccio"

[Never]

Ascoltai con attenzione le parole di Tanos, ma anche lui a parte le ovvie conclusioni cui ero arrivato anche io non pareva conoscere nulla di più su questa strana riunione. D'un tratto un altro avventore si intromise nel discorso. Un ragazzino seduto poco distante da noi, abbigliato da soldato ed evidentemente alticcio. Aveva una vistosa ferita alla gamba eppure anelava ancora la battaglia, spinto dal suo proprio slancio e dall'alcol. Impulsiva e pericolosa poteva essere la gioventù. Lo guardai per un attimo, con un espressione seria e ferma in volto. Non c'era traccia nei miei occhi della compassione che tanto temeva. "Ragazzo" gli dissi "Sei giovane e avrai tutto il tempo necessario per imparare a fare qualunque cosa nella tua vita. E le armi dovrebbero essere la tua ultima preoccupazione. Ricorda, poche sono le guerre che meritano di essere combattute, non essere così smanioso di gettarti in battaglia..."
Poi mi fermai un istante... questo ragazzo aveva parlato di uomini radunati da Giovanni... dei soldati... forse sapeva anche il motivo di questi preparativi. "Ascoltami" aggiunsi sempre rivolto verso di lui "Sai perchè messer Giovanni sta radunando tutti questi uomini? Chi dovrebbero combattere?".

[Olengard]

"G...Giovanni?"
E ancora distoglie lo sguardo, ti fissa solo un istante poi si ritrae. "Ve l'ho detto, sta prend... prendendo guardie... guardie per il cashtello... alcuni se ne saranno andati dopo l'inverno... e lui sta arruolando... non devono comb... coff... combattere nessuno, solo difendere, fare qualche lavoro... poca roba... posso farlo, quello..."


La pioggia è sempre più intensa, Eloize. In distanza senti dei cavalli nitrire.
E una carrozza, con insegne più grandi di quella su cui hai viaggiato, con due piccoli stendardi appesi ai lati del palco del cocchiere, che si avvicina, veloce come l'inferno.

[Colas]

Mentre la pioggia violenta solca il vetro fosco e grezzo delle finestre della locanda, Eloize guarda con interesse crescente quella carrozza appena arrivata.

"Si tratterà di un nobile, sicuramente!" Ha notato le insegne ai lati della vettura.

Con le mani stringeva all'altezza del collo i lembi della sovracoperta drappeggiata sul suo corpo.

Ma qual'è la ragione di tanta fretta? Sembra la vittima di una di quelle esemplari cacce infernali, di cui aveva letto in molteplici salse. Con curiosità si ferma ad osservare, attraverso la finestra, lo sviluppo degli eventi.

[Clandestino]

Il frastuono nella locanda, causato dall'incessante picchiettio della pioggia ed il continuo vociare dei presenti, era infernale. Gli sguardi della gente, viscida e sibilante, erano insopportabili.

"Tu, moro... tu che sedevi lì... fin da prima che entrassi... cos'hai da guardare?", sbottò il ragazzo senza nemmeno rivolgere lo sguardo al moro.

Le dita lunghe e scheletriche del giovane si staccarono di colpo dal boccale e, come artigli, si ritrassero sotto il lungo manto nero.

[The Puppet Master]

Olengard ha scritto ven, 13 maggio 2005 alle 15:09
"G...Giovanni?"
E ancora distoglie lo sguardo, ti fissa solo un istante poi si ritrae. "Ve l'ho detto, sta prend... prendendo guardie... guardie per il cashtello... alcuni se ne saranno andati dopo l'inverno... e lui sta arruolando... non devono comb... coff... combattere nessuno, solo difendere, fare qualche lavoro... poca roba... posso farlo, quello..."

Di quale lavoro vai farneticando uomo?
Sai per caso perchè tutti questi uomini sono qui riunuiti da tutta europa?
Posando la birra e guardando quel tizio negli occhi
cosa vorrà mai dirmi questo tipo...

[Olengard]

"Ma basta, la guardia, vuole solo delle nuove guardie per il castello, basta, che avete da chiedere, che ne so di questa gente, cerco solo un lavoro, io..."
Si è scaldato, ve l'ha quasi gridato in faccia, stanco, arrotando le parole, riuscendo a non ingarbugliarle nonostante l'ebbrezza. Ma si calma, capendo di stare andando oltre, nei suoi occhi si fa strada quasi un'espressione persa.
"S... scusate, io... non... ecco... perdonate, è che ho solo questa possibilità, io non... non m'interesso di quello che s... succede... è un buon signore, non so chi inviti, non so nul... nulla... inter... int... intercederete per me? Ve ne prego... mi chiamo Janos..."


"Io, signore? Credo lei si sbagli. E non vedo cosa possiamo avere da spartire, signore. Immagino anche lei abbia ricevuto quell'invito. Questa strana tribù qui assembrata fa sorridere. Facce di ogni luogo. Gente di ogni tipo. Di mente aperta, il signor Giovanni". La voce del moro è raschiata, come spazzata dalla sabbia del deserto, Gordon. Bassa. Ti parla con tono calmo. Quando nomina gli altri il suo sguardo passa su di loro. Poi ti fissa dritto negli occhi.
"Fin troppo, forse". Si volta, e si incammina verso il retro.


La carrozza si ferma, Eloize, proprio davanti alla locanda. Il cocchiere e le due guardie armate sedute sul palco scendono, ma prima che possano arrivare alla porta della carrozza, la stessa si apre. Ne esce un uomo magro, riccamente vestito, con un cappello dall'alta piuma di struzzo, i capelli scuri (ma tutto sembra scuro e buio, in questa notte...).
Dice qualcosa che non capisci agli altri. Ma il tono non ti sfugge, secco, come di chi sia abituato a comandare.
La pioggia continua a battere incessante.
Un lampo illumina a giorno la notte.

[Colas]

"chissà chi sarà quel signorotto, sono proprio curiosa..." si domanda Eloize mentre con molta circospezione continua la sua sbirciata dalla finestra

"Quasi quasi mi sporgo dalla porta in corridoio e cerco la fantesca per chiederglielo..."

si ferma, un istante

"Ma se faceva fatica a capire la parola acqua, figurati un po' che razza di discorso potrebbe intraprendere!"

forse è meglio tornare a letto

[The Puppet Master]

Olengard ha scritto mar, 17 maggio 2005 alle 21:51
"Ma basta, la guardia, vuole solo delle nuove guardie per il castello, basta, che avete da chiedere, che ne so di questa gente, cerco solo un lavoro, io..."
Si è scaldato, ve l'ha quasi gridato in faccia, stanco, arrotando le parole, riuscendo a non ingarbugliarle nonostante l'ebbrezza. Ma si calma, capendo di stare andando oltre, nei suoi occhi si fa strada quasi un'espressione persa.
"S... scusate, io... non... ecco... perdonate, è che ho solo questa possibilità, io non... non m'interesso di quello che s... succede... è un buon signore, non so chi inviti, non so nul... nulla... inter... int... intercederete per me? Ve ne prego... mi chiamo Janos..."

-Daccordo messer Janos, vedremo cosa potremo fare, ma neanche noi sappiamo cosa ci aspetta alla magione del lord-
Detto questo sottoposi all'attenzione della cameriera il boccale di birra vuoto

[Olengard]

Proprio mentre la cameriera ti guarda, Ian, proprio mentre il moro ti supera, Gordon, entrano nella locanda due guardie che fanno strada a un uomo elegantemente vestito e un altro dagli abiti più dimessi, più alto ma anche leggermente più grasso rispetto all'altro.
Il primo abbraccia con lo sguardo l'intera stanza, dice a bassa voce qualcosa agli uomini che vi hanno ricevuto al vostro arrivo, butta un'occhiata rapida al foglio che questi gli porgono, e inizia a parlare, con voce forte e melliflua al tempo stesso.
"Sono sir Lothar, scudiero di Lord Giovanni. Sono la persona che vi ha selezionato attraverso immense quantità di persone per l'invito di domani a incontrare il mio signore. Lui - e picchia sulla spalla dell'uomo entrato con lui - è Roderigo, il cocchiere, che vi porterà a casa Giovanni domani pomeriggio".
Si avvicina a un uomo, uno degli invitati, e gli dà il benvenuto, prendendogli la mano e portandola con grazia al volto. Non aspetta risposta e viene verso di te, Gordon. Ti fissa negli occhi con i suoi occhi profondi, neri, bui come la notte più buia.
"Benvenuto nelle terre di Lord Giovanni. Sono lieto che ci abbiate pregiato della vostra compagnia. Spero che la vostra permanenza sia lieta e la ricordiate a lungo".
Detto questo ti prende la mano e se la porta al volto, come per un cortese baciamano. Vedi che indugia, inala profondamente, con grazia estatica.
Poi torna a fissarti negli occhi, sempre tenendo la tua mano vicino al volto. Saetta rapido a leccarla, sempre fissandoti, poi la lascia andare e passa a salutare il moro vicino a te.


Il silenzio è calato irreale nella stanza, Wael. Tutti rimanete fissi a guardare l'entrata di quel Lothar, che dopo essersi presentando sembra stare passando da tutti per dare il benvenuto. Eppure... eppure... qualcosa sembra non essere a posto.


Sotto tutto è improvvisamente silenzioso, Eloize. La carrozza, fuori, è abbandonata, massa scura che assorbe e blocca la poca luce della locanda. Il temporale si sta allontanando, ma la pioggia accelera ancora.
Fortissima.
Sì, meglio tornare a letto, forse.

[The Puppet Master]

Ebbene la partita è iniziata, il nostro ospite fa la mossa d'apertura, manda avanti un pezzo importante.
La mano...una provocazione?
E da quando sono in viaggio che provo quest'inquietudine, troppe cose mi sono oscure, e poi questo alone di ambiguità che avvolge queste terre non fa altro che aumentare il mio disagio.
Bisongnerà aspettare domani quando il lord dissolverà le nubi del mio dubbio, facendo luce sul vero motivo di questa convocazione.

[Olengard]

L'uomo che ha detto di chiamarsi Lothar continua il suo giro, e si presenta a ognuno nella stessa maniera, prendendosi tempo, annusando, sorridendo, talvolta leccando velocemente la mano o il polso di ciascuno di voi. Poi, con calma, i tacchi che rimbombano severi nella stanza, si riavvicina alla porta, e si mette accanto agli altri che sono entrati con lui.
"Sono molto contento che siate tutti qui, il mio signore sarà molto contento di avervi come ospiti d'onore per la sua cena di domani". Sorride evidentemente soddisfatto mentre parla a tutti voi.
"Solo... mi sembra mancare una persona. la ragazza proveniente dal granducato, dov'è?"
"E' salita nelle stanze, messere", gli risponde remissivo l'uomo che vi ha accolto all'entrata.
"Lontana dalla compagnia altrui... un animale solitario. O forse solamente timido e delicato..."

[tiro su Percezione+Sesto Senso difficoltà 6, tre successi richiesti. Wael e Ian 4 successi, Gordon 1]

Wael, Ian, vi fissate per un istante, come se foste stati colpiti nello stesso momento dal medesimo ricordo. Avete già visto quell'uomo. Ian, era nel villaggio vicino al quale hai vissuto per due anni, e chiedeva di te, mesi fa, prima che tu partissi per la Romania. Wael, lo vedesti un giorno, aggirarsi nei pressi del vostro accampamento: non puoi dimenticare quella cicatrice, non puoi dimenticare un infedele che si era spinto tanto in là.
Sentite gli occhi di Janos su di voi ("Signori, vi prego...", lo sentite mormorare). Vedete altri che si fissano.
Vedete il sorriso di quell'uomo.

Fuori il vento ulula incessante.

[Colas]

"Questo silenzio non è normale..."

Eloize apre leggermente la porta, sbirciando fuori e porgendo l'orecchio...