[GC] L'Ultima Cena

[Olengard]

"Buongiorno, signorina, la sua è questa, prego, salga, aspetti che l'aiuto".
E ti porge la mano per aiutarti a salire sulla carrozza. Quanti volti, quanta gente che si scruta, che abbozza un discorso.
Sei in carrozza con un moro, un giovane soldato, quello che appare un mercante e un uomo vestito con un pesante mantello scuro, che resta sulle sue.
Ian, vedi salire l'uomo che la sera prima si è ribellato a Lothar.

Poco alla volta, tutti escono dalla locanda e riempiono le carrozze. Il viaggio sta per iniziare.

[The Puppet Master]

[gdr off] io con chi sto in carrozza?

[Olengard]

Ian, l'uomo che si è ribellato a Lothar è il primo a salire. Dietro di lui vedi ora salire una donna, una delle due donne che hai intravisto esserci. Ma se l'altra sembra giovane e bella, questa è sciupata, i capelli corvini sporchi a ricaderle sulle spalle, gli occhi spauriti. Non sapresti darle un'età. Sale infine anche quel tale Dimitri Herlea, quel nobile altezzoso entrato in locanda la sera prima subito dopo di te. Noti una sottile smorfia di disgusto sul suo volto, che sembra essere lì da tempo immemore.
Una strana compagnia per questo viaggio, a quanto pare.

Le carrozze sembrano ormai pronte a partire, Roderigo da fuori sta passando a controllare che sia tutto a posto.

[Colas]

"Buon giorno messeri, a quanto pare condividiamo la medesima carrozza... Sarebbe carino fare un po' di conversazione non trovate? Qual'è il vostro nome, da dove venite?"

[Never]

GDR OFF

Ole io sono "il moro con il giovane soldato" oppure devo essere ancora piazzato su una carrozza?

GDR ON

[Olengard]

Never ha scritto mer, 22 giugno 2005 15:35
GDR OFF

Ole io sono "il moro con il giovane soldato" oppure devo essere ancora piazzato su una carrozza?

GDR ON

GDR OFF

Sei lui, sei lui... bisogna che mi ricordi di mettere i vostri nomi...


GDR ON

[The Puppet Master]

Ok quindi siamo io, clandestino, Dimitri Herlea e la donna.

[gdr on]
Esito un pò mentre salgo sulla carrozza.
-Sembra di entrare in una bara-
Non vi sono finestrini, ne nessuna aperura sull'esterno, in un lampo mi sovviene la mia cella, imbrattata di sangue raggrumato, di sudore, di polvere, di dolore.
Stringo convulsamente la mano alla maniglia della portiera, una goccia di sudore mi sfiora la fronte, sospiro, allento la presa, in una attimo sono entrato.

[Clandestino]

Il nero manto confondeva Gordon fra le tenebre della carrozza, quasi egli non esistesse. Poi, la sua flebile voce...

"Pannelli... per imprigionarci... non per proteggerci... tenebre... accompagnano il cammino...
Quale nobile di buon animo farebbe... farebbe questo ai propri invitati?

[Never]

Erano quantomeno strani quei pannelli... più che una protezione sembravano una trappola, o forse un modo per tenerci all'oscuro di qualcosa che avremmo potuto vedere al di fuori dei veicoli. Comunque mi sedetti in silenzio al mio posto, facendo soltanto un lieve cenno di saluto ai miei compagni di viaggio e al ragazzo che avevo portato con me. Speravo di non aver sbagliato ma in fondo ero ancora convinto che poteva essermi utile la sua presenza.
(GDR OFF ole, a proposito, me lo descrivi un attimo da sobrio? puoi dirmi che impressione mi fa adesso che la sbornia è passata? GDR ON)

[Colas]

"Piuttosto taciturni, e non molto inclini a socializzare"
Sorreggendosi il mento con la mano sinistra, Eloize si tormenta la guancia picchietandola con le dita.

[Olengard]

Wael, osservi il ragazzo alla tiepida luce del giorno, mentre gli lasci il passo per salire in carrozza. Ne hai visti tanti, come lui, giovani pronti a combattere valorosamente in battaglia, ma troppo morbidi e ingenui per sopravvivere. Così è lui, ne sei certo. Sicuramente atletico, muscoloso, ma nel fondo dei suoi occhi non c'è quella determinazione, o forse semplicemente quella follia, quella tristezza, che ne potrebbero fare un bravo combattente.
E infatti è stato ferito alla gamba, e zoppica, non riesce ad appoggiarci il peso sopra.
Fatica ancora a incrociare lo sguardo con te, ma da ieri sera vedi nel fondo dei suoi occhi un'ombra di gratitudine.

Nessuno parla all'interno delle carrozze. Dimitri e la donna si chiudono in silenzi molto diversi: l'uno il silenzio di chi non vuole parlare con altri, l'altro il silenzio di chi ha timore di parlare.

"Signore... io... io... credo di dovervi ringraziare, per ieri... davvero... non speravo che... proprio voi..."
E' la voce titubante del ragazzo, Wael, che ti distoglie dai tuoi pensieri. Noti che non ti fissa mentre ti parla.

Sentite alcuni rumori all'esterno, le carrozze vengono serrate, una piccola finestrella aperta viene aperta da fuori in ogni carrozza sulla parete che dà sulla parte posteriore della carrozza, per lasciare entrare un sottile fascio di luce.
Entra la luce. Poi partite.

[Never]

Fissai Janos, cercando di cogliere il suo sguardo sfuggente e di bloccare per un attimo i suoi occhi nei miei. Non volevo parlare troppo in presenza di quelli che erano comunque degli sconosciuti, per quanto condividessero il mio destino. A bassa voce gli dissi "Aspetta a ringraziarmi, ancora non sai cosa troveremo al nostro arrivo...comunque d'ora innanzi considerati al mio servizio, comportati di conseguenza."
Non volevo certo un servo, ovviamente; volevo solo evitare che il ragazzo mettesse sè stesso - e anche me, di riflesso - in qualche guaio.

[Colas]

Quei due stanno borbottando fra loro, come se avessero qualcosa da nascondere, Eloize li nota subito, così abituata ad ascoltare e notare quello che si muove attorno a lei.

"Di certo non si sentono proprio agio qui,ma chi potrebbe?"
Pensa, tentando di scorgere il paesaggio al difuori della finestrella stretta e larga.

[Clandestino]

"Dimmi perchè..."

Si rivolse, gelido, a Dimitri Herlea.

[Olengard]

Il viaggio è confortevole, ma l'atmosfera all'interno delle carrozze è cupa.
Herlea ti fissa, Gordon:
"Perchè? Cosa significa, perchè? Devo giustificare qualcosa nei tuoi confronti?"
Noti che ti dà del tu, cosa che non farebbe mai con un pari grado.
Ian, resti a fissare questo scambio di battute, con una certa curiosità di scoprire come andrà a finire. Questi due hanno già dimostrato la sera prima di non essere persone qualunque. Senti Herlea aggiungere qualcosa a bassa voce, in un dialetto stretto del luogo che tu stesso fatichi a comprendere, e che dubiti che all'uomo che lo aveva interrogato possa sembrare altro che un indistinto gorgoglio: "A cena con della feccia, disgustoso".

Il viaggio prosegue, senza fretta. Sentite un urlo, da fuori, e riconoscete la voce di Roderigo.
"Ancora poco, signori, e saremo arrivati! Pochi minuti ancora, e incontrerete messer Giovanni!"

[The Puppet Master]

Osservo divertito il battibecco fra Gordon e Dimitri Herlea, certo quale campionario di uomini ha invitato lord Giovanni alla sua magione.
Mentre penso ciò mi sovviene la voce di Roderigo
-Ebbene finalmente l'ora è vicina- dichiaro- Finalmete usciremo da questo loculo ambulante-

[Colas]

"Stiamo, arrivando?" pensa Eloize "Finalmente! l'atmsfera qui dentro comincia proprio a diventare surreale"

[guardando i due strani uomini che prima stavano mormorando nell'ombra]

"Non è mia abitudine viaggiare con bizzarri sociopatici"

[lascia sfuggire un sospiro leggero]

"speriamo che la camera alla villa di Giovanni sia all'altezza delle aspettative"

[Clandestino]

Alzò il capo, Gordon, e fissò dritto negli occhi il viscido Herlea.
D'un tratto un gesto fulmineo, quasi meccanico. Finì a pochi millimetri dal collo del nobile, la lama di quel pugnale.
La mano destra stringeva appena l'impugnatura, avvolta da dei sottili stracci anneriti, eppure la lama era immobile.
Immobile quanto chi la maneggiava, quasi con noncuranza.

"il perchè della cena... no?"

Accennò, incredibilmente, un sorriso.

[The Puppet Master]

Apro lentamente il portello della carrozza quando con la coda nell'occhio scorgo alle mie spalle un movimento fulmineo, Gordon è scattato verso il nobile brandendo un coltello.
Lentamente richiudo il portello, lasciando solo lo spazio per lasciar passare una sottile lama di luce e per osservare cosa accade intorno, apparentemente tutto tace.
Mi rivolgo a messer Gordon:
-Non mi interessa il destino di quest uomo, messer Gordon, fate quello che dovete però in fretta, e senza sporcarmi lo straccio che indosso, ho solo questo-
Osservo attentamente la scena, può darsi che riuscirò ad avere informazioni importanti.

[Olengard]

Le carrozze si fermano, e si aprono le porte.
Roderigo apre la vostra, Ian. Vedi il suo volto stupito, mentre vi chiede: "Cosa sta succedendo qui, Signori? Vi prego, deponete subito le armi, non è il caso di accendere gli animi".

Gli altri cocchieri intanto vi fanno scendere, Eloize, Wael. Il tramonto si sta spegnendo all'orizzonte, e nell'aria fredda il mondo acquista una sfumatura di grigio. La fortezza è abbarbicata in cima a un monte, dove la vegetazione inizia a sfoltire per lasciare spazio a un panorama più roccioso. Ma sotto di voi, sul versante dell'altura, vedete un folto, rigoglioso bosco.
La fortezza, già. La fortezza.
Costruita da un folle, si direbbe, da un uomo abitato da demoni, o forse da essi inseguito. Torri aguzze che si lanciano altissime nel cielo, nascendo da una struttura solida, quasi tozza. Una porta imponente, riccamente intarsiata, che subito ti affascina, Eloize. Una porta in cui inizialmente scorgi solo figure indistinte, ma poi inizi lentamente a ricostruire volti dolenti, terribili battaglie, bestie feroci e orrende torture. Una porta che parla di morte e dolore.
Tutta la fortezza sembra portare con sè il dolore, Eloize. Non c'è l'eleganza francese, non c'è la schietta bellezza italiana. C'è paura, c'è guerra, c'è sangue.

Roderigo continua a fissarti, Gordon. "Signori, se volete scendere, vi farò strada".

[Colas]

"Allora è questa l'arte dei barbari..."
Pensa Eloize passando lo sguardo indagatore sui bassorilievi.
"Madre de dios" una mano sosta qualche istante sulla sua bocca.
"Ne avevo sentito parlare. Come possono essere così.. così privi di grazia? Non c'è nessun buon sentimento che li anima? Che l'oscurità del sole e la malignità del clima possano completamente cancellare ogni parvenza di umanità in quella che è per l'uomo la più alta espressione del suo essere?"
"Per me si va..."
Un tremito le scuote fievolmente il corpo, è il freddo? In effetti il vento si era alzato in quel momento.
"Per me si va..."
Come a una processione segue gli altri convitati, che malgrado qualche battibecco nell'altra carrozza pare si stiano finalmente apprestando ad entrare in quel pauroso maniero che, aberrante, sembra sfidare la sfrontatezza del cielo con quelle guglie adunche.
"Per me si va..."

[Never]

Scesi dalla carrozza e mi ritrovai a fronteggiare uno tra i più strani edifici che mi fosse mai capitato di vedere nella mia vita. C'era della follia in quel castello, e del dolore con ogni probabilità. Sembrava la casa ideale per quei demoni che i cristiani sono usi dipingere tra le fiamme dell'inferno.
Aspettai che anche gli altri scendessero e dissi a Janos, sottovoce, "Stammi vicino".

[The Puppet Master]

Appena scorgo la sagoma della fortezza scendo con un balzo dalla carrozza, dimenticando per un istante Gordon e il nobilotto, impegnati nel loro violento battibecco.
-Ecco i demoni e le orge di sangue di cui parlava il vegliardo tanto caro a messer Gordon...-
Esclamo passando la mano sulla superfice intarsiata della porta, quasi con timore di cosa si possa celare all'interno.

[Gdr Off]
Scusate il ritardo ero a letto con l'inflenza
(maledetti gavettoni alle feste )

[Olengard]

Roderigo si fa avanti, e bussa al portone con il battente, che rappresenta il volto di una gargolla fermata in un ghigno. Dopo poco un soldato vi apre la porta dall'interno. Mentre il portone scorre lentamente, vi si apre innanzi una stanza lunga e stretta, come una galleria di passaggio verso il mondo di messer Giovanni. La guardia fa un cenno a Roderigo, che vi invita a entrare.

Muovete i primi passi all'interno. Sulle pareti, arazzi che rappresentano feroci battaglie. Tra di essi, Gordon, subito ti saltano all'occhio alcune feritoie, al cui interno scorgi facilmente balestre cariche puntate al centro del corridoio. Anche tu, Wael, e tu, Ian, le notate, abituati come siete alle battaglie. Ma a te Gordon salta all'occhio come siano disposte in maniera assolutamente perfetta, in maniera tale da non lasciare scoperto praticamente nessun punto della stanza e pure da non farsi quasi scorgere per uno sguardo non allenato.
Non allenato come lo sguardo di Eloize, rapita a osservare le piccole statue a foggia di gargolla che dall'alto sembrano osservarvi.

(Tiro Percezione+Archery, diff.5 - 6 per chi non possiede Archery -
Gordon 4 successi: 10, 6, 6, 6, 3, 3; Ian 2 successi: 7, 6, 5;
Eloize 0 successi: 8, 1; Wael 2 successi: 10, 8, 4, 2, 2)

Giungete a un'altra porta, e Roderigo bussa.
Passano alcuni istanti, che si fanno minuti. Roderigo sembra impaziente, nonostante provi a nasconderlo. Herlea biascica qualcosa tra sè e sè, sul pessimo trattamento a lui riservato.
Dopo altri minuti, si apre lentamente uno spiraglio della porta, e ne esce Lothar, vestito in maniera ancora più elegante e impeccabile rispetto al giorno prima.
"Siete in anticipo", fa, gelido. Colpisce con il dorso della mano, con grande forza, il volto di Roderigo, su cui subito si apre una ferita e inizia a scorrere rapido il sangue.
"E farai meglio a ricordarti da dove viene, quel sangue". Vi fissa, il suo volto duro si apre in un sorriso compiaciuto, e si chiude dietro la porta.

Restate soli nella stanza.

P.S.: dopo cena si continua...

[Colas]

"Sans doute on est fini dans une maison des fous" mormora a mezza bocca Eloize, guardandosi in giro in quella terra di nessuno.