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Discussione: [GDR]Realis Prime

  1. #176
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Nharre ha scritto mer, 04 gennaio 2006 alle 12:41
    gdr off
    eccomi qui...scusate per l'assenza...
    cmq ci tengo a precisare che sono un pilota e non un soldato...
    /gdr off

    gdr on:

    lasciai la sala comandi, dopo aver salutato i piloti e mi diressi verso la sala briefing per raccontare cosa avevo visto durante l'attacco...entrai e salutai il colonello Estofe:

    Kirk: eccomi signore, ai suoi ordini!

    poi raccontai cosa era successo

    Kirk: con il maggiore Rauth ci stavamo dirigendo verso questa nave, quando il maggiore notò una bomba...ci avvisò in tempo...alcuni di noi, compreso me, riuscirono a porsi in salvo...ma il maggiore e alcuni soldati non ci riuscirono...furono investiti dall'esplosione...poi venedo qui, ho avuto la sensazione che qualcosa o qualcuno ci stesse osservando...

    dopo aver finito di parlare attendo una risposta dal colonello...

    gdr off
    [guarda che non tocca a te]

  2. #177
    Nharre
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Harlan draka ha scritto mer, 04 gennaio 2006 alle 12:50
    [guarda che non tocca a te]
    uops! è vero...

    ho modificato il messaggio...

  3. #178
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Wotan, where are you?

  4. #179
    Gabi.2437
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Io ci sono ma che devo fare?

  5. #180
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    [rapporto]

  6. #181
    Gabi.2437
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Raggiunta la sala del briefing, entrai e mi preparai a ascoltare

  7. #182
    Lo Zio L'avatar di Belisar
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    ehm, rapporto nel senso che devi rapportare i tipi^^

  8. #183
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Wotan, Qui-Gon, Kirk, Balmar

    Il comlink che Estofe portava all'interno di una piccola sacca, poco sotto la spalla sinistra, trillò. Il graduato lo afferrò con un movimento veloce, quasi dovesse salutare un superiore entrato improvvisamente, e senza preavviso, nella stanza. Mentre ascoltava, i suoi occhi sottolineavano l'attenzione prestata all'interlocutore. Qualche secondo più tardi, con l'apparecchio ancora accanto all'orecchio, Estofe annuì e mugugnò facendo uso d'un unico movimento labiale, poi chiuse la trasmissione.

    Colonnello Estofe: "D'accordo soldati, rapporto rinviato, dobbiamo iniziare la riunione".

    L'ufficiale girò le spalle ai soldati ed allungò qualche passo misurato verso il centro del pavimento circolare che stava solcando, poi espirò e cominciò.

    Colonnello Estofe: "Questa riunione ha un solo scopo, che non è quello che tutti quanti voi state pensando. Non stiamo pianificando un contrattacco ai danni di cani che ci hanno colpito a tradimento".

    Smise di parlare. Guardò corrucciato uno dei posti privi d'occupante, come se l'invisibile figura che vi sedeva potesse rispondere alle sue silenti domande.

    Colonnello Estofe: "Non sapremmo nemmeno in che direzione sparare. Non sappiamo niente. Niente di niente".

    Poi, un fuoco di rabbia gli consumò gli occhi. Le parole si accesero di furia.

    Colonnello Estofe: "Ma una cosa ve la posso assicurare. E potete starne certi. Certi! Avete capito!? Potete starne certi! Certi! che io farò tutto quello che potrò per ammazzare dal primo all'ultimo quei figli di una cagna! E' chiaro!?".

    Estofe era uno duro, ma non aveva mai mostrato il suo lato violento, non così all'improvviso. E tutti, tutti quanti, ne erano rimasti impressionati tanto da restare ammutoliti.

    Colonnello Estofe: "Ricordatevelo... Comunque, è il momento di parlare del motivo della riunione".

    Il visore si accese. La mappa rossa su sfondo nero di un pianeta senza nome fece la sua comparsa.

    Colonnello Estofe: "Questo è Forila, un pianeta al limite delle Regioni Sconosciute. E' stato scoperto di recente, dopo un lungo viaggio e soprattutto pericoloso. E' stato grazie ai fondi della Extern Foundation, la società di ricerca del senatore Ziths, se questo nuovo esperimento è andato in porto. Ci sono voluti parecchi anni, ma alla fine il pianeta Forila è stato scoperto ed è stata tracciata una rotta sicura verso il mondo. Ma nessuno si aspettava che razza di postaccio fosse. Desolato, roccioso e spazzato da violente trombe d'aria. L'atmosfera è irrespirabile ed è disabitato, oltre che troppo lontano per le solite rotte commerciali. I miliardi di crediti spesi sono praticamente andati in fumo. Ma il vero problema è un altro: le coordinate del pianeta vennero comunque rese pubbliche e la maggior parte delle mappe elettroniche aggiornate. Così facendo, però, Forila incominciò ad attrarre attenzioni indesiderate. I nostri servizi segreti scoprirono in breve tempo che vari gruppi criminali avevano intenzione di stabilire le proprie basi su Forila. Le coordinate che permettevano di raggiungere quel buco erano disponibili a tutti, perciò chiunque poteva sfruttarle, e sfruttare il posto per i propri scopi. Ma noi eravamo pronti ad evenienze simili: in breve tempo l'ISR è stato in grado di risalire ai criminali e ad arrestarli. La mggior parte di loro sono stati incarcerati a Baf-Rum su Chandrila, ma uno di loro, mentre veniva traferito verso il carcere di massima sicurezza di Vumtarih Terrix è sfuggito ai suoi guardiani ed è scappato. Come ben sapete, chi viene traferito in galera ha le mani bloccate da manette che inviano un impulso verso la strumentazione contenuta all'interno del landspeeder corazzato. Quando però la scorta ha cercato di rintracciare il verme, il computer non è stato in grado di rilevare il segnale. E, di nuovo, non sappiamo il perchè. Abbiamo chiaramente diramato una descrizione del malvivente in ogni posto possibile e immaginabile. Una segnalazione ci è arrivata da un agente di polizia di Sernpidal, che lo ha visto mentre si infilava su un cargo diretto su Silpico, pianeta che, guarda un po', è decisamente vicino a Forila. E' probabile che quel verme voglia nascondersi proprio sul nuovo mondo per un periodo di tempo sufficiente perchè noi lo si possa dimenticare. E Forila è un posto dannatamente buono per nascondersi. A questo punto BRAAAM!

    Il finestrone dietro a Estofe esplose ed i blocchi di metallo e vetro schizzarono contro i soldati schiacciando i loro corpi. Estofe sparì in avanti e si schiantò contro le poltrone di fronte a lui, sospinto in avanti violentemente dallo scoppio. E poi, la decompressione cominciò a urlare.
    La voragine originata dalla deflagrazione era grossa e in un attimo una trentina di uomini vennero afferrati da mani miserabili e soffocanti e gettati verso la morte. Gli altri si afferrarono alle proprie postazioni con tutta la forza che avevano in corpo. Tutti i pannelli che ricoprivano i cavi elettrici fornenti corrente ed altro vennero divelti e sparati fuori. Le parti elettroniche, ora nude, vennero estirpate e divorate dalla bocca amorfa. Erano destinati a morire. Con un ultimo sussulto, il sistema di sicurezza, già colpito a morte dal taglio alle sue vene elettriche che non riuscivano più a fornirgli il suo sangue bluastro, cercò di allugare le sue braccia metalliche intorno alla vasta finestra, ma giunto a metà spirò. Il vetro delle finestra era composto anche di acciaio e bronzium, che gli avevano permesso di non venire spazzato via, ma non avrebbe retto ancora tanto.
    E cominciava a mancare l'aria.
    Le poltrone cominciarono ad essere divelte dalle basi per raggiungere l'oscurità e quelle che si unirono ad essa colpirono con veemenza il già provato vetro. Poteva crollare da un momento all'altro, consegnadoli alla tenebra.
    Wotan, Kirk e Qui-Gon erano avvinghiati alle loro poltrone con le gambe che penzolavano nel vuoto mentre il nulla cercava di strappargliele dal corpo. Balmar venne scaraventato contro il vicino muro a sinistra, accompagnato dalla sua stessa seggiola: il soldato colpì prima, con le gambe, le scale che conducevano in alto verso la porta, poi il muro, con la schiena, e quindi la matassa violenta di tessuto e metallo si conficcò nel muro a qualche metro più in basso di lui. Le membra erano sul punto di spezzarsi, ma nessuno di loro voleva vedere le proprie braccia restare piantate nel tessuto mentre il loro tronco contornato da brandelli di carne viva e sanguinolenta veniva maticato dalla Signora di Tenebra.
    Però, nonostante tutto, le porte non erano poi così lontane. Potevano raggiungerle, aggrappandosi ai sedili più in alto o agli scalini, per Balmar. Ma le file verticali sulle quali le sedute erano fissate, dopo una iniziale resistenza, cedettero. Uno dopo l'altro, la decompressione li prese e li strinse al petto, portandoli con sè.
    I soldati dovevano scegliere: spostarsi verso sinistra per cercare di sottrarsi ad essa, o correre il rischio di arrampicarsi per arrivare alle uscite, quasi come se si volesse unirsi a lei? E Balmar, avrebbe cercato una dura sortita verso la lontana porta o avrebbe cercato di seguire il percorso degli scamapati alla Prime che, mordendo con le mani la materia, cercavano di aver salva la vita?

    In fretta!



  9. #184
    Lo Zio L'avatar di Belisar
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Balmar

    In preda al dolore e ancora confuso per gli urti subiti, il MonCal si guardò intorno, cercando di non perdere quella poca lucidità rimasta. Fece del suo meglio, cercando la via di fuga più vicina.


    /*off: considerando che non è al massimo della lucidità, quale è la via d fuga più probabile? */

  10. #185
    Gabi.2437
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Improvvisamente mi ritrovai risucchiato verso l'esterno dall'aria che, non più trattenuta dalle pareti, usciva fuori, nello spazio, trascinando con se tutto ciò che trovava. Riuscii ad aggrapparmi alla sedia ma non sarei durato molto in quella posizione, istintivamente tentai di raggiungere le porte, prima si usciva da lì meglio è, prima che il vetro ceda sotto i colpi dei vari pezzi che lo colpiscono

  11. #186
    Harlan draka
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime



    l'eria viene risucchiata dalla stanza e fuori nel freddo vuoto dello spazio... combatto per non essere sopraffatto dalla paura che sale dalla parte antica del cervello mentre l'istinto di sopravvivenza mette in circolo nel corpo l'adrenalina.

    forza... la paura è la piccola morte che porta l'annientamento

    con grande sforzo concentro la mente sulle parole di mio zio e mi sembra quasi di sentirle come un eco mentre le urla di morte mi circonda

    Qui-Gon Jinn (zio): "non c'è emozione c'è pace
    non c'è ignoranza, c'è conoscenza,
    non c'è caos, c'è serenità
    non c'è la morte, c'è la Forza"


    sento il mio corpo trascinato via

    la paura è la piccola morte che porta l'annientamento

    cerco di raggiungere le uscite



    [NB dacci xp ]

  12. #187
    Nharre
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Kirk

    ero mezzo intontito dall'esplosione e sentivo il mio corpo che veniva schiacciato da ogni parte...ma dovevo raggiungere a tutti i costi l'uscita...mi feci coraggio e ripensai a mio padre e al maestro Griso li sentivo vicini a me in ogni momento...mi esortavano a non arrendermi...concentrandomi su di loro iniziai ad arrampicarmi sulle poltrone superiori per raggiungere l'uscita...

  13. #188
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Kirk

    BRAASK!

    Le sedie si spaccavano fra stridori che mostravano quanto dolore provassero quegli oggetti a venire strappati lontano, fino allo spazio nero. O forse era solo la pazzia dovuta a quello che stava accadendo. Anche la fila a loro adiacente cedette, sradicata via. E anche quella alla quale erano aggrappati si alzò nella parte bassa, prendendo a vibrare. Non ci sarebbe voluto molto per fare la fine degli altri. Alcuni soldati erano riusciti a schizzare verso le uscite prima che la decompressione divorasse quello che si trovava nella sala, altri le avevano raggiunte arrancando su quello che trovavano. Saranno stati una decina in tutto i superstiti. Il problema era che, per ora, loro non potevano venire conteggiati fra i superstiti. Wotan e Qui-Gon si trovavano in posizione sopraelevata rispetto a Kirk, mentre cercavano di arrampicarsi su quelle poltrone che ancora, chissà perchè, resistevano...

    ...Ma quando non c'è un perchè, a volte, le cose non possono esistere. E le sedie cedettero. Qui-Gon e Wotan, insieme ai loro appigli caddero indietro, ancora aggrappati ai supporti, capovolgendosi di centottanta gradi ed andando a testa in giù. Percosero vari metri, urlanti. Un pezzo di metallo retangolare che faceva parte della base si incastrò in una delle fenditure all'interno delle quale erano inserite le poltrone. Si fermarono. La decompressione gridava come un pazza. L'aria sempre meno. Era breve la distanza fra la nave maledetta. Era persino possibile scorgere qualcosa dentro la cabina dal vetro color rame. Era però decisamente meglio guardare dove mettere le mani per salvarsi. Anche perchè non avrebbero resistito, non per molto. La voragine, grazie agli oggetti con i quali si era saziata, era quasi piena, ma c'erano ancora spazio sufficiente per divorare qualcos'altro. Loro, per esempio, nonostante si ostinassero ad aggrapparsi a quegli ultimi pezzi di vita. Kirk, invece era stato risparmiato. La sua postazione aveva tenuto. Ma anche lui stava per cedere. Poi... vide. Vide la sua salvezza...

    La porta più vicina venne aperta ed un soldato ne uscì. Teneva per mano un guanto nero. Si sporgeva oltre e cercava Kirk. Gli si avvicinava sempre più.

    Soldato: "AVANTI! LA MANO! LA MANO!"

    Il metallo si squarciò. Il ferro scuro si alzò a destra ed i bulloni colpirono in faccia Kirk. La presa diminuì.

    Soldato: "DAMMI QUELLA MALEDETTA MANO!"

    Il soldato si guardò indietro. Passò un attimo di silenzio. Kirk stava per morire, quel demonio che gli stava dietro non era ancora soddisfatto. Dopo i suoi tre compagni, voleva anche lui. Ma i soldati della Nuova Repubblica avevano affrontato anche i Vong. E li avevano sconfitti.
    L'altro militare volò su Kirk, ma senza sparire nel buco nero. Mantenne la traiettoria e gli uncinò la mani. Poi, gli altri cominciarono ad indietreggiare. Kirk era esausto, ma lo era anche il mostro che gli stava alle calcagna. Rapidi, i commilitoni lo trassero lontano. E la vita gli tornò in corpo. Oltre la soglia, i soldati caddero a terra. Se erano privi di fiato per averne salvato uno, come avrebbero fatto con gli altri?
    Semplice... non li si salvava.
    CRAAASHHK! Ed una nuova esplosione ne spiegò i motivi. Al termine del corridoio che giungeva sino ad uno spiazzo, dal quale si diramavano più uscite, un lampo giallo e bianco si allargò oltre una delle paratie, squartando la parete ed espellendone gli organi elettrici, spargendoli sul pavimento. Dal largo foro, un sibilo cominciò a parlare di una catastrofe imminente. Ed il suo discorso creò proseliti. Un altro rombo, un paio di metri più lontano, ne ricordò la previsione.
    I soldati che avevano salvato Kirk erano ancora impauriti per il pericolo appena corso e per ciò che avevano scorto. I boati non li scossero affatto dunque, poichè essi non li sentirono nemmeno, il loro udito era ancora colmo delle urla dei loro commilitoni morenti. Fu l'ufficiale che era con loro a smuoversi. Guardò verso il corridoio, poi alla sala di morte ed allora lasciò che lei dipingesse il proprio ritratto sul volto del povero uomo.

    Ufficiale: "NO! NO! NOOOO!"

    Si lanciò verso il muro metallico di sinistra, ma questo lo respinse verso il suo opposto. Il graduato cadde su un soldato, lo afferrò per le spalle e cercò di mostrargli l'orrore che ora si trovava presso di lui.

    Ufficiale: "Sbrigatevi! Morirete, se non lo fate! Almeno voi, cercate di salvarvi! Avanti, andatevene via!"

    Trascinò in piedi il soldato e diede una mano agli altri, compreso Kirk. I soldati, confusi, spaventati, nuovi a simili cose, corsero lontano. Kirk li inseguì. L'ufficiale alle calcagna. Boato. Scossoni violenti e metallo distrutto. Il pavimento tremò. I soldati crollarono a terra. Alcuni si trascinarono. Si rialzarono. Passi pesanti per raggiungere la porta stagna. Condotto sulla testa. Respiri affannosi, bagnati di paura. Distruzione! La parte sinistra si scagliò contro i soldati schiacciandoli dall'altra parte. Il pavimento si inarcò sotto i piedi dell'ufficiale, prostrandolo a terra e scaraventandolo verso gli altri. Kirk ne venne travolto, cadde sul graduato ma non ne arrestò la corsa. Si tirò in piedi insieme agli altri, ma ora questi erano più lontani di lui. Si trascinò fino allo spiazzo. Gli altri erano già al di là dell'arco della porta aperta. Il graduato che cercava di afferrarlo da lontano per trarlo fuori. Una nuova esplosione. La sua mano impetosa lo gettò in avanti. La porta vicina, ora. Ancora su un paio di gambe. Mano sui cavi scoperti dell'interruttore. Una piccola scossa. Il dolore è talmente piccolo che non si può avvertire. Non adesso. La mano bruciacchiata.

    Ufficiale: "Muoviti! Muoviti! Muoviti! Vuoi crepare qui?"

    Il mondo fremette, li spinse giù e poi in su. Poi si contorse su sè stesso, scagliò oltre l'ufficiale facendolo cozzare contro un altro soldato, ma imprigionò sulla sua pelle di metallo Kirk. Il soffitto crollò a terra, rigurgitando sul pavimento tutti i suoi organi di muratura. Kirk era separato dagli altri. Da un'apertura non più grande di un pugno, intravide l'ufficiale che si girava sullo stomaco, urlando:

    Ufficiale: "NOOOO! LO SAPEVO! LO SAPEVO! POSSANO ESSERE MALEDETTI!"

    Ma perchè? Perchè? PERCHE'? Forse l'inferno si era aperto all'interno di quella nave?

    Ufficiale: "Ascoltami bene! Isola il settore! Isola questo settore!"

    Altri fragori abbatterono le proprie membra sulla nave.

    Ufficiale: "Ci sono esplosioni a catena! C'è un... cortocircuito! Ha intaccato la linea d'energia principale! Devi togliere corrente, bloccarlo lì dov'è! Se si allarga, distruggerà l'impianto generale! La Cygnus esploderà! Usa la leva a sinistra dell'entrata!"

    Soldato: "Signore, no!".

    La voce straziata di uno dei soldati si levò verso quella del graduato.

    Soldato: "Li ammazzerà! Se toglie energia, bloccherà l'accesso alla sezione! Moriranno tutti!"

    Ufficiale: "Sono già morti, Hors! O creperanno nei prossimi minuti! Dobbiamo pensare agli altri!"

    Soldato: "Ma ne abbiamo visto qualcuno vivo, signore! Non... possiamo!"

    Ufficiale: "Scappa, Hors! E non parlare! E tu, isola questo dannato settore!"

    L'ennesima esplosione. Scossoni sempre più forti.

    Ufficiale: "Vuoi che invece di dieci muoiano migliaia di soldati? Se non isoli il settore, moriremo tutti! TUTTI! TIRA QUELLA LEVA!"

    Soldato: "No! Non lo fare! Usa l'altra leva! Quella di destra! Così attivi le contromisure di sicurezza!"

    Ufficiale: "MALEDIZIONE HORS! Il cortocircuito le ha già distrutte le contromisure! Sei un povero soldatucolo e prendi gli ordini da me!"

    Soldato: "Ma non lo sappiamo, signore! Si sta sbagliando, dannazione! Forse...!"

    Ufficiale: "STA' ZITTOOOOO! ISOLA IL SETTORE O MORIREMO TUTTI QUANTI!"

    Soldato: "NO! ATTIVA LE CONTROMISURE!"

    Ufficiale: "ISOLA IL SETTORE!"

    Soldato: "ATTIVA LE CONTROMISURE!"

    Ufficiale: "ISOLA IL SETTORE!"

    Soldato: "ATTIVA LE CONTROMISURE!"

    Ufficiale: "ISOLA IL SETTORE! ISOLA IL SETTORE! ISOLA IL SETTOREEEEEE!"

    Leva sinistra! Leva destra!


  14. #189
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Qui-Gon

    E' meglio, indubbiamente, che la mente non possa venire sfruttata per modificare le proprie strutture, i propri organi, il proprio sangue. L'emozione si insedierebbe in questa grande valle, occupando inizialmente solo spelonche barricate con travi di legno, poi trasferendosi in case di pietra facendole seguire da solide dimore, magioni, castelli e poi città intere, costruiti con la fedeltà di un numero di proseliti sempre maggiore, tale da incarnare le possibilità d'azione di un esercito che avrebbe stroncato il proprio terreno, prima di renderlo la via sulla quale marciare a propria discrezione. L'emozione, virulenta, contagerebbe la psiche e ne sfrutterebbe il controllo che essa ha sul corpo in maniera terribile, distruggendo i tessui con l'odio, gli organi con la rabbia e le ossa con la paura. Una mente in grado di controllare il corpo in cui si trova cadrebbe preda della sensazione, l'occulta padrona di essa e del suo sposo, venendo obbligata a deformare le sue stesse membra per accondiscendere, restia, alle richieste della naturale tendenza delle emozioni a concretizzarsi.
    Se la mente avesse potuto ripercuotersi sul tronco, lo avrebbe fatto, spezzandolo, e Qui-Gon sarebbe divenuto parte dei non esistenti, perchè la rabbia liberatasi all'interno del suo corpo era molta, ma anche il solo elemento in grado di irrobustire la presa del soldato sulla forma, ammassata sulle sue parti piegate, sventrate e rigurgitate, ora più biologiche che artificiali. L'impalpabile aveva però continuato nella sua ricerca di un momento adattabile ai suoi propositi e la situazione, ora, marcava l'attimo con il suo segno, segnalando l'avvenuto come l'inizio dell'attuazione della propria vendetta. Esso colpì dunque il punto che più liberava il proprio fianco, la bocca e lo prese con il suo sentimento di rabbia, al quale vennero affiancate le schiere della paura. La bocca del militare si lasciò condurre dai suoi nuovi governanti, esibendo i vessilli delle succedute emozioni, cantando con un urlo di sgomento i loro inni, primo luogo a cadere preda di una egemonia che avrebbe potuto controllare tutto il resto della persona, sino a far cedere, forse, lo stesso capo. Senza che egli se ne accorgesse.
    Qui-Gon era appeso alla seggiola, gridando per lo sforzo e l'angoscia della fine, dibattuto fra i pensieri della salvezza e quelli che si soffermavano, senza parlare, sul bruciore dei suoi muscoli.
    Il primo stridio, il primo frammento, il primo brontolio, senza secondi, o terzi, o altri. Ad essi non seguirono fratelli della stessa schiatta, ma solo un'estranea che li rese unici, fratturando il metallo che era infiltrato in un'avvallamento degli spalti, ma la cui copertura non era efficace contro una simile sentinella. Il vortice che strappava per poi gettare nello spazio, aveva avuto la meglio anche su quell'ultimo appiglio. La recluta che aveva allontanato il pericolo della Prime si trovò in mano il sedile divelto, che schizzava con lui verso lo spazio senz'aria. Non c'era più niente, niente, niente da fare. Forse si poteva ancora cercare una fessura, un posto improbabile al quale fissare quel pezzetto di sala che teneva fra i palmi. Ma era veramente il caso di sprecarsi tanto, solo per arrivare ancora più stanchi ai piedi della dama nera? Certo, ci si poteva girare per dare un'occhiata al proprio assassino cercando di sottrarglisi, ma magari era più utile non perdere tempo con quel movimento e cercare di sfruttare la posizione e la presenza della maledetta navicella per vincolarsi, inaccettabile a dirsi, ad un nemico ora improvvisato soccorritore?
    Quasi a dimostrazione dell'incosistenza di cui quelle azioni erano divenute ancelle...


  15. #190
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Wotan

    Gli esseri non sono in grado di vivere senza dare nomi a ciò che vedono, ne hanno bisogno, necessità, l'identificazione netta fa parte della loro natura, è un retaggio della semplice acquisizione dell'esistenza di un proprio organo in grado di occupare il cranio, quella che ricerca gli individui più prossimi all'implume e, con l'aiuto del primo vero padre, l'istinto, li impone a sè come detentori d'autorità e di potere esercitabili sul nuovo nato. Questa sottomissione naturale avviene per una iniziale manifestazione di opportunismo, la piaga dei viventi, ciò che li nutre e li affama, esternazione necessaria per la sopravvivenza nell'età puerile. Ed essa è resa effettiva dalle parola "madre" e "padre". Ma il cranio è fallace ed i parti dei suoi errori ne sono dirette dimostrazioni. I nomi sbagliano grandemente, stringendosi a persone di cui non devono essere portavoce. Coloro che avevano progettato quella stanza non erano stati capaci di slegarsi da quelle corde così robuste che li bloccavano alla propria minutezza, chiamando "Sala" quel luogo, mentre esso avrebbe dovuto reggere il nome di "pozzo". Ivi non hanno fine i lunghi concili di sopraffazione militare, nè in quel dì avevano termine i mesti eventi...
    Wotan cadde. L'appiglio morì. Egli abbandonò. Il corpo fremette. Era alle strette. Uncinare qualcuno per arrestarsi o volare via per mai più voltarsi?
    Wotan stava precipitando, non c'era niente di sufficientemente saldo per trattenerlo qui. No, a dire il vero qualcosa c'era: l'azione. Un'azione fratturata ma ancora in grado di rimanere unita per poter essere indicata. Spaccata fra il corpo di un commilitone che lo aveva preceduto, Qui-Gon e la breccia. Cosa doveva fare Wotan. Aggrapparsi a lui con il rischio di trascinarlo via solo perchè era comunque un "qualcosa" che lo avrebbe rassicurato (o forse assicurato), o lasciarlo là dov'era?
    Cosa fare Wotan? Cosa fare?


  16. #191
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    [GdR Off]

    Le scale e di conseguenza la porta. Puoi sempre scegliere diversamente, Belisar.

    Per i punti di esperienza, dovrete procrastinare la vostra "bramosia" fino al "calar del sipario" sulla quest.

    [GdR On]

  17. #192
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    [se ho capito bene.... Wotan sta "volando" verso di me?]

  18. #193
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    [GdR Off]

    Si. La decompressione ha estirpato via i vostri appigli dalla zona nella quale si erano incastrati e tu sei stato il primo a venire attratto implacabilmente verso l'esterno. Adesso devi decidere se aggrapparti alla navetta o girarti e cercare un altro posto (cosa che ti farebbe perdere del tempo e senza la certezza di un effettivo arresto). Nel mentre, Wotan ti sta seguendo a mezz'aria e c'è sempre la possibilità che lui decida di usarti come "supporto"...

    [GdR On]

  19. #194
    Harlan draka
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Jalus Naon ha scritto ven, 24 marzo 2006 alle 22:10
    [GdR Off]

    Si. La decompressione ha estirpato via i vostri appigli dalla zona nella quale si erano incastrati e tu sei stato il primo a venire attratto implacabilmente verso l'esterno. Adesso devi decidere se aggrapparti alla navetta o girarti e cercare un altro posto (cosa che ti farebbe perdere del tempo e senza la certezza di un effettivo arresto). Nel mentre, Wotan ti sta seguendo a mezz'aria e c'è sempre la possibilità che lui decida di usarti come "supporto"...

    [GdR On]
    [se lo vedo faccio così]




    non ho molte possibilà di scampare alla morte nel vuoto e freddo spazio fra i mondi, cerco un appiglio più sicuro a cui afferrarmi quando vedo Wotan che mi sta piombando addosso

    sempre peggio

    lascio la poltrona e mi aggrappo con una mano alla navetta mentre con l'altra cerco di afferrare Wotan

  20. #195
    Gabi.2437
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    La situazione stava precipitando, l'appiglio a cui ero aggrappato cedette e mi ritrovai a cadere verso il vuoto, vidi Qui Gon che tentava di darmi una mano, istintivamente la afferrai nel tentativo di salvarmi.

  21. #196
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    //*off: ci sono sistemi di chiusura manuale delle paratie nella stanza? //

  22. #197
    Nharre
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    [gdr off]

    non ho capito bene cosa devo fare...

    [gdr off]

  23. #198
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    [GdR Off]

    No, la chiusura degli schermi esterni è regolata in maniera automatica dal sistema di controllo della nave, il quale non è però in grado di allinearsi con la sala, a causa del corto circuito dovuto all'improvvisa generazione della decompressione. Dovrai cercare un altro modo per salvarti la pelle, Belisar.
    Tu, Nharre, hai la possibilità di abbassare la leva sinistra ed isolare da qualsiasi altro contatto elettrico, elettronico ed intercomunicativo il settore della nave includente la sala ove si trovano ancora i tuoi commilitoni, oppure puoi agire su quella grossa di destra e far sì che le contromisure di sicurezza (qualche tipo di potenziamento del supporto vitale nella zona interessata, ad esempio) vengano attivate, ma così facendo non impediresti i collegamenti energetici con la rimanenza della Cygnus, rischiando di far dilagare dappertutto il cortocircuito (cosa che non succederebbe sigillando la frazione "focolaio", visto che esso non avrebbe la possibilità di arrampicarsi per quella via e poi discenderne giungendo ovunque all'interno dei sistemi del trasporto) e facendo esplodere l'intero incrociatore.
    Quindi, o blocchi tutto, ma condanni ad una morte quasi certa coloro che ancora sono nella Sala Riunioni, oppure attivi i moduli di salvataggio, ma rischi che muoiano tutti coloro che sono stati imbarcati.

    A te la scelta...

    [GdR On]

  24. #199
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    Balmar

    Non c'era più tempo per pensare...Aveva cercato di trovare una soluzione logica, ma iniziava a mancargli l'aria. Doveva solo seguire il suo istinto. Doveva salvarsi!
    Con sforzo, aggrappandosi dove poteva, inizio a dirigersi verso le porte da dove aveva visto uscire poco prima alcuni soldati.


  25. #200
    Nharre
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    GDR ON

    maledizione! dovevo scegliere se salvare la nave, condannando i miei amici, o salvare i miei amici condannando la nave...non era una scelta facile...dovevo fare di tutto pur di salvare la nave e i miei amici. Mi concentrai su i miei amici e, facendo ricorso a tutta la mia concentrazione, provai a parlare direttamente con loro...lo so che non ero capace di farlo...che questa era una prerogativa dei cavalieri Jedi, ma dovevo provarci...

    Kirk: ragazzi! mi sentite? sbrigatevi ad uscire da lì...non avete molto tempo! devo chiudere le paratie stagne...ma non posso farlo se voi siete lì dentro...FORZA! come sono uscito io potete farlo anche voi...

    sperai che il messaggio fosse giunto...non mi era rimasto molto tempo...

    GDR OFF

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