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Discussione: [GDR]Realis Prime

  1. #201
    Gabi.2437
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Mentre penzolavo aggrappato alle mani di Qui Gon, nella mia mente sentii delle parole, che mi dicevano di sbrigarmi a uscire di lì...

  2. #202
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    (io aspetterei Jalus per questo )

  3. #203
    Gabi.2437
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    (beh mica sto andando avanti...)

  4. #204
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Gabi.2437 ha scritto sab, 15 aprile 2006 alle 18:20
    (beh mica sto andando avanti...)
    [dico per vedere se senti il messaggio telepatico di un tizio qulunque ]





    con il compagno avvingihato alla mano urlo per farmi sentire sopra il boato

    dobbiamo trovare un modo per uscire da qui prima che tutta l'aria venga risucchiata fuori

    cerco un modo rapico per salvarmi

    siamo nella cacca... devo trovare un modo per uscire o finisco a galleggiare coi meteoriti

  5. #205
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Kirk

    Astenuto da ogni realtà è l'uomo che è solo senza più alcun simile, l'uomo che non può fare altro che dirsi di pensare ma senza avere più pensieri, solo un'ossessione di perchi, perchè e percome, strozzanti i suoi arti già trascinantisi nella cecità. Non può avere il diletto di agire, poichè la coscienza necessaria alla liberazione della forza che può far smuovere le membra è soverchiata dal timore della possibilità, l'eventualità che mostra il sangue della colpa non sulle mani di misteriose entità, ma su quelle irrigidite della propria specie e su quelle agghiacciate del proprio corpo.
    Così Kirk non fu in grado di fare alcunchè, troppe visioni riguardanti i futuri che si sarebbero inerpicati sulle sue decisioni, giungendo all'orizzonte solo grazie a queste, ma nessun desiderio di impiantare nella sua memoria le loro fondamenta. Quando si trattò di prendere la decisione, il suono di una delle leve che si abbassava venne sostituito da tutt'altro. La nave inspirò e poi rilasciò l'aria tanto forte da squarciarsi il petto. E l'esplosione fu tanto forte, da estendersi per l'intero esistente, distruggendolo, per poi sfondare sè stessa e deflagare nei propri atomi, alla stregua di ogni altra parte dell'esistente esattore di sussistenza.
    Brusco fu l'avviso del giungere del cataclisma alle molecole ed infinitesima la durata della loro terrorizzata contemplazione dell'universo distruttore che si elevò su di loro, sino a renderle tanto minuscole da venire schiacciate dalla loro stessa vita. Ma sconfinata fu quell'esplosione, tanto da essere più silente della notte, poichè non esisteva suono che fosse onnipotente abbastanza per poterne urlare l'enormità.

    E Kirk sentì solo un muto nulla adagiarsi nelle sue orecchie. Se mai ci fossero stati voci, battiti e passi non li sentì.

    Poi rumori lillipuziani, impossibili da ricondurre ad un'unica voce od apparecchiatura, artificiale e naturale parlavano le stessa lingua, ricordando un futuro di certa oscurità e sicura morte. Questa confusa melodia lasciava che queste note divenissero note a coloro che non erano più interessati ad altre musiche, ma gli intenditori, coloro che più volte ascoltavano ritmi simili, erano in grado di attraversare le loro reticenze, scoprendo gli altri accordi, quelli nascosti e gelosi della loro segretezza, l'unica cosa che permetteva agli esseri viventi di conservare il loro timore e la loro reverenza per l'avvenire.
    Un'intermittenza costituì il sospiro fatale per la luce, quindi questa si spense. Kirk cadde a terra, la porta che conduceva verso la sala dell'imprevisto si chiuse e le voci dei soldati svanirono. Si dice che uno degli avvenimenti più allucinanti sia quello che non permette di distinguere fra la tenebra della propria mente e quella dell'esterno, quando non si sa se i propri occhi sono chiusi o aperti, perchè ovunque è oscurità. E tale era la situazione nella quale si era calato Kirk. Respirò, cercando di tenere al proprio fianco almeno l'aria, sola compagna del suo isolamento, ma della cui fedeltà non si poteva essere sicuri per sempre. I pochi metri quadrati che circondavano il militare lo imprigionavano, non convinti dell'improvvisata giustificazione addotta dal militare alla precipitosa decisione. E ora? L'ordine necessitava di tempo per costituirsi e di questo avevano bisogno i pensieri più pratici, quelli che ora interessavano più il milite, i soli che avrebbero potuto aprirgli un varco, nel buio e poi nella materia. Ma perchè qualcuno di essi potesse baluginare nella testa del soldato una sequenza ben dettata di immagini e ricordi doveva avere la possibilità di insediarsi nel suo capo. Il tempo si stava allargando a sufficienza per poter far loro da base poi si arrestò lesto, bloccato da un avvenimento che gli aveva occluso lo spazio, interrompendone il distendersi. Stava succedendo qualcosa. Il tempo doveva sbrigarsi, trovare un'altra via per poter crescere e sostenere quei concreti pensieri che Kirk stava ancora ricercando. Il periodo utile alla formazione di questi ultimi si trovò così a percorrere un viottolo angusto e che si allungava a tal punto da divenire solo una stretta linea inadatta al suo passo. Il percorso si era richiuse quindi sè stesso, facendo posto ad un largo taglio, prodotto da una scintilla di gran intensità. Il muro di lamiere e frammenti che bloccavano la via verso la zona più ampia della nave cadde davanti all'unica possibilità di fuga, che si sbarazzò degli ostacoli e calò la nuova fune alla quale aggrapparsi per risalire il pozzo buio in cui era disceso Kirk. Una spada laser violacea bucò i detriti, schizzando un'apertura al loro interno e poi trasse indietro la parte separata dall'insieme. I contorni del Maestro Nuat'ni bloccarono i raggi più impazienti e la sua mano si allungò ansiosa. Kirk la colse, ma non ebbe la forza di fare altro, nonostante avesse ancora conservato del vigore. La resistenza era però fuggita via, come se avesse vita propria e si fosse decisa ad abbandonare una casa che sarebbe presto caduta; e senza questa il vigore non poteva portare le membra al di là del punto in cui si erano abbandonate.
    Il Jedi tirò in piedi, o almeno ci provò, il recluso. Sorrise denotando una certa stanchezza agli occhi del giovane, ma la preoccupazione ivi celata non sarebbe sfuggita ad un occhio più esperto. Il Jedi non riempì di paura il sospiro che seguì la constatazione della presenza in vita del milite, al fine di allontanarla da sè, non lo appesantì in alcun modo, poichè le tristi sensazioni non lo avevano ancora lasciato.
    Alcuni soldati stavano correndo verso di loro, cinti di uniformi digiune di simili barbare conoscenze. Afferrarono il malconcio e lo condussero lontano, traversando vari ballatoi. Kirk era semicosciente, ma le voci ancora imberbi da reclute le poteva distinguere, insieme ad un'accorata richiesta:

    Soldato: "Chi? Chi? Chi?"


  6. #206
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Wotan e Qui-Gon

    Qui-Gon precipitò a terra, insieme a Wotan. Caddero sui fianchi, rendendosi conto di quanto utili fossero le loro ossa e di quanto male potessero fargli. Il benvenuto riservatogli dalla matassa che schiacciava il pavimento fu severo, ma li svegliò dall'incubo in mancanza di un secchio di acqua gelida. I volontari non si chiesero cosa fosse successo, troppo presi a dolersi e a cercare di non venir meno. Ma per loro fortuna, le loro orecchie si erano tenute lontano da quel tramestìo di ossa contuse e rantoli, perdurando nel proprio incarico. E così facendo, sentirono un acuto provenire dal mezzo che aveva impattato contro la Cygnus. Il timpano decise che era meglio segnalarlo alla mente e questa costrinse gli arti dei soldati a torcersi su sè stessi per potersi sincerare della presenza di un pericolo. Nessuno di loro lo ringraziò, ma il loro udito gli permise di rendersi conto dell'ultima novità. La mente lasciò allora perdere le ossa, che finora si era adoperata solo per continuare a segnalarle come offese tramite quelle fitte, e decise di dedicarsi completamente alla visione.
    Il portello si aprì e qualcuno, ne uscì. Non vedeva niente, era completamente buio, solo uno scudo passante e fluorescente era visibile, attivato da qualche altro fermare la decompressione. Sembrava che anche l'ossigeno tornasse, forse pompato dai macchinari persi nell'invisibile, la cui presenza veniva avvertita solo per i loro brontolii.
    L'occupante della navicella ricadde a terra, come dimostrò il rumore di plastica e metallo compressi. Poi cominciò a muoversi. Gli occhi di Qui-Gon e Wotan cominciavano ad accettare la tenebra. Vari fruscii accompagnavano i movimenti dell'assassino, lenti per i molti detriti e per il buio. La mente dei soldati si concentrò su sè stessa, elaborando gli input e commentandoli.
    Ne nacque una domanda: credeva che fossero morti o no?
    Il pilota sapeva che loro erano ancora vivi o meno? E se lo sapeva, perchè non la aveva uccisi subito? Poteva vedere al buio o no? Era armato?
    Un crepitio si espanse intorno ad un vetro frastagliato che venne rotto dal peso del loro cacciatore. Si stava ancora muovendo. Cercava. Stava cercando qualcosa. Incredibilmente, la coppia non si era ancora mossa, forse per il dolore forse per la paura. Immobilizzati, seguivano la battuta del nemico. A giudicare dai suoni sgraziati, questi era lontano appena qualche metro, non più di sei. O si rimaneva fermi e si aspettava, chissà cosa poi, oppure si agiva. L'avversario si trovava in alto a sinistra rispetto ai repubblicani, uno vicino all'altro. Forse era possibile tendergli un agguato, ma bisognava pianificarlo correttamente ed in un pochi dannati momenti. Ed in più c'era un grosso problema: forse l'avversario aveva un visore notturno. E quasi certamente era armato. Ed in quel caso non avrebbero avuto neanche la più microscopica possibilità. Ma erano sicuri di non avere anche loro qualche arma? I militari si toccarono i fianchi per poter sentire il glaciale, ma degno di ogni fiducia, tocco della pelle incorruttibile del DL-44 e... si accorsero che li aveva lasciati per una stanza sicura ed una fondina. Le loro armi erano rimaste nelle loro brande, anche se non erano certo gli unici. Tutti quelli che avevano partecipato a quella riunione li avevano imitati. Era il protocollo. Niente folgoratori alle riunioni, troppi compagni nello stesso posto e se qualche arma era difettosa...
    Niente da fare quindi. Erano stanchi e feriti e l'altro pronto alla lotta. Ma qualcosa, anche se solo a mani nude si poteva fare. Ma il rischio? Troppo, troppo, troppo alto. Brutta situazione quella. Come uscirne?



    [GdR Off]

    Purtroppo non potete comunicare con una Forza che ancora non percepite. E' già difficile farlo per i Jedi...

    [GdR On]

  7. #207
    Harlan draka
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime



    è quello? è un sith?

    rimango immobile cercando di pensare ad un piano

  8. #208
    Gabi.2437
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Improvvisamente ritorna l'ara, la decompressione è fermata da un campo di forza. Una porta si apre e intravedo una strana figura che si avvicina...Mi accorgo di essere disarmato, non sapendo cosa fare decido di rimanere immobile in attesa degli sviluppi della situazione, anche perchè malridotto com'ero poco avrei potuto contro un avversario in forze e probabilmente armato, magari non cercava nemmeno no

  9. #209
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Wotan e Qui-Gon

    Tra i ticchettii degli ignoti oggetti sparpagliati nel buio, sembrava di sentire quelli di alcuni dadi, strazio o buccia del pomo in palio per molti giocatori, sì come una partita si stesse protraendo da tempo con molte sconfitte per uno dei tiratori, il quale, per pagar pegno, avesse dato fondo alla sua riserva di vite umane. C'era ancora un'ultima partita, con esigue fiches da una parte ed un fornito angolo dall'altra. Il tiro che lo svantaggiato doveva riuscire a raggiungere con quei dadi mutevoli era quasi inaccessibile, quasi non bastavano i segni sulle facce e vieppiù egli doveva abbandonare ogni suo avere, poichè la puntata avversaria era impietosa nella quantità da affiancare. I dadi vennero afferrati e rigirati più volte nel palmo chiuso mentre il pilota passeggiava senza ottenere riprova della possibilità che qualcuno fosse sopravvissuto, quasi sul punto di ritornare da dove era venuto. Qualche passo confuso lo portò in direzione opposta ai militari riversi sul pavimento, immoti, la cui testa girava senza termine da una direzione all'altra, cacciando qualche preda ancora nascosta a lui. I dadi si accentrarono sul palmo. Il cuoio che bloccava con i lacci lo smunto elmetto della stretta figura strepitò sommesso quando il collo virò verso gli spalti denudati delle seggiole, sparse ovunque per l'ampia stanza. La sinistra persona squadrò le lingue di plastica amorfa e prese a discendere con il suo indagare sino allo strato rivestito di placche pallide. Così raggiunto il pavimento, i suoi scandagli continuarono, meticolosi e avidi. Trovando nell'oscurità ogni più piccola forma, l'osservatore si ostinava nel suo individuare: in mezzo ai tubi annodati cosparsi di denti ferrosi, schegge rattrappite digrignavano le loro spaccature verso il soffitto che sovrastava la loro miserrima sepoltura, lenti fissavano ammutolite le materie accartocciate informi su sè stesse accanto ad involucri incarniti nei propri scheletri consunti, gole di lamine sgozzate inarcavano ferite sviscerate per emettere un ultimo grido inascoltato, monconi... visti! Visti! Visti! Li aveva visti! Schizzò con la testa dalla strada che stava percorrendo nell'analisi al fazzoletto occupato dalle reclute ancor sane. La mano si avvicinò più che poteva al polso e poi si gettò in avanti. Giunta al punto più lontano verso cui allungarsi si spalancò e scagliò seccamente via i dadi. Il loro avversario caricò verso i militari accompagnandosi ad un asciutto suono di strappo che si allargò da quella che sembrava essere la sua gamba. Si era armato. L'improvviso incedere, mirato e pesante, giunse ai soldati come una infausta previsione, di cui loro potevano solo udire l'arrivo. Abbattè il piede a terra pronto a saltare su di loro, si decise diversamente, calcò a terra l'altro, lo inseguì con il primo, martellò con il precedente, i dadi toccarono e si scossero più volte, una, tre, sei capriole, l'ombra abbassò il sinistro, il destro, quello a manca, quello a dritta, il secondo, il primo, un piede un piede, passo passo, scarpa scarpa, suola suola, costa costa, tacco tacco, pianta pianta, incalzante, preoccupante, scoraggiante, sconquassante, assordante, tartassante. Distruggeva, spostava, ribaltava, senza fermarsi, su di loro, fra di loro, dietro a loro, senza fuga, senza scampo, senza appello, dalla nave, dai cocci, dalle viti, li assaliva! L'arma, spianata, attivata, puntata! I dadi, volanti, rotolanti, saltanti! Il polso, fermato! Un dado, s'arresta! Il cane, tirato! Un dado, s'appresta! Il calcio, afferrato! Un dado, s'assesta! Il colpo centrato, la sorte è richiesta! Il primo, il grilletto, fermi al cospetto! Il secondo, la bocca, la freccia si scocca! Il terzo, il fuoco, al centro non puoco! Non vi ammonisco, non vi indottrino, pronti al destino!

    La porta, la luce, i passi! La stanza venne investita dallo scuotersi dell'aria infranta dall'innalzarsi del martello del verdetto, quando una delle porte che avevano dato scampo a molti soldati venne sollevata dalla sua faticosa guardia, aprendo un lungo corridoio occupato da una calca rumorosa, il cui improvviso illuminare colpì senza remore gli stralunati banditori dell'asta delle loro vite, prostrandoli dinanzi allo schianto del martello giudicante dal risuonar severo d'inamovibile verdetto. Gli imputati levarono gli occhi verso la loro fine o le loro vite, mentre una contesa di azioni si dava battaglia in loro, contorcentesi su di esse sino a che una delle combattenti non fosse precipitata nel baratro che le si sarebbe spalancato al di sotto, laggiù incatenata dai tribuni del caso, abbandonando a sè la restante, lasciandola agire da ultima rimasta e non già vincitrice, poichè sola a poter succedere a quella decisione. E senza attendere, essa si mostrò! Salvi! Dall'uscio un gruppo di soldati dalle scongiurate uniformi repubblicane iniziò a riversare verso il loro predatore un fiume di colpi dirompente e percuotente, che scagliò contro il bersaglio con la furia di mille vendicatori. Un turbinio di scie blu e nere, che si strattonavano a vicenda per allontanare od avvicinare quel soggetto, avvolgeva il nemico come fosse già stato imprigionato. Ancora però non si era udito un lamento od altro. Forse non era ancora stato colpito e con un tale pericolo era meglio tagliare la strada ad ogni possibile tentativo del rischio di tornare al primo posto materializzando così i suoi terribili connotati. O era meglio lasciare fare ai loro soccorritori? Dopotutto, c'era un nubifragio di raffiche sopra di loro e non era escluso che qualcuna potesse scambiarli per il loro vero bersaglio. L'avversario era a pochi passi da loro e, tra un colpo e l'altro, lo si poteva vedere, ancora in piedi alla sprovvista. Forse poteva venire colpito. Sempre che quella fosse l'azione più appropriata a quel congestionato contesto...


  10. #210
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime



    raggiungiamo i soldati stando bassi... se restiamo in questo punto siamo fritti

    strisciando, gattonando e rotolando cerco di raggiungere i soldati il più presto possibile


  11. #211
    Gabi.2437
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    Vedo i soldati entrare dalla porta e mettersi a sparare contro l'assalitore, sentendo le parole di Qui Gon, comincio a muovermi verso i soldati.
    Wotan: "D'accordo"

  12. #212
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    [e mo?]

  13. #213
    Nharre
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    up per salvarlo dall'apocafud...

  14. #214
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    continuo a strisciare verso i soldati

  15. #215
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    mi alzo e ammazzo il sith con uno sputo un mezzo agli occhi

    []volete postare?[]

  16. #216
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    uppo il topic per riprendere il gioco

  17. #217
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    il cacciatore, intoccato all'interno di una salva di blaster, all'improvviso si mosse.

    un lampo..

    ed è sui soldati, in mezoz a loro, balenando una vibrolama, facendo sgorgare sangue e grida intorno a lui in un cant che soppianta i tonfi sordi delle armi da fuoco.

    grida e sangue, grida e sangue, grida e sangue, grida e sangue, grida e sangue.

    Il soldato ed il pilota si bloccano impietriti di fronta alla scena, abbagliati e confusi da un turbine di morte.. Infine il cerchio di soldati si allenta, si spezza e arretra alontanandosi.
    In mezo a loro un uomo in nero ride la sua furia.... i blaster tornano a cantare il canto del cigno... un tonfo... buio... silenzio.

    il silenzio cala come un sudario sui feriti ed i morenti, per pochi attimi



    [fine, qualcuno pensi a distribuire i px, io sono alquanto di parte]

  18. #218
    Harlan draka
    ospite

    Predefinito Re: [GDR]Realis Prime

    20 px per tutti i partecipanti

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