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  1. #51
    La Nebbia L'avatar di paaal
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    zi penso ke sia l'unica!

  2. #52
    Il Fantasma L'avatar di RamboKan
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    [Gdr off] Il tempo è l'unica cosa che non ci manca...[Gdr off]

  3. #53
    La Nebbia L'avatar di paaal
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    emmm...rimandiamo tutto a settembre a stopunto...

  4. #54
    Il Fantasma L'avatar di RamboKan
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Ok, allora a Settembre!

  5. #55
    L'Onesto L'avatar di Trhall
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    settembre è arrivato
    e il Gdr ancora non è iniziato,
    speriamo che per natale sarà ricominciato
    altrimenti io mi dò malato...


    che poeta!! comunque apparteglischerzi che si fa?'

  6. #56
    Il Fantasma L'avatar di RamboKan
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Speriamo che non sia morto il Master....I'm ready and online!

  7. #57
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    I turisti che avevano il coraggio di spingersi fino all'orlo esterno per i loro viaggi erano decisamente pochi, anzi pochissimi. E ancora meno erano quelli che visitavano Tatooine, ma, d'altronde, come biasimarli? Le attrazioni per la cosiddetta "gente normale" erano ridotte all'osso, un osso spolpato e ben ripulito da ogni minima traccia di carne. Quello che restava, quello che non era stato mangiato dalla polvere del Mare delle Dune o dalla ruggine, era la cara, vecchia, Boonta Eve, la corsa più famosa della galassia, probabilmente. Questa era la vera e rombante anima di Tatooine e di Mos Espa soprattutto. Se ne sarebbe tenuta una in quei giorni, un'ottima occasione per fare soldi facili e godersi uno spettacolo unico. Unico nel suo... "realismo", come diceva Mamaha Ballouir, il nuovo "capo" del posto. Era strano che non fossero gli Hutt a tenere sotto controllo quel posto, visto che i "capi" che si erano avvicendati durante i molti secoli di vita della galassia erano tutti, nessuno escluso, degli Hutt. Era una specie di... seconda casa per loro. Ma le cose cambiano a volte ed ora era un weequay a spadroneggiare, tra l'altro con un nutrito entourage di guardaspalle e tirapiedi. Melchi non si trovava da molto tempo lì, ma chi viveva a Mos Espa da un tempo ragionevolmente lungo, era in grado di sciorinare senza intoppi il racconto delle tante efferatezze di cui si era macchiato Ballouir, sufficienti a tenere alla larga chi lo riteneva un tizio con il quale "si poteva scherzare allegramente". Mamaha era violento, alcolizzato e drogato perso. Un pazzoide di come se ne trovavano tanti, ma lui poteva contare su un esercito personale e soldi a palate. E non erano pochi quelli che rimpiangevano gli Hutt, sicuramente più "posati" di lui. Ballouir era ovviamente anche nel commercio di stupefacenti, dei quali abusava senza freni. Si faceva per ore di fila, organizzava festini che duravano giorni interi nei quali era obbligatorio consumare una determinata quantità di droga, altrimenti non si poteva uscire. Se poi capitava qualche overdose... beh, era un amico (o un'amica) di meno. Tanto Mamaha non aveva certo problemi a farsene altri. Era diventato famoso per come controllava che la "roba" fosse della qualità richiesta: se era buona, sparava ai corrieri solo in una gamba, altrimenti li ammazzava. Ecco perchè i corrieri erano quasi tutti droidi... E comunque, se la merce non gli andava a genio, in pochi giorni il malcapitato si trovava con la testa da una parte e il corpo dall'altra.
    Ma per chi non faceva parte del suo "comitato", la vita era sempre la solita, nella afosa e desolata Mos Espa. Ma grazie alla Eve, il divertimento e le scommesse erano garantiti. Anche se sporadicamente.

    Ma una novità, inaspettata come tutte le soprese, stava per cambiare la vita di tutti...

    Melchi Zede Q

    Il futuro pilota stava ancora rimirando l'AF, quando, spazientito, la persona che lo aveva ingaggiato gli rivolse una secca frase:

    Ithoriano: "Senti ragazzo, io non ho molto tempo da perdere. Come forse avrai notato sono una persona dai modi spicci e, soprattutto, devo fare un bel po' di cose prima che la gara cominci. Io voglio ingaggiarti e questo speeder è competitivo, te lo garantisco. A questo punto mi devi dire che cosa vuoi fare. La Boonta Eve non è una gara per mammolette, nessuno lo ha mai detto, ma si può anche vincere. Parecchio, lo sai. Sappi questo: la gara comincia domani, perciò dovrai allenarti, un minimo almeno, questo affare non è facile da tenere, ma è una scheggia.
    Che vuoi fare, allora? Avanti, non ho tempo da perdere, te l'ho già detto".

    paal

    C'era una stramba tranquillità, quel giorno, nel piccolo mercato dei Jawa. Normalmente quello era un posto piuttosto frequentato, il convulso vociare dei venditori e dei clienti copriva ogni altro rumore udibile, in un frastuono di commerci, scambi e permute. I Jawa erano dei mercanti consumati ed avevano la brutta abitudine di cercare sempre di truffare l'incauta persona che si avvicinava alle loro mercanzie, droidi (interi o a pezzi, ma tanto non c'era differenza) e parti di ricambio. Alcuni asseriscono però di aver acquistato o comunque visto presso le loro bancarelle oggetti esotici ed altrove introvabili: perle ed ossa di Draghi Krayt, gemme scintillanti delle caverne del Mare delle Dune, armi di foggia sconosciuta appartenenti alle tribù che un tempo abitavano il pianeta, quando questo era un florido mondo verde, molti, moltissimi secoli fa. O almeno, questo era quello che dicevano i piccoli venditori ed informazioni simili era bene soppesarle con attenzione, magari insieme all'oggetto che si aveva intenzione di acquistare. Ma sia che si trattasse di veri tesori o di false imitazioni, la gente non mancava mai a quel mercato. Quel giorno però, non c'erano che pochi banchetti ed altrettanto pochi erano i Jawa. Il mercato si trovava in una zona periferica della comunque non grande Mos Espa, zona che, a detta dei suoi occupanti, era tranquilla. Forse le bande del criminale Mamaha non si spingevano fino alla periferia, oppure, più probabilmente, i Jawa avevano stretto un accordo "equo" con Ballouir. Forse erano riusciti anche a raggirarlo, dopotutto il bullaccio non brillava per intelligenza.
    Tornando alla carenza di venditori, sembrava quasi che questi ultimi stessero aspettando qualcosa, qualcosa di cui erano stati informati o di cui conoscevano l'esistenza e quanto sapevano li aveva messi in allerta. Ma in realtà sembrava che più che della loro incolumità, temessero per le loro carabattole. Era possibile scorgere infatti, a poche decine di metri di distanza, un folto gruppo di Jawa che osservava con grande interesse una determinata porzione di città, quella che conteneva l'ingresso principale. Stavano forse aspettando l'arrivo di qualcuno? Oppure la fuga di qualcun'altro?

    Quando paal fece la sua richiesta, il minuto commerciante fece un cenno a quello che sembrava il suo assistente (o forse era il socio in affari, o forse un parente... erano indistinguibili l'uno dall'altro), il quale si trovava seduto in disparte su uno spartano sgabello (tre gambe storte ed un sedile di rozzo pellame). Confabularono per qualche secondo, poi uno dei due scorse l'uomo incappucciato che aveva assoldato il giovane cacciatore di taglie. Inizialmente, i due alzarono la voce sempre più, fino quasi ad urlare. Nel frattempo, continuavano a gettare fugaci occhiate sull'uomo paludato nella lunga veste. Poi, così come avevano cominciato, smisero. Guardarono questa volta verso il capannello dei loro simili e parlottarono per qualche altro secondo. Poi, con un rapido cenno del capo, ripresero a fare quanto stavano facendo: quello che era al banco si rivolse a paal e l'altro tornò a sedersi.

    Jawa: "Io potere aiutare te, ma tu prima dare me crediti. E non preoccupare, Bigi essere onesto, non come altri. Tu potere contare su di me, sempre sempre sempre. Allora, cosa volere?"

    Jar Jar Binks

    Tornato al suo negozio, il gungan diede un'attenta occhiata all'oggetto ricevuto dal misterioso uomo di poco prima. Una spada laser... Un'arma da Cavaliere Jedi... Ma la domanda che ci si poteva porre era... forse che quell'uomo era un Jedi? E se lo era, perchè separarsi di un'oggetto così prezioso per lui? Da quel che si sapeva, i Jedi non lasciavano mai incustodita la propria arma, nè sicuramente la regalavano ad uno sconosciuto. Si diceva che la loro vita dipendesse da quell'arma... e quel tizio se ne era disfatto con un leggerezza disarmante. Forse ne aveva un'altra, ma non era una spiegazione sufficiente. Simili oggetti vanno tenuti con grande attenzione, anche se "ingombrano". Almeno, questo era quello che si sentiva dire. Forse si erano semplicemente sbagliati, forse i Jedi erano talmente pieni di queste armi che le potevano regalare a chiunque. Dopotutto, non avrebbero potuto usarle. Ma la faccenda puzzava comunque.
    Cosa si poteva fare allora? Beh, le scelte non erano molte e soprattutto erano ovvie: Jar Jar poteva cercare di rintracciare il misterioso donatore e chiedere direttamente a lui, oppure poteva semplicemente tenersi quell'arma, oppure ancora poteva cercare di venderla. Certo, non che fossero molte le persone intenzionate ad acquistare qualcosa che non avrebbero mai potuto usare, però... mai dire mai. Forse là fuori si trovava un giovane Jedi alla ricerca della propria arma senza doversi sobbarcare la fatica di costruirsela (si diceva che i Jedi dovessero crearsi da soli la propria spada laser).
    E come non citare i collezionisti di oggetti rari o unici? Avrebbero fatto follie per una cosa del genere. Ma la scelta spettava comunque a Jar Jar...


  8. #58
    L'Onesto L'avatar di Trhall
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    "Jar Jar tiene la spada laser salda tra le mani e guarda l'oggetto in modo curioso e indagatore. Sedendosi si mette a pensare sul da farsi: Di sicuro rintracciare lo straniero sarebbe stato molto difficile, tenerla non gli sarebbe stato di nessun aiuto e sopratutto di nessun profitto...certo, venderla gli sembrava la soluzione migliore.Ma a chi?! Chi mai a Mos Espa sarebbe stato mai interessato ad una spada laser?Certo è che a qualcuno farebbe molto comodo per i suoi affari, ma Jar Jar non voleva affidarla a qualcuno di cui non si fidasse ciecamente."

    Ripone la saber in una cassetto nascosto sotto al bancone, esce dal negozietto e si dirige verso il mercatino dei jawa in cerca di informazioni.

  9. #59
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    La porta del negozio si chiuse con il solito rumore, quello che Jar Jar aveva sentito tante e tante volte, quando, termine del giorno, mentre la luce si affievoliva dolcemente, chiudeva la propria attività. Si poteva dire tutto di Tatooine, ma non dei suoi tramonti, quando l'aria assumeva un odore diverso, il caldo da ustionante diveniva dolcemente avvolgente e lo sguardo si perdeva nell'orizzonte arancio, mentre la notte lo attendeva tranquilla, cullato dal lieve vento che carezzava da oriente....
    In quei pochi momenti, che non duravano mai abbastanza, Tatooine si fermava, in pace.

    Jar Jar si ritrovò nella straducola affollata dalle molte e convulse vite che la animavano, ognuna in qualche modo intrecciata all'altra. Bisognava fare attenzione a non urtare bancarelle ricolme di frutti simili a datteri, a non incontrare quello strano figuro che si diceva fosse stato cresciuto da draghi Krayt, a non colpire le donne che trasportavano sulla testa pesanti ceste piene di frutti, a non farsi attrarre dai colori scintillanti e mai così vivaci della venditrice di veli, a non farsi derubare dai mariuoli di strada... In quel luogo così povero, la vita si manifestava in tutta la sua diversità, in tutto il suo desiderio d'affermarsi, in tutta la sua voglia di esserci...
    Era così Tatooine.
    Il mercante gettava occhiate ora da una parte ora dall'altra, alla continua ricerca del misterioso individuo che lo aveva contattato. Ma non lo riusciva a trovare, da nessuna parte. Certo, non era un'impresa facile con tutta quella gente, ma Mos Espa non era molto grande e non era passata un'eternità dal loro incontro. Passò dapprima un quarto d'ora, poi una mezz'ora. Nulla, non si trovava da nessuna parte. Cammina, cammina, Jar Jar era quasi tornato al proprio negozio. Due persone che indossavano un poncho di tessuto grezzo sul verde stavano passando dall'altra parte della strada. Il loro volto e la testa erano nascosti da una serie di bendaggi di colore nero, che ne occultavano i connotati, eccezion fatta per gli occhi. Il gungan li vide dirigersi celermente verso il suo negozio.
    Forse stavano cercando qualcosa...


  10. #60
    L'Onesto L'avatar di Trhall
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Notando i due uomini incappucciati dirigersi celermente verso il suo emporio, Jar Jar affretta il passo cercando di raggiungerli, e non appena i due uomini sono a portata di voce Jar Jar con fare amichevole domanda loro cosa desiderano e gli da il benvenuto nel suo emporio.

  11. #61
    Il Fantasma L'avatar di RamboKan
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    "Ok, ci stò! " Rispose in maniera decisa Melchi Zede Q.

  12. #62
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Melchi Zede Q
    Ithoriano: "Così si fa, ragazzo! E adesso seguimi, ti porto in un posto dove puoi provarlo".

    Il "manager" di Melchi si diresse quindi verso il suo speeder, un macchinone che stava in piedi a malapena, rugginoso e claudicante, ma dall'aria robusta. La corrozzeria era bucata e bruciacchiata in un numerosi punti, segni inequivocabili di uno sgradito incontro, forse più di uno. Quel tizio doveva averne passate di cotte e di crude. I modi bruschi, lo sguardo indagatore, il volto segnato... era un uomo di mondo, anzi di molti mondi. Chissà quanti posti doveva avere visitato nella sua vita. Forse Melchi avrebbe potuto chiedergli di raccontargli qualcuna delle sue avventure, ma l'ithoriano non aveva l'aria del chiacchierone.
    Insieme attaccarono l'AF all'altro mezzo di trasporto per trainarlo via e poi partirono. Lasciarono Mos Espa e si diressero vero il deserto, verso le zone dei coltivatori. Melchi potè vedere un gran numero di persone di tutti i tipi e le razze entrare ed uscire dalla cittadina, in quei giorni animata da un gran fermento. Il sole era alto e si scoppiava di caldo, ma nonostante questo la gente si affollava nelle strette strade di quel posto, alla ricerca di chissà che cosa. Soldi, soprattutto, puliti o meno, ma anche compagnia, bevande e divertimento. Tutto faceva brodo, su Tatooine!
    Il viaggio durò un'ora, noiosa e assolata. Ma alla fine una grande casa, costruita su di un unico livello e lunga almeno una decina di metri, per sei di larghezza, fermò la loro corsa. Più a sinistra, invece si trovavano due alture, dalla sommità piatta ed alte fra i cinque e i dieci metri. Una salita in terra battuta permetteva di accedere alla collina di sinistra e su questa era visibile un piccolo tunnel e una serie di massi, posti qua e là sul terreno. Fra le due montagnole non c'era un collegamento, eccezion fatta per i monconi, uno appartenente ad una ed uno all'altra, di quello che sembrava un ponte. Aguzzando la vista era possibile scorgere una rampa che conduceva ai "moncherini". Sull'altro innalzamento si trovava una salita che conduceva da nessuna parte, posta a metà circa della zona, accompagnata da tre piccoli tunnel. L'ultimo di questi si terminava a pochi metri dal vuoto. Il sole picchiava proprio in quel punto. Era simile ad un "percorso di guerra".
    Chi aveva ingaggiato Melchi lo guardò con un sorriso di sfida.

    Ithoriano: "Sai cos'è quella ragazzo? E' la mia pista personale per speeder da gara. Ma lo sono fatta costruire apposta: ho alzato i due "monti", come li chiamo io, li ho "arredati" e l'ho preparata per testare le capacità dei miei piloti. E' lunga, da collina a collina, cinquecento metri. Sono grosse, vero? Si vedono lontano chilometri, sono il mio orgoglio. Mi sono costate una sporta di soldi, ma ne è valsa la pena ragazzo. E non farti ingannare: è una pista traditrice quella. Lo sai che l'anno scorso uno dei piloti che stavano provando uno dei miei speeder è morto? Non stava attento! Ma sappi questo: se ne uscirai vivo, allora sopravviverai anche alla Boonta che, ti assicuro, è molto peggio. Anche se l'hanno modificata per renderla accessibile ai piloti umani.
    Ti consiglio di metterti subito al lavoro, la gara comincia domani e, per quanta esperienza tu abbia, un giro di prova su quella bellezza ti conviene farlo".

    Entambi smontarono dallo speeder. Poi l'ithoriano staccò l'AF dall'altra macchina, gli diede una controllata, salì al posto di guida e accese la strumentazione. Fece quindi cenno a Melchi di avvicinarsi. Un cruscotto scarno e buio gli si mostrò. Solo una luce gialla era visibile, ad indicare il livello di surriscaldamento del motore. Per il resto c'era solo il volante, praticamente un pezzo di ferro a forma di semicerchio. Le zone sulle quali le mani dovevano far presa erano avvolte da una guaina di plastica color seppia, unta di grasso di motore.

    Ithoriano: "Vieni figliolo, non ti mangia mica! Adesso ascoltami bene: la vedi questa lucina gialla? Indica che il motore è a posto. Se però quello diventa troppo caldo rischia di esplodere, perciò si accenderà quest'altra lucina, dall'altra parte, che è colorata di rosso. Se si accende... ascoltami bene ragazzo, perchè altrimenti ci rimetti il fondoschiena e tutto il resto...mi raccomando, attento... dicevo, se si accende la lucina rossa, devi tirare questa leva verso di te".

    Indicò una leva dal manico a forma di testa di martello, bianco sporco.

    Ithoriano: "Devi tirare forte, hai capito? Forte! Perchè questa si rompeva sempre, così ho messo una leva molto più dura, ma che è anche più difficile da tirare. Comunque, quando l'hai tirata, il cofano del motore, che si trova dietro, volerà via. Così il motore smetterà di surriscaldarsi e in più renderai la vita difficile ai tuoi avversari, perchè il cofano gli potrebber finire addosso e a quella velocità è pericoloso, ma la Boonta Eve funziona così! Comunqne, quando hai tirato la leva e il cofano s'è staccato, la lucetta rossa si spegne e si accende di nuovo quella gialla. E' chiaro, ragazzo? Se togli il cofano non dovrai più preoccuparti del surriscaldamento del motore. Ti chiederai: "perchè allora hai coperto il motore anzichè lasciarlo al vento?". Semplice figliolo: è pericoloso girare con il motore all'aria, perchè non sai mai cosa ci può finire dentro: polvere, detriti, robaccia varia, perciò è meglio tenerlo coperto finchè si può. Certo, correrai un certo pericolo a viaggiare così, ma almeno non salterai in aria. Meglio, non credi? Poi c'è lo sterzo, ma questo lo devi vedere tu: se per te è troppo sensibile, io gli do una ritoccatina, va bene. Per accelerare c'è il pedale a sinistra, mentre per frenare c'è quello a destra. Guarda..."

    Il tizio smonta dall'AF e sposta il dito verso due pedali che si trovano sotto la "strumentazione", di uguale forma e grandezza, ma di differente colore: rosso quello per accelerare (a sinistra) e giallo quello per frenare (a destra).

    Ithoriano: "Tu provalo adesso. Fai qualche giro intorno ai "monti" e poi prova il percorso che c'è sopra. Occhio al salto per passare da uno all'altro: devi prenderlo molto veloce altrimenti caschi giù e ti fai proprio tanto male, ma tanto, te lo assicuro. Questo affare non ha alcun airbag elettromagnetico, solo ferro duro. Dato che il salto lo puoi prendere solo uscendo dall'unico tunnel del "monte" di destra, è probabile che tu non abbia il tempo di prepararti bene per il salto, visto che dovrai uscire, svoltare immediatamente a sinistra altrimenti caschi giù, seguire la rampa e saltare, il tutto alla massima velocità, se ci riesci. E stai anche attento alla "rampa verso il nulla" sull'altra montagnola: devi riuscire a prenderla veloce, fare un bel salto, atterrare, inchiodare subito e girare a sinistra. Ma subito! Altrimenti, caschi giù. Per finire, occhio quando esci dal terzo tunnel: avrai quasi sicuramente il sole in faccia e potresti non vedere il bordo del precipizio, che è molto vicino all'uscita che ti ho detto. Per evitarlo dovrai, non appena sei uscito... e ho detto non appena sei uscito, chiaro figliolo?... sterzare a sinistra, altrimenti... lo sai.
    Comunque: le cinture di sicurezza ci sono, sono le migliori in circolazione, resistentissime, praticamente ti ancoreranno al sedile e sono facilissime da togliere. Ti faccio vedere..."

    Melchi venne invitato a sedere al posto di guida, mentre il tizio gli fissava le cinture addosso. Queste erano di colore nero brillante e formavano una "X" sul petto del ragazzo una volta posizionate a dovere. Effettivamente lo schiacciavano con forza contro il sedile, quasi togliendogli il respiro.

    Ithoriano: "Lo so, soffocano un pochetto. Ma ti devi abituare, perchè questi affari ti salveranno la pellaccia e per poterlo fare, devono restare così. Chiaro? Aspettami qui adesso e non partire ancora, okay? Fermo qui".

    Il suo datore di lavoro si allontanò, entrò nella prima porta della lunga casa vicina, una porta arrugginita e dura da aprire, ma, stranamente non molto, cigolante, per poi ritornare una decina di secondi dopo con un casco rosso dalla visiera nera ed una tuta grigia lurida, ma ancora tutta d'un pezzo.

    Ithoriano: "Non farti ingannare dalle apparenze, ragazzo. Nella vita non bisogna mai...mai!... fidarsi delle apparenze. Ricordatelo bene, ragazzo. Perciò, anche se sembrano da buttare, questo casco e questa tuta sono ancora in ottimo stato. Sono solo un po' sporchi e impolverati, nient'altro. Questi sono i migliori "ferri del mestiere" in circolazione figliolo, ci puoi scommettere la testa. E credo proprio che dovrai farlo, ragazzo! Uah, uah, uah!"

    Il tizio si esibì in una sguaiata e fragorosa risata.

    Ithoriano: "Ma come mi vengono certe battute!? Il comico dovevo fare io! Uah, uah, uah! Uuuuuh, che risate gente! Basta, basta, basta... Dicevo... che stavo dicendo? Ah, già, la tuta. Prendi, mettitila, insieme al casco. Dovrebbero andarti bene.
    Ah, un'altra cosa: visto che sarai il mio pilota, se vuoi, puoi smanettare come ti pare su questo affare, basti che mi dici che pezzi vuoi comprare e io te li compro, d'accordo? Sempre che tu non mi faccia spendere troppo, è ovvio. Puoi anche verniciarla come ti pare. Gli attrezzi sono nel garage dove sono andato prima, la prima porta che ti trovi davanti, l'hai vista no? Lì c'è tutto quello che ti serve, anche le latte di colore e gli spruzzatori. Sono uno organizzato io, con chi credevi di avere a che fare? Comunque, se vuoi la mia opinione ragazzo, il Radon-Ulzer 1900/GKS che ti porti dietro è una meraviglia. Compatto e rombante. Sei seduto su un missile ragazzo!
    Ah quasi me ne dimenticavo: per accendere il motore, il pulsante rosso proprio sopra il volante. Una volta per accenderlo e una per spegnerlo. Più semplice di così!
    E adesso fammi vedere che sai fare!".


  13. #63
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    [GDR OFF]

    "Oste quando arriva la seconda portata?"

    (solo per dire che qui si procede molto a rilento )


    [GDR ON]

  14. #64
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Melchi rimase un attimo in silenzio.
    "Accidenti quante emozioni tutte in una volta!"-pensò.

    Poi disse-"Eccellente, penso proprio che seguirò i tuoi consigli, prima ,però, lasciami dare una pulitina allo speeder ed alla visiera del casco, sai io non sono come i jedi che usano la forza, io sono solo un povero faleen che usa lo sforzo e l'olio di gomito,-l'espressione mutò sul goliardico spinto e la sua carnagione divenne color rosso vermiglio per l'improvvisa secrezione di ferormoni tipica della sua specie ...-mooooolto olio di gomito, uha uha!- poi si riprese e disse -Scusa lo sfogo, ma la tua battuta di prima ha risvegliato per un attimo un lato di me che avevo promesso di controllare....un giorno forse ti racconterò....Comunque penso che tanta generosità vada ricambiata equamente: mi metto subito al lavoro!

    E nonostante la stanchezzaMelchi corse più volte nel garage e ne uscì ,di volta in volta,con uno straccio logoro, un secchio d'acqua, uno spruzzatore, una latta di azzurro una di grigio , una di bianco, una di rosso, una di giallo, una di cera...


  15. #65
    Il Fantasma L'avatar di RamboKan
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Melchi staccò lo spruzzatore dalla canna dell'aria compressa, accese il compressore, e passò con il getto di aria compressa tutto lo speeder esternamente, poi passò l'abitacolo e la strumentazione. Infine aprì il vano motore e gli diede una ricca passata, in modo che lo sporco più grosso ,che poteva essersi depositato e incrostato sulle parti a causa del calore, si staccasse, evitando quindi che isolasse termicamente alcune parti e rendesse più difficile il raffreddamento delle tali. Poi spense il compressore e versò un quarto d'acqua nel motore e metà sulla carrozzeria. Quindi prese lo straccio e passo tutti i componenti, a cui poteva arrivare, del motore, risciacquò lo straccio con il rimanente quarto e passò tutta la carrozzeria per un'ora buona compiendo un movimento rotatorio antiorario del braccio.
    Con l'ultimo lembo pulito dello straccio passò la strumentazione ed il visore del casco, nonchè il parabrezza dalla parte interna. Poi si asciugò il sudore lasciando una traccia nera sulla sua fronte. Guardò tutta la carrozzeria in cerca di aloni, poi, soddisfatto del lavoro, prese lo spruzzatore e lo caricò con un quarto di azzurro, un metà di rosso un ottavo di bianco ed un ottavo di grigio metallizzato. Ottenne così un fucsia acceso con sfumature microscopiche di grigio metallizzato, e lo spruzzo su tutta la carrozzeria esterna. Fatto ciò ,lavò il contenitore dello spruzzatore e lo riempì con un quarto di giallo ,un ottavo di grigio metallizzato e un dodicesimo di bianco, ottenendo un giallo ocra metallizzato chiaro con cui ridefinì le bande interne dello speeder. Poi prese il rosso ed il grigio metallizato e disegnò una V sul retro rivolta con la punta sul parabrezza. poi ne ricontornò il punto di stacco tra il fucsia e gli altri colori con un fine filino di bianco. Attese mezz'ora affinchè il colore seccasse bene, quindi lo rilucidò velocemente ,dopo aver ripulito lo straccio, prese la cera , la mise nello spruzzatore pulito e la diede a tutto lo speeder abbondantemente. Quindi rilucidò il tutto. Per tutto questo impiegò non meno di 4 ore e un quarto. Prese allora Tutto quello che aveva portato fuori e lo ripose nel Garage; Questa volta uscì con un liverino ,che sistemò nell'abitacolo, poi indossò la tuta ed il casco. Sembravano della sua misura.

    Chiamò Ruusan e gli disse "Ora provo lo speeder solo sulle funzioni basilari qui nel piazzale, domani mattina lo roderò veramente; Comunque volevo chiederti se, per caso, non hai due radio-auricolari trasmittenti per tenerci in contatto quando starò correndo, perchè penso che un consiglio al momento giusto possa salvare vite e far vincere gare.... "

    Detto questo salì sul mezzo , lo accese premendo il pulsante rosso ed inizio' una lunga serie di accelerate e frenate per prendere confidenza con i pedali, poi iniziò a disegnare degli 8 nel piazzale , cercando ogni volta di stringere le curve, sempre più strette, sempre più strette , finchè l'8 collassò in un cerchio di derapata. Quindi si fermò.


  16. #66
    Il Fantasma L'avatar di RamboKan
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Parcheggiò lo speeder nel garage, si assicurò di aver chiuso bene tutte le porte ed andò da Ruusan. Disse-"Caro Manager, dato che non posso più ignorare i miei stimoli interni, tra cui una fame da Bantha, una stanchezza da schiavo-muratore di Hutt a fine giornata ed altri misteriosi processi del mio intestino crasso, ti dispiace se andiamo a mangiare? Ma prima saresti così gentile da indicarmi il bagno? Grazie.... E la sua faccia iniziò a tendere all'arancione acceso, mentre la pelle squamata iniziò a rilucere per le gocce di sudore che trafilavano tra squama e squama....

    [GDR OFF] ma perchè il numero massimo di parole per risposta nella quest mi varia di volta in volta? Che sia il server intasato?[GDR ON]

  17. #67
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    [GdR Off]
    Trhall, devi capire che quello del Master non è un ruolo che può definirsi "semplice", soprattutto in questo caso. Dovendo occuparmi dell'intera avventura, la quale è composta da "frazioni" narrative piuttosto diversificate fra di loro, spesso il tempo viene a mancare, poichè ho soprattutto la necessità di approfondire e descrivere al meglio ogni singola sezione, al fine di fornirvi la miglior esperienza "di vita". Inoltre, gli impegni sono molti. Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che non è possibile scrivere contemporaneamente i vari "pezzi", risulta quasi certa la presenza di qualche ritardo nella pubblicazione di qualche scritto. La stesura delle trame viene fatta in sequenza (si prosegue con una, poi, con un'altra e via dicendo), dunque è inevitabile che qualche segmento venga proseguito per ultimo, ma non perchè mi risulti antipatico, o perchè provi dell'astio nei confronti del relativo partecipante. I motivi sono altri (ma non sto qui a spiegarveli), ve lo assicuro. E' dunque inutile richiedere "una seconda portata", dal momento che il Master sa molto bene che quella parte dell'avventura non è stata portata avanti, non necessita di tali "appunti". E anche solo per una questione di delicatezza. In definitiva, il Master deve fornire una storia divertente o interessante da "vivere", ma è anche richiesta una certa di pazienza (alcuni direbbero buona creanza) da parte dei giocatori.

    A proposito, Trhall: devi editare il tuo ultimo messaggio, poichè tu vedi i due uomini dirigersi verso il tuo negozio, ma tu sei più lontano rispetto a loro e ancor più lontano rispetto al "bazar". Non puoi quindi entrare in quest'ultimo e aspettarli all'interno. Puoi cercare di raggiungerli e chiedere loro cosa vogliono, ad esempio.

    [GdR On]


  18. #68
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    [gdr off]

    era solo per scherzare, lo vedo da quanto e come scrivi che ci vuole tempo.

    [gdr on]

  19. #69
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Melchi Zede Q
    Ithoriano: "Nessun problema, figliolo! Seguimi".

    Il tizio si voltò e mosse qualche passo verso la zona centrale del grande caseggiato. Adesso che gli era più vicino, Melchi poteva osservarlo meglio: il tetto era un triangolo scaleno, che innalzava uno dei suoi angoli, anche se per una decina di centimetri al massimo, verso il lato della costruzione che il ragazzo stava osservando. Il coloro che predominava su quella grande tettoia era senza alcun dubbio il nero, scuro come non mai, ma velato e reso opaco dalla polvere del deserto. E quando quest'ultima veniva illuminata dai raggi del sole, scintillava come una stella fa nel firmamento. Sembrava quasi che, se rimirato da lontano e nel crepuscolo, quella copertura divenisse il buio cielo della notte, cosparso dalle stelle sue figlie, splendenti nella loro bellezza. Chiunque avrebbe potuto alzare lo sguardo e ammirare la nera visione mentre gli mostrava il suo lucente sorriso, anche a volte veniva meno o era foriero d'una luce ancor più intensa. Era pur sempre un manufatto, qualcosa di forse fin troppo concreto, ma... era bello lo stesso.

    La porta del terzo "blocco" della casa venne aperta dall'ithoriano quando la ebbe raggiunta. Era un portoncino in ferro battuto, ancora di colore nero. Si aprì senza un rumore e lasciò che il giovane vedesse ciò che si trovava oltre di essa: sulla sinistra vi era il muro, il quale costituiva l'inzio di un piccolo corridoio che voltava a manca dopo qualche metro. Davanti all'entrata si trovava una porta bianca, la cui metà superiore si sviluppava in una lastra di vetro, scuro e smerigliato, circondato dal cereo legno con il quale la porta, e forse tutte le altre, era stata creata. Una piccola lampada, sorretta da un piedistallo di metallo nero, spandeva una luce tenue e lieve, che conferiva a quell'angolo ed a quel corridoio un aspetto di sincera accoglienza, dolce come può essere l'atmosfera che si trova nelle case in inverno, quando l'ora è tarda e sta piovendo, quando le luci soffuse scaldano il corpo e cullano la mente grazie alle ombre che creano, quando il buio non crea timore, ma diviene solo un giaciglio sul quale dormire in pace.

    Ithoriano: "E' bello vero? Tutta la casa è illuminata così. Il bagno è la terza porta".

    Quando Melchi vi entrò, la luce si accese automaticamente. Era avvolgente ed intima, anche per un simile luogo. Di fronte a lui si trovava il lavabo di ceramica bianca, sormontato da una mensola di vetro nero e da uno specchio ovale incorniciato dall'ebano. A sinistra vi era la vasca da bagno e sulla stessa parete, una decina di centimetri più a sinistra, una plafoniera di vetro opaco dalla quale proveniva la luce.
    Una volta che il ragazzo ebbe finito di servirsene, ritornò nell'ora solitario corridoio. Il suo datore di lavoro era scomparso, ma ora la luce si allungava, sempre pastosa, anche al di là dell'angolo e oltre di esso, mostrando un nuovo corridoio, molto più lungo del precedente: sul lato sinistro tre finestroni erano colorati del nero della notte, ma da essi traspariva una fresca aria che riempiva i pomoni e rendeva più ampi che mai i respiri.
    Sul lato destro erano visibili nuove porte, che si aprivano su nuove stanze. Al termine del ballatoio, un muro disegnava un differente percorso, maggiormente spostato verso destra. Seguiva un terzo corridoio, che si arrestava davanti ad una porta aperta, la prima che Melchi aveva visto da quando era entrato all'interno di quel grande casolare. Sbirciando al di là della soglia era visibile una vasta stanza adibita a cucina: oltre un tavolo provvisto di varie seggiole, si trovava la cucina vera e propria, illuminata da tre piccole lucette che mostravano un tagliere, dei fornelli e vari oggetti, ordinati. Un droide stava aprendo un cassetto. Poco lontano, seduto su di una poltrona dalla forma allungata e sottile, era seduto il padrone di casa. Era chino su di un foglio dai contorni indefiniti, che insieme al suo lettore era avvolto dalla penombra. Quando Melchi cercò di avvicinarglisi, l'ithoriano rivolse il capo verso il giovane. Non lo attendeva, o almeno questa era l'impressione che il ragazzo ebbe. Qualcosa di nascosto, celato, si trovava presso quella persona.

    Ithoriano: "Vieni figliolo, vieni. Mi hai detto che hai fame, no? E allora sediamoci insieme a tavola".

    Si alzò dalla poltrona e, molto lentamente, stanco, si avvicinò ad una seggiola e vi sedette. Poggiò entrambe le mani sul tavolo e fu allora che il ragazzo potè vederne le rughe, i calli ed i tagli rimarginati. Persino le sue mani erano stanche d'aver visto e vissuto. Su quell'ithoriano gravava una grande stanchezza, quella che è visibile sui vecchi o sui sofferenti del corpo e della mente.

    Ihtoriano: "Siedi con me, figliolo. Bora ci preparerà da mangiare. E' sempre bello mangiare, anche da soli. Il cibo non ti tradisce mai e ti riempie sempre. Sbagliano quelli che si scagliano contro di esso, sono persone stupide, molto stupide, molto stupide. O che non hanno sofferto. Ma cosa ne puoi capire tu, che sei ancora un ragazzo. Io mangio, sai, ma... non ne risento. Forse è una caratteristica della mia specie".

    Guardò in alto, oltre...

    Ithoriano: "Sono vecchio, figliolo. Anzi... stanco. Non sai quanto... non sai quanto. Quando sono fuori devo proteggere questa mia stanchezza dalla stupidità degli altri, e allora uso i loro medesimi metodi. Anche se sembro come loro. Ma quando sono in casa e c'è solo Bora con me, allora... posso... essere finalmente stanco. Tanto... Questa casa mi da calore con la sua luce, l'ho fatta apposta per questo. Qui sto bene, non c'è nessuno. Finalmente.

    Anche prima, quando ho fatto quella battuta... dovevo difendermi. Ma tu non capisci, non sei stanco. Vai via ragazzo, C'è una stanza più avanti, la terza: vai lì, c'è un letto dove puoi dormire e un tavolo dove puoi mangiare. Bora ti porterà la roba lì. Vai. Vai..."

    L'ithoriano si mostrò diverso, molto. Un cambiamento improvviso, ma che sembrava mostrare solamente quanto già esisteva da molto, occultato in lui. E soprattutto da lui. Ma malamente, troppo malamente... Era sufficiente poco, troppo poco, perchè egli lo scoprisse ancora...
    Ora il suo volto era alzato solamente dalle dita della mano sinistra, poggianti sul braccio eretto sulla spalliera della sedia. L'intero corpo riverso su di esso, ultimo baluardo prima della terra delle strette morenti. Lo sguardo protetto dal palmo, ma la nera e piangente luce nera fuggiva fra le dita.

    Ithoriano: "Sono stanco, stanco..."


    [GdR Off]

    Al solito, quanto "detto" fa parte del personaggio. Il discorso che avete letto è stato creato al fine di caratterizzare meglio colui che lo recita. Non vi è alcun "riferimento a fatti, cose o persone".

    [GdR On]

  20. #70
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Jar Jar Binks

    I due tizi si voltarono repentinamente verso Jar Jar. Lo squadrarono per un momento, come se cercassero qualcosa. Erano vestiti con una camiciola di lino color bianco sporco e dei pantaloni di tela del medesimo colore, senza cintura. Il tessuto del turbante che portavano schiacciato sulla testa circondava il capo e proseguiva sulla faccia, coprendola quasi interamente. Solo gli occhi, neri, erano visibili. Comunque, non era un abbigliamento insolito per Mos Espa.

    Fu quello di sinistra a parlare:

    Sconosciuto: "Salve. Mi chiamo Liro Cusk e lui è un mio amico, Dallow Pìfolin, con l'accento sulla "I" mi raccomando, altrimenti si offende. E' un po' permaloso, ma nulla di cui preoccuparsi".

    L'altro continuava a guardare in tutte le direzioni possibili.

    Sconosiuto: "Ma a lei cosa importa, dopotutto, vero? Ascolti, un nostro vecchio amico è venuto su questo pianeta e, dato che ci terremmo a rivederlo, abbiamo chiesto un po' in giro. Ci hanno detto che dovrebbe essere passato da questa parte. Sa, questo nostro amico è una persona molto stravagante, che si veste con dei vestiti strani, sul blu..."

    Il tizio fermò la sua bocca in un sorriso piuttosto falso e si avvicinò di molto a Jar Jar:

    Sconosciuto: "...non ci sta poi tanto con la testa, non so se mi spiego..."

    Bisbigliò. Dopo aver dato un'occhiata alla veste del mercante, continuò a parlare normalmente:

    Sconosciuto: "Non è che per caso lo ha visto? Ci sarebbe di grande aiuto, davvero".


    [GdR Off]

    So che scherzavi Trhall. Ho solamente voluto farvi sapere quali sono i possibili motivi che si trovano alla base dei ritardi nelle varie "pubblicazioni". Tutto qui.
    Spero possiate divertirvi.

    [GdR On]

  21. #71
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Melchi al veder Ruusan esprimersi in quella maniera si commosse: gli occhi divennero lucidi ed un rossore lo avvolse...

    "Accidenti-Pensò-non mi ero accorto di ciò che si portava sulle spalle! Sono proprio uno stupido! Mi ha appena accolto nella sua casa dandomi piena fiducia senza avermi conosciuto prima e mi ha mostrato il suo vero volto senza paura. Ed io che pensavo fosse come tutti gli altri.
    Ho sbagliato! Mi fido troppo di quello che mi appare...
    NO, devo guardare ai fatti che mi circondano, quest'ithoriano è stato vittima di atti in cui poteva benissimo rimetterci la vita ed è ancora vivo! Ha una sensibilità che supera quella di un abitante medio del pianeta, e la raffinatezza della sua casa dimostra che ha viaggiato molto nell'universo, vedendo cose che vanno oltre il clima di clandestinità di questo pianeta. CHI è quest'ithoriano.
    No, stò sbagliando ancora: Non mi deve interessare ora chi era, lo vedo chi E'!
    E' una perla preziosa isolata su questo pianeta, e l'isolamento lo stà spingendo a lasciarsi andare... ed IO NON POSSO accettare passivamente che avvenga!


    Melchi alzò lo sguardo , e fece sparire il rossore dalla sua pelle quindi disse con tono calmo e tranquillizzante:
    "Sai Ruusan, una volta dovetti fuggire da un pianeta, in seguito ad uno sfogo come quello che ebbi sentendo la tua battuta... Rimasi nascosto clandestino in un portello di condizionamento di un cargo... era tutto buio, l'aria che spirava era fredda, perchè doveva mantenere la stiva fredda ....lì mi sentii abbandonato e perseguitato , strane ombre si fecero strada nella mia mente, pensai che forse dovevo consegnarmi, che quello che avevo fatto era inutile... poi ci si mise anche la fame... non ero stanco, ero distrutto...
    a quel punto mi ricordai di mia madre e di mio padre li sentii vicini, non ero più solo! Poi sentii le loro voci ricordarmi che non si vive di solo pane...che il pane è utile al corpo, ma se il corpo perde il suo scopo allora anche il pane diventa inutile...che rimanendo da soli l'unica cosa sensata è nascondersi, ma neanche così si è al sicuro e pin piano arriverà anche la paura...

    Non feci in tempo a pensare queste cose che venni trovato durante uno dei controlli successivi all'atterraggio...
    Era una guardia con un fucile blaster e con un'equipaggiamento all'ultimo grido; Io ero anchilosato e debole...allora sentii come una brezza tiepida sulla faccia che mi sussurrò : Quelli che pensano di aver già vinto non sentono il bisogno di combattere , solo chi oramai è spacciato lotta con tutte le sue forze per cambiare il suo destino...fino all'ultimo"....

    Il resto giudicalo dai fatti: Sono ancora vivo! Scusa se ti dico questo, d'altronde mi hai detto che sei stanco... ma sentivo che dovevo dirtelo! Ora è meglio che andiamo a dormire, domani sarà una dura giornata di allenamenti...Buonanotte Ruusan -


    [Bisbigliando mode ON]...e spero che anche tu riesca a trovare la forza di rovesciare il tuo destino...Lo spero con tutto il cuore![Bisbigliando mode OFF]

    Melchi si girò verso Ruusan e gli fece un sorriso materno, quindi diresse verso la camera. Poi si fermò , pensò un'attimo, si diresse in bagno e disse
    "Ok, 10 minuti e poi vado a dormire! 'Notte lo stesso!

    [GDR OFF]
    Jalus, ma per curiosità: quanto tempo ci metti a scrivere i paginoni di quest?
    [GDR ON]

  22. #72
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Melchi Zede Q

    Melchi aprì la porta indicatagli. Un'altra cosa molto particolare della casa consisteva nell'accesso alle sue stanze: non vi erano entrate elettroniche, con fotocellule che aprivano l'uscio automaticamente, ma c'erano normali porte, con le maniglie e i cardini. Anche l'aprirsi di una semplice porta, mostrava quanto fosse importante il contatto con ciò che amava per quella persona. Non ci si poteva affidare di freddi marchingegni, bisognava sentire il calore che si sprigionava dal tocco con quelle cose, così pregne di vita, dei desideri, dei dolori e dell'animo buono di quell'essere. Gli oggetti che appartengono ad una persona sono immersi nei suoi sentimenti, sempre. Ed essi li sprigionano, ogni volta che una mano o anche solo uno sguardo, vi si posa. Ecco perchè era commovente poggiare la mano su quel legno così forte, su quelle maniglie dalle forme così arrotondate, respirare l'odore che emanava la stanza oltre di essa. C'era dolore in quel luogo, ruvido e pesante come il suo legno, ma c'era anche speranza e bontà, come le luci che illuminano il buio con tenerezza e le forme dolci ed accomodanti.
    Il ragazzo accese l'interruttore che si trovava a destra e due lampade poste sui comodini si illuminarono, mostrando solo i contorni del letto con un segno dorato, ma lasciando tutto il resto nell'oscurità. Si udì un ronzio: era Bora, la cameriera robotica. Entrò con un vassoio di metallo chiaro in mano, dove si trovava dell'arrosto con un contorno di verdure bollite, insieme ad un pasticcio di tuberi. Una bottiglia d'acqua svettava sul portavivande. La robottina posò il vassoio su di un tavolo che Melchi non aveva scorto a causa del buio, poi uscì dopo avergli augurato la buonanotte. Il giovane si sedette per mangiare. Aveva quasi terminato, quando l'ithoriano entrò nella camera.

    Ithoriano: "Ti disturbo, figliolo? Spero di no. Sai, volevo scusarmi per prima, ogni tanto mi sento un po' giù. Mi dispiace che tu abbia dovuto ascoltarmi, ma io non ho quasi mai ospiti, perciò non so tanto come ci si debba comportare".

    Si sedette su di una poltrona dietro Melchi, nell'ombra. Si vedeva appena.

    Ithoriano: "Mi ha... colpito molto quello che hai detto prima. E' che... è difficile vivere. E' la cosa più difficile che ci sia. E a volte, ci sono delle persone che nascono con una... cosa dentro. E'... una dannazione, per loro. Sono delle persone che vivono in maniera infelice, perchè... si rendono conto, da subito, quanto sia difficile e brutto vivere. Sono persone che sono costrette a vedere a vedere oltre le cose che succedono, oltre la facilità apparente, oltre le parole stesse. E quello che vedono è solo male. Tu... mi dirai "Ma sono persone che hanno un dono. Possono conoscere più cose degli altri e agire di conseguenza". No, figliolo, non agiscono di conseguenza... non agiscono nemmeno. Ciò che vedono le schiaccia, perchè si rendono conto che tutto è sofferenza. Come si può agire, quando ogni cosa fatta porterà solo dolore?

    Tu mi dici che solo chi non ha speranza combatte, ma chi ci dice che egli vincerà? E quale dolore più grande dell'aver combattutto con tutto sè stesso, con ogni fibra del proprio essere ed aver perduto? Ed essere consci di essere sempre e comunque colui che non vincerà...
    Ti chiederai "Perchè quando ero fuori, prima, ero diverso da ora?". Quando... quando..."

    La voce si fece flebile. Un silenzioso pianto voleva interromperla.

    Ithoriano: "Quando... si è dannati, si ha questa cosa dentro, si è diversi. Allora... ci si vorrebbe aprire agli altri, perchè per queste persone, il calore di una persona è ancora più importante. Ma... visto che si è diversi, gli altri... non ti vogliono. E allora, ti trattano male. Ma li capisco: vedono quello che si è aperto e vedono quello che lo trattano male e si dicono "Io devo comportarmi come loro, non posso fare come lui, perchè altrimenti, soffrirei anch'io". E non si vuole soffrire. Allora, non c'è via d'uscita. Oppure è proprio gente cattiva e stupida, che lo fa perchè vuole veder stare male gli altri. E allora ci si chiede "come possono persone così esistere?". Ma anche per questo c'è una risposta: sono persone che soffrono a loro volta, molto forse. Ma non se ne rendono conto. Il male è dolore e quando è tanto, non può venire contenuto da una sola persona. Allora viene riversato su qualcuno, perchè non si riesce più a tenerlo dentro e... e questa è la cosa più terribile... perchè qualcuno possa soffrire come lui... perchè così... non sarà più solo..."

    Tre diamanti tracciarono la loro scintillante scia nell'oscurità.

    Ithoriano: "L'unica via d'uscita è... la maschera. Essere diverso da come si è. Allora si cambia atteggiamento, i gesti mutano, le parole si deformano, i pensieri si distorcono. Così si crea la maschera, perchè ci protegga, perchè gli altri non vedano oltre di essa e non sporchino il tuo vero volto... Io, la stavo indossando, prima. Ma ora... ora ella non copre più il mio viso.

    Che brutta vita..."

    Le lacrime non fecero alcun rumore, ma la stanza ne risuonò ugualmente.

    Ithoriano: "Ma tu sei giovane e, che ti piaccia o no, non hai vissuto ancora abbastanza per poter veramente capire le mie parole. Devi avere un animo anziano e il tuo è ancora giovane...
    Senti, perchè... perchè non torni in città e vai a divertirti in qualche posto allegro. Questo, non è un posto per un giovane. Devi essere spensierato, perchè i pensieri sono sempre tristi. Qui c'è solo tristezza. Cerca un po' di allegria.
    C'è un posto con tanta vita a Mos Eisley, si chiama "Marruba", ci sono tanti ragazzi della tua età.
    Perchè non ci vai? Ti presto il mio mezzo, che ne dici?".


    [GdR Off]

    A RamboKan: Dipende dalla loro tipologia. Per quanto concerne i post puramente descrittivi, o narrativi, la stesura dura solitamente una mezz'ora. Tuttavia, le sezioni più "introspettive" richiedono un maggiore impegno, dunque impiego un'ora o un'ora e mezza a "riportarle su carta".

    [GdR On]




  23. #73
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    "Si, potrei averlo visto ma ogni informazione ha un suo prezzo, sapete com'è qui si rischia di morire di fame ogni giorno e qualche extra non si rifiuta mai. Ora se volete seguirmi nel mio negozietto."

    E indica ai figuri l'entrata del suo emporio accingendosi ad entrare.

  24. #74
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    Jar Jar Binks

    I due si guardarono e poi seguirono Jar Jar. Nel negozio erano stipati molti oggetti, parecchi dei quali erano appartenuti allo stesso mercante o ai suoi parenti. Poi, per un motivo o per un altro, erano stati affidati agli scaffali di quell'angusto posto. I due lasciarono che il padrone si sedesse e poi uno di loro intavolò la discussione:

    Sconosciuto: "Allora... Ci dica".

  25. #75
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    Predefinito Re: [GDR]Tatooine, Mos Espa.

    "Si, è stato qui. Ha acquistato un droide credo, magari se andate all'accampamento jawa piu avanti riuscirete a sapere qualcosa in piu. Ora, se non vi dispiace..."

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