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  1. #26
    Lo Zio L'avatar di il_guru
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    Il mio parere è che le alternative gratis si faranno sempre più sentire sui programmi diffusi e di uso comune (vedi tutta quella roba tipo media player, word processor etc etc) che ogni persona in casa usa mentre le aziende inizieranno a campare principalemte su applicazioni custom e non orientate al grande pubblico (come poi già praticamente è)

  2. #27
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    il_guru ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 18:30
    Il mio parere è che le alternative gratis si faranno sempre più sentire sui programmi diffusi e di uso comune (vedi tutta quella roba tipo media player, word processor etc etc) che ogni persona in casa usa mentre le aziende inizieranno a campare principalemte su applicazioni custom e non orientate al grande pubblico (come poi già praticamente è)
    Scusami, ma questo è uno schifo.

    I software gratis e opensource mi ricordano un po' la Cina, non so perchè.
    Imitano chi cerca di fare qualcosa e basta, non fanno altro.
    Vi ricordate quando si facevano chitarre Fender e Les Paul, e dal Giappone arrivarono chitarre molto simili, ma ad un prezzo irrisorio?

    Stesso schifo.

    Cercherò di limitarmi nel loro uso.

  3. #28
    Il Nonno L'avatar di sandman
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 16:18
    sandman ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 16:01

    adesso, dimmi tu in che campo lavori. nei videogiochi. anche qua, succedera' lo stesso, via via che gli strumenti evolvono, i giochi dilettanteschi diverranno sempre piu' 'professionali' nell'aspetto e nella giocabilita', e chi si accontenta di quello fara' a meno di pagare i programmatori professionisti. che si ridurranno di numero, inevitabilmente(o forse no) fino a che solo i migliori, quelli con idee e/o capacita' tecniche superiori resteranno. ti auguro di essere in uno di quei team.
    Non conosci l'ambito videoludico.

    Un gioco non è solo codice (Se dio vuole), ma è anche grafica, musica ed effetti sonori.

    Fare musica richiede strumentazione e tempo. La strumentazione per uno studio viene circa 100.000 euro.
    LA grafica richiede tempo, software e dati. I dati servono per le texture, per le animazioni e quant'altro. Il motion capture si fa con apparecchiature che costano molto.

    Tutti questi prerequisiti fanno si che lo sviluppo professionale e lo sviluppo amatoriale saranno sempre molto ben distinti.

    A questo punto, mi preme dirti di non dare giudizi sulle aziende da una singola frase. Personalmente non mi pare esista un solo software open che faccia quello che fa il nostro Wege.
    E Wege, per legge, è gratis, perchè è per gli enti statali. ci vengono pagati i prerequisiti (il software proprietario tipo ArcSDE e così via) ed il supporto, oltre ai corsi.

    Il fatto che ti piaccia l'idea che gli sviluppatori amatoriali siano più bravi di quelli che vengono pagati non la rende subito una cosa vera.
    Un esempio a caso? Linux. Bello il suo kernel monolitico.
    copnosco l'ambito videoludico meno di quello in cui vivo, per forza di cose. ma alcune cose arrivo a capirle anche solo con l'uso della ragione. so bene che prima di ottenere risultati professionali in un vgames amatoriale c'e' ancora parecchio da fare... e che il grosso non e' la scrittura del motore grafico, che si puo' riciclare da quelli (obsoleti?) regalati al pubblico da aziende come ID. sono i dati. le texture, le musiche, la storyline... c'e' ancora tanta strada da fare, in quel campo. ma e' inevitabile che prima o poi, entro i prossimi cinquant'anni, azzardo, il livello del software amatoriale sia indistinguibile, agli occhi del consumatore occasionale, da quello professionale. cosi' come, oggi, la fotografia e' giunta ad un livello simile. e cosi' come, prima o dopo i vgames, giungera` allo stesso punto il cinema. nel cinema, ad oggi la differenza la fanno le apparecchiature, l'illuminazione, la post-produzione, ma gia' ora si vedon in giro film amatoriali (tipo il film apocrifo di guerre stellari) che come effettistica e altre caratteristiche qualche anno fa non avrebbero sfigurato in televisione. certo, la recitazione e' ben lungi dall'essere professionale, e quelle piccole cose come make-up e costumistica tradiscono l'amatorialita'. ma pian piano ci si arriva.

    personalmente, non mi bagno all'idea di amatori che raggiungono o battono i professionali al loro stesso gioco, ma son contento della cosa in quanto consentira' a un sacco di idee nuove di entrare nel campo, qualunque esso sia, specie se svincolate dalla necessita' di pagare subito, come e' nel caso delle produzioni commerciali. se questo porta a un miglioramento, anche minimo, del campo, ben venga. indubbiamente ci saranno miriadi di cloni inutili, come oggi avviene nel campo dell'open source, dove esistono migliaia di client di posta/chat/video players ed altri... ma che possiamo farci? il 99% d qualunque cosa e' m3rd4. basta cercare il restante 1%, e valorizzarlo e portarlo ad esempio.

  4. #29
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    sandman ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 22:49
    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 16:18
    sandman ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 16:01

    adesso, dimmi tu in che campo lavori. nei videogiochi. anche qua, succedera' lo stesso, via via che gli strumenti evolvono, i giochi dilettanteschi diverranno sempre piu' 'professionali' nell'aspetto e nella giocabilita', e chi si accontenta di quello fara' a meno di pagare i programmatori professionisti. che si ridurranno di numero, inevitabilmente(o forse no) fino a che solo i migliori, quelli con idee e/o capacita' tecniche superiori resteranno. ti auguro di essere in uno di quei team.
    Non conosci l'ambito videoludico.

    Un gioco non è solo codice (Se dio vuole), ma è anche grafica, musica ed effetti sonori.

    Fare musica richiede strumentazione e tempo. La strumentazione per uno studio viene circa 100.000 euro.
    LA grafica richiede tempo, software e dati. I dati servono per le texture, per le animazioni e quant'altro. Il motion capture si fa con apparecchiature che costano molto.

    Tutti questi prerequisiti fanno si che lo sviluppo professionale e lo sviluppo amatoriale saranno sempre molto ben distinti.

    A questo punto, mi preme dirti di non dare giudizi sulle aziende da una singola frase. Personalmente non mi pare esista un solo software open che faccia quello che fa il nostro Wege.
    E Wege, per legge, è gratis, perchè è per gli enti statali. ci vengono pagati i prerequisiti (il software proprietario tipo ArcSDE e così via) ed il supporto, oltre ai corsi.

    Il fatto che ti piaccia l'idea che gli sviluppatori amatoriali siano più bravi di quelli che vengono pagati non la rende subito una cosa vera.
    Un esempio a caso? Linux. Bello il suo kernel monolitico.
    copnosco l'ambito videoludico meno di quello in cui vivo, per forza di cose. ma alcune cose arrivo a capirle anche solo con l'uso della ragione. so bene che prima di ottenere risultati professionali in un vgames amatoriale c'e' ancora parecchio da fare... e che il grosso non e' la scrittura del motore grafico, che si puo' riciclare da quelli (obsoleti?) regalati al pubblico da aziende come ID. sono i dati. le texture, le musiche, la storyline... c'e' ancora tanta strada da fare, in quel campo. ma e' inevitabile che prima o poi, entro i prossimi cinquant'anni, azzardo, il livello del software amatoriale sia indistinguibile, agli occhi del consumatore occasionale, da quello professionale. cosi' come, oggi, la fotografia e' giunta ad un livello simile. e cosi' come, prima o dopo i vgames, giungera` allo stesso punto il cinema. nel cinema, ad oggi la differenza la fanno le apparecchiature, l'illuminazione, la post-produzione, ma gia' ora si vedon in giro film amatoriali (tipo il film apocrifo di guerre stellari) che come effettistica e altre caratteristiche qualche anno fa non avrebbero sfigurato in televisione. certo, la recitazione e' ben lungi dall'essere professionale, e quelle piccole cose come make-up e costumistica tradiscono l'amatorialita'. ma pian piano ci si arriva.
    Guarda che il mercato del cinema e dei videogiochi non rimane a guardare nemmeno per un millisecondo.
    Quello della fotografia nemmeno, infatti le foto fatte da un professionista e quelle fatte da un amatore le cogli ALL'ISTANTE, nonostante quello che dici tu.

    stessa cosa per i film ed i videogiochi: due industrie che corrono senza aspettare da molti, molti anni.
    Mentre nel software "di tutti i giorni", le industrie hanno frenato molto, consentendo a chiunque di avvicinarli.

    Temo che tu davvero non conosca ne' l'ambiente cinematografico ne' quello videoludico per poter commentare.
    Non oso dire che non verrano mai a collimare in quegli ambienti il professionale e l'amatoriale, ma seguo entrambi gli ambienti da talmente tanti anni da poter dire che l'amatore e il professionista si distingueranno comunque, per motivi dovuti al fatto che c'è sempre ricerca in quei campi.
    Quando la ricerca si interrompe, allora piano piano si viene raggiunti dall'amatoriale.

    Ti faccio un esempio: Pixie. Pixie è un renderer Renderman compliant. Pixie non si avvicina nemmeno ad un chilometro dall'ultima release di Renderman server di Pixar.

  5. #30
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:04

    Mentre nel software "di tutti i giorni", le industrie hanno frenato molto, consentendo a chiunque di avvicinarli.

    E la colpa sarebbe del software gratuito quindi? Cioè, è come l'invasione dei prodotti cinesi: tanti piangono per colpa di sti qua ma, invece di innovarsi, aprono le fabbriche in bulgaria per risparmiare. Che senso ha???? Non puoi attaccare la gratuità del software se poi ammetti anche tu che le industrie che il software lo vendono sono ferme e rigide!

  6. #31
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    Vurdak ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:10
    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:04

    Mentre nel software "di tutti i giorni", le industrie hanno frenato molto, consentendo a chiunque di avvicinarli.

    E la colpa sarebbe del software gratuito quindi? Cioè, è come l'invasione dei prodotti cinesi: tanti piangono per colpa di sti qua ma, invece di innovarsi, aprono le fabbriche in bulgaria per risparmiare. Che senso ha???? Non puoi attaccare la gratuità del software se poi ammetti anche tu che le industrie che il software lo vendono sono ferme e rigide!
    Vediamo: sono fermi sui client di posta, anche se qualche software va sempre avanti. Peccato che nessuno lo compri perchè hanno quel virus gigante di thunderbird

    Opera ha sempre innovato, e ancora oggi lo fa. Peccato che tanto ormai va bene Firefox, che copia da Opera e basta.

    Office: le riviste su Linux dicono che Openoffice 2.0 è una figata, ma non notano che in pratica ha un ventesimo delle feature di Microsoft Office, senza contare lo scripting.
    Che se ne fa un utente dello scripting, direte voi? E allora perchè innovare se tanto basta Openoffice, dico io?

    Cos'altro abbiamo? Niente, tanto tutto quello che viene fatto dalle industrie viene copiato dagli sviluppatori opensource e presentato gratuitamente. Chi se ne frega se manca quello che innova.
    Come fece ai suoi tempi la Ibanez: chi se ne frega se non ha i legni pregiati, se la gente è morta dipingendo le chitarre? Tanto costano meno e più o meno sono come quelle Fender che costano tanto.
    disgusto.

    Considera che io non attacco i software freeware, poichè questi non danno il sorgente. Essere gratis ma non dare i sorgenti significa comunque mantenere il controllo sul proprio lavoro, senza donarlo al pubblico dominio.

  7. #32
    Banned L'avatar di Vurdak
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:16


    Vediamo: sono fermi sui client di posta, anche se qualche software va sempre avanti. Peccato che nessuno lo compri perchè hanno quel virus gigante di thunderbird
    Questa me la spieghi

    Quote:

    Opera ha sempre innovato, e ancora oggi lo fa. Peccato che tanto ormai va bene Firefox, che copia da Opera e basta.

    Office: le riviste su Linux dicono che Openoffice 2.0 è una figata, ma non notano che in pratica ha un ventesimo delle feature di Microsoft Office, senza contare lo scripting.
    Che se ne fa un utente dello scripting, direte voi? E allora perchè innovare se tanto basta Openoffice, dico io?
    Concordo, ma bisogna ammettere che firefox ha qualche problema in meno rispetto ad opera. Per openoffice, il bello non sono tanto le feauture, ma tanto i formati che introduce. Office sarà completo, ma ha dei formati pessimi.

    Quote:
    Cos'altro abbiamo? Niente, tanto tutto quello che viene fatto dalle industrie viene copiato dagli sviluppatori opensource e presentato gratuitamente. Chi se ne frega se manca quello che innova.
    Come fece ai suoi tempi la Ibanez: chi se ne frega se non ha i legni pregiati, se la gente è morta dipingendo le chitarre? Tanto costano meno e più o meno sono come quelle Fender che costano tanto.
    disgusto.
    Ok, ma le aziende colpite, sarebbero le prime che devono innovare al punto tale da far notare alla gente il distacco dagli altri prodotti.

    Quote:
    Considera che io non attacco i software freeware, poichè questi non danno il sorgente. Essere gratis ma non dare i sorgenti significa comunque mantenere il controllo sul proprio lavoro, senza donarlo al pubblico dominio.
    E allora che stai attancado? Il freeware? L'opensource a pagamento? L'opensource gratuito? Non capisco...

  8. #33
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    L'opensource gratis. Eppure mi sembra di averlo ben specificato. Se non l'ho fatto, l'ho fatto ora.

  9. #34
    Jack Malmostoso
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:16
    Considera che io non attacco i software freeware, poichè questi non danno il sorgente. Essere gratis ma non dare i sorgenti significa comunque mantenere il controllo sul proprio lavoro, senza donarlo al pubblico dominio.
    Domani un bambino mantenuto scrive la suite di office definitiva (o gliela portano gli alieni, non ci importa), la rilascia come freeware chiuso. E' un bene questo? Non affama forse tutti gli altri programmatori del mondo?

    Scusa ma non ti seguo.

  10. #35
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    Jack Malmostoso ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 10:10
    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:16
    Considera che io non attacco i software freeware, poichè questi non danno il sorgente. Essere gratis ma non dare i sorgenti significa comunque mantenere il controllo sul proprio lavoro, senza donarlo al pubblico dominio.
    Domani un bambino mantenuto scrive la suite di office definitiva (o gliela portano gli alieni, non ci importa), la rilascia come freeware chiuso. E' un bene questo? Non affama forse tutti gli altri programmatori del mondo?

    Scusa ma non ti seguo.
    Secondo te il panorama da te illustrato può avvenire?
    E comunque quantomeno non renderebbe la tua tecnologia di pubblico dominio.

  11. #36
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di StM
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 10:01
    L'opensource gratis. Eppure mi sembra di averlo ben specificato. Se non l'ho fatto, l'ho fatto ora.
    Mi permetto di fare osservare che se oggi abbiamo Firefox e Thunderbird è perché i signori Internet Explorer e Outlook Express sono stati distribuiti gratuitamente. Nel mercato browser e mail client, la gratuità è l'unica via.

    Anche se ammetto che Eudora è un signor client di posta e Opera un signor browser. In un sistema windows-only ci farei un pensierino.

  12. #37
    Il Nonno L'avatar di sandman
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:04

    Guarda che il mercato del cinema e dei videogiochi non rimane a guardare nemmeno per un millisecondo.
    Quello della fotografia nemmeno, infatti le foto fatte da un professionista e quelle fatte da un amatore le cogli ALL'ISTANTE, nonostante quello che dici tu.
    Quote:

    e dagli. ti che ti interessi, le cogli all'istante. per un sacco di gente, le foto fatte da un amatore son piu' che sufficienti. soddisfano il suo senso estetico. certo che tu, da amatore, dunque esperto conoscitore del soggetto, sai bene cosa ti manca, per arrivare al livello dei grandi professionisti. e non e' tanto l'attrezzatura, che ormai e' a costi raggiungibili dagli amatori, ti manca il talento.
    stessa cosa per i film ed i videogiochi: due industrie che corrono senza aspettare da molti, molti anni.
    Mentre nel software "di tutti i giorni", le industrie hanno frenato molto, consentendo a chiunque di avvicinarli.
    Quote:

    ma questo e' un problema loro. hanno soddisfatto le esigenze dell'utente medio. e l'utente medio si e' accorto che, con un po' di impegno, ora puo' scriversi da se' i programmi che gli servono. pace. le industrie continueranno a guadagnare soddisfando speciali esigenze di clienti disposti a pagare.
    Temo che tu davvero non conosca ne' l'ambiente cinematografico ne' quello videoludico per poter commentare.
    Non oso dire che non verrano mai a collimare in quegli ambienti il professionale e l'amatoriale, ma seguo entrambi gli ambienti da talmente tanti anni da poter dire che l'amatore e il professionista si distingueranno comunque, per motivi dovuti al fatto che c'è sempre ricerca in quei campi.
    Quando la ricerca si interrompe, allora piano piano si viene raggiunti dall'amatoriale.

    Ti faccio un esempio: Pixie. Pixie è un renderer Renderman compliant. Pixie non si avvicina nemmeno ad un chilometro dall'ultima release di Renderman server di Pixar.
    bene. pero' verra' un giorno in cui Pixie soddisfera' l'esigenza della gente, ed allora vedremo un fiorire di filmati amatoriali generati in computer grafica. e questo consentira' a tanti che non possono permettersi Renderman di esprimere la propria creativita'. se Pixar o DreamWorks riusciranno a mantenere l'edge fornendo prodotti migliori grazie a una migliore inventiva, bene. altrimenti, e' il caso che licenzino il loro personale ed assumano quegli amatori che gli stan facendo le scarpe.

    ma davvero, non vedo come questo, nell'IT come nel Cinema, possa danneggiare la collettivita'.

  13. #38
    Il Nonno L'avatar di sandman
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    accidenti, avevo risposto punto per punto nel post precedente ma mozilla mi e' morto durante la sottomissione, ed e' tornato ad una versione incompleta del post... il succo era: non importa se amatoriale e professionistico son distinti, alla gente basta qualcosa che faccia quel che gli serve. se un sw amatoriale lo fa, prendon quello e alla buonora il sw professionale. i professionali son cosi' liberi dall'impaccio di sevire chiunque e posson concentrarsi su chi ha bisogno di soluzioni ad hoc, non sa scriversele e puo' permettersi di pagare per la cosa...
    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:16
    Considera che io non attacco i software freeware, poichè questi non danno il sorgente. Essere gratis ma non dare i sorgenti significa comunque mantenere il controllo sul proprio lavoro, senza donarlo al pubblico dominio.
    a me sembra tanto il lamento di un 'bambino' che non vuole crescere.

    e' semplice. qualcuno fa il lavoro che tu fai, ma lo fa meglio e/o a un prezzo piu' contenuto. la tua quota di mercato viene erosa. si chiama capitalismo. se sei in grado di fare di meglio, fallo, e vedrai che i guadagni torneranno. altrimenti, cambia mestiere.

    riguardo i programmatori open-source mantenuti, mi spieghi chi sarebbero costoro, e da chi son mantenuti?

    per come la vedo io, ci son alcune categorie di programmatori mantenuti:

    - il programmatore che lavora per l'uni, e rilascia il suo codice come OpenSource. e' giusto che sia cosi', in quanto l'universita' riceve finanziamenti pubblici, e tutto cio' che produce dovrebbe andare, in linea di principio, nel pubblico dominio.
    - il programmatore che lavora per una fondazione, pagato dunque attraverso donazioni da privati o aziende interessate a supportare la detta fondazione. la fondazione e' no-profit, per cui non ti puoi aspettare che venda il suo prodotto. potrebbe rilasciarlo senza sorgenti, ma questo la priverebbe della possibilita' di ricevere feedback e bugfix dalla comunita'.
    - il programmatore che lavora per un industria, tipo IBM o SUN, che han fatto dell'Open Source un modello di Business che funziona. dimostrazione che si puo' campare con la cosa. IBM campa non piu' dall'acciaio che vende, ma dei brevetti che i suoi ricercatori producono. brevetti che vengon fuori anche da quel terreno di collaborazione che e' l'open source. maggiore circolazione di idee significa un piu' rapido avanzamento della conoscenza. se tu hai i migliori ricercatori, non hai difficolta'a tenerti all'avanguardia.

    chi ha interesse a tenere il sorgente chiuso e' solo il mediocre che ha fatto una cosina e vuole camparci per sempre... senza nessun riferimento personale, beninteso...

  14. #39
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    sandman ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:23
    chi ha interesse a tenere il sorgente chiuso e' solo il mediocre che ha fatto una cosina e vuole camparci per sempre... senza nessun riferimento personale, beninteso...
    Microsoft pertanto è mediocre, così come Valve, Id e tutti coloro che non rilasciano i sorgenti.

    Molte aziende rilasciano i sorgenti previo pagamento, oppure gratis se sanno che tanto quel prodotto non avrà più alcun valore.

    Quindi chi rilascia software completamente opensource e gratuitamente, evidentemente sta facendo qualcosa che ha già fatto qualcun altro, senza aggiungere nulla.

    Senza riferimenti personali, beninteso...

    Invece non vedo come la tua insinuazione potrebbe riferirsi a me, visto che sono ormai tre anni che scrivo software solamente opensource.

    Non esiste un nostro rilascio che non contenga anche i sorgenti.
    Pertanto la tua mi sembra un'uscita che (come prima) non sa bene di cosa parla.

    Ah, le Università tengono il codice open, ma internamente.
    Non vedrai MAI il codice del generatore di musica tramite Reti di Petri sviluppato all'Università di Milano, a meno di non essere un'altra Università.

  15. #40
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    sandman ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:10
    DreamPainter ha scritto gio, 05 maggio 2005 alle 23:04

    Guarda che il mercato del cinema e dei videogiochi non rimane a guardare nemmeno per un millisecondo.
    Quello della fotografia nemmeno, infatti le foto fatte da un professionista e quelle fatte da un amatore le cogli ALL'ISTANTE, nonostante quello che dici tu.
    Quote:

    e dagli. ti che ti interessi, le cogli all'istante. per un sacco di gente, le foto fatte da un amatore son piu' che sufficienti. soddisfano il suo senso estetico. certo che tu, da amatore, dunque esperto conoscitore del soggetto, sai bene cosa ti manca, per arrivare al livello dei grandi professionisti. e non e' tanto l'attrezzatura, che ormai e' a costi raggiungibili dagli amatori, ti manca il talento.
    stessa cosa per i film ed i videogiochi: due industrie che corrono senza aspettare da molti, molti anni.
    Mentre nel software "di tutti i giorni", le industrie hanno frenato molto, consentendo a chiunque di avvicinarli.
    Quote:

    ma questo e' un problema loro. hanno soddisfatto le esigenze dell'utente medio. e l'utente medio si e' accorto che, con un po' di impegno, ora puo' scriversi da se' i programmi che gli servono. pace. le industrie continueranno a guadagnare soddisfando speciali esigenze di clienti disposti a pagare.
    Temo che tu davvero non conosca ne' l'ambiente cinematografico ne' quello videoludico per poter commentare.
    Non oso dire che non verrano mai a collimare in quegli ambienti il professionale e l'amatoriale, ma seguo entrambi gli ambienti da talmente tanti anni da poter dire che l'amatore e il professionista si distingueranno comunque, per motivi dovuti al fatto che c'è sempre ricerca in quei campi.
    Quando la ricerca si interrompe, allora piano piano si viene raggiunti dall'amatoriale.

    Ti faccio un esempio: Pixie. Pixie è un renderer Renderman compliant. Pixie non si avvicina nemmeno ad un chilometro dall'ultima release di Renderman server di Pixar.
    bene. pero' verra' un giorno in cui Pixie soddisfera' l'esigenza della gente, ed allora vedremo un fiorire di filmati amatoriali generati in computer grafica. e questo consentira' a tanti che non possono permettersi Renderman di esprimere la propria creativita'. se Pixar o DreamWorks riusciranno a mantenere l'edge fornendo prodotti migliori grazie a una migliore inventiva, bene. altrimenti, e' il caso che licenzino il loro personale ed assumano quegli amatori che gli stan facendo le scarpe.
    Temo che, di nuovo, tu non conosca l'ambiente del rendering per poter discutere.
    Verrà un giorno in cui Pixie raggiungerà Renderman server (ne dubito: i ricercatori non lavorano gratis), e allora serviranno i grafici.
    Non te ne fai nulla di un programma per il rendering se non hai nulla da metterci dentro.
    In più consideriamo che Pixar si riserva il diritto di avere la possibilità di prender in gestione eventuali progetti Renderman compliant che ritiene interessanti.

  16. #41
    Jack Malmostoso
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 10:28
    Secondo te il panorama da te illustrato può avvenire?
    E comunque quantomeno non renderebbe la tua tecnologia di pubblico dominio.
    Qui c'e' un problema fondamentale. Io CREDO nella diffusione del sapere, mi ritengo (molto pomposamente) uno scienziato. E che ti piaccia o no, un algoritmo ben strutturato e' conoscenza, che IMHO deve essere accessibile a tutti.
    Esattamente come ogni conoscenza nel campo della scienza.

    Non vorrei fare il moralista o il retore, ma i brevetti sul software sono come i brevetti sui farmaci. Se Fleming avesse brevettato la penicillina, chissa', magari saremmo ancora a cacarci in mano per la TBC.

  17. #42
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    Personalmente mi ritengo (tanto pomoposamente quanto te) uno scienziato, e ritengo che lo studio abbia lo stesso valore di una cosa materiale.

    Pertanto ritengo che, come si vende una casa, si può vendere uno studio.

    A meno che tu non conosca qualcuno che regala case.

  18. #43
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di StM
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 13:10
    Personalmente mi ritengo (tanto pomoposamente quanto te) uno scienziato, e ritengo che lo studio abbia lo stesso valore di una cosa materiale.

    Pertanto ritengo che, come si vende una casa, si può vendere uno studio.

    A meno che tu non conosca qualcuno che regala case.
    Il prezzo di una casa è dato da materiale + lavoro + altro. A meno di non considerare i supporti per la distrubuzione (che può benissimo essere effettuata per download), non c'è un equivalente del materiale, nel software. O forse possiamo considerare un computer come materiale? Ipotesi interessante, ma il punto è che un computer è riutilizzabile, in genere, non finisce nel prodotto finale. Poi c'è il marketing, ma questo vale per la vendita di prodotti così come per la vendita di servizi, è neutro.

    Con ciò non ho nulla contro chi vende il software come prodotto, voglio solo sottolineare come per me il paragone con la vendita di oggetti concreti non regga.

  19. #44
    Il Nonno L'avatar di sandman
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:57
    sandman ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:23
    chi ha interesse a tenere il sorgente chiuso e' solo il mediocre che ha fatto una cosina e vuole camparci per sempre... senza nessun riferimento personale, beninteso...
    Microsoft pertanto è mediocre, così come Valve, Id e tutti coloro che non rilasciano i sorgenti.

    Molte aziende rilasciano i sorgenti previo pagamento, oppure gratis se sanno che tanto quel prodotto non avrà più alcun valore.

    Quindi chi rilascia software completamente opensource e gratuitamente, evidentemente sta facendo qualcosa che ha già fatto qualcun altro, senza aggiungere nulla.
    e qua ti sbagli. come ho gia' detto nell'altro post, ci son ragioni per cui alcune cose vengon rilasciate nel pubblico dominio, anche se sono 'innovative'. se la collettivita' ha pagato per esse, e' giusto che la collettivita' ne usufruisca, e ne detenga i diritti a modificarli. tu ricercatore/programmatore che hai avuto l'idea e l'hai sviluppata, hai di buono i soldi che ti son stati pagati per il progetto, la reputazione che deriva dall'aver fatto il lavoro, e il know-how che ne hai ricavato, che ti consente di venire assunto per farne di nuovi.
    Quote:


    Senza riferimenti personali, beninteso...

    Invece non vedo come la tua insinuazione potrebbe riferirsi a me, visto che sono ormai tre anni che scrivo software solamente opensource.
    infatti, non volevo insinuare niente.
    Quote:
    Non esiste un nostro rilascio che non contenga anche i sorgenti.
    Pertanto la tua mi sembra un'uscita che (come prima) non sa bene di cosa parla.

    Ah, le Università tengono il codice open, ma internamente.
    Non vedrai MAI il codice del generatore di musica tramite Reti di Petri sviluppato all'Università di Milano, a meno di non essere un'altra Università.
    non so a milano, ma un ragazzo qua ha sviluppato un codice di dinamica molecolare e montecarlo innovativo e con elevate prestazioni. e lo sta rilasciando sotto GPL. il mio lavoro (ahime' non altrettanto buono?), pagato da tre pharma, verra' con ogni probabilita' rilasciato anch'esso (codici e idee) nel pubblico dominio, perche' essendo ricerca fondamentale le aziende che han pagato sanno che la maggiore circolazione di idee favorisce il loro sviluppo.

  20. #45
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    sandman ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 13:51
    non so a milano, ma un ragazzo qua ha sviluppato un codice di dinamica molecolare e montecarlo innovativo e con elevate prestazioni. e lo sta rilasciando sotto GPL. il mio lavoro (ahime' non altrettanto buono?), pagato da tre pharma, verra' con ogni probabilita' rilasciato anch'esso (codici e idee) nel pubblico dominio, perche' essendo ricerca fondamentale le aziende che han pagato sanno che la maggiore circolazione di idee favorisce il loro sviluppo.
    Tu e quel ragazzo siete stati pagati per fare quel lavoro?

  21. #46
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:57


    Quindi chi rilascia software completamente opensource e gratuitamente, evidentemente sta facendo qualcosa che ha già fatto qualcun altro, senza aggiungere nulla.

    Che io ricordi il primo client mail ad implementare un filtro bayesiano è stato il defunto mozilla mail. Un programma libero.

  22. #47
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    apoking ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 16:19
    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:57


    Quindi chi rilascia software completamente opensource e gratuitamente, evidentemente sta facendo qualcosa che ha già fatto qualcun altro, senza aggiungere nulla.

    Che io ricordi il primo client mail ad implementare un filtro bayesiano è stato il defunto mozilla mail. Un programma libero.
    Che ha implementato una tecnologia già nota e stranota in un ambito puramente ozioso.

  23. #48
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 16:59
    apoking ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 16:19
    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:57


    Quindi chi rilascia software completamente opensource e gratuitamente, evidentemente sta facendo qualcosa che ha già fatto qualcun altro, senza aggiungere nulla.

    Che io ricordi il primo client mail ad implementare un filtro bayesiano è stato il defunto mozilla mail. Un programma libero.
    Che ha implementato una tecnologia già nota e stranota in un ambito puramente ozioso.
    Si, ma gli altri? Ci voleva tanto a microsoft per includerlo in outlook? E a eudora?
    Però bisogna ammettere che probabilmente è un caso isolato...

  24. #49
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di StM
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 16:59
    apoking ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 16:19
    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 11:57


    Quindi chi rilascia software completamente opensource e gratuitamente, evidentemente sta facendo qualcosa che ha già fatto qualcun altro, senza aggiungere nulla.

    Che io ricordi il primo client mail ad implementare un filtro bayesiano è stato il defunto mozilla mail. Un programma libero.
    Che ha implementato una tecnologia già nota e stranota in un ambito puramente ozioso.
    Attenzione, val la pena di sottolineare la differenza tra invenzione e innovazione, secondo il Schumpeter

    Invenzione: creazione di nuove conoscenze a prescindere dalla loro effettiva utilizzazione
    Innovazione: l’effettiva utilizzazione a scopo produttivo di conoscenze per fare le cose in maniera diversa

    L'utilizzo degli stranoti filtri bayesiani nell'ambito del filtraggio dello spam all'interno dei client di posta elettronica è innovazione.

  25. #50
    Il Nonno L'avatar di sandman
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    Predefinito Re: A cosa porta la gratuità?

    DreamPainter ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 14:16
    sandman ha scritto ven, 06 maggio 2005 alle 13:51
    non so a milano, ma un ragazzo qua ha sviluppato un codice di dinamica molecolare e montecarlo innovativo e con elevate prestazioni. e lo sta rilasciando sotto GPL. il mio lavoro (ahime' non altrettanto buono?), pagato da tre pharma, verra' con ogni probabilita' rilasciato anch'esso (codici e idee) nel pubblico dominio, perche' essendo ricerca fondamentale le aziende che han pagato sanno che la maggiore circolazione di idee favorisce il loro sviluppo.
    Tu e quel ragazzo siete stati pagati per fare quel lavoro?
    io e quel ragazzo siamo stati pagati per studiare il problema. abbiamo prodotto dei codici per affrontarlo. e questi codici verranno messi a disposizione di chiunque voglia studiare lo stesso argomento, e portarlo avanti. ma se fossimo stati pagati, non ci verrei nulla di male, e se fossi stato pagato da una entita' 'statale' o simile, vorrei che il frutto del lavoro venga ri-trasferito alla comunita' che mi ha finanziato.

    il sw professionale si trova oggi nella stessa situazione in cui si trova la medicina privata. c'e' lo stato (che siamo noi) che finanzia ospedali pubblici dove si puo' ottenere un livello di cura paragonabile a quello un tempo fornito dalle cliniche private. questa possibilita' e' offerta a tutti. con gran detrimento dei possibili guadagni delle cliniche. chi vuole e puo' permetterselo, continuera' ad andarci, se ritiene che il servizio che offrono sia migliore. altrimenti, andra' negli ospedali pubblici.
    idem per la programmazione. ci son programmi free/open che fanno quel che basta alla persona comune. non vedo perche' lui/lei dovrebbe sobbarcarsi l'onere di finanziare qualcuno che non offre niente di piu'.

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