considera che non uso l'audio dei giochi, ho sempre musica in sottofondo quando gioco o navigo in internet, e considera che in macchina mi porto i dischi che più mi interessano e in auto ci sono spesso, e capisci come faccio ad ascoltare così tanta musica
ovviamente a 20 arrivo solo nei dischi più interessanti eh, sennò mi ci vorrebbero giornate di 72 ore...ad esempio per i Porcupine Tree mi son bastati 2 ascolti per capire che non era roba buona
scherSo Luca
pensa che a me basta sapere che il prossimo uscirà ad aprile per sapere che è un capolavoro
eh beh, Mummia Wilson si squaglia
E pensare che i PoS che sono usciti in inverno non mi sono piaciuti comunque.
Mezze stagioni?
cmq rendiamoci conto che questo è sempre più un porcupine tree forum...
ma anche no, e vi dò subito un'alternativa per smetterla di parlare dei Porcini
si chiamano Digital Ruin, non è un gruppo recente dato che i due dischi son datati 1997 e 2000, però vi suggerisco di dar loro una chance; il primo disco, "Listen", va chiaramente ascoltato e propone un progmetal curioso, molto dark e piuttosto tecnico, che a tratti mi ha ricordato gruppi come gli Spiral Architect (anche se qui c'è più spazio per la melodia) e Fates Warning, con altre influenze che vanno dai soliti Dream Theater fino a POS e Queensryche, ma con un sapiente e piuttosto originale uso di elettronica ,voci filtrate e frasi preregistrate che aiutano a narrae una storia introspettiva dalle forti tinte religiose (si può anche ascoltare un resoconto delle profezie bibliche alla fine del disco, come intro all'ultima traccia). In alcune tracce fa addirittura capolino un approccio "industrial" che all'inizio può far storcere la bocca ma che si fa apprezzare nel tempo. Molto curioso.
Il secondo album invece, Dwelling in the Out, ribadisce le sonorità oppressive e piuttosto cattive dell'esordio, ma offre un progmetal più classico, che per certi aspetti mi ha ricordato una versione dark dei Lemur Voice. Anche qui inserti elettronici, grande tecnica, mi piace molto anche la voce di Matthew Pacheco, una sorta di James La Brie disperato, meno raffinato e più sofferto nell'interpretazione. Più spazio è dedicato ai riff, con una lieve tendenza all'orecchiabilità che è però gradita perchè consente un ascolto meno impegnativo rispetto a "Listen". Peccato soltanto per la produzione, talvolta un pò impastata e sicuramente non al massimo.
Io ve li ho messi lì, se volete ascoltarli fate pure.
LaBrie raffinato? Piu' lo ascolto live e meno lo posso soffrire...ma anche no, e vi dò subito un'alternativa per smetterla di parlare dei Porcini
si chiamano Digital Ruin, non è un gruppo recente dato che i due dischi son datati 1997 e 2000, però vi suggerisco di dar loro una chance; il primo disco, "Listen", va chiaramente ascoltato e propone un progmetal curioso, molto dark e piuttosto tecnico, che a tratti mi ha ricordato gruppi come gli Spiral Architect (anche se qui c'è più spazio per la melodia) e Fates Warning, con altre influenze che vanno dai soliti Dream Theater fino a POS e Queensryche, ma con un sapiente e piuttosto originale uso di elettronica ,voci filtrate e frasi preregistrate che aiutano a narrae una storia introspettiva dalle forti tinte religiose (si può anche ascoltare un resoconto delle profezie bibliche alla fine del disco, come intro all'ultima traccia). In alcune tracce fa addirittura capolino un approccio "industrial" che all'inizio può far storcere la bocca ma che si fa apprezzare nel tempo. Molto curioso.
Il secondo album invece, Dwelling in the Out, ribadisce le sonorità oppressive e piuttosto cattive dell'esordio, ma offre un progmetal più classico, che per certi aspetti mi ha ricordato una versione dark dei Lemur Voice. Anche qui inserti elettronici, grande tecnica, mi piace molto anche la voce di Matthew Pacheco, una sorta di James La Brie disperato, meno raffinato e più sofferto nell'interpretazione. Più spazio è dedicato ai riff, con una lieve tendenza all'orecchiabilità che è però gradita perchè consente un ascolto meno impegnativo rispetto a "Listen". Peccato soltanto per la produzione, talvolta un pò impastata e sicuramente non al massimo.
Io ve li ho messi lì, se volete ascoltarli fate pure.
Comunque mi daro' da fare per sentire anche questi Digital Ruin.
raffinato in studio, come modo di cantare, live alterna prestazioni spettacolari a nefandezze orride
altra segnalazione:
Parliamo di Octopus, gruppo cileno di recente formazione dedito ad un progressive metal strumentale tipo Canvas Solaris, LTE, eccetera eccetera, ma con simpatiche influenze latin.
L'album è Bonsai, ed è il loro secondo full-length. L'esordio omonimo si era già fatto apprezzare per complessità estrema e grandissima perizia musicale, ma non quella tecnica gratuita e fredda, bensì contaminata da un gusto tutto latinoamericano (son cileni sti fenomeni, non a caso).
Tracks
1. Algo Medio (6:49)
2. Ruka Pillán (6:01)
3. Pseudo Groove (7:14)
4. ON/CD (7:0
5. Catarsis (4:36)
6. Bipolar (7:14)
7. Viento Sur (6:31)
8. Bonsai (9:17)
Line-up/Musicians
- Jorge Benavides / guitar
- Fernando Daza / guitar
- Braulio Aspe / bass & synthesizers
- Cristóbal Orozco / drums & sequences
Guest musicians:
- Ras / scratches (1)
- Patricio Banda / contrabajo (5)
- Nicolás Matamala / cello (5)
- Juan Canales / violin (5)
- Tomas Mühr / percussions (7)
Un ascolto non facile, su questo non ci piove. Però un ascolto che migliora di volta in volta. Sono troppe le sfumature offerte da questi fantastici musicisti, che amalgamano nella loro proposta musicale il progmetal più tecnico ed arzigogolato a momenti molto vicini alla fusion di stampo moderno; la produzione, eccellente, permette tra l'altro di apprezzare ogni singolo dettaglio di questa esplosiva miscela sonora che lascia spiazzati e senza fiato. Amalgamate la cattiveria degli Spiral Architect, la complessità di gruppi come Canvas Solaris o Ice Age (altra band sottovalutatissima)
e l'influenza latin di band come i Tryo ed otterrete questo grande disco.
Forti di una sezione ritmica terrificante, gli Octopus costruiscono un muro di suono notevole, fatto di accelerazioni ed improvvisi cambi di tempo, ritmo ed atmosfera, all'insegna di una proposta strumentale che non può stancare l'ascoltatore, pur mettendone a dura prova la sanità mentale.
Ruka Pillan è di un impatto pazzesco, con le chitarre granitiche, possenti e funamboliche di Daza e benavides, che Shredder non potrà non apprezzare.
Orozco alla batteria è una forza della natura, dipinge continue progressioni ritmiche con una facilità disarmante, alternando mid-tempo pesantissimi ed incastri ultra veloci, dinamici e perfettamente appoggiati dal basso fluido e groovoso di Aspe. Una traccia come Pseudo Groove ricorda una versione "caliente" degli Spastic Ink dei fratelli Jarzombek, con la differenza che negli Octopus si avverte l'animo latino ed anche il suono stesso è meno robotico e più caldo. E ancora una volta vengon fuori gli influssi fusion, viene fuori l'accostamento ai LTE, viene fuori la grande ecletticità di questi musicisti.
Catarsis ha un intro di basso che non può non conquistare, appoggiata da violini davvero inattesi e da un approccio molto KingCrimsoniano, Bipolar si rituffa in una complessità multisfaccettata davvero raffinata e bella da ascoltare, mentre Viento Sur è l'esempio più fulgido della stravaganza di questi ragazzi, in un azzardato ma piuttosto riuscito tentativo di miscelare latin jazz e progressive metal; chiude il disco la traccia che dà il nome all'album e che è la degna chiosa di un lavoro che alla lunga darà tante soddisfazioni all'ascoltatore: riff malefici, inseguimenti continui tra chitarre, una batteria che spacca tutto con quell'accompagnamento portato sul crash che è davvero devastante, fino al break jazzato che è davvero geniale. Grandi.
hmm dei meshuggah non ci vedo molto...a parte un certo "contesto futuristico"...se mi passate il termine...l'inizio lo vedo un po' Death (nel senso del gruppo) con basso molto steve di giorgio...per il resto ho già detto ah si sente che si sono ispirati ai queensryche nei passaggi lenti e "ragionati"...mi fa molto ragionamenti scoppiati di op:mc2...
ah uccio, siccome dici che li stai ascoltando, che mi indichi più dei lemur voice? Divided l'ho ascoltato già (poi subito dopo ho trovato la tua rece...ebbrav'...ghgh), non male davvero, beat it bellissima
Beh non che tu abbia molta scelta, han fatto solo un altro album che è Insight, più progmetal classico di chiara derivazione dreamtheateriana ma molto godibile.
Io ho anche il live
Sto riascoltando Shape dei nostrani Dynamic Lights, ed è veramente un disco meraviglioso. Oltre ad essere tremendamente tecnico, ha un sacco di influenze, lascia spazio anche alla melodia ed alle atmosfere più romantiche, ci sono un sacco di dinamiche, è pieno di sfaccettature. Davvero bello cribbio.
che coincidenza, proprio ieri l'ho... ehm, come dire, cancellato dalla mia memoria
vergognati
sto diventando un tipo dai gusti sempliciotti. basta tecnicismi estremi, basta singer che si strizzano le palle, basta tempi impossibili. mi devo preoccupare?
sono anni che ti dovresti preoccupare
ma tanto il nuovo dei Porcini ti accontenterà
"Heroes Temporis" is the name of a a new rock opera with a progressive origin. The encounter of different worlds and atmospheres fascinated Giancarlo Trotta and Luca Contegiacomo (the former a classical musician, a prog musician the latter), both from Battipaglia (Salerno); thus the idea of a rock opera was born, something that allowed the coexistence of a 100 elements symphonic orchestra and a rock band, lyrical and pop vocals, classic arias and rock rhythms.
"Heroes Temporis" is a complex opera, focused on the knowledge and purification travel of the main character, who will find out that reality is illusion. The duo is supported by great international professionals such as John Macaluso (drums; ex-ARK, YNGWIE MALMSTEEN, TNT, STARBREAKER) and Randy Coven (bass; ex-YNGWIE MALMSTEEN, STEVE VAI, MOUNTAIN, ARK), by the young Italian guitar-hero Marco Sfogli (JAMES LABRIE), by tenor Francesco Napoletano and by the renowned Bulgarian Symphony Orchestra directed by Giacomo Simonelli.
The result? Lyrics in Italian and Latin but with an international depth, a cultured approach and a scratching sound, great melodies and rock dynamics for an opera that will be talked about.
The lineup:
Francesco Napoletano: vocals (Fondazione Arena di Verona)
Ivana Giugliano: vocals
Giancarlo Trotta and Luca Contegiacomo: piano, keyboards, moog, fx, programming
Marco Sfogli: guitars
Randy Coven: bass
John Macaluso: drums
Roberto D'Aquino (Edoardo Bennato, Gigi D’Alessio): bass, Stick.
Simone Gianlorenzi: acoustic guitar
Matteo Salsano: narrations
Bulgarian Symphony Orchestra Sif. 309 directed by Maestro Giacomo Simonelli
Composition of the literary parts: Prof. Pietro Ruggiero
For more information, including audio samples, visit www.heroestemporis.com.
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devo ancora ascoltare bene, ma solo come idea mi sembra GRANDIOSA
Ultima modifica di Luca`Dj6; 04-03-07 alle 11:14:01
sembra ganzissimo ma Sfogli rovinerà tutto
scherzo
Questo mi interessa, voglio ascoltarlo pure io.
Rievoco questo povero topic con una cosa che avevo notato un po' di tempo fa, e che mi ero dimenticato di segnalare.
Ma nessuno di voi ha notato che la intro di A supposed tour degli A.C.T
è quasi identica a quella di The same river dei Riverside?
Non è che non ci dormo la notte, magari è pure una roba vecchia, però curiosa.