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Per secoli, agli uragani che colpivano le zone caraibiche e dell’America Centrale è stato dato il nome del santo del giorno in cui essi si sono manifestati. Fino alla Seconda guerra mondiale si usarono esclusivamente nomi maschili. Intorno agli anni Cinquanta, poi, per la parità dei diritti, i servizi meteo incominciarono a utilizzare solo nomi femminili, in ordine alfabetico.
Infine, dalla seconda metà degli anni Settanta, si giunse alla decisione di alternare un nome maschile e uno femminile, usando per il primo uragano di un determinato anno un nome che iniziasse con la lettera “A”, per il secondo uno con la lettera “B”, e così via (con l’accortezza di scegliere nomi diversi per uragani del Pacifico e dell’Atlantico). Quando un uragano determina morte e distruzione, ogni Paese colpito può ufficialmente richiedere che il nome venga “ritirato”: questo significa che esso non può essere riutilizzato per almeno dieci anni, in modo da evitare confusioni nell’opinione pubblica e nei riferimenti storici e in eventuali cause legali e assicurative. L’ente che si occupa di battezzare gli uragani si chiama World Meteorological Organization: in genere, vengono scelti nomi di carattere internazionale, perché i fenomeni distruttivi interessano diversi Paesi e sono studiati da servizi pubblici e meteorologici sparsi in tutto il mondo.