Non si spengono le polemiche relative all'ormai famigerato mod Hot Coffee per GTA: San Andreas, che sarebbe passato inosservato in mezzo a mille altri se non fosse finito davanti agli occhi sbagliati. L'ultima puntata della telenovela, dopo l'intervento della senatrice Hillary Clinton, è il gigantesco scivolone compiuto da Rockstar, che solo qualche giorno fa si scagliava contro i creatori del mod accusandoli di aver creato tutto per contro proprio, effettuando reverse-engineering e applicando pesanti modifiche al codice della versione PC. Insomma, tutta colpa loro, noi non c'entriamo niente, è stata la risposta dello sviluppatore.
Ma qualcuno ha fatto le pulci alla versione PS2, apparentemente pulita e sicuramente non modificabile, e ha scoperto dei semplici cheat - da attivare con il dispositivo AR Max - che abilitano il sottogioco in questione.
Mica male, come figuraccia.
Colpisce sempre la apparente casualità con cui i politici si scagliano contro un gioco in particolare (perchè GTA sì e altri - magari peggiori - no?); alla fine, questa situazione non fa altro che danneggiare l'industria, che finisce col fare la figura del bambino colto con le mani (pacioccose, of course) nella marmellata.
Come dire: questa volta ti ho beccato, ma quante altre volte l'hai fatto senza che ti scoprissi? Scoprendo il fianco alle critiche e alle richieste di leggi più severe.
Sono sempre più convinto che una regolamentazione più seria sia quantomai auspicabile, per il bene di tutti.