keiser ha scritto gio, 28 luglio 2005 alle 13:52
Quando si parla di ragazze e ludo elettronico, le discussioni sul perchè ci siano meno videogiocatrici che videogiocatori si sprecano. Ad esempio, c'è chi dice che la violenza che caratterizza quasi tutti i videogame non fa parte dell'indole femminile, che preferisce titoli più tranquilli come quelli dei Sims.
Il punto di vista
espresso da Jim Preston, docente di filosofia della natura umana, è quantomeno interessante, e aggiunge un altro possibile scenario alla discussione.
Sintetizzando: a gruppi monosessuati di alunni veniva chiesto di "inventarsi" un gioco con delle regole che potessero essere successivamente spiegate agli adulti.
Le ragazze arrivavano con giochi da tre a cinque regole base, mentre i ragazzi erano più precisi e dettagliati (da cinque a venti), con numerose variazioni sul tema. Il professore provava a giocare violando le regole imposte dagli alunni: nel caso dei ragazzi, la cosa provocava ira e poca inclinazione al cambiamento, mentre le ragazze cercavano semplicemente di modificarle per facilitare il gioco anche a lui.
Ed ecco il punto di vista diverso, quello della rigidità delle regole da seguire, che nelle simulazioni di vita come Sims sono molto più blande, ma anche più inusuali rispetto alla maggior parte dei titoli in commercio, dove i meccanismi sono molto rigidi e precisi (si pensi agli FPS o agli RTS).
Questo "studio" non ha certo una valenza statistica, ma devo ammettere che ha un suo fascino... Commenti (dalle ragazze, magari)?