Della pubblicità nei videogiochi abbiamo parlato parecchio, ultimamente, anche riguardo la nuova patch per SWAT 4.0, che tra le altre cose introduce questa nuova "feature" nello sparatutto tattico di Vivendi.
Un paio di ragazzi ha deciso di approfondire il meccanismo che sta dietro alla cosa, e se ne sono usciti con alcune scoperte interessanti, per certi versi inquietanti, in particolare per quanto riguarda la privacy (ovviamente). I poster che reclamizzavano prodotti finti - presenti in alcuni livelli - sono stati rimpiazzati con beni realmente in vendita. E fin qui ok.
Il meccanismo è molto più articolato e complesso di quanto si possa immaginare, e grazie all'analisi dei pacchetti inviati al server di Vivendi sono emersi alcuni dati: oltre alle richieste di download delle nuove immagini, il programma invia a Vivendi il nome del gioco, la versione e l'id del giocatore (ouch!). Per farla breve - i dettagli tecnici sono tutti sul sito che vi ho segnalato, il sistema registra chi guarda cosa, per quanto tempo, e da quale distanza (calcolata sulla dimensione del poster pubblicitario).
Al termine della partita, viene spedita al server la durata della partita. In questo modo possono essere calcolate le ore di "prime time" dove presumibilmente le pubblicità costeranno di più.
La domanda sorge spontanea: se questo è quanto avviene nella prima generazione di strumenti di advertising online, rimane solo da chiedersi quanto invasiva/dettagliata diventerà questa tecnologia in futuro...