gangio ha scritto ven, 21 luglio 2006 alle 22:43
Hm...mai provata l'apatia da divano? Non farti trarre in inganno dal surrealismo. Stanze senza televisore indica solo che l'apparecchiatura d'intrattenimento audio-video, in particolari condizioni di smaronamento, cessa d'essere presente come elettrodomestico e diviene invece luce stroboscopica, squarcio a-temporale sugli orrori del mondo, un occhio famelico dotato di ciglia lunghissime ed affilate, a tenaglia. La tv è un parallelepipedo infinito che si nutre d'oggetti finiti (o sfiniti). Così, pur consapevoli del danno procurato a stessi, molti non trovano le forze per staccare la spina ipnotica che il mezzo ci ha conficcato nel cervello. Infatti, il protagonista immagina il futuro senza se stesso senza mai mollare il telecomando, come se desiderasse di poter cambiare la propria vita con la stessa facilità con cui cambia canale. In fondo, la televisione ha avuto successo in quanto sfornatrice d'illusioni in quantità industriali. E tutti sanno che l'industrializzazione, in tutti i settori, ha portato sì tanti benefici, ma anche tanti svantaggi, tra cui il più rilevante è sicuramente l'omologazione e la standardizzazione.
Anche La biblioteca liquida fa riferimento a lei, alla Grande Sorella. Qualcuno storce il naso? Credete non valga la pena spendere due poesie per la tv?
Pensate a quante ore la gente ci passa davanti e confrontatele con le ore passate a leggere, studiare, riflettere. Non ho stime oggettive sotto mano, ma non faccio fatica ad immaginare che il rapporto tra le ore passate a scuola e quelle passate davanti alla tv (accesa) sia di 1 a 2 (per un bambino in età scolare). Pensate a quanto questo rapporto abbia trasformato le nostre coscienze nel corso degli anni.
Comunque non voglio demonizzare il mezzo, bensì voglio mettere in guardia dall'uso indiscriminato che si sta facendo del mezzo mediatico più potente tra quelli apparsi sinora sulla Terra. D'altronde, lei non dorme mai.