keiser ha scritto mar, 18 novembre 2003 alle 10:50
Qualche giorno fa, in risposta al mio
editoriale sulla decisione del Quebec di vietare la vendita di titoli non localizzati in francese, mi ha scritto Mario Bioletti, lettore di vecchia data: «perchè sulle riviste di informatica usate il verbo localizzare che in italiano vuol dire
individuare la posizione di qualcosa e
non tradurre? Se il verbo mancasse sarei d'accordo ad usare la storpiatura di quello inglese, ma visto che c'è perchè non usarlo? Forse se voi di TGM cominciaste ad usare il verbo italiano, visto che siete i più letti magari gli altri vi verranno dietro, e la nostra bistrattata lingua madre ne avrebbe certo giovamento».
Lì per lì ho pensato che "localizzare", come è accaduto spesso per altre parole, altro non fosse se non l'italianizzazione di "localization". Termine che, nella mia infinita ignoranza, credevo volesse dire "rendere locale" qualcosa, ossia adattarlo al luogo in cui si trova (e quindi, per estensione, tradurlo). Un po' come è già successo con "location", da noi tradotto erroneamente per semplice "traslazione" in "locazione", che però ha tutt'altro significato (e riguarda esclusivamente i contratti di affitto). Ebbene, vocabolario inglese alla mano, "localization" ha lo stesso significato che ha in italiano "localizzazione": individuare la posizione di qualcosa. Bruuutto... Faccio pubblica ammenda e mi riprometto di usare, in futuro, il più corretto termine "traduzione".
Vi vengono in mente altri "errori" di questo tipo da segnalarmi?