L’ansioso mattino dell’eternità
Assilla il vuoto oscuro della notte
L’ululato del tormento
Costringe il mio dolore alla veglia,
Sentinella dell’isola morta.
Brucia eterna la pira della vita
Le danziamo attorno testardi
Alimentando la fiamma con gli sguardi
Colmi di vana speranza.
Viviamo, rimpiangendo istanti mai stati.
Come battelli ancorati ai navigli infiniti,
Attendiamo il tramonto
Il cielo infuocato dal vigore morente del sole.
Brucia, ignorando la verità celata
Nell’oblio del nulla infinito.
Dalle ceneri della terra rinasce,
Eternamente,
La frenesia della danza.
Attendendo il quarto cavaliere
Anneghiamo nella notte senza fine
Aspettando l’ignoto,
Bramando il nulla
Portando con noi un piccolo fuoco fatuo
Ultimo lascito di vita.
Navighiamo trascinati in un fiume eterni,
Aggrappati alle sponde del mondo,
Dispersi dalla nostra stessa cecità.
Vaghiamo nella voragine stellata
Seguendo il sentiero invisibile,
Che ha nome rassegnazione,
Annaspando tra le menzogne seminate nei campi
Racchiusi nella sfera corrotta dell’esistenza.
Ed io solo so
Di non aver vissuto.