Editoriale Dicembre 2006
Quando il rivenditore fa la differenza
Saper distinguere i “pacchi” dalle “super-offerte”
Da sempre, quando l’utente medio decide l’acquisto di un prodotto di elettronica, parte con un estenuante pellegrinaggio di tutti i punti vendita in un raggio di 40 chilometri in cerca del prezzo più basso. Sembrerebbe la cosa più normale del mondo: tutti, se possono, vogliono risparmiare. Le stranezze, però, sono almeno due: innanzitutto è dimostrato che, alla fine di tutto il giro, sono sempre di più i soldi buttati in benzina e il tempo perso (anch’esso ha un valore) che il risparmio che si riesce a spuntare, spesso solo di qualche euro; l’altra particolarità è che questo “affanno” in cerca dell’offerta scatta soprattutto, o addirittura solo, per gli acquisti di elettronica. Le stesse persone che cercano per mari e monti l’offerta a tutti i costi su computer, televisori e impianti Hi-Fi da 1.000 euro, sono capaci di comprare in pochi minuti un’automobile da 30.000 euro senza averci mai fatto neppure un giro di prova e senza neppure trattare sul prezzo e sugli sconti ottenibili. Non sappiamo perché, ma è così: in elettronica si cerca l’offerta, l’affarone. E, si badi, non è una questione di disponibilità economiche: chi può spendere quanto vuole, almeno per le cifre in ballo con i nostri prodotti, non si limita a scegliere il modello secondo i propri gusti e il negozio secondo le proprie comodità, l’assistenza e il servizio; al contrario, dà normalmente maggior attenzione allo sconto sul listino che gli viene praticato. In tecnologia - lo insegnano le dinamiche dei prezzi in costante discesa - se si è attenti si può risparmiare, e quindi chiunque, ricchi e poveri, vogliono farlo. A prescindere. Un vecchio adagio - coniato probabilmente da qualche buon commerciante - suonava più o meno così: “Chi più spende, meno spende”. Ovviamente non è sempre vero, anzi quando si parla di Hi-Fi sopra un certo livello, non è quasi mai vero. Ma è indubbio che, complice la comunicazione globale e veloce facilitata da Internet e l’efficienza delle moderne reti distributive, i prezzi siano sempre più livellati. Ogni tanto il “volantone” di qualche grande gruppo lancia un sottocosto da prendere al volo (ma le quantità sono generalmente contenute), ma per il resto gli “affaroni” non sono cosa comune. La Guardia di Finanza di Como, in un comunicato stampa diffuso lo scorso 22 novembre, ha dichiarato di aver bloccato un traffico di materiale elettronico (TV e simili) che durava dal 2002 e ha arrestato nove persone: avvalendosi di società di comodo, l’organizzazione malavitosa importava da Paesi comunitari la merce, “lavava” l’IVA e la immetteva sul territorio nazionale a prezzi decisamente competitivi, proprio per soddisfare la fame di “affari” degli acquirenti elettronici. Solo qualche giorno prima, il nucleo anti-frodi telematiche della Guardia di Finanza ha bloccato alcuni venditori online di telefonini e altri apparecchi che, sfruttando eBay, agganciavano i “polli” con offerte a prezzi “incredibili” e inviavano in cambio pacchi di sale o neppure quelli. Anche le rapine alimentano il mercato della super-offerta: l’ultimo evento in una sequenza abbastanza ricorrente ha riguardato pochi giorni fa un intero TIR con quasi 5.000 tra videocamere e fotocamere digitali Canon che è stato “assaltato” sulla tangenziale di Milano da rapinatori armati che hanno trafugato contenuto e contenitore. Allo stesso modo circa 5.000 console XBox 360 hanno preso il volo in Inghilterra nei giorni scorsi. Non si tratta di quantità limitate, da “piccolo spaccio”: l’unico sbocco che possono trovare è il canale di negozianti compiacenti o i mille rivoli delle aste online. Ovviamente con offerte imperdibili. Insomma, che il derubato sia il fisco, le case produttrici o l’acquirente truffato, la sostanza non cambia: prezzi visibilmente al di sotto del normale devono essere considerati, più che un “affare” da prendere al volo, un campanello d’allarme. Nella migliore delle ipotesi, il prodotto è frutto di un lavaggio di IVA o di un furto; nella peggiore, per gli acquisti online da piccoli esercenti o nelle aste, il prodotto non arriverà mai a casa dell’acquirente. In tutti i casi l’utente ha da perderci: infatti la legge prevede, oltre alla fattispecie dell’incauto acquisto (che resta un reato penale), la cosiddetta “retrocessione dell’IVA” secondo la quale all’acquirente di un bene in evasione IVA potrebbe essere chiesto di saldare al fisco la tassa evasa e le relative sanzioni. Il cliente avrebbe dovuto capire che il prezzo era troppo basso per essere “vero”. E quindi ne paghi tutte le conseguenze. Sta per arrivare il Natale e, in mezzo a tanti che diventano più buoni, aumentano anche i furbi. Il nostro consiglio è di guardare alle super-offerte, soprattutto online e soprattutto di venditori non noti, con sospetto e attenzione. L’acquirente, piuttosto che perdere tempo a girare cento negozi diversi, deve imparare a saper distinguere le vere offerte speciali dai “pacchi”. Pochi euro risparmiati possono trasformarsi in un calvario da cui è poi difficile venirne a capo: basti pensare a cosa può accadere, anche dopo anni, quando per un banale guasto si presenta il prodotto (e il suo numero di matricola) presso un centro di assistenza che lo identifica come “rubato”. Tanto più che una pubblicità in onda in questi giorni, promossa dal Ministero delle Attività Produttive, ricorda alcune caratteristiche della garanzia di legge, tra cui quella fondamentale: la tutela di legge deve essere riconosciuta dal rivenditore e il titolo per esigerla è lo scontrino. In mancanza del rivenditore, che magari è solo un evanescente username su Internet, la garanzia di legge svanisce; e se il prodotto è di provenienza truffaldina, svanisce anche quella convenzionale. Scegliere il negozio, un buon negozio, affidabile e solido, sia che sia fisico che online, è importante tanto quanto scegliere il miglior prodotto tra i mille disponibili. E non solo per il servizio o la consulenza che un negozio serio dà, ma anche per essere certi di essere al sicuro da brutte sorprese. Questa fine d’anno la dedichiamo ai negozianti, quelli bravi e onesti, grandi e piccoli che siano, augurando loro buoni affari per la stagione natalizia. Che poi saranno buoni anche per i loro affezionati clienti.
Gianfranco Giardina
[email protected]