Originariamente Scritto da
dualismo_2000
Finito stanotte alle 4.30
il finale mi ha tenuto incollato.
Premessa: non uso gli spoiler perché tanto nel titolo si parla esplicitamente di "finale", ma se non l'avete letto non andate avanti.
Dalle ultime fasi in stile action (la morte di Chloe, l'uccisione di Bobby, la fuga sul furgoncino) alla lunga fase di scioglimento (l'esilio a milano del "vero" Victor e la vita a new york del "nuovo" Victor), me lo sono bevuto d'un fiato.
Per come l'ho vista, la storia pura e semplice è che il protagonista viene sostituito a New York da un sosia voluto dal padre, un sosia che rinuncia alla vita mondana, alle love story con modelle e attricette, che ricomincia ad andare all'università invece che farsi fotografare in mutande per le copertine dei rotocalchi. Il figlio giusto per un candidato presidente, insomma.
Non vorrei però cercare di trovare a tutti i costi una razionalità in un finale in cui si mescolano elementi reali e immaginari, in cui la finzione e la verità si confondono e si fondono fino a non riuscire a distinguerle(ma questo già lo si intuiva quando Bentley - mi pare fosse lui - dice a Victor "la verità non esiste. esistono versioni alternative").
la sostituzione del fittizio al reale è talmente perfetta da giungere addirittura al cambio dell'io narrante nella penultima parte.
Il lettore si confonde, il conto alla rovescia dei capitoli finisce, e di Victor Ward resta solo un simulacro fasullo.
Gran libro.