“Cosa faresti durante i tuoi ultimi sette minuti?” È il quesito su cui si basa questo piccolo gioco, che ha inizio quando il protagonista (che verrebbe chiamato “umano” ma è solo un quadratino con gli occhi) tocca, a dispetto dell’avviso di una voce misteriosa, una fiamma che dovrebbe investirlo di una conoscenza assoluta, provocando invece l’apparizione di una entità che lo informa di come, per questa sua avidità, il suo mondo avrà fine tra sette minuti. Entro queste breve lasso di tempo, il giocatore si troverà a percorrere diverse schermate, confuso da una grande quantità di passaggi segreti e soffitti che crollano, che possono cambiare molto il layout della schermata. Niente di così difficile comunque – si può arrivare alla fine con due minuti e più che avanzano. Il sistema di controllo è semplicissimo, niente più che le frecce, e per quanto semplice la grafica è adeguatamente “stilosa” e d’atmosfera, specialmente per quanto riguarda l’entità, a volte davvero inquietante.

Potrei aggiungere che difficilmente troverete la chiave per la vera risoluzione del gioco alla prima partita, quindi la longevità stimabile si alza a circa un quarto d’ora, ma in generale, a meno di non avere usato un approccio sbagliato, ho trovato lo spunto “filosofico” su cui Seven Minutes si appoggia alquanto flebile e mal sfruttato, con l’aggravante di un (dichiarato) debito stilistico con Cactus. Un “artgame” pretestuoso quindi, a mio parere; provatelo comunque, potreste altrettanto odiarlo, oppure amarlo, chissà?



http://koti.mbnet.fi/erkkavir/sevenminutes.htm