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  1. #51
    Il Nonno L'avatar di sandroanac
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    Chiwaz ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:09
    BodyKnight ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 19:02
    maio ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 18:56
    evidentemente il tuo senso dell'umorismo è a senso unico.
    e cmq non mi sembra che sia un film antisemita, è un film oggettivo, che racconta i fatti come devono essere raccontati(senza far sembrare i palestinesi dei martiri, ne gli israeliani come dei difensori della patria)

    Alla luce delle critiche mosse è un po' avventata come affermazione.
    Eh, giusto per questo me lo domandavo.

    Anche perché il romanzo "Vendetta" non è che sia preso come oro colato da tutti.
    ma è davvero cosi' importante la perfetta attinenza alla realtà dei fatti?
    non è mica un documentario.
    tra l'altro,spielberg è sempre stato molto vicino a quella associazione (non ricordo come si chiama,sorry) che raccoglie informazioni sull'olocausto,quindi le accuse di antisemitismo mi paiono infondate...

  2. #52
    Chiwaz
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    sandroanac ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:29
    Chiwaz ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:09
    BodyKnight ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 19:02
    maio ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 18:56
    evidentemente il tuo senso dell'umorismo è a senso unico.
    e cmq non mi sembra che sia un film antisemita, è un film oggettivo, che racconta i fatti come devono essere raccontati(senza far sembrare i palestinesi dei martiri, ne gli israeliani come dei difensori della patria)

    Alla luce delle critiche mosse è un po' avventata come affermazione.
    Eh, giusto per questo me lo domandavo.

    Anche perché il romanzo "Vendetta" non è che sia preso come oro colato da tutti.
    ma è davvero cosi' importante la perfetta attinenza alla realtà dei fatti?
    non è mica un documentario.
    Vabbè che centra ? Allora giriamo Il Mandolino del Capitano Corelli

    Quote:

    tra l'altro,spielberg è sempre stato molto vicino a quella associazione (non ricordo come si chiama,sorry) che raccoglie informazioni sull'olocausto,quindi le accuse di antisemitismo mi paiono infondate...
    Per lo stesso motivo sono perplesso.
    Volevo solo capire se le critiche sono farlocche o no.

  3. #53
    Il Nonno L'avatar di sandroanac
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    Chiwaz ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:35
    sandroanac ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:29
    Chiwaz ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:09
    BodyKnight ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 19:02
    maio ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 18:56
    evidentemente il tuo senso dell'umorismo è a senso unico.
    e cmq non mi sembra che sia un film antisemita, è un film oggettivo, che racconta i fatti come devono essere raccontati(senza far sembrare i palestinesi dei martiri, ne gli israeliani come dei difensori della patria)

    Alla luce delle critiche mosse è un po' avventata come affermazione.
    Eh, giusto per questo me lo domandavo.

    Anche perché il romanzo "Vendetta" non è che sia preso come oro colato da tutti.
    ma è davvero cosi' importante la perfetta attinenza alla realtà dei fatti?
    non è mica un documentario.
    Vabbè che centra ? Allora giriamo Il Mandolino del Capitano Corelli
    spero tu non abbia avuto il coreggio di vederlo.
    quello che volevo dire è:
    pure ispirandosi a fatti realmente accaduti,il film non potrà mai riportarli in maniera esatta ed oggettiva.
    sarà pur sempre una rilettura dell'autore (prima) e del regista (poi).
    spero di essermi spiegato meglio.

  4. #54
    Banned L'avatar di BodyKnight
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    sandroanac ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:29
    ma è davvero cosi' importante la perfetta attinenza alla realtà dei fatti?
    non è mica un documentario.
    A dirla tutta per come sta, su questo topic ho letto altre affermazioni.

  5. #55
    Banned L'avatar di BodyKnight
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    sandroanac ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:40
    quello che volevo dire è:
    pure ispirandosi a fatti realmente accaduti,il film non potrà mai riportarli in maniera esatta ed oggettiva.

    Tralasciando il discorso sui documentari, è proprio questo che sono i film: opera di fantasia. Il problema è ricordarselo

  6. #56
    Il Nonno L'avatar di sandroanac
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    BodyKnight ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 22:20
    sandroanac ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 21:40
    quello che volevo dire è:
    pure ispirandosi a fatti realmente accaduti,il film non potrà mai riportarli in maniera esatta ed oggettiva.

    Tralasciando il discorso sui documentari, è proprio questo che sono i film: opera di fantasia. Il problema è ricordarselo
    quando,tra i commenti su questo film,leggerò "Avete visto?Pure Spielberg dice che gli israeliani sono cattivi",ne potremo riparlare...

  7. #57
    Vitor
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

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    PUBBLICITÀ Il film di Spielberg riapre un caso che ha segnato la storia
    Nei raid successivi morirono 10-15 persone per ogni atleta ucciso
    Qui giorni di Monaco '72
    spirale di sangue senza fine
    di SANDRO VIOLA


    POCHE vicende dell'ultimo mezzo secolo mi stanno tanto ancorate nella memoria, inamovibili, come quella raccontata in "Munich", il film di Steven Spielberg che arriva venerdì nei cinema italiani, preceduto dal fragore delle polemiche che ha suscitato nei Paesi dov'era già apparso. Discussioni e controversie che non riguardano la qualità e riuscita del film (visto che esso ha riscosso il plauso d'una grande maggioranza della critica), bensì il suo contenuto. La storia della rappresaglia condotta dai servizi segreti israeliani contro i presunti organizzatori dell'attentato che "Settembre nero", un gruppo terroristico palestinese, compì nel villaggio olimpico di Monaco all'alba del 5 settembre 1972.

    Riassumo rapidamente la vicenda. Il commando palestinese penetrò negli alloggi degli atleti israeliani, ne uccise due e ne sequestrò nove. Seguì una trattativa con le autorità tedesche. Al termine della trattativa gli uomini di "Settembre nero" ottennero d'essere condotti, con i loro ostaggi, in un aeroporto militare, da dove intendevano partire per il Cairo. Lì giunti (e se nel frattempo gli israeliani avessero liberato circa 200 prigionieri palestinesi), s'impegnavano a rilasciare gli ostaggi. Ma all'aeroporto, attorno alla mezzanotte, gli eventi precipitarono. I tiratori scelti della polizia tedesca presero a sparare contro i terroristi, e questi - subito ai primi spari - fecero esplodere i due elicotteri dove si trovavano gli atleti israeliani, uccidendoli tutti.

    Nel film, la sequenza di Monaco è breve e serve ad introdurre il vero racconto. Vale a dire la caccia all'uomo che il Mossad intraprese nei giorni successivi alla strage, eliminando uno dopo l'altro, fallendo un solo bersaglio, i rappresentanti di Arafat in Europa che gli israeliani presumevano coinvolti nella preparazione dell'attentato. Ora, da dove nascono le polemiche che stanno accompagnando l'uscita del film? Riassumo anche qui.

    Alcuni (israeliani, organizzazioni ebraiche della diaspora, ma anche osservatori imparziali) sostengono che "Munich" descriva l'accanimento e la spietatezza di quella caccia all'uomo senza dare il giusto peso alla necessità politica - e al diritto morale - che Israele aveva di reagire alla strage dei suoi atleti. Altri hanno visto una propensione del regista a comprendere meglio, "di più", le motivazioni della lotta armata palestinese che non le esigenze di sicurezza israeliane. E non c'è dubbio che la discussione s'accenderà nei prossimi giorni anche da noi.

    A chi è insorto contro lo spirito del film, Spielberg ha risposto che egli lo ha girato avendo in mente un'idea, per lui stesso almeno, molto chiara. Dimostrare che le rappresaglie servono quasi soltanto a partorire altre rappresaglie, a versare altro sangue, a desolare comunità e famiglie, a incancrenire gli odi, rendendo così sempre più difficile, sempre più lontano, il solo modo di risolvere un conflitto come quello israelo-palestinese: il dialogo. Sedersi a parlare, e restarvi sino a quando - per usare le parole di Spielberg - "i sederi degli uni e degli altri non abbiano preso la forma d'una sedia".

    Non entro, per ora, nella discussione. Intendo solo fornire una testimonianza su quanto vidi in Israele (e poi in Libano) nelle ore e giorni successivi all'attentato di Monaco.

    Giunsi a Tel Aviv, infatti, nel pomeriggio del 6 settembre, all'indomani della strage all'aeroporto. Trovai la città attonita, come folgorata. Il colpo sferrato da Settembre nero aveva avuto, inutile dirlo, un effetto psicologico terribile. D'un tratto, il sentimento di sicurezza che la propria potenza militare aveva dato agli israeliani, nel '67, con la strepitosa vittoria nella guerra dei Sei giorni, sembrava dissolto.
    Le bare degli atleti erano giunte poche ore prima, accolte da migliaia di persone dai volti impietriti, all'aeroporto di Tel Aviv. Essendo morta quello stesso giorno una sua sorella, il primo ministro Golda Meir non c'era. Ma c'erano Dayan, Allon, Peres, Eban, Eizman, Begin e tutti gli altri esponenti politici del paese. Non venne organizzato un funerale collettivo. Dopo una breve, sobria cerimonia, ciascuna famiglia prese la sua bara e partì per il cimitero della propria città.

    Benché in tutti i discorsi che s'ascoltavano fosse chiaro che la gente aspettava di vedere quando e come Israele avrebbe reagito, per quasi due giorni non accadde nulla. Ma il terzo giorno, quando già mi preparavo a rientrare in Italia, il governo Meir dette inizio alla rappresaglia. Raid aerei su Siria e Libano contro i campi profughi e le basi delle formazioni armate palestinesi, incursioni di mezzi corazzati oltre il confine libanese sino al fiume Litani, la zona da cui i fedayn di Arafat lanciavano le loro azioni contro Israele ed era perciò chiamata Fatahland. L'8 settembre l'aviazione bombardò in Siria i sobborghi di Damasco e Latakia, e in Libano la regione tra Tiro e Nabatyeh. Ci furono molti morti, e già nei tre o quattro giorni successivi - i bombardamenti continuavano senza interruzioni - calcolammo che le vittime della rappresaglia israeliana dovevano ormai essere 10-15 almeno per ognuno degli atleti uccisi a Monaco.

    In quei primi giorni, se bisogna credere alla ricostruzione di Spielberg, l'azione d'un commando del Mossad contro i rappresentanti dell'Olp in Europa non era ancora stata decisa.

    Il film mostra infatti una riunione cui partecipano ministri e comandanti militari, durante la quale Golda Meir annuncia che il Mossad avvierà una serie d'esecuzioni mirate contro i probabili organizzatori dell'impresa terroristica di Settembre nero. E lì un alto ufficiale interviene a mezza voce, perplesso: chiede se la risposta militare in Siria e Libano, che ha già provocato tanti morti, non possa considerarsi sufficiente. Obbiezione cui la Meir, se ricordo bene, non risponde. La cosa certa è che il 14 settembre, dopo quasi una settimana di bombardamenti, il primo ministro annunciò alla Knesseth che Israele avrebbe reagito all'eccidio dei suoi atleti "con misure mai prese" sin allora.

    Fu quindi attorno alla metà di settembre che gli agenti del Mossad incaricati della caccia all'uomo descritta nel film, arrivarono in Europa. Di questa missione dei servizi segreti circolò subito, a Tel Aviv, qualche vaga voce. Un giornalista israeliano mi raccontò che a capo della missione poteva esserci l'ex generale Sharon, un nome che fuori d'Israele era a quel tempo pressoché sconosciuto. L'ex generale aveva comandato a suo tempo l'unità 101, una formazione semi-regolare che negli anni Cinquanta era stata famosa per le rappresaglie condotte in vari villaggi palestinesi, alcune tanto sanguinose da provocare lo sdegno dello stesso primo ministro d'allora, David Ben-Gurion.

    Il 101, continuò il giornalista, figurava da anni come formalmente disciolto, ma era ben possibile che fosse stato rimesso sui binari per eseguire la ritorsione annunciata dalla Meir. Dal bar del Dan dov'eravamo, telefonai allora a questo signor Sharon nella sua fattoria del Negev. Il generale mi rispose con cortesia. Mi consigliò di non credere alle leggende che correvano attorno all'unità 101, col quale lui, comunque, disse di non aver più a che fare. E quanto alla possibilità di ricevermi, gli dispiaceva molto ma gliene mancava assolutamente il tempo.

    Poiché era soprattutto il Libano l'obbiettivo delle rappresaglie, noi giornalisti che nella prima settimana avevamo seguito da Tel Aviv la risposta militare del governo Meir, ci trasferimmo - via Cipro - a Beirut. Vi ero appena arrivato, il tempo di poggiare la valigia nella mia stanza al Saint George, quando sentii alla radio che le quattro colonne corazzate israeliane entrate nel Sud Libano nei giorni precedenti, avevano cominciato a ritirarsi. Con due colleghi italiani ci precipitammo allora verso Tiro e oltre, tra il Litani e Nabatyeh. Le prime devastazioni le incontrammo a Juaya. I campi stavano bruciando, bruciava la macchia tra le colline e il mare, sulle case annerite dagli incendi s'alzavano ancora densi pennacchi di fumo.

    Nel piccolo paese, ci condussero a vedere i morti tra le macerie: un paio già infilati nei sacchi di plastica, un paio appena lavati e composti, e un vecchio ancora nel suo letto, rigido in posizione seduta e cosparso dai calcinacci del tetto sfondato a colpi di cannone, morto probabilmente d'infarto. Ma fu all'uscita da Juaya, tornando verso Beirut, che ci aspettava l'immagine più sconvolgente. Un taxi schiacciato dai cingoli d'uno o due carri armati pesanti, ridotto a un ammasso di lamiera come quelle sculture dette "compatte", e tra le lamiere i corpi straziati di varie persone, forse un'intera famiglia che stava fuggendo verso nord. Un tragico errore di manovra, ci sforzammo di pensare, da parte dei carristi. Tutta l'area era comunque devastata. All'ingresso di Tiro una scuola era stata interamente demolita, a Nabatyeh l'ospedaletto palestinese era mezzo diroccato, a Bent Jibail contammo una quindicina di case semidistrutte.

    Certo, in quegli stessi luoghi avrei visto dieci anni esatti dopo, quando l'esercito israeliano invase il Libano al comando di Ariel Sharon ministro della Difesa, anche più morti e maggiori distruzioni. Eppure il ricordo che conservo di quel settembre '72, degli effetti che otto o nove giorni di bombardamenti israeliani avevano provocato nei piccoli villaggi e cittadine del Sud Libano, è più nitido, più penoso. Quel che allora non sapevo, tuttavia, è che s'era trattato soltanto d'un prologo. D'una specie di "ouverture funebre". Perché intanto gli uomini del Mossad stavano per iniziare in Europa la parte più significativa della rappresaglia.

    Cominciando da Roma, dove esattamente un mese dopo avrebbero ucciso con quattordici colpi di rivoltella il nostro amico Wael Zwaiter, un intellettuale amico anche di Moravia e Pasolini, che ancor oggi proprio non riesco a immaginare nei panni del terrorista. Il Mossad ne sapeva più di noi? E' possibile: ma quando i suoi servizi segreti ammazzano qualcuno, il governo d'uno Stato democratico dovrebbe forse dire (e se non subito, dopo un certo tempo) due parole sulla necessità che aveva di crivellarlo a rivoltellate. Non a caso, quando nel film il capo dei giustizieri del Mossad comincia, dopo aver già eliminato vari esponenti palestinesi, a nutrire qualche dubbio sulle ragioni morali dell'operazione, dice più o meno: "Senza prove certe della loro colpevolezza, ucciderli è un puro e semplice assassinio".

    Sì, certo, la polemica s'accenderà nei prossimi giorni anche in Italia. In parte essa ricalcherà le stesse divisioni che esistono nella nostra opinione pubblica, ormai da decenni, tra pro-israeliani e pro-palestinesi. Divisioni che non si sono mai ricomposte perché né gli uni né gli altri hanno mai voluto riconoscere che nel conflitto tra i due nazionalismi di Palestina nessuno è completamente dalla parte del torto, e tutti hanno anzi le loro ragioni. Ma soprattutto verrà discussa la "tesi Spielberg".

    Vale a dire: hanno avuto un'utilità politica le rappresaglie, e le rappresaglie alle rappresaglie, e i kamikaze, i servizi segreti, gli omicidi mirati, insomma l'interminabile, terribile catena di violenze snodatasi nei trentatré anni trascorsi dal massacro di Monaco a oggi? O non hanno ammorbato ancor più gravemente il contesto del conflitto israelo-palestinese? E' vero che rimanere inerti sotto i colpi dei terroristi non è possibile. Ma quando la spirale attentati-rappresaglie aveva ormai mostrato d'essere inarrestabile, col solo risultato d'annichilire ogni tentativo di dialogo tra le parti, non si sarebbe potuto, dovuto, mettere in discussione l'utilità e il fine di tante carneficine?

    Perché la violenza - Spielberg ha ragione - distorce, ammala la mente degli individui. "All'inizio", dice nel film il capo dei giustizieri israeliani alludendo alle prime esecuzioni operate dalla squadra, "era davvero molto duro. Ma adesso posso andare ad uccidere senza farmene un problema".

  8. #58
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    BodyKnight ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 13:36
    sandroanac ha scritto lun, 23 gennaio 2006 alle 13:16

    non capisco:
    hai paura che facciano del proselitismo anti-israeliano con i soldi del biglietto?
    Figuriamoci. Dico che mi da fastidio ripagarli con gli euri del biglietto.
    ahhh...tipo quelli che compravano la coca-cola "alternativa" ai festival dell'unità...

    'mmazza che invasione di bs in movie machine

  9. #59
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    io l'ho visto in anteprima settimana scorsa e non mi è piaciuto per niente.

    primo punto.
    il libro è un libro di azione con qualche pippa riflessiva, il film è un pippa riflessiva unica con poca azione.

    secondo punto.
    la contrapposizione di spielberg è assolutamente faziosa. il bello è che il regista lo ha fatto in maniera molto sottile (è pur sempre spielberg): da una parte, infatti, troviamo i terroristi carucci cone le loro famigliole senza neanceh un accenno al sangue che sporca le loro mani (il tipo che fa un lecture in italia, un altro con la figlioletta tutta carina ecc ecc); dall'altra la contrapposizione è con la società israeliana...
    quindi tutti i militari accaniti, le voci fuori dal coro sempre in minoranza (uno solo degli agenti israeliani è contro e lo zittiscono in malo modo) ma soprattutto la madre di avner...
    quella scena è davvero da manuale: il povero agente in super sbattimento, sua madre che gli dice qualcosa del tipo:"non voglio sapere niente di quello che hai fatto, puoi aver fatto le peggiori cose, ma israele deve vivere ad ogni costo"


    inoltre, gli unici terroristi in azione che si vedono sono dei piccoli francescani... invece di sottolienare la loro componente criminale, spielberg fa dire loro che l'arma defintiva è il ritmo di crescita demografico dei palestinesi

    metto lo spoiler perchè forse qua ci sta
    Spoiler:

    per carità, è vero, ma non farlo dire a un terrorista nel faccia a faccia con avner, dove l'israeliano è in incognito per uccidere un capo terrorista, e il palestinese (ingannato perchè non ha usato un'identità falsa al contrario dell''ebbbreo) parla di fare bamibni


    in definitiva, un film fatto MAGISTRALMENTE, sembra vermaente di essere negli anni 70, ma assolutamente sbilanciato nel messaggio che vuole portare

  10. #60
    Lo Zio L'avatar di Ben Gurion
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    ah, nel film inoltre c'è diverse volte la quesiotne delle "rappresaglie" israeliane, ovvero viene detto piu volte che finchè israele continuerà a rispondere così, nn ci sarà mai la pace.
    questa frase fa ricadere la responsabilità della situazione a israele, senza considerare che, di solito, si tende a dare la colpa a chi inizia, non a chi riposnde

    ecco un altro esempio di sottile faziosità che permea il film

  11. #61
    Lo Zio L'avatar di PaRaNoIdAnDrOiD
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    qui sotto c'è una bella critica al film di Spielberg per chi non l'avesse ancora letta.
    E io mi trovo d'accordo con Ben Gurion.

    Monaco 1972

  12. #62
    Lo Zio L'avatar di Ben Gurion
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    molto interessante il lionk postato da paranoid.

    ben

    ps.
    PA la tua firma è fantastica

  13. #63
    Lo Zio L'avatar di AlexAm
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    si potrebbe dire allora, alla luce di quanto scritto

    che la tua signature ben gurion (don t fuck...)

    era quello che avrebbe dovuto dire spielberg nel film ?




















  14. #64
    Lo Zio L'avatar di Ben Gurion
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    no, è quello che dice proprio uno dei protagonisti (l'ho visto in lingua originale sottotilato), il più accanito di tutti.

    ho forse detto che spielberg avrebbe dovuto fare un film pro-israeliano?
    leggiti il link postato da paranoid android, sarai illuminato.

    il fatto è che la mia firma è l'unica cosa che è possibile fare dato quel determinato contesto, il piccolo particolare che spielberg ha omesso è proprio il contesto.

    se io do come messaggio:"il conflitto arabo-israeliano è molto complesso, non ha senso dare torti o ragioni, ma è indubbio che da una parte i palestinesi vogliono uno stato e dall'altra gli israeliani devono avere il diritto di sentirsi sicuri in casa propria" è un conto, se invece il mio messaggio è "israele deve vincere a ogni costo, non rompere il catso agli ebrei" è un altro. (ovviamente ho tralasciato in questo secondo messaggio la parte palestinese, visto che nel film non viene mai menzionata negli stessi termini)

    niente di male nella faziosità, ma perlomeno spielberg lo ammetta, non rilasci poi interviste deliranti come quella del corriere dell'altro giorno



























  15. #65
    Il Nonno L'avatar di MDL
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    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 12:54
    infatti, troviamo i terroristi carucci cone le loro famigliole senza neanceh un accenno al sangue che sporca le loro mani (il tipo che fa un lecture in italia, un altro con la figlioletta tutta carina ecc ecc.)
    perchè prima di dire castronerie nn ti informi un attimo?
    i primi 2 che vengono uccisi NON erano terroristi nonostante il mossad ne fosse convinto allora...a distanza di anni il servizio segreto ha riconosciuto l'errore

  16. #66
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 12:54

    primo punto.
    il libro è un libro di azione con qualche pippa riflessiva, il film è un pippa riflessiva unica con poca azione.
    ed è una colpa?

  17. #67
    Lo Zio L'avatar di Ben Gurion
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    MDL ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 16:55
    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 12:54
    infatti, troviamo i terroristi carucci cone le loro famigliole senza neanceh un accenno al sangue che sporca le loro mani (il tipo che fa un lecture in italia, un altro con la figlioletta tutta carina ecc ecc.)
    perchè prima di dire castronerie nn ti informi un attimo?
    i primi 2 che vengono uccisi NON erano terroristi nonostante il mossad ne fosse convinto allora...a distanza di anni il servizio segreto ha riconosciuto l'errore
    eh?
    ma hai visto il film?

    allora, innanzittutto, essendo un'operazione NON UFFICIALE del mossad, non possono aver smentito, visto che non ammettono neanceh di averla fatta

    secodno, i primi due uccisi NEL FILM erano due terroristi RICONOSCIUTI.

    mi sa che chi si deve informare sei tu.

  18. #68
    Lo Zio L'avatar di Ben Gurion
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    MDL ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 16:59
    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 12:54

    primo punto.
    il libro è un libro di azione con qualche pippa riflessiva, il film è un pippa riflessiva unica con poca azione.
    ed è una colpa?
    certo, se io faccio della coscienza di zeno un thriller sono bravo?
    può essere, ma di sicuro chi va a vedere il film perchè ha letto il libro rimane fregato

  19. #69
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    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 17:16
    MDL ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 16:55
    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 12:54
    infatti, troviamo i terroristi carucci cone le loro famigliole senza neanceh un accenno al sangue che sporca le loro mani (il tipo che fa un lecture in italia, un altro con la figlioletta tutta carina ecc ecc.)
    perchè prima di dire castronerie nn ti informi un attimo?
    i primi 2 che vengono uccisi NON erano terroristi nonostante il mossad ne fosse convinto allora...a distanza di anni il servizio segreto ha riconosciuto l'errore
    eh?
    ma hai visto il film?

    allora, innanzittutto, essendo un'operazione NON UFFICIALE del mossad, non possono aver smentito, visto che non ammettono neanceh di averla fatta

    secodno, i primi due uccisi NEL FILM erano due terroristi RICONOSCIUTI.

    mi sa che chi si deve informare sei tu.
    forse erano anche terroristi ma nn c'entravano nulla con monaco nonostante il mossad (allora) ne fosse sicuro
    EDIT
    nn ho ancora visto il film ma sono abbastanza informato sulle vicende narrate

  20. #70
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    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 17:17
    MDL ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 16:59
    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 12:54

    primo punto.
    il libro è un libro di azione con qualche pippa riflessiva, il film è un pippa riflessiva unica con poca azione.
    ed è una colpa?
    certo, se io faccio della coscienza di zeno un thriller sono bravo?
    può essere, ma di sicuro chi va a vedere il film perchè ha letto il libro rimane fregato
    bellissimo il paragone

  21. #71
    Lo Zio L'avatar di wozzek
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    MDL ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 16:59
    Ben Gurion ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 12:54

    primo punto.
    il libro è un libro di azione con qualche pippa riflessiva, il film è un pippa riflessiva unica con poca azione.
    ed è una colpa?
    Ma nella prima pagina non c'era una critica del film secondo cui il film e' un film d'azione con poca sostanza?
    Io aspetto di vedere il film, l'argomento e' troppo scottante perche' arrivino, specialmente dopo la sua uscita, delle critiche sensate e oggettive sul valore effettivo del film

  22. #72
    Banned L'avatar di BodyKnight
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    Vitorbaia ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 11:09
    Vale a dire: hanno avuto un'utilità politica le rappresaglie, e le rappresaglie alle rappresaglie, e i kamikaze, i servizi segreti, gli omicidi mirati, insomma l'interminabile, terribile catena di violenze snodatasi nei trentatré anni trascorsi dal massacro di Monaco a oggi? O non hanno ammorbato ancor più gravemente il contesto del conflitto israelo-palestinese? E' vero che rimanere inerti sotto i colpi dei terroristi non è possibile. Ma quando la spirale attentati-rappresaglie aveva ormai mostrato d'essere inarrestabile, col solo risultato d'annichilire ogni tentativo di dialogo tra le parti, non si sarebbe potuto, dovuto, mettere in discussione l'utilità e il fine di tante carneficine?

    Perché la violenza - Spielberg ha ragione - distorce, ammala la mente degli individui. "All'inizio", dice nel film il capo dei giustizieri israeliani alludendo alle prime esecuzioni operate dalla squadra, "era davvero molto duro. Ma adesso posso andare ad uccidere senza farmene un problema".
    È un ragionamento utlie ma non vero. Spielberg infatti è costretto a dimostrare la sua tesi parlando di un avvenimento accaduto più di 30 anni fa, quando Israele era di fatto uno stato in guerra; se si fosse limitato agli ultimi 15 anni, fino ad oggi, giorno in cui Hamas ha trionfato alle elezioni, difficilmente sarebbe riuscito a ripartire le colpe equamente come tanto gli fa piacere.

  23. #73
    Il Nonno L'avatar di MDL
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    BodyKnight ha scritto gio, 26 gennaio 2006 alle 13:11
    Vitorbaia ha scritto mer, 25 gennaio 2006 alle 11:09
    Vale a dire: hanno avuto un'utilità politica le rappresaglie, e le rappresaglie alle rappresaglie, e i kamikaze, i servizi segreti, gli omicidi mirati, insomma l'interminabile, terribile catena di violenze snodatasi nei trentatré anni trascorsi dal massacro di Monaco a oggi? O non hanno ammorbato ancor più gravemente il contesto del conflitto israelo-palestinese? E' vero che rimanere inerti sotto i colpi dei terroristi non è possibile. Ma quando la spirale attentati-rappresaglie aveva ormai mostrato d'essere inarrestabile, col solo risultato d'annichilire ogni tentativo di dialogo tra le parti, non si sarebbe potuto, dovuto, mettere in discussione l'utilità e il fine di tante carneficine?

    Perché la violenza - Spielberg ha ragione - distorce, ammala la mente degli individui. "All'inizio", dice nel film il capo dei giustizieri israeliani alludendo alle prime esecuzioni operate dalla squadra, "era davvero molto duro. Ma adesso posso andare ad uccidere senza farmene un problema".
    È un ragionamento utlie ma non vero. Spielberg infatti è costretto a dimostrare la sua tesi parlando di un avvenimento accaduto più di 30 anni fa, quando Israele era di fatto uno stato in guerra; se si fosse limitato agli ultimi 15 anni, fino ad oggi, giorno in cui Hamas ha trionfato alle elezioni, difficilmente sarebbe riuscito a ripartire le colpe equamente come tanto gli fa piacere.
    a si?

    sicuramente se spielberg è "costretto" ( ) a fare riferimento al 72 è perchè si è trattato di un evento chiave e molto importante
    una nazione civile e moderna che "scende a compromessi con i propi principi" è un esempio molto + "forte" di molti altri
    nn credi?

  24. #74
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    MDL ha scritto gio, 26 gennaio 2006 alle 15:16

    a si?

    sicuramente se spielberg è "costretto" ( ) a fare riferimento al 72 è perchè si è trattato di un evento chiave e molto importante
    una nazione civile e moderna che "scende a compromessi con i propi principi" è un esempio molto + "forte" di molti altri
    nn credi?
    Non è stato un evento chiave; che ce lo si ricordi perchè capitò in mezzo alle olimpiadi è un conto, ma ce ne furono molti di eventi simili. Vorrei sapere quanti in Italia si ricordano o sanno dell'attentato alla El Al di Fiumicino, o di quanti aerei italiani i Palestinesi hanno dirottato; probabilmente uno su cento. Per decadi gli ebrei (e usandoli come scusa anche altri) sono stati colpiti in tutto il mondo, per ancora più tempo gli autori e i mandanti di quelle stragi sono stati coperti o tutelati o semplicemente ignorati (come a Monaco, dove i Tedeschi decisero di lavarsene le mani e spedire ostaggi e sequestratori in Algeria) dai paesi occidentali, né più né meno come per l'episodio di Monaco 1972.

    Per il resto del discorso, quello sul compromesso morale, non so, Israele era praticamente in stato di guerra permanente (poco più di un anno dopo ci sarebbe stato lo Yom Kippur), non ho visto il film e non so su cosa metta esattamente l'accento Spielberg, ma i "compromessi morali" rischiano di diventare questioni frivole rispetto a quelli che furono i veri problemi di quegli anni.

  25. #75
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    Predefinito Re: Munich by Steven Spielberg

    bhe secondo me è un evento chiave nn solo per il numero di morti ma anche perchè avvenne davanti al mondo intero (le olimpiadi) e fece capire che nessun ebreo poteva ritenersi al sicuro...inoltre macchiare di sangue un evento come le olimpiadi colpì duramente l'opinione pubblica mondiale
    i tedeschi sbagliarono molto ma c'è da dire che era la loro prima occasione di "riappacificarsi" con le altre nazioni e il servizio di sicurezza era ridotto ai minimi termini (per non parlare dei tiratori all'aereoporto: mal addestrati,piazzati troppo distanti e con troppi bersagli da eliminare simultaneamente)

    comunque aspetterei di vedere il film per poterne discutere meglio

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