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Risultati da 1 a 25 di 49
  1. #1
    Emack
    ospite

    Predefinito Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    dal Corriere del Mezzogiorno del 07/02/2006, pagina 3

    <<Così noi di Al Jazeera raccontiamo Scampia>>

    Domani sera sulla tv araba in onda il documentario girato nella banlieue di Napoli

    [...]

    I suoi occhi abituati ad altri scenari e «campi di battaglia» come hanno attraversato Scampia?

    «Scampìa è l'emblema delle periferie del Mediterraneo costruite non per l'uomo ma contro la misura dell'uomo. Quei blocchi di spazio senza nessun servizio non favoriscono la vita ma la ingabbiano. I palazzi sono solo alti, ma l'altezza non è spazio. Certo è un problema comune a tutte le periferie, penso alle banlieues parigine, ma quello che le accomuna è la mancanza di servizi e l'isolamento totale che le taglia fuori da ogni vivibilità. Nei paesi arabi non è così: i quartieri periferici conservano le case basse a due piani, hanno un aspetto meno alienante anche se condividono con Scampia e le altre periferie metropolitane gli stessi problemi, dalla mancanza di lavoro alla criminalità. Ma ci sono anche esempi positivi di quartieri popolari: penso alla Garbatella di Roma, dove abbiamo girato l'altra parte del documentario».

    [...]
    _________

    Vedute di Scampia:



    _________

    Gropius scriveva, nel manifesto della sua Bauhaus, che il "fine ultimo di tutte le arti visive è l'edificio completo". Solo nel costruire potevano realizzarsi compiutamente i più nobili scopi di pittura, scultura e architettura. L'emblema, una cattedrale sormontata da tre stelle (rappresentanti, appunto, le tre arti sopracitate), costituiva la "gesamtkunstwerk" (l'opera d'arte totale) che avrebbe sancito il pieno raggiungimento degli intenti.

    Il costruire era considerato all'epoca come un'attività in grado di conciliare lavoro manuale e lavoro intellettuale, sorretta da un socialismo di fondo: l'edificio diveniva il punto d'incontro tra individui di classi differenti.

    _________

    Ultimamente in facoltà è stata allestita una mostra sull'architettura colombiana degli ultimi venticinque anni: mi ha molto affascinato come, un Paese originariamente privo di infrastrutture, se ne sia operosamente dotato in un lasso di tempo così breve, rimanendo lontano da tentazioni metropolitane orientali (palazzoni anonimi posti l'uno di fianco all'altro).

    _________

    Lo ammetto: ammiro l'architettura fascista; non tanto per il suo gusto estetico, o per il suo senso dello spazio, quanto piuttosto per la sua spinta riformatrice così capillarmente diffusa su tutta la penisola. Tanti italiani si sono trovati nella situazione di concepire, modellare ed infine di infondere la vita ai luoghi nei quali avrebbero trascorso gran parte della loro esistenza: uffici, stazioni, teatri.

    _________

    Tornando all'argomento primario, emerge la necessità di una nuova codifica delle infrastrutture urbane e di interi quartieri residenziali. Auspico il ritorno di una stagione dedita alla costruzione, con criteri razionali, a misura d'uomo e d'ambiente.
    Condivido l'idea di un'architettura vissuta in senso catartico e pedagogico dai suoi fruitori.

    Torino 2006, la terza linea metropolitana di Napoli, li interpreto come segni favorevoli.

  2. #2
    Lo Zio L'avatar di gangio
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    L'espressione "a misura d'uomo" è insignificante. Sicuramente non è con l'architettura che l'uomo deve essere confrontato. La dimensione umana può esistere tanto nel condominio-paese, quanto nelle villette a schiera con giardino potato col taglia-unghie.

  3. #3
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    gangio ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 00:52
    L'espressione "a misura d'uomo" è insignificante. Sicuramente non è con l'architettura che l'uomo deve essere confrontato.
    Non ho capito.

    Quote:
    La dimensione umana può esistere tanto nel condominio-paese, quanto nelle villette a schiera con giardino potato col taglia-unghie.
    Su questo posso darti ragione; ma l'uomo vive anche in relazione all'ambiente nel quale esiste. Diavolo, basti osservare l'abissale differenza tra una civiltà nomade e una sedentaria!

    EDIT: o la diversa incidenza di suicidi tra i paesi mediterranei e quelli nordeuropei.

  4. #4
    Lo Zio L'avatar di gangio
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Intendo che usare un'espressione banale ed inflazionata non aiuta a capire il problema.
    Sicuramente nascere in una baraccopoli è diverso dal gozzovigliare nei saloni della reggia di Caserta. L'ambiente ha influenzato ed influenza la cultura e l'evoluzione degli individui, i quali a loro volta influenzano l'ambiente, modificandolo, migliorandolo, peggiorandolo, lasciandolo più o meno inalterato, come per esempio nella cultura nomade o come avveniva quando l'uomo era solo raccoglitore (non necessariamente nomade). Il rapporto sembrerebbe biunivoco e sembrerebbe anche che non ci sia modo di stabilire quanto incida un fattore sull'altro, quale dei due fattori sia più importante, se non prendendo singoli casi spaziotemporalmente molto limitati. Il fatto è che il rapporto uomo-ambiente non può e non deve essere considerato un rapporto biunivoco "puro". Per questo l'ambiente non dovrebbe mai essere una scusa. Tuttalpiù un'attenuante.

  5. #5
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    gangio ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 01:31
    Intendo che usare un'espressione banale ed inflazionata non aiuta a capire il problema.
    Quale sarebbe, il problema? Vediamo se c'intendiamo.
    Quote:
    Il fatto è che il rapporto uomo-ambiente non può e non deve essere considerato un rapporto biunivoco "puro". Per questo l'ambiente non dovrebbe mai essere una scusa. Tuttalpiù un'attenuante.
    Leggermente opinabile, ma come s'incastra col discorso originale?

  6. #6
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    gangio ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 00:52
    L'espressione "a misura d'uomo" è insignificante. Sicuramente non è con l'architettura che l'uomo deve essere confrontato.
    Nel caso in esame, con ciò che rappresenta l'architettura. Anche se tra essere e voler essere, il confine è labilissimo. Probabilmente è nullo.

  7. #7
    alberace
    ospite

    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    il problema è che non c'è più lo spazio pubblico del confronto. l'agorà è stata sacrificata in nome del (finto) benessere. il privato ha tolto all'uomo una vera dimensione sociale.
    è il trionfo più sfacciato del progetto capitalista, tesi recentemente confermata per quanto riguarda la penisola dalla pubblicazione di una dossier fininvest. ogni sera milioni di italiani accendono il televisore e mettono il (un) telegiornale: questo è individualismo, freddo ma accettato. l'appiattimento culturale è necessario al mantenimento di questo stato di cose.

  8. #8
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Ph@ntom ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 13:14
    Nel caso in esame, con ciò che rappresenta l'architettura. Anche se tra essere e voler essere, il confine è labilissimo. Probabilmente è nullo.
    Esattamente.

    alberace ha scritto ven, 10 febbraio 2006 alle 00:20
    il problema è che non c'è più lo spazio pubblico del confronto. l'agorà è stata sacrificata in nome del (finto) benessere. il privato ha tolto all'uomo una vera dimensione sociale.
    è il trionfo più sfacciato del progetto capitalista, tesi recentemente confermata per quanto riguarda la penisola dalla pubblicazione di una dossier fininvest. ogni sera milioni di italiani accendono il televisore e mettono il (un) telegiornale: questo è individualismo, freddo ma accettato. l'appiattimento culturale è necessario al mantenimento di questo stato di cose.
    Interessante.
    Però l'estetica del "palazzone grigio" non appartiene esclusivamente all'Occidente capitalista; basti pensare all'URSS, a Singapore, a Beijing, a Tokyo, a Rio de Janeiro.
    Sembra che l'esplosione demografica metropolitana sia stata affrontata universalmente attraverso criteri razionali (sviluppo verso l'alto; servizi igienici funzionanti per condomini di centinaia se non migliaia di persone; etc.) validi più per batterie di pollame che per esseri umani.

    Forse non ho semplicemente capito quel che vuoi dire. Forse la tua riflessione si pone hic et nunc, nel presente, nella mancanza attuale di una sensibilità sociale sugli spazi del vivere comune. Non esiste più il vivere comune, esiste il vivere individuale proliferante nella testa di ognuno.

  9. #9
    alberace
    ospite

    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    ho sbagliato a citare solo il capitalismo, infatti. l'esempio dell'unione sovietica è valido (basta vedere l'architettura di certe capitali dell'est) e conferma che si è cercato un appiattimento culturale (il partito), meno palesemente individualista. anche il comunismo ha fallito: la realtà territoriale coincide con il carattere intellettuale di un sistema politico. Insomma, l'urbanistica è espressione politica. La direzione da prendere, quindi, sarebbe un pieno recupero di uno spazio al tempo stesso pubblico e privato, visto che questo ha fallito nel momento in cui non ha preso in considerazione l'altro.
    Tutte le altre strutture governative sono solo accozzaglie corrotte dei modelli citati che hanno costruito il nostro mondo (cap e com).

  10. #10
    Lo Zio L'avatar di gangio
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Emack ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 08:50
    gangio ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 01:31
    Intendo che usare un'espressione banale ed inflazionata non aiuta a capire il problema.
    Quale sarebbe, il problema? Vediamo se c'intendiamo.
    L'uomo ed il suo rapporto con l'ambiente. Ci sono due grossi filoni di pensiero: il primo, che definirei giustificazionista, considera l'uomo come propaggine della natura, il secondo, invece, lo pone formalmente al di fuori, pur non negandone la correlazione. Questo secondo filone potrebbe essere chiamato relativista.
    Quote:
    Quote:
    Il fatto è che il rapporto uomo-ambiente non può e non deve essere considerato un rapporto biunivoco "puro". Per questo l'ambiente non dovrebbe mai essere una scusa. Tuttalpiù un'attenuante.
    Leggermente opinabile, ma come s'incastra col discorso originale?
    Vediamo.

    Quote:
    Scampìa è l'emblema delle periferie del Mediterraneo costruite non per l'uomo ma contro la misura dell'uomo.
    Già qui appare chiaro il tentativo di giustificare la criminalità come frutto di scelte urbanistiche sbagliate. Sto tizio abusa d'espressioni assolutistiche per convincere il lettore che esiste una fantomatica dimensione umana che può essere negata attraverso oscure alchimie architettoniche, appannaggio di una qualche forma di potere più o meno occulto.

    Quote:
    Quei blocchi di spazio senza nessun servizio non favoriscono la vita ma la ingabbiano.
    Altra banalità. La vita può essere ingabbiata o fa comodo pensare che possa esserlo?

    Quote:
    I palazzi sono solo alti, ma l'altezza non è spazio.
    Mai? Qualche volta? Una successione così spudorata di concetti assoluti mi lascia molti dubbi sulla capacità analitica dell'intervistato.


    Quote:
    Certo è un problema comune a tutte le periferie, penso alle banlieues parigine, ma quello che le accomuna è la mancanza di servizi e l'isolamento totale che le taglia fuori da ogni vivibilità.
    Isolamento totale ed impossibilità di vivere. Sono chiaramente esagerazioni di problemi reali e concreti. Ma quando si esagera c'è sempre un motivo.

    Quote:
    Nei paesi arabi non è così: i quartieri periferici conservano le case basse a due piani, hanno un aspetto meno alienante anche se condividono con Scampia e le altre periferie metropolitane gli stessi problemi, dalla mancanza di lavoro alla criminalità. Ma ci sono anche esempi positivi di quartieri popolari: penso alla Garbatella di Roma, dove abbiamo girato l'altra parte del documentario.
    Ed ecco il motivo: la civiltà industriale ha molti mali ed ha perduto la semplicità che invece ancora hanno i paesi arabi. Tesi condivisibile che però, messa così com'è riportata nell'estratto, conduce al pericolosissimo filone giustificazionista di cui sopra.

    Non nego che la standardizzazione delle unità abitative possa influire sull'ormai evidente omologazione degli individui, così come molti altri fattori stanno certamente agendo in tale direzione, ma quello che contesto è l'approccio semplicistico e, scusate la ripetitività, giustificazionista. Nessuno mi potrà convincere che il ragazzino di Scampia che spaccia lo faccia a causa del degrado urbanistico e sociale. Il ragazzino spaccia perché ha scelto di spacciare anziché lavorare come garzone dal panettiere. Ha scelto di spacciare perché guadagna dieci volte di più facendo nemmeno la metà della fatica. E sicuramente a lui fa comodo che la gente pensi: "oddio, poverino, nascendo in quel quartiere, che altro aspettarsi?"
    Ma negare la possibilità della scelta significa negare l'unica dimensione umana che sono disposto ad ammettere. Tutto il resto è sovrastutturazione linguistica.

    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 13:14]
    gangio ha scritto mer, 08 febbraio 2006 alle 00:52
    L'espressione "a misura d'uomo" è insignificante. Sicuramente non è con l'architettura che l'uomo deve essere confrontato.
    Nel caso in esame, con ciò che rappresenta l'architettura. Anche se tra essere e voler essere, il confine è labilissimo. Probabilmente è nullo.
    Famo a capisse. L'arredo urbano è un termine di confronto troppo comodo per l'uomo.

  11. #11
    Lo Zio L'avatar di gangio
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Mi è venuto alla mente il tema ricorrente dell'utopia della città ideale. Perché in molti hanno cercato di descriverla (Campanella, More) ed altri addirittura di costruirla (Mussolini*)? Perché l'uomo sogna un luogo in cui sia facile vivere, in cui i problemi non esistono o vengono risolti automaticamente, magari da macchine che agiscono nell'oscurità, come molti scrittori di fantascienza hanno immaginato (penso per esempio ad Arthur C. Clarke)?
    La mia risposta è: perché la possibilità della scelta è l'origine dell'angoscia dell'uomo, quindi egli ricerca un luogo ed un tempo in cui possa essere libero di non scegliere.

    *spero di non ricordare male; sono graditi altri esempi che sicuramente esistono...Berlusconi e Milano 3 magari no.

  12. #12
    Lo Zio L'avatar di Corto
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Concordo con gangio, soprattutto quando dice che l'ambiente non è una scusa, ma un'attenuante.

    Quote:
    Nessuno mi potrà convincere che il ragazzino di Scampia che spaccia lo faccia a causa del degrado urbanistico e sociale
    Non è una scusa, ma la colpa del ragazzino è un pò attenuata.

  13. #13
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?

  14. #14
    Lo Zio L'avatar di Corto
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    gangio ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:28
    La mia risposta è: perché la possibilità della scelta è l'origine dell'angoscia dell'uomo, quindi egli ricerca un luogo ed un tempo in cui possa essere libero di non scegliere.

    Ecco una cattiva interpretazione di Kierkegaard.

  15. #15
    Lo Zio L'avatar di gangio
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35]Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ovvio. L'uomo fuori dalla natura è un artifizio. Necessario. Assolutamente.

    Edit: comunque lo ho scritto sopra che il rapporto è biunivoco. Perché non mi si legge con l'attenzione che merito?

  16. #16
    Lo Zio L'avatar di Corto
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Ph@ntom ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35
    Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ambiente e uomo penso siano distinti per definizione!

  17. #17
    Emack
    ospite

    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    gangio ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 22:54
    L'uomo ed il suo rapporto con l'ambiente. Ci sono due grossi filoni di pensiero: il primo, che definirei giustificazionista, considera l'uomo come propaggine della natura, il secondo, invece, lo pone formalmente al di fuori, pur non negandone la correlazione. Questo secondo filone potrebbe essere chiamato relativista.
    Capisco.
    Quote:
    Già qui appare chiaro il tentativo di giustificare la criminalità come frutto di scelte urbanistiche sbagliate.
    A me non sembra così chiaro, sinceramente.

    Quote:
    Altra banalità. La vita può essere ingabbiata o fa comodo pensare che possa esserlo?
    Può essere protocollata secondo schemi errati.

    Quote:
    Ed ecco il motivo: la civiltà industriale ha molti mali ed ha perduto la semplicità che invece ancora hanno i paesi arabi. Tesi condivisibile che però, messa così com'è riportata nell'estratto, conduce al pericolosissimo filone giustificazionista di cui sopra.
    A me sembrava più che altro un semplice incipit. Temo tu abbia sopravvalutato le parole dell'intervistato, o i miei intenti nel riportarle.

    Quote:
    Non nego che la standardizzazione delle unità abitative possa influire sull'ormai evidente omologazione degli individui, così come molti altri fattori stanno certamente agendo in tale direzione, ma quello che contesto è l'approccio semplicistico e, scusate la ripetività, giustificazionista.
    Della tua critica accetto solo ciò chè riguarda l'approccio semplicistico, il resto lo rigetto perché veramente fuori tema, secondo me.
    Ho aperto un thread e non ho scritto un saggio proprio per arricchire il discorso tramite il confronto

    Quote:
    Nessuno mi potrà convincere che il ragazzino di Scampia che spaccia lo faccia a causa del degrado urbanistico e sociale.
    Nessuno vuole convincerti; almeno, non rientra nelle mie intenzioni farlo. Non è questo ciò che mi interessa.

    gangio ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:28
    Perché l'uomo sogna un luogo in cui sia facile vivere, in cui i problemi non esistono o vengono risolti automaticamente, magari da macchine che agiscono nell'oscurità, come molti scrittori di fantascienza hanno immaginato (penso per esempio ad Arthur C. Clarke)?
    La mia risposta è: perché la possibilità della scelta è l'origine dell'angoscia dell'uomo, quindi egli ricerca un luogo ed un tempo in cui possa essere libero di non scegliere.
    Interessante.

  18. #18
    Il Nonno L'avatar di Ph@ntom
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:39
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35]Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ambiente e uomo penso siano distinti per definizione!
    Posso prenderla come una formalità di comodo, ma sinceramente non trovo che sia così.

  19. #19
    Lo Zio L'avatar di Corto
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Ph@ntom ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:42
    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:39
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35]Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ambiente e uomo penso siano distinti per definizione!
    Posso prenderla come una formalità di comodo, ma sinceramente non trovo che sia così.
    Beh allora se l'ambiente non è tutto ciò al di fuori dell'uomo,
    aspetto un'altra definizione.

  20. #20
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Ph@ntom ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:42
    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:39
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35]Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ambiente e uomo penso siano distinti per definizione!
    Posso prenderla come una formalità di comodo, ma sinceramente non trovo che sia così.
    Effettivamente...
    sono d'accordo con te. E' una distinzione prettamente logica.

    Non è soltanto per la relazione causale reciproca, l'uomo forgia l'ambiente, l'ambiente forgia l'uomo. Mi sembra, più radicalmente, che ogni uomo sia ciò che è soltanto in relazione ad esso, o anche alla mancanza di esso, qualora non sia radicato in ambiente alcuno.

    Scusate per la parentesi.

  21. #21
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Emack ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:40
    Della tua critica accetto solo ciò chè riguarda l'approccio semplicistico, il resto lo rigetto perché veramente fuori tema, secondo me.
    Ho aperto un thread e non ho scritto un saggio proprio per arricchire il discorso tramite il confronto
    Caro Emack, non era mia intenzione sminuirti attraverso critiche ad interposta persona. Se le mie osservazioni ti sono sembrate esagerate in rapporto alle intenzioni dell'autore del thread, ciò è dovuto all'impossibilità d'essere sereno qualora il sottoscritto si trovi di fronte a locuzioni di stampo assolutistico, cosa che più disprezzo tra le disprezzabili.



  22. #22
    Emack
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    gangio ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:50
    Emack ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:40
    Della tua critica accetto solo ciò chè riguarda l'approccio semplicistico, il resto lo rigetto perché veramente fuori tema, secondo me.
    Ho aperto un thread e non ho scritto un saggio proprio per arricchire il discorso tramite il confronto
    Caro Emack, non era mia intenzione sminuirti attraverso critiche ad interposta persona. Se le mie osservazioni ti sono sembrate esagerate in rapporto alle intenzioni dell'autore del thread, ciò è dovuto all'impossibilità d'essere sereno qualora il sottoscritto si trovi di fronte a locuzioni di stampo assolutistico, cosa che più disprezzo tra le disprezzabili.
    Don't worry

  23. #23
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:45
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:42]
    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:39
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35]Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ambiente e uomo penso siano distinti per definizione!
    Posso prenderla come una formalità di comodo, ma sinceramente non trovo che sia così.
    Beh allora se l'ambiente non è tutto ciò al di fuori dell'uomo,
    aspetto un'altra definizione.
    E' un po' come la teoria ingenua degli insiemi. E' sbagliata, ma fa comodo, la tengo .

  24. #24
    Lo Zio L'avatar di Corto
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    JimmyPage ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:45
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:42]
    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:39
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35]Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ambiente e uomo penso siano distinti per definizione!
    Posso prenderla come una formalità di comodo, ma sinceramente non trovo che sia così.
    Effettivamente...
    sono d'accordo con te. E' una distinzione prettamente logica.

    Non è soltanto per la relazione causale reciproca, l'uomo forgia l'ambiente, l'ambiente forgia l'uomo. Mi sembra, più radicalmente, che ogni uomo sia ciò che è soltanto in relazione ad esso, o anche alla mancanza di esso, qualora non sia radicato in ambiente alcuno.

    Scusate per la parentesi.
    Mah io penso sempre che se sì è in disaccordo con una definizione bisogna proporne un' altra.

    Detto questo, non capisco il senso del post di Jimmy,a meno che non voglia ribadire che l'ambiente determina l'uomo.

    E diciamo anche che quando dico "fuori l'uomo" non mi riferisco alla sola dimensione spaziale.


  25. #25
    Lo Zio L'avatar di Corto
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    Predefinito Re: Periferie, arte del costruire e pensieri sparsi

    Ph@ntom ha scritto gio, 16 febbraio 2006 alle 00:00
    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:45
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:42]
    Corto ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:39
    [email
    Ph@ntom[/email] ha scritto mer, 15 febbraio 2006 alle 23:35]Ho capito infine qual è la tua opinione e devo ammettere che non è malaccio, è lodevole. Pecchi, per me, in questo: non consideri la relazione "volvente" tra uomo e ambiente, che è perfettamente circolare, e soprattutto nel credere che ambiente e uomo siano cose distinte. Eliminiamo la distinzione, cade la tua obiezione; non trovi?
    Ambiente e uomo penso siano distinti per definizione!
    Posso prenderla come una formalità di comodo, ma sinceramente non trovo che sia così.
    Beh allora se l'ambiente non è tutto ciò al di fuori dell'uomo,
    aspetto un'altra definizione.
    E' un po' come la teoria ingenua degli insiemi. E' sbagliata, ma fa comodo, la tengo .



    Non te la puoi cavare così

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