big fish

[Vitor]

eddievedder ha scritto ven, 27 febbraio 2004 alle 20:35
ecco,stasera è saltata...non ho la macchina e la tipa non vuole andare al secondo spettacolo,vita ingrata

per punizione andrò a vedere "Il Ritorno del Re" che comincia alle 21.30

servi della gleba a testa altaaaaaaaaaaaaaaa

[Chiwaz]

[Cece]

visto!!!

ragazzi mi è piaciuto tantissimo, spero che piaccia anche a voi!!!
alla fine si esce commossi e con un lieve sorriso sulle labbra;
diciamo che viene messo sotto quasi forma di favola il rapporto genitore/figlio nella maggiore età...

commovente!!!

[Ynneb]

Bellissimo anche per me.

All'inizio l'ho trovato un po' noioso sinceramente, ma dopo una mezz'oretta mi ha preso. Alla fine c'e stato un coro di singhiozzi in sala, a cui mi sarei unito se avevo il fazzoletto, ma senza mi scocciava sigh

Veramente un bel film in cui non mi sono posto domande ne ho cercato doppi sensi senno' avrei rovinato la commistione tra favola e realta' su cui e' basato il film.

Andrei volentieri a rivederlo

[Obi-Fran Kenobi]

Burton è tornato.
Lo sapevo che tornava.


Questo film parla dell'immortalità, e della vita, nella solita maniera fabulesca di Burton.

La sua dolcezza commuove, e si torna tutti bambini a vedere questo film. A luci accese, sui titoli di coda cullati dalla voce di Eddie Vedder (quello vero ), il silenzio di commozione è predominante. Una volta che mi sono asciugato le lacrime ho visto volti sereni e beati. Non tutti i film fanno quest'effetto.

Big Fish è una lunga favola della vita normale di un uomo normale... e per questo straordinaria.
L'intreccio è semplice e a volte anche scontato, ma ci sono delle chicche imperdibili sulla ciclicità della storia

Spoiler:

ad esempio Ed che incontra la bimba cresciuta di spectre, che in futuro diventerà la strega che Ed ha conosciuto da bambino

.

Personalmente, ho notato una grande direzione soprattutto sugli attori, che fino all'ultima comparsa sanno essere espressivi ed emozionali in maniera perfetta. Forse non è stata opera solo della direzione, ma di un coinvolgimento personale nel creare una storia così bella.
Nota di merito per il casting, non solo azzeccato, ma anche preciso: la Jessica Lange da giovane è spiccicata alla Jessica Lange da vecchia, ad esempio.
Un grande McGregor, che personalmente ho sempre adorato.

I riferimenti credo si sprechino... non ricordo, è tratto da un romanzo o da una storia breve questo film? Lo stile comunque è assolutamente simile a quello di Roald Dahl, autore con cui sono cresciuto, e alcuni cenni sono palesi (il GGG, grande gigante gentile, per esempio).

Sto facendo un'analisi un pò incasinata? E' che sono veramente contento, avevo proprio bisogno di questo film.
Andatelo a vedere, è un film che tocca il cuore.

[Vitor]

io vado stasera. mi porto una lupara e se mi tagliano i titoli di coda faccio una strage

[El-Mazun]

Obi-Fran Kenobi ha scritto dom, 29 febbraio 2004 12:15
simile a quello di Roald Dahl, autore con cui sono cresciuto, e alcuni cenni sono palesi (il GGG, grande gigante gentile, per esempio)

quel libro da bambino mi aveva messo paura

[Obi-Fran Kenobi]

El-Mazun ha scritto dom, 29 febbraio 2004 alle 12:32

Obi-Fran Kenobi ha scritto dom, 29 febbraio 2004 12:15
simile a quello di Roald Dahl, autore con cui sono cresciuto, e alcuni cenni sono palesi (il GGG, grande gigante gentile, per esempio)

quel libro da bambino mi aveva messo paura

A me ha insegnato la dolcezza, come tutti gli altri libri di Dahl

Dai, fa molta più paura "le streghe"!

[El-Mazun]

Obi-Fran Kenobi ha scritto dom, 29 febbraio 2004 12:35

El-Mazun ha scritto dom, 29 febbraio 2004 alle 12:32

Obi-Fran Kenobi ha scritto dom, 29 febbraio 2004 12:15
simile a quello di Roald Dahl, autore con cui sono cresciuto, e alcuni cenni sono palesi (il GGG, grande gigante gentile, per esempio)

quel libro da bambino mi aveva messo paura

A me ha insegnato la dolcezza, come tutti gli altri libri di Dahl

Dai, fa molta più paura "le streghe"!

ogni tanto controllavo di notte che non ci fosse qualcuno deciso a mangiarmi fuori dalla finestra

[elgrigno]

Prossimamente lo andrò a vedere pure io, spero che Tim Burton non mi deluda.

[zLeonardo]

El-Mazun ha scritto dom, 29 febbraio 2004 alle 12:38

Obi-Fran Kenobi ha scritto dom, 29 febbraio 2004 12:35

El-Mazun ha scritto dom, 29 febbraio 2004 alle 12:32

Obi-Fran Kenobi ha scritto dom, 29 febbraio 2004 12:15
simile a quello di Roald Dahl, autore con cui sono cresciuto, e alcuni cenni sono palesi (il GGG, grande gigante gentile, per esempio)

quel libro da bambino mi aveva messo paura

A me ha insegnato la dolcezza, come tutti gli altri libri di Dahl

Dai, fa molta più paura "le streghe"!

ogni tanto controllavo di notte che non ci fosse qualcuno deciso a mangiarmi fuori dalla finestra

Al pensiero delle paure che avevo da bambino (e in parte ancora) sulle favole mi viene un po' di nostalgia ... a voi no?

[Ynneb]

Le streghe mi aveva fatto moooooolta paura

Cmq e' vero anche gli attori son bravissimi. GUARDATELO!!!!

[Vitor]

appena finito di vedere. il giudizio critico lo lascio a wolf, molto più bravo di me

devo dire che a me è piaciuto davvero molto, è realizzato davvero tantissimo e alla fine mi sono commosso. quando è partita la voce di eddie sui titoli di coda, stavo proprio esplodendo

anche se...........

Spoiler:

secondo me era meglio che il film finisse con la scena del fiume

[*eddie*]

Vitorbaia ha scritto dom, 29 febbraio 2004 23:33
appena finito di vedere. il giudizio critico lo lascio a wolf, molto più bravo di me

devo dire che a me è piaciuto davvero molto, è realizzato davvero tantissimo e alla fine mi sono commosso. quando è partita la voce di eddie sui titoli di coda, stavo proprio esplodendo

anche se...........

Spoiler:

secondo me era meglio che il film finisse con la scena del fiume

è proprio quello che ho pensato anche io...
anche se

Spoiler:

forse Burton voleva sottolineare il fatto che le storie di Ed Bloom erano sopravvissute,garantendogli quindi l'immortalità[

comunque,un film meraviglioso

[Vitor]

complimenti per lo spoiler andato benissimo, ed


cmq. appena esce il dvd me lo prendo, sicuro....


ed, tu non hai pianto tantissimo?

[*eddie*]

Vitorbaia ha scritto lun, 01 marzo 2004 00:40
complimenti per lo spoiler andato benissimo, ed


cmq. appena esce il dvd me lo prendo, sicuro....


ed, tu non hai pianto tantissimo?

sì,è stato bellissimo ...quando è partita Man of The Hour tutto il cinema si è alzato,sono rimasto solo io che cantavo come un matto a squarciagola...

"and the doors are opened now"

[Vitor]

no, a noi qualcuno è rimasto.. c'era gente che riconosceva la voce...


è stato bellissimo...

io però avevo iniziato a piangere già prima

[Harry_Lime]

Vitorbaia ha scritto dom, 29 febbraio 2004 alle 23:33
appena finito di vedere. il giudizio critico lo lascio a wolf, molto più bravo di me

devo dire che a me è piaciuto davvero molto, è realizzato davvero tantissimo e alla fine mi sono commosso. quando è partita la voce di eddie sui titoli di coda, stavo proprio esplodendo

anche se...........

Spoiler:

secondo me era meglio che il film finisse con la scena del fiume

Visto anch'io.
Che dire? Un grande ritorno di Burton, in una commedia che si distacca per contenuti semiotici dai precenti lavori.
Ma è inutile dilungarsi troppo.
E' un fim da vedere, per tanti motivi, commovente e girato con grande sensibilità artistica e tecnica.
Chi cercava le atmosfere gotiche e cupe di Burton, qui le troverà soltanto in minima parte; quello che rimane è lo stile fiabesco e una grande cura per i rapporti umani che contraddistinguono le sue opere. Ritroveremo quindi le classiche carrellate di Dolly verso l'alto e i lunghi movimenti di macchina sempre pronti a schivare le ingarbugliate scenografie che compongono i suoi quadri.
Ma oltre al fatto che le scenografie sono più colorate, il vero cambiamento (anzi se vogliamo rinnovamento), sta nello sviluppo stesso della trama. Se nei precedenti suoi lavori si partiva rendendosi conto di trovarsi di fronte ad una fiaba, e si usciva commossi e colmi di una morale mai retorica, ma sempre consci di essere di fronte ad un racconto inventato che si trasforma in mito e quindi in un mondo per certi versi distaccato dalla realtà, qui si parte con la consapevolezza di essere di fronte ad una fiaba, ma si arriva alla fine con la certezza che questa leggenda è dentro di noi, perchè per diventare tale è indispensabile annientare quello che della storia è troppo falso per essere vero. Ed ecco allora che Burton crea la sua metamorfosi di regista, arriva a mio avviso a quella che è la maturità dell'artista, ovvero rendere magica la vita di tutti i giorni, camuffare la realtà per renderla finzione al servizio dell'uomo. La finzione a cui assistiamo che si smaschera, sorprendendoci nella maniera più semplice possibile semplicemente facendoci godere la realtà (ed ecco perchè non mi trovo daccordo con VITORBAIA nel dire che il film doveva finire prima).
Alla fine si piange, ma non solo perchè la fiaba ci ha commosso, ma perchè quello a cui si è assistito è la messa in scena della realtà, una realtà alla quale ognuno di noi crede e aspira a raggiungere. Perchè il segreto della morte sta nella vita, che ognuno di noi deve rendere meravigliosa, a costo di farla sembrare finta alla vista degli altri.
Un applauso a TIM BURTON per avermi fatto scendere qualche lacrima in sala come da tanto tempo più mi accadeva.

[Vitor]

ovviamente non sei d'accordo con me.... 'na volta che scrivo qualcosa


secondo me il messaggio di burton si era già capito prima, per quello per me poteva interrompersi 5 minuti prima...

[Harry_Lime]

Vitorbaia ha scritto lun, 01 marzo 2004 alle 00:57
ovviamente non sei d'accordo con me.... 'na volta che scrivo qualcosa


secondo me il messaggio di burton si era già capito prima, per quello per me poteva interrompersi 5 minuti prima...

FInendo prima (dove hai detto tu), quello che lo spettatore coglie è semplicemente il fatto che Edward Bloom verrà ricordato per essere un grande raccontastorie, perchè alla fine non si svela il deus ex machina, e quindi rimane leggenda (ma per quanto?!?) per il semplice fatto che nessuno sa realmente quale sia stata la verità.
Una sceneggiatura realizzata come si deve, deve invece contenere azioni, e non pensieri da interpretare, perchè il cinema è azione e non scritte sulle quali si può tornare in dietro a piacimento. Gli ultimi 5 minuti sono indispensabili per dare allo spettatore il giusto significato del film. In quanto il vero significato, come scritto è quello di lasciare agli altri il compito di trovare la giusta dimensione delle cose, perchè senza la scoperta della verità, non si arriva ad una comprensione dell'individuo; e senza comprensione le sue perdono il mito, non avendo basi certe dalle quali partire.

[Olengard]

goku76 ha scritto lun, 01 marzo 2004 00:52

Se nei precedenti suoi lavori si partiva rendendosi conto di trovarsi di fronte ad una fiaba, e si usciva commossi e colmi di una morale mai retorica, ma sempre consci di essere di fronte ad un racconto inventato che si trasforma in mito e quindi in un mondo per certi versi distaccato dalla realtà, qui si parte con la consapevolezza di essere di fronte ad una fiaba, ma si arriva alla fine con la certezza che questa leggenda è dentro di noi, perchè per diventare tale è indispensabile annientare quello che della storia è troppo falso per essere vero.

Rubo questa parte al commento di Goku solo per dargli pienamente ragione... sinceramente, temevo davvero che Big Fish non sarebbe stato un film indovinato, avevo paura che Burton si fosse lasciato prendere la mano... invece...

Invece si può tranquillamente dire che va a volte un po' per accumulazione, che ci sono forse troppe cose per raggiungere la poesia, che la prima parte è un po' a corrente alternata... ma che personaggi meravigliosi regala Burton, che immagini che ti riempiono gli occhi, che atmosfera che sa infondere...

Poi arrivi al finale, e lì non ci pensi neanche a darti spiegazioni tecniche, a giudicare, perchè gli ultimi dieci, quindici, venti minuti o quello che sono partono e il film se ne va via in un volo, in un sogno, in un circo... un finale intelligente, commovente, incantevole... come questi aggettivi possano andare d'accordo, chiedetelo a Burton.
Tim è di nuovo qui, dal primo all'ultimo minuto. Che bello.

[StanleyK74]

Olengard ha scritto lun, 01 marzo 2004 alle 01:44

goku76 ha scritto lun, 01 marzo 2004 00:52

Se nei precedenti suoi lavori si partiva rendendosi conto di trovarsi di fronte ad una fiaba, e si usciva commossi e colmi di una morale mai retorica, ma sempre consci di essere di fronte ad un racconto inventato che si trasforma in mito e quindi in un mondo per certi versi distaccato dalla realtà, qui si parte con la consapevolezza di essere di fronte ad una fiaba, ma si arriva alla fine con la certezza che questa leggenda è dentro di noi, perchè per diventare tale è indispensabile annientare quello che della storia è troppo falso per essere vero.

Rubo questa parte al commento di Goku solo per dargli pienamente ragione... sinceramente, temevo davvero che Big Fish non sarebbe stato un film indovinato, avevo paura che Burton si fosse lasciato prendere la mano... invece...

Invece si può tranquillamente dire che va a volte un po' per accumulazione, che ci sono forse troppe cose per raggiungere la poesia, che la prima parte è un po' a corrente alternata... ma che personaggi meravigliosi regala Burton, che immagini che ti riempiono gli occhi, che atmosfera che sa infondere...

Poi arrivi al finale, e lì non ci pensi neanche a darti spiegazioni tecniche, a giudicare, perchè gli ultimi dieci, quindici, venti minuti o quello che sono partono e il film se ne va via in un volo, in un sogno, in un circo... un finale intelligente, commovente, incantevole... come questi aggettivi possano andare d'accordo, chiedetelo a Burton.
Tim è di nuovo qui, dal primo all'ultimo minuto. Che bello.

Uno che è cresciuto a pane e Mario Bava non può non regalarci immagini che riempiono gli occhi.

Io conto di andarlo a vedere questa settimana.Non resisto più!!!!

[Obi-Fran Kenobi]

goku76 ha scritto lun, 01 marzo 2004 alle 00:52
Se nei precedenti suoi lavori si partiva rendendosi conto di trovarsi di fronte ad una fiaba, e si usciva commossi e colmi di una morale mai retorica, ma sempre consci di essere di fronte ad un racconto inventato che si trasforma in mito e quindi in un mondo per certi versi distaccato dalla realtà, qui si parte con la consapevolezza di essere di fronte ad una fiaba, ma si arriva alla fine con la certezza che questa leggenda è dentro di noi, perchè per diventare tale è indispensabile annientare quello che della storia è troppo falso per essere vero.

Bravissimo, analisi perfetta

Che bello, ci voleva Burton per mettere d'accordo critica e pubblico di Movie Machine <-- lacrima di commozione.

[Vitor]

cmq. dopo aver visto questo film sono sempre più convinto del clamoroso scippo subito da man of the hour ai golden globe.....

[*eddie*]

e vai di signature