Nella letteratura antica esisteva un unico genere.
Il teatro tragico.
Storie che iniziano bene e terminano male con la morte e distruzione dei protagonisti.
La morte in sé non era sufficente.
Doveva cambiare l'intero punto iniziale; perché non erano gli eroi che agivano nella tragedia quanto il cieco fato.
Rappresentato dal coro che non era comprensibile, nè al pubblico, nè agli attori stessi.
Il fato non era nè la dimensione umana, nè quella divina, ma comprendeva entrambe e attraverso il Momento Fatico entrambe esistevano e acquisivano senso nella loro morte, metamorfosi o superamento.
Il prezzo dell'immortalità è sempre stata la morte.
Tratto da la fonte segreta
Sto velocemente precipitando da un sistema alla Schopenauer Nietzchiano, a un sistema tradizionale Aristotelico Platonico.
Rimane integra la metateoria di una concezzione della magia come anti scienza . o forse anti tecnologia.
Trittico scientifico: ragione scienza tecnologia
teologia
Trittico irrazionale: misticismo Magia
filosofia
Però rimango del parere che Dio non abbia posto, se non come archetipo.
sacramente vostro, per così dire, autore ignoto
Chiedere perchè la magia non esista è sbagliato.
La domanda è perchè l'uomo ha bisogno della magia?
Sai che ti dico?
Lascia andare, come è andata è andata, evolviamoci *****.
Tyler Durden fightclub parafrasato a memoria.
Studiare dai testi, le fonti è come aprire una finestra con gli autori.
Si inizia veramente a parlare con l'autore come se ci fosse accanto.
Ermeneutica
Quando ero giovane nel cielo di notte c'era un innumerevole numero di stelle, tanto numerose da non poter essere contate.
Il cielo era senza limiti.
Ora non guardiamo più il cielo.
Tutto si è trasformato in una gabbia d'acciaio, senza più senso nè finalità.
Qualcosa dentro di noi è morto.
Susan Lebruk stava bevendo un martini drive in un abito costoso.
Era irritata e nervosa.
Odiava i rinfreschi si sarebbe strappata un braccio pur di fuggire a questa uhmm "festa".
Ma per una serie di motivi doveva rimanere dov'era , in piedi isolata, lontana dai suoi liberi impachettata in un impudente caricatura di vestito.
"Dio.sono praticamente nuda."pensava cercando con lo sguardo un qualche conoscente .
Non si accorse che un uomo alto dal viso scavato e dagli occhi tristi le si stava avvicinando.
era vestito con abiti sciupati di un nero ormai tendente al grigio, tutto in lui dava l'impressione di essere un artista distratto una tragicomica figura alla Byron, inghiottita in una aristocratica miscela di disperazione e tragedia, ma senza eleganza.
Le tocco una spalla con una mano sottile e delicata.
Susan piroettò di scatto versando il martini sullo sconosciuto.
"Argh , mi dispiace"
L'uomo sorrise appena, mentre gli occhi brillavano giocosi intensi, mentre si tamponava la macchia con un fazzoletto di seta sporco.
"Suvvia non si preoccupi è solo un macchia, nulla che una lavatrice non possa cancellare"
"Ma rimarrà un alone" , balbetto Susan che invidiava gli abiti consumati dello sconosciuto.
il sorriso del uomo si accentuò,
"in quel caso il vestito diventerrà vissuto intriso di storia.
Lei è la dottoressa Lebruk vero?
Mi permetta una domanda: perchè in due mila anni la filosofia non è stata in grado di creare Dio?"
"Come prego?"
Susan sbatte rapida gli occhi ecco che risuccedeva la mente continuava a fare la birbante, sicuramente non aveva capito nulla.
Il signore aveva un che di famigliare, forse uno studente, o adirittura un collega?
Non riusciva a metterlo a fuoco, ma era sicura di averlo già incontrato.
"mi deve scusare , ma devo confessarle di essere venuto a questo party solo per porgerle questa domanda.
Spero che non mi consideri sfrontato."
Sfrontato? e perchè mai?
Susan avrebbe voluto abracciarlo , finalmente non si sentiva più in alto mare ostaggio di gente gentilissima e sconosciuta, ma con i piedi ben fissi sulla terra ferma.
Finalmente una domanda sensata e l'apertuura per una vera discussione.
"Bhe uhmm vediamo..
La filosofia sapeva di dover creare Dio?"
Il signore fece un inchino veloce da maestro di danza.
Poi si alzò ed esplose in una risata fresca e gioisa.
"temo proprio di no, Dio c'era il compito era quello di trovare una via che conducesse a lui"
"Dio: il bene, la bellezza, la verità?
Forse fino a Nietzche , ma da Nietzche in poi trovare una strada come dice lei non basta più.
"Ma in questo modo Dio cessa di esistere diventa un golem"
"Un golem? che strana analogia me la può spiegare?"
"Vediamo.... i Golem sono esseri creati dal uomo quindi oggetti dotati di anima trammite la parola di Dio, o in termini moderni Automi, robot la natura morta a cui si dia vita autonoma trammite leggi scientifiche.
O in termini non fantascientifici l'idea stessa di obiettivo trammite il consenso delle soggettività . ciò che è , non è ciò che il singolo vede, ma ciò che tutti concordono di vedere"
Susan sorrise che ragionamento bizzarro e quanta amarezza nelle sue parole.
"Per lei quindi l'umanità sta cercando di ricreare Dio come una propria creazione?
Non possono esistere due Dei , deve accettare che il pensiero umano è sempre e solo un limite, non entriamo nella cosa ma solo nella superfice, il suo Golem sarebbe un effige di Dio ."
"una manifestazione , ma non uno svelamento rimarremo sempre in una teologia negativa , il miglior modo per dire ciò che è, è dire ciò che Dio non è e accennare al fatto che sia qualcosa di superiore.
Non sostanza , ma ipersostanza."
Susan chiuse gli occhi annuendo con la testa .
"Se la ragione è cieca , c'è comunque l'altra via
,la via delle piccole sensazioni confuse, l'intuizione mistica, alla fine tutto si riduce alla fede"
Il volto del uomo si contrasse in un espressione orribile, di pena risentimento e ira.
Solo un attimo solo per un attimo.
La vista di Susan si sdoppio.
si trovava in due luoghi diversi nella hall de Hotel Hilton di Boston nel ballo per la raccolta di fondi della società internazionale di etica e stava parlando con un perfetto sconosciuto.
E allo stesso tempo sentivale piastrelle bianche di un bagno, sotto il suo corpo nudo in preda a convulsioni, stringendo spasmodicamente in mano un tubetto vuoto di tranquillanti e psicofarmaci.
Con un veloce strappo la vista tornò normale .
L'estraneo le aveva risposto.
Confusa e con un leggero capogiro la ragazza si portò una mano tremante alla fronte.
Sorrise.
"Mi dispiace devo essermi distrattra"
"L'avevo notato mi dispiace, dopo tutto tutti noi ci siamo addormentati sui libri di testo una volta o l'altra.
Per riassumere dicevo che l'intuizione, le piccole e confuse sensazioni , l'inconscio son un vicolo cieco abbandonato dalla ricerca contemporanea.
Come dicevo prima è difficile dimostrare l'esistenza di un qualcosa che solo una persona è in grado di vedere.
Questa è sostanzialmente la pazzia come tale, il mondo senza ritorno , al di là della logica, delle parole e della realtà.
Di cui come lei sostiene la fede è solo il primo passo , una vestigia dell'era sciamanica. "
Susan ora era tremmendamente imbarazzata.
"Io non ho mai detto nulla di simile!"
L'uomo sembrò confuso.
Poi annui.
"è vero mi scusi non l'ha ancora detto , ma prendiamo per buona questa mia tesi , non crede che esista una terza via?
come la scienza è il parto tra ragione e teologia, così cosa può dare alla luce il parto tra intuizione e teologia?
Ovviamente intendo teologia nel senso di Giscard El' Halmut , teologia come la sofia teofilosofica lo studio di tutto ciò che è, ."
Susan aveva perso totalmente il filo del discorso e iniziava ad arabbiarsi.
"Ora state delirando , L'intuizione è il primo stadio del inteletto la semplice percezione pre categoriale, non un intuizione a priori.
E non ho mai sentito parlare di questo El'Halmut."
"Ma come fa a pretendere che l'intuizione non sia più di un semplice sommarsi di fatti? o meglio che questi fatti non siano già organizzati in un certo modo interno alla creazione e che quindi Dio si manifesti nelle relazioni?
Non starà tornando al compartamentismo, spero? o peggio al cognitivismo che ci vorebbero macchine, semplici meccanismi pre o auto programmabili di input o output?"
Mentre parlava gesticolava veloce con rabbia , la sua voce si era fatta profonda e insistente, sembrava voler investire fisicamente e intelletualmente la sua interlocutrice, finchè non avesse cambiato idea.
I suoi occhi ora erano spiritati, la sua energia che prima era repressa era esplosa come una fornace.
Chi era questo pazzo?
E pensare che al inizio sembrava così inocuo , ora invece si sentiva aggredita dalla sua impertinenza e orripilata dalla sua mancanza di coerenza.
"Lei è una persona molto confusa."
L'uomo la guardò sorpreso d'un tratto calmo.
"confuso! io sarei confuso?
Ma non siamo ridicoli le sue posizioni sono paralogismi vuote tautologie circolari senza fondamento se non il principio d'autorità!
Alla fin fine siete solo dogmatici la cui Ragione è solo una reazione a ciò che non potete capire o non volete capire! "
La mano di Susan si era alzata prima ancora di pensarlo, lo schiocco dello schiaffo risuonò nella sala, ma nessuno degli ospiti semnbrò farne caso.
Susan era troppo furente per farci caso.
La testa del uomo girò di scatto, poi sospirò e tornò a guardala senza emettere fiato.
Susan aveva il cuore che batteva forte sul petto , a suo modo la rabbia la stava facendo diventare bella gli occhi scuri mandavano scintille e il corpo si era irrigidito in una posa mobile e energica.
Sembrava una spadaccina al duello.
E le spaccature facevono vedere porzioni di pelle altrimenti invisibile.
Ma lo spettacolo era del tutto perso per i due.
Lo schietto cameratismo accademico del tutto dimenticato ,
Susan freddamente disse.
"Limitiamoci a concordare di non concordare.
Questa conversazione finisce qua, la prego di allontanarsi e di non farsi più vedere."
Si girò e cerco di farsi strada tra la folla.
L'uomo mal vestito la guardò andarsene accigliato.
"Donne", sussurò tra sè.
L'errore era stato agredirla e metterne in dubbio le proprie convinzioni a un livello troppo personale.
Bruciava come più dello schiaffo, Susan era una sua eroina, come Platone , Plotino, Il pseudo Dionigi o come lui e gli altri lo conoscevano Andropaulos della doppia via, Giordano Bruno, el'Halmut dello specchio riflesso, Laibnitz, Kant e ovviamente Il Magister Andronicos Clemens l'ultimo erede della sapienza segreta Platonica.
Susan l'ultima dei Betsoniani però aveva sempre avuto un posto particolare nel suo cuore e nella sua mente.
Prima di tutto perchè era una bellissima ragazza, secondariamente perchè lei aveva quasi capito l'equivoco pur non avendo mai studiato dalla fonte segreta.
Aveva speso così tante energie per creare questo tempo e luogo.
Aveva pensato per giorni a quale domanda porle e quali termini usare per farsi capire.
Invano a quanto pareva.
Ed era arrivato così vicino.
Ma lei non poteva accettare la risposta alla domannda che esisteva una terza via , che l'intuizione non era un vicolo cieco ma una porta .
E che c'era metodo nella pazzia e che questa si chiamava magia.
opposta ma non contrapposta alla scienza razionale, ma anzi vibrante e sempiterna.
Aspettò che Susan uscisse dalla sala alla ricerca del rettore di Harvard e poi si girò , ad ogni passo la figura goffa , stralunata e leggermente gibbosa mutava Si radrizzò mentre gli abiti cambiavano forma trasformandosi in un mantello di seta blu oltremare formato da segni uniti tra loro che cambiavano forma muovendosi come serpenti , il vapo si coprì da un turbante dello stesso colore una sottile rete intrecciata d'oro argento ed oricalco a coprirli il volto destro.
Strofinandosi sul suo corpo Ajaf , il pseuodo drago, era agrappato allo spalaccio sinistro mentre la testa spuntava sul lato sinistro e la coda sinuosa lo teneva stretto con fare prottetivo e di possesso.
L'uomo non si girò un ultima volta , non vide Susan girarsi di scatto e vedere un ombra azzurra entrare in uno pseudo arco stranamento buio in quel salone illuminato.
Passò sotto il falso architrava e si trovò in una calle di Venezia, quel enorme intreccio di strade viuzze e canali che sembrano cambiare disposizione ogni notte creando strani disegni arcani e dove a volte esistono porte che non conducono in alcun luogo, dove tutte le strade, i luoghi e i tempi si congiungono in modo segreto.
Perchè Venezia racchiude un segreto , che sotto il mare brucia un sole al cui centro brucia immoto il grande globo di oricalco frammento di un'altra era, e cuore pulsante di una storia che non si trova nei libri di testo e che solo pochi hanno intuito.
Susan si mordicchiò il labro inferiore con la mano sulla maniglia della porta.
Non aveva chiesto a quel individuo come si chiamava, era un tipo strano , ma pursempre un collega.
Tuttavia non riusciva a vederlo da nessuna parte, imprecando aprì la porta .
Per tornare al pavimento sotto di lei mentre i crampi si trasformavano in convulsioni e la bava scorreva dalla bocca aperta in grida d'agonia non udibili.
Così è la vita.
Così è la morte.