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Discussione: Il Signore delle Mosce

  1. #1
    TGM Sparring SPIETATO L'avatar di sava73
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    Predefinito Il Signore delle Mosce

    Mi hanno regalato questo romanzo per il mio compleanno ( a Settembre ) , all'epoca ne fui felice dato che era in vetta alle classifiche e questo spesso significa che il ibro non è malvagio..

    l'ho finito ieri ( quindi il mio è un commento a caldo , vedremo se meditandoci cambierà ) e devo dire NONNE SONO SODDISFATTO.



    La trama all'inizio è confusa quel tanto che basta per incuriosire, ma il ritmo della narrazione è lento e ozioso ( un po' come lo stato d'animo dei protagonisti , magari era voluto , ma non apprezzato sicuro ) , passano le pagine e i capitoli e non si capisce dove l'autore voglia andare a parare.. e quando si arriva al cluo' eè forse eccessivamente stereotipato.. un po' io RAGAZZI DELLA VIA PAL insomma

    Spoiler:


    Unico momento toccante e imprevisto la morte del primo bambino Simone - se non sbaglio - massacrato dal branco durante la festa, mentre la morte di PIGGY quasi inevitabile ad un certo punto, mi ha si commosso ma non sorpreso

    Il finale poi davvero minimalista, arrivano i grandi e tutto si risolve.. mah



    Ho trovato davvero difficile immedesimarmi con qualcuno dei protagonisti ( nonostante sia affetto da sindrome di Peter Pan ) e odiavo i momenti in cui l'autore IPOTIZZAVA IL RAGIONARE dei piccoli dando al romanzo una sorta di aspetto SAGGIESCO o cosa non so'.

    Il Romanzo non mi ha suscitato nulla di memorabile e tristemente ve lo sconsiglio!

  2. #2
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di shen_long
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Il titolo del topic è uno dei più LOLLOSI mai visti su tgm.

  3. #3
    Banned L'avatar di Ash'84
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Invece è una gran figata, e gli adulti non risolvono nulla.
    Infatti se non sbaglio c'è una guerra nucleare in corso (o forse era solo nel film?).

  4. #4
    TGM Sparring SPIETATO L'avatar di sava73
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Ash'84 ha scritto mar, 21 febbraio 2006 alle 13:13
    Invece è una gran figata, e gli adulti non risolvono nulla.
    Infatti se non sbaglio c'è una guerra nucleare in corso (o forse era solo nel film?).

    NO è solo la fine... il libro finisce
    Spoiler:


    che quando il capo cattivo sta per uccidere l'ormai ex capo dei bambini arrivano gli adulti con una nave , fanno 2 domande e si CAPISCE che vengono riportati in salvo


    la guerra nucleare è solo di sfondo, nemmeno troppo accennata, anzi a dire il vero viene citata solo nella 4° di copertina.. nel riassunto, ma all'interno del libro proprio non compare, i ragazzi sono li' vivi per miracolo dopo che il loro aereo precipita su quell'isola , nessun adulto sopravvisuto, e una domanda non risolta : ma dove stavano andando??

    non sapevo esistesse un film... è diverso da quello che ho scritto io del libro?

  5. #5
    Banned L'avatar di Ash'84
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Di film ne esistono ben due.
    Comunque il fatto della guerra è indicatore del radicale pessimismo dell'autore, infatti la colpa non è della società se gli adulti si odiano e si combattono, ma è il male ad essere insito nella persona, e anche se isolati da tutto e tutti, pure i bambini finiscono nel macello.
    Il finale non è consolatorio, infatti i bambini ritornano si alla salvezza, ma è tutto effimero, perchè la malvagità non rimane sull'isola, ma se la portano con loro.
    Non saràu tema originalissimo, ma per me è ben sviluppato.

  6. #6
    Shogun Assoluto
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Oddio

    LE MOSCE!

  7. #7
    TGM Sparring SPIETATO L'avatar di sava73
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    scusate l'ilarità suscitata dal titolo del topic non credevo mettesse cosi' in secondo piano la discussione su questo Romanzo.

    Il commento di Ash al libro è pienamente condivisibile, la sua semplificazione dei temi del racconto è l'unica ragione per cui il libro non è totalmente da buttare, per quanto , ovvio , non sguazzi nell'originalità, in sostanza : lento , poco originale e poco divertente IMHO ... oggi ho iniziato Zahir ( pero' lo prometto a me stesso dopo di questo Crichton se no mi suicidio )

  8. #8
    GoDsMaCk
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    personalmente quando l'ho letto m'è piaciuto molto

  9. #9
    The Keka
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Il titolo in effetti è grandioso
    Il libro...beh, la morale sarebbe che l'ideale di una società perfetta è un'illusione, ma anche fregandosene dei significati reconditi a me era sembrato un gran bel romanzo

  10. #10
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    GoDsMaCk ha scritto mar, 21 febbraio 2006 alle 14:45
    personalmente quando l'ho letto m'è piaciuto molto
    idem. Per me è stato un gran bel romanzo.
    L'ho letto tutto d'un fiato.



  11. #11
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    secodno me il libro è un capolavoro.
    non capisco le critiche di sava... il ritmo è sostenuto invece, non puo aspettarti un "codice da vinci" dove ci sono capitoli di due pagine
    il non capire dove l'autore vuole andare a parare è un suo punto di forza, non diventa una storiella banale come il riassunto qui scritto lascia supporre.

    la vicenda si evolve in modo molto fluido, i cambiamenti nei ragazzi all'inizio sembrano piccolissimi, piano piano acquistano consistenza fino alla fine del libro.

    è un libro che mostra una parte della natura umana, assolutamente da leggere se si vuol capire qualcosa di come ognuno di noi potrebbe comportarsi

  12. #12
    Lo Zio L'avatar di grizzly.13
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Sava deve aver letto il Signore delle Mosche come si leggono i libri di D. Brown.

  13. #13
    TGM Sparring SPIETATO L'avatar di sava73
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    grizzly.13 ha scritto gio, 23 febbraio 2006 alle 09:22
    Sava deve aver letto il Signore delle Mosche come si leggono i libri di D. Brown.

    uhm .. cioè?


    io amo molto la lettura e di libri ne ho letti... Dan Brown m'ha preso e lo letto tutto d'un fiato.. Il Signore delle Mosche l'ho finito in una settimana ma senza quell'entusiasmo...

    QUESTO PERO' NONDEVE ESSERE UN TERMINE DI GIUDIZIO

    io leggo di tutto! dalla fantascienza ai romanzi piu' impegnati, ai saggi e nella mia libreria non mancano libri alternativi... apprezzo l'avventura come l'introspezione e se mi piace un TITOLO piuttosto che un ALTRO non significa che mi piaccia TUTTo di quell'autore o di quel genere!

    Il Signore delle Mosche non mi ha entusiasmato , è solo una opinione ( e vedo :lol. SOLO mia ) dato che pare chiaro che a chi mi ha risposto in questo TOPIC il libro è piaciuto, lì a dimostrare che da una lettura OGNUNO ne trae una sua idea eun suo personalissimo GODIMENTO... stupendo leggee no?

    Sulle mie motivazioni NON SI DISCUTE.. in quanto MIE, come io non discuto su quelle di chi ha detto: a me piace perchè ecc ecc..tutto qui!


  14. #14
    L'Onesto
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    E' un libro stupendo, e chi ha detto che la trama é semplicistica e poco originale non ha colto evidentemente la profondità dell'intuizione.

    Il colpo di genio nonché chiave di lettura dell'intero romanzo é già nel titolo. I Signori delle Mosche (Lord of the Flies in eng), ha due significati ben precisi, ed entrambi traspaiono molto bene.

    Il primo motivo é una critica alla rovescia all'ideologia politica, sopratutto all'ideologia democratica: ci si aspetterebbe che vengano criticati i leader, colpevoli di aver corrotto l'altresì innocente popolazione. Invece la critica é diretta a quanti sono pronti a cadere stupidamente nelle mani del primo capetto con un po' di carisma e di abilità retorica. Le mosche si rifiutano di seguire la razionalità forse ingenua ma saggia, per cadere vittima di facile demagogia.

    Il secondo tema, che secondo me rispecchia alla perfezione, é la vanità del possesso umano, e l'irrisione della sua pretesa completa autonomia. In questo senso mette bene a nudo il nichilismo stolto dell'età contemporanea (il cosidetto relativismo). Il Signore é in realtà un Signore delle Mosche, ovvero é convinto di dominare e di possedere ma in realtà non ha in mano nulla, la sua "libertà" é la sua prima schiavitù, e proprio al momento culmine dell'conflitto tra due "libertà" il climax sfocia nel cinismo più assoluto, l'arrivo degli "adulti", che rappresentano benissimo le circostanze che rendono "piccolo" qualunque uomo.

    La mia pseudo-analisi non é stata molto chiara lo ammetto, ma il valore (ed é oggettivo) di questo libro (al di là dell'impianto prettamente letterario), stà nell'avere colto la vanità dell'epoca moderna.

    Saluti.

  15. #15
    Chiwaz
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    sava73 ha scritto ven, 24 febbraio 2006 alle 17:36


    Sulle mie motivazioni NON SI DISCUTE.. in quanto MIE, come io non discuto su quelle di chi ha detto: a me piace perchè ecc ecc..tutto qui!

    No.

    Un giudizio può essere valido solo se hai colto il messaggio del libro, e le modalità con cui le comunica.

    Quando hai letto il libro hai colto ciò di cui parla Garet ?

  16. #16

    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    è il prossimo libro che devo leggere...capita sempre che lo devo iniziare sotto sotto esame e quindi nn lo tocco...quindi lo comincerò martedi mi sa,

  17. #17
    Banned L'avatar di Ash'84
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Garet ha scritto ven, 24 febbraio 2006 alle 20:57
    E' un libro stupendo, e chi ha detto che la trama é semplicistica e poco originale non ha colto evidentemente la profondità dell'intuizione.

    Il colpo di genio nonché chiave di lettura dell'intero romanzo é già nel titolo. I Signori delle Mosche (Lord of the Flies in eng), ha due significati ben precisi, ed entrambi traspaiono molto bene.

    Il primo motivo é una critica alla rovescia all'ideologia politica, sopratutto all'ideologia democratica: ci si aspetterebbe che vengano criticati i leader, colpevoli di aver corrotto l'altresì innocente popolazione. Invece la critica é diretta a quanti sono pronti a cadere stupidamente nelle mani del primo capetto con un po' di carisma e di abilità retorica. Le mosche si rifiutano di seguire la razionalità forse ingenua ma saggia, per cadere vittima di facile demagogia.

    Il secondo tema, che secondo me rispecchia alla perfezione, é la vanità del possesso umano, e l'irrisione della sua pretesa completa autonomia. In questo senso mette bene a nudo il nichilismo stolto dell'età contemporanea (il cosidetto relativismo). Il Signore é in realtà un Signore delle Mosche, ovvero é convinto di dominare e di possedere ma in realtà non ha in mano nulla, la sua "libertà" é la sua prima schiavitù, e proprio al momento culmine dell'conflitto tra due "libertà" il climax sfocia nel cinismo più assoluto, l'arrivo degli "adulti", che rappresentano benissimo le circostanze che rendono "piccolo" qualunque uomo.

    La mia pseudo-analisi non é stata molto chiara lo ammetto, ma il valore (ed é oggettivo) di questo libro (al di là dell'impianto prettamente letterario), stà nell'avere colto la vanità dell'epoca moderna.

    Saluti.
    Prego?

  18. #18
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Ash'84 ha scritto sab, 25 febbraio 2006 alle 17:19
    Garet ha scritto ven, 24 febbraio 2006 alle 20:57
    MIO POST PRECEDENTE
    Prego?
    Cos'é che ti scombussola?

  19. #19
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    in ogni caso m'è venuta voglia di leggerlo

  20. #20
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Garet ha scritto sab, 25 febbraio 2006 alle 21:17
    Ash'84 ha scritto sab, 25 febbraio 2006 alle 17:19
    Garet ha scritto ven, 24 febbraio 2006 alle 20:57
    MIO POST PRECEDENTE
    Prego?
    Cos'é che ti scombussola?
    La parte in grassetto.
    Non capisco cosa c'entri il relativismo con il libro, perchè lo chiami nichilismo, e pure perchè lo consideri stolto.

  21. #21
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Un gran bel romanzo.

    Si capisce benissimo dove vuole arrivare l'autore: critica al mito del buon selvaggio, pessimismo nei confronti dell'umanità ed evidente idea secondo la quale l'uomo è sostanzialmente cattivo.

    Dove andassero i bambini in aereo, o come fosse strutturata la guerra, non ha importanza.

  22. #22
    Banned L'avatar di Ash'84
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Si che ha importanza, perchè significa che il male non è solo sull'isola, e che salvandosi finiscono dalla padella alla brace

  23. #23
    L'Onesto
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Ash'84 ha scritto dom, 26 febbraio 2006 alle 12:12
    Garet ha scritto sab, 25 febbraio 2006 alle 21:17
    Ash'84 ha scritto sab, 25 febbraio 2006 alle 17:19
    Garet ha scritto ven, 24 febbraio 2006 alle 20:57
    MIO POST PRECEDENTE
    Prego?
    Cos'é che ti scombussola?
    La parte in grassetto.
    Non capisco cosa c'entri il relativismo con il libro, perchè lo chiami nichilismo, e pure perchè lo consideri stolto.
    Spero di non andare troppo fuori dal topico.
    Il nichilismo si fonda sull'equazione essere=valore, e come tale ha senso soltanto se la realtà esterna é in rapporto di dipendenza dall'Io. Ma perchè é evidente che la realtà mi si presenta come qualcosa che non mi sono dato io, ma chi mi trovo davanti come appunto dato già presente, il nichilismo può solo darsi nel rapporto che si viene a creare quando l'io ha a che fare con la realtà. Ad esempio, io ho davanti a me una tazzina di caffé, con dentro il caffé che aspetta solo di essere bevuto. In questa situazione é evidente che esiste sia la tazzina di caffé sia l'io, ed entrambi sono indipendenti nella loro essenza. Ora, mi si presenta una scelta. In una situazione "normale" io berrei il caffé, e questa é una risposta cosidetta "ragionevole". Mettiamo che sei al bar con un tuo amico, e lui ordina il caffè, ma quando glielo portano lui osserva la tazzina e la scaglia contro un muro, é evidene che tu ti chiedi se c'é qualcosa che non và, poiché a prima impressione non sembrerebbe un comportamento ragionevole. Ecco, il nichilismo (nell'accezione cn il quale io l'ho usato) ti direbbe che andando in fondo alla questione, la scelta di bere il caffé piuttosto che gettarlo via si fonda esattamente sul nulla. In altre parole, il nichilismo ti dice che non c'é nessun motivo perché tu dovessi bere il caffé piuttosto che scagliarlo via, e che il fatto che a te una cosa sembri più ragionevole dell'altra deriva esclusivamente dal fatto che sei immerso in un sistema di valori (dettati dall'abitudine, dall'esperienza, dai consigli di amici, dall'educazione) che ti lascia questa impressione.

    Il valore che ha la risposta dell'io difronte alla realtà che gli si presenta é pari a zero, poiché in ultima istanza vige l'indifferenza piu totale per una scelta piuttosto che per l'altra, fondandosi entrambe sul indifferenza nella nullità del valore.

    In campo etico e morale ciò si traduce nell'arbitrio più assoluto dell'io in termini di azioni buone o cattive: ciò che é buono é tale perché io decido che esso sia buono, e la stessa idea di bontà é tale perché io decido che bontà stia a significare quello che io voglio che significhi. L'io diventa sorgente assoluta di valori. In quanto tale, ogni sistema di valori non ha nessuna legittimità a prescindere dall'io che decida di utilizzarlo. PEr fare un esempio estremo (non me ne vogliate, é solo un esempio), se io violento e uccido una bambina di 5 anni, ciò é condannabile SOLO ed ESCLUSIVAMENTE perché io sono immerso in un sistema di valori convenzionale. Dal punto di vista del nichilista, non c'é in ultima istanza nessun motivo per il quale una cosa del genere sia sbagliata, e d'altronde non c'é alcun motivo perché non sia si debbano fare cose sbagliate, e d'altronde lo stesso concetto di giusto e sbagliato é una convenzione egologica.
    Facile comprendere come applicato in questo campo il nichilismo porterebbe alla pura e semplice anarchia.

    Veniamo ora al relativismo, che come tale nasce proprio come versione emendata e socialmente accettabile del nichilismo in campo etico e morale. In sostanza, il relativismo dice che nulla é giusto o sbagliato in senso assoluto, bensì giusto e sbagliato esistono nei confronti di una determinata azione solo relativamente all'autorità dal quale l'azione é sorta. Ad esempio, in un paese dove il cannibalismo é prassi comune da migliaia di anni, il relativista dirà, non si possono condannare i cannibali, poiché il loro mangiare un uomo é giusto in quanto segue l'autorità (in questo caso autorità data da un costume radicato). Obbligare un cannibale a non mangiare più carne umana sarebbe sbagliato, perché andrebbe contro la sua autorità (come sopra). Il nichilista direbbe: non ha senso parlare di giusto o sbagliato, e noi lo facciamo semplicemente perché siamo immersi in un sistema di valori fondato su un'autorita trascendentale (religiosa ad esempio), oppure alienante (da non intendere in senso dispregiativo, ad esempio il relativismo). Il nichilista continuerebbe dicendo: già il nostro classificare come giusta o sbagliata un azione é qualcosa che di per sé eccede i limiti della "legalità originale", che come abbiamo visto precedentemente é fondata sull'indifferenza dei valori nella nullità.
    Spero che la differenza sia chiara, e perché parlo di relativismo come nichilismo stolto (il relativismo é il nichilismo che non ha il coraggio di affrontare la tragicità di non avere altra autorità che il sè nell'attimo).

    Perché ne parlo in rapporto al libro?
    Nella sua esaltazione della completa autonomia, nichilismo e relativismo si configurano come dottrine volte a conquistare per l'uomo un maggiore possesso della realtà (in base ad un semplice ragionamento: se capisco che ogni volta che ho a che fare con la realtà lo faccio in un determinato modo solo perchè sono immerso in un tal sistema di valori etc., é evidente che questa coscienza mi porterà a porter esprimere il più "liberamente" possibile la mia risposta alle provocazioni della realtà).
    Provo a fare un altro esempio in tal senso: il relativismo dice Il mio corpo é mio e quindi me lo gestisco io. Nel momento in cui predica questo, il relativismo si prefigge un miglior possesso della realtà, costituita in questo caso dalla corporeità.
    Il libro secondo me mostra benissimo come questa pretesa di possesso personale affrancato da ogni autorità esterna, non ci lascia in mano in fin dei conti che con un "pugno di mosche". Conclusione tra l'altro coerento invece col nichilismo, che ti direbbe, "é vero, io ho in mano solo un pugno di mosche, ma se io decido che quel pugno di mosche vale più di una bella donna vogliosa, allora esso vale veramente di più" (ritorna il solito discorso di indifferenza del valore nel nulla). Se io faccio salva una determinata autorità sovrastrutturale (che non contempli l'istanza originale del nulla), e poi mi ritrovo con qualcosa che nella scala di valori di quella determinata autorità relativizzata(chessò, molto banalmente anche il mio dare importanza alla quotazione di mercato delle mosche) vale poco, allora rimango fregato, e questo secondo me emerge molto bene.

    Finito, mi scuso per essermi dilungato (ho già tagliato via moltissimo), e spero di essere stato comprensibile.

  24. #24
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Ash'84 ha scritto dom, 26 febbraio 2006 alle 19:16
    Si che ha importanza, perchè significa che il male non è solo sull'isola, e che salvandosi finiscono dalla padella alla brace
    Si, ma non c'è bisogno di saperne i dati precisi.

    Come in Fahranheit 451 non ci viene detto assolutamente nulla sulla guerra, oppure in 1984 non ci vengono date informazioni precisi sugli altri stati

  25. #25
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    Predefinito Re: Il Signore delle Mosce

    Garet ha scritto dom, 26 febbraio 2006 alle 20:55
    Dal tuo post emerge una concezione diciamo filosofica del relativismo, mentre io l'ho sempre inteso come modo di pensare applicato alla politica e alla società e dunque mi chiedevo cosa c'entrasse.
    Il tuo paragone relativismo/nichilismo ci sta, però è tirato all'estremo, relativismo io non lo intendo fare quello che voglio in nome della mia libertà di agire libero dalle imposizioni delle convenzioni.
    Per me relativismo è sempre stato non ci sono dogmi, non nel senso "chi lo dice che violentare le bambine è sbagliato, io faccio quello che voglio", ma nel senso "signor papa, la tua morale non è quella assoluta e quindi l'equazione aborto=omicidio vale solo per quelli che credono nella tua dottrina e non devi permetterti di dire a quelli che non sono daccordo con te cosa devono fare" tanto per fare un esempio.
    Ricorda che il contrario di relativismo è assolutismo.
    Certo, portando il concetto agli estremi diventa un'assurdità, ovvio, ma quale non lo diventa?

    Mmm, rileggendo mi rendo conto che il mio post fa un po' cagare, spero di essermi spiegato abbastanza

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