Bazzicavo, giorni addietro, per i siti di Ign e GameSpot, alla ricerca di qualche buon prodotto sul quale puntare le mie mire.
Entrambi i siti contengono una sezione dedicata ai migliori videogiochi di sempre, e non si può discutere sul fatto che i titoli elencati siano tra i primissimi distribuiti negli ultimi vent'anni.
Eppure, mi sono detto, il limite di graduatorie come queste non sta nei titoli elencati quanto invece in quelli omessi: quei videogiochi che, per un motivo o per un altro, non hanno mai beneficiato dell'apprezzamento pubblico, né hanno mai restituito ai loro sviluppatori la giusta quantità di plauso e di guadagno che sarebbero spettati loro.
Quei titoli ignorati dalla massa che, ciononostante, hanno colpito la sensibilità di qualche giocatore, rappresentando uno scorcio di meraviglia in un panorama adagiato fin troppo spesso su di una base convenzionale, quei videogiochi che hanno rappresentato una gradevolissima esperienza per i pochi che hanno avuto la fortuna o la pazienza di dedicarvi una parte del loro tempo.
Perciò ho pensato che, nel nostro piccolo, si poteva restituire a quei prodotti una parte del successo che sarebbe spettato loro, semplicemente ricordandoli.
Così, di getto, mi sovvengono tre titoli del genere, e credo che valga la pena che siano conosciuti:
1) Il primo Tomb Raider. La saga, nel suo complesso, è famosissima, ma il suo successo è vincolato soprattutto alla potenza massmediatica della protagonista principale, piuttosto che al primo episodio in sé per sé. Eppure, non posso esimermi dall'evocare la meraviglia e la tensione che i programmatori sono riusciti a profondere nella Valle Perduta, quando, in un'atmosfera selvaggia e nebulosa, quasi onirica, dalle profondità di una gola dimenticata si solleva prima il lugubre ruggito di una bestia indefinibile, e un secondo dopo, delineandosi sulle tenebre della spelonca, l'animale si appalesa nelle forme di un immenso tirannosauro, e questi prende ad inseguirvi, mentre voi, nel panico assoluto, vi guardate intorno alla ricerca ansiogena di un buco in cui potersi rifugiare. Oppure le vertiginose altezze della Follia di San Francesco, con la sua intricata costruzione, o ancora il Palazzo di Re Mida, e nella fattispecie quella stanza in cui, posandosi sul palmo di una statua distrutta dello stesso persoanggio, la protagonista si contorceva fino a diventare a sua volta una statua d'oro. Finezze.
2) Ecstatica. Appesi per un piede ad un cappio di una stamberga in un villaggio folleggiante ed infernale, inibiti in qualsiasi possiblità di reazione e di difesa, picchiati da un lupo mannaro: inquietudine allo stato brado. Poi ancora il lago magico, col satiro che vi zampettava intorno, suonando il flauto di pan, il monaco impazzito che si getta dalla torre, la bambina che, ignara di tutto l'orrore di quella bolgia, se ne va volteggiando allegramente, con il suo pupazzo stretto al petto... Angoscia in forma videoludica.
3) Nocturne, infine, forse il più sottostimato dei tre. Ma come si può non apprezzare la perfezione narrativa con la quale sono presentati i quattro episodi di cui il gioco si compone? Come si può non riconoscere al protagonista principale, lo Straniero, un carisma ed una originalità che lo pone assai al di sopra della media dei protagonisti presenti in un videogioco, per entrare nell'ambito più dignitoso, per così dire, della finzione cinematografica? Come si può non restare ammirati di fronte all'imponenza del castello del Conte Voicu, allo studio fisico, assolutamente inedito fino a quel momento, che si profuse nel rappresentare i dardi scagliati contro il corpo dei vampiri, ai giochi di ombre e di luci, inediti anche questi, allo spaventevole atteggiamento predatorio che si rintracciava nei licantropi nella foresta del primo episodio, alla volontà dei programmatori di differenziarli tutti l'uno dall'altro, sie nelle dimensioni che nel colore, alla sottile e pungente allegoria che pervade il terzo episodio, nella città di Chicago, oppure all'epilogo maestoso dell'ultimo capitolo, il quarto, tutto incentrato sul protagonista, laddove nelle storie precedenti egli interveniva in veste di risolutore nelle problematiche degli altri? Come si può ignorare tutto questo?
Settato opportunamente, Nocturne è uno dei giochi più belli ai quali abbia giocato: movimenti con tastiera, pistole col mouse, mira semiautomatica, e una trama che non aspetta altro che essere goduta.
Adesso tocca a voi. Stupitemi.