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In età medioevale la società era suddivisa in tre "ordini" fondamentali - cavalieri, chierici e contadini - senza prevedere nessuno spazio per la "condizione femminile". La donna, a prima vista, non sembra migliorare granché il proprio status, anche a causa dell'influenza negativa della religione cattolica; anzi la figura femminile è spesso associata a quella del diavolo, del peccato, della tentazione. Il passo biblico della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso punta l'indice sulle istigazioni tentatrici di Eva nel far prendere ad Adamo la mela del peccato.
La visione mistica e simbolica della religione nel medioevo comporta un continuo accostamento delle donne al peccato, con conseguenze anche tragiche per l'accusa di stregoneria che poteva piombare, da un momento all'altro, sul capo di qualche donna, spesso solo a causa di indizi, come la detenzione di oggetti particolari, di gatti o altre cose simili. In molti casi la donna sospettata di stregoneria doveva superare prove "divine", come l'essere gettata in una piscina e, se la donna galleggiava era colpevole, se affondava era innocente, ma in pratica moriva lo stesso annegata. Era il fuoco, come per gli eretici, che puniva le streghe, poiché si riteneva che l'azione del fuoco purificasse la terra dal loro influsso maligno.
Già Tertulliano, nei primi anni del cristianesimo, invitava a stare lontani dalle donne, indicando quale esempio il solitario eremitaggio orientale. Solo la triade femminile virgo, vidua, mater (la vergine, la vedova e la madre) era considerata degna di stima e rispetto agli occhi della società medioevale.