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  1. #1
    TGM Sparring SPIETATO L'avatar di sava73
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    Wink "favole per bambini cattivi"

    è questo il giudizio in breve che "Madame Figaro" da del romanzo che sto per raccontarvi...



    Amèlie Nothomb
    Sabotaggio d'amore


    E' la storia di un'intrepida bambina di 7 anni alle presa con la Guerra, la guerra vera...quel per l' amore!

    A tratti autobiografico, la Nothomb parla dell'infanzia in Cina dai suoi 6/7 anni agli 8... della guerra ideologica, e non, contro i Tedeschi ( figli dei ), delle sue fantasie sulla Cina, il lavoro del padre, i distinguo della società in categorie e soprattutto di come la gelosia e l'amore di quell'età sia sconvolgente ( e di cosa porti a fare ).

    A tratti un incrocio tra "I ragazzi della Via Paal" e "Il Signore delle Mosche" il romanzo è godibilissimo, scritto alla grande, divertente e crudele come solo i bambini sanno essere, pieno di ragionamenti stupefacenti per semplicezza, coerenza e ... cattiveria

    La Nothomb mi ha davvero divertito e comincio ad apprezzarla per quello che scrive, sa passare da un argomento all'altro con stupefacente semplicità, traforma cavalli in biciclette e chissa' cosa in "ventilatori" ( se qualcuno poi leggerà sto libro mi dia pure la sua interpretazione ); sa divertirmi, farmi ragionare, stupirmi e chissà quanto altro' avro' da scoprire. Prossima tappa Igiene dell' Assassino.

  2. #2
    Animatrice L'avatar di Lull@by
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    Predefinito Re: "favole per bambini cattivi"

    ecco il mio commento.
    (ed un grazie a sava per il consiglio )

    “Per la storia la seconda guerra mondiale è finita, con i suoi vincitori e i suoi vinti, ma per una banda di ragazzini, figli dei diplomatici stranieri a Pechino all’inizio degli anni settanta, il conflitto è stato concluso in modo affrettato. Con una conferenza al vertice decidono che bisogna rifare tutto, possibilmente allargando le alleanze ai bambini di tutte le nazionalità possibili. Inizia così uno scontro surreale che impegna e allieta i loro giochi fra inseguimenti, scontri e inenarrabili torture. Su questo sfondo si muove la protagonista di Sabotaggio d’amore, una bimba di sette anni precocissima, presa fra una sorprendente consapevolezza, le corse in bicicletta e la scoperta del primo perturbante amore. Con una scrittura pungente e corrosiva, la colta e ironica Amélie Nothomb opera il suo sabotaggio ai danni dei buoni sentimenti e posa il suo sguardo tagliente su temi eterni come l’amore, l’amicizia, l’odio e la guerra.”


    Surreale e veloce come sempre Amelie Nothomb, con questo romanzo ci porta nella Pechino del dopoguerra, nella Città dei Ventilatori; infatti, per l'autrice "Un paese comunista è un paese dove ci sono dei ventilatori (...) All'aeroporto di Pechino, quando mi sono trovata faccia a faccia con una selva di ventilatori, questa verità mi è balzata agli occhi con l'esplicabile evidenza delle rivelazioni." (pag. 24).
    Nel ghetto di San Li Tun, uno tra i tanti in cui vivono gli stranieri, assolutamente separati dai cinesi, si svolge l'implacabile guerra dei bambini. Scelta del nemico, alleanze e torture, prove di coraggio estremo e di vigliaccheria, fanno di questa guerra il prototipo di tutte le guerre. Le riflessioni della Nothomb sulla guerra, in una logica un tantino machiavellica, suonano come provocazioni ad un certo buonismo diffuso: "Senza nemico l'essere umano è poca cosa (…) Grazie al nemico la vita, questo sinistro accidente, si trasforma in epopea." (pag. 16) "L'armistizio e un lusso che l'essere umano non si può permettere. La prova è che i periodi di pace finiscono sempre con nuove guerre. Mentre le guerra si chiudono generalmente con periodi di pace. Il che dimostra che all'uomo la pace è nociva, mentre la guerra gli fa bene." (pag. 17).
    E a fianco di questa guerra ce n’è un'altra altrettanto crudele e inesorabile. L'amore della piccola protagonista del romanzo, che coincide con l'io narrante e con l'autrice bambina, per la bellissima Elena. È un amore non ricambiato, ma totalizzante, estremo, un amore per cui "bisogna fare qualcosa", qualunque cosa. Elena è tanto bella quanto fredda e distaccata. Nulla la scalfisce se non il pensiero della propria bellezza: tutto ciò che le importa è essere guardata e ammirata da tutti. Ma per la piccola Amelie è un amore sopraffino, che la spinge a varcare i propri limiti, a spostare il centro del mondo fuori da sé: "Elena divenne il centro del mondo non appena i suoi piedi toccarono il nudo cemento di San Li Tun." (pag. 33) "Il mio incontro con Elena non fu un passaggio di poteri – non ne avevo e non me ne curavo – ma uno spostamento intellettuale: da quel momento in poi il centro del mondo si situava fuori da me." (pag. 39).
    Con le frasi rapide e taglienti che la contraddistinguono, Amelie Nothomb esplicita riflessioni sulla vita, sull'amore e sulla guerra con una semplicità disarmante. Una semplicità densa che possiede la virtù di stimolare nuovi percorsi di pensiero.

    Finale non eclatante, ma comunque nell'insieme, il libro rimane godibilissimo.

    VOTO: 7 e 1/2



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