Con l'aumento apparentemente inarrestabile della potenza a disposizione degli sviluppatori e dei giocatori (in dieci anni la velocità dei processori è *centuplicata*, non so se ve ne siete accorti), uno dei punti chiave dei videogiochi del futuro sarà senza dubbio il realismo: a parte l'inevitabile miglioramento dal punto di vista grafico e sonoro, i game designer potranno finalmente sbizzarrirsi nel ricreare mondi sempre più simili al nostro, vere e proprie "matrix" nelle quali far barcamenare il giocatore, impegnato da un lato a portare avanti la sua missione, dall'altra a far "vivere" il proprio alter ego digitale. E mi chiedo se questo sia più un bene o un male.
Da un certo punto di vista, sarà senz'altro bello vedere ricostruiti con fedeltà e cura ambienti e situazioni che fino ad oggi erano appannaggio della vita reale. D'altro canto, almeno per quanto mi riguarda, "perdersi" in un mondo fittizio, virtuale, con regole e leggi limitate - e quindi fasullo per sua natura - è esattamente uno dei motivi per cui mi piacciono tanto i videogiochi. Ed è il motivo per cui, dopo un primo periodo euforico nel quale mi ero appassionato in maniera inconsulta a "The Sims", ho abbandonato il gioco di Will Wright. Perché l'idea di entrare in un mondo nel quale torni a casa alla sera e ti ritrovi le bollette da pagare e i malumori della consorte non risponde alla mia idea di svago e divertimento... E voi? Cosa ne pensate? Credete che sarà questo il trend del futuro? Vi piace?