Wido ha scritto ven, 02 aprile 2004 alle 11:53
Stefano Silvestri ha scritto ven, 02 aprile 2004 00:46
Tutto ciò, oltre a considerazioni personali spirituali e religiose, mi dischiude anche interrogativi meno “elevati” circa il rapporto che contraddistingue tuttora cinema e videogiochi. Spiace ammetterlo, ma il “linguaggio” del primo riesce a essere ancore potenzialmente più potente, immedesimante e realistico di quello dei secondi. Eppure il cinema è fruizione passiva, mentre il videogioco cattura attivamente lo spettatore entro le proprie dinamiche.
Il cinema e' solo oggettivamente passivo, ma e' quanto mai lontano da una sua fruizione passiva (se non in blockbusters in cui non si puo' far altro che osservare quello che accade).
Il cinema come espressione artistica e' attivo quanto le opere figurative, alle quale saremo tentati di affibiare la dicitura "passive" ma che riescono a fornire sensazioni realmente differenti a seconda del fruitore, uno tra gli aspetti essenziali per garantirne l'impatto emozionale.
Per i giochi si puo' fare un discorso analogo (con i dovuti distinguo legati alle differenti modalita' di fruizione): il problema e' che la maggior parte sono costruiti nell'ottica dei blockbusters di cui sopra.