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  1. #3926
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: Munnezza (and more...) Reprise

    no, ma le proteste ci sono state nei casi di Chiaiano (parco metropolitano, alla fine l'hanno aperta comunque) e Terzigno (parco nazionale), dove già ce n'è una.

  2. #3927
    Moloch
    ospite

    Predefinito Riferimento: Munnezza (and more...) Reprise



    Effettivamente le aree protette sono parecchio estese, specie nella parte meridionale della regione

  3. #3928

  4. #3929
    alberace
    ospite

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    dove diavolo è bertolaso?-

  5. #3930
    Il Nonno L'avatar di Dinofly
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    Al salaria sport village

  6. #3931
    Vitor
    ospite

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    Chi è Cesaro, il boss dei rifiuti
    di Emiliano Fittipaldi e Claudio Pappaianni

    L'uomo che da un anno dovrebbe ripulire Napoli dalla monnezza è un potente onorevole del Pdl detto «a' Purpetta». Da sempre legato a Cosentino, è indicato da un pentito come fiduciario della camorra(19 ottobre 2010)


    La situazione in Campania? È grave ma non è seria, direbbe Ennio Flaiano davanti allo spettacolo infinito della monnezza napoletana. In effetti, i sacchetti neri sono tornati protagonisti delle cronache dei quotidiani da un mese, e sotto il cielo azzurro del Golfo se ne vedono, come sempre, di tutti i colori. Le discariche aperte da Bertolaso e compagni sono in via di saturazione, l'inceneritore di Acerra non brucia quanto dovrebbe e avvelena (forse) più del dovuto, i disoccupati si trasformano in delinquenti e distruggono i camion della raccolta, la gente che vive sotto il vulcano urla contro il nuovo sversatoio di Terzigno invocando, letteralmente, l'intervento divino. Manifestazioni e violenze sono all'ordine del giorno, i camorristi fanno affari affittando i bobcat necessari ad alzare le centinaia di tonnellate di rifiuti rimaste a terra. Nel bailamme, il leghista Luca Zaia fa sapere che lui, la spazzatura napoletana, non se la prende manco da morto: pare puzzi più di quella padana. "In Veneto", ha detto il governatore, "non passa lo straniero".

    La sceneggiata si ripete ormai da tre anni, uno show in cui i politici recitano a memoria il solito monologo dello scaricabarile, in un gioco delle parti, quello del rimpallo delle responsabilità, che stavolta ha il suo campione in Silvio Berlusconi. "Tutta colpa della Iervolino", ha tagliato corto puntando il dito sulla sindaca che starebbe rovinando il suo presunto miracolo, a pochi mesi dalle elezioni comunali. Ma nel suo j'accuse il presidente del Consiglio dimentica che da quasi un anno l'uomo che deve smaltire l'immondizia del capoluogo, l'amministratore diventato per legge Mr. Monnezza, è il suo amico e fedelissimo Luigi Cesaro detto "a' Purpetta", presidente della provincia di Napoli dal 7 giugno 2009.

    Già: volente o nolente è lui che deve risolve il problema, lo spazzino condannato, dal decreto voluto da Silvio in persona, a ripulire le strade e ideare una strategia efficace a lungo termine. Anche Bertolaso lo ha ripetuto più volte al Cavaliere: "Dovete muovervi, prima che sia troppo tardi, prima che la Campania ricada in una crisi devastante come quella del 2008".

    Ma chi è davvero Mr. Monnezza, nato a Sant'Antimo 58 anni fa, figlio di una potente famiglia di costruttori, già avvocato, funzionario di un'Asl casertana e deputato del Pdl dal 1996?

    Rifiuti a Terzigno Di lui ha parlato ai giudici della Dda di Napoli il pentito Gaetano Vassallo, l'imprenditore che ha gestito il traffico dei rifiuti tossici per conto dei casalesi: secondo il collaboratore di giustizia, Cesaro sarebbe stato il "fiduciario dei Bidognetti" in un'operazione immobiliare, la riconversione di un'area industriale nel paese di Lusciano. Non è l'unica ombra che pesa sul politico: "Gigino", così lo chiama affettuosamente Paolo Bonaiuti quando lo incontra nei corridoi di Palazzo Chigi carico di mozzarelle di bufale per il premier, fu arrestato nel lontano 1984 perché accusato da altri due pentiti di avere rapporti di amicizia con i capi della Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Per loro Gigino era un finanziatore della Nco, addirittura un "postino" dei clan. Condannato in primo grado a cinque anni, Cesaro fu assolto perché riuscì a convincere i giudici di essere in realtà "una vittima" del sistema criminale. I rapporti con Rosetta Cutolo, la sorella di don Raffaele, da lui stessi ammessi? Invece di andare dalla polizia, chiese i buoni uffici e la protezione della signora. Nulla di più.

    Oggi scopriamo altri dettagli del passato di Cesaro. Il Comune di Sant'Antimo, dove la famiglia si occupa anche di sanità ed è propietaria di un centro sportivo dove il Milan si allena quando deve giocare a Napoli, è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nel 1991. Luigi ripete come un disco rotto che al tempo lui non era né assessore né sindaco: è così, solo il fratello Aniello sedeva in consiglio. Tommaso Sodano e Nello Trocchia, nel libro "La peste" appena uscito per Rizzoli, ricordano però come Luigi nello stesso anno fosse allora socio della cooperativa Raggio di Sole, strumento del potente clan Verde - recita la relazione del ministero degli Interni che accompagna il decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa - per gestire appalti e affari. Altro potente gruppo camorrista della zona è poi quello dei Puca. Ecco: secondo un'altra informativa del tenente colonnello dei carabinieri Antonio Sessa, "a' Purpetta" in quegli anni frequenta anche loro. Sessa va giù duro, e conclude così: "Cesaro per quanto compete risulta di cattiva condotta morale e civile... In pubblico gode di scarsa stima e considerazione. È solito associarsi a pregiudicati di spicco della malavita organizzata operante a Sant'Antimo e dintorni".
    Mr. Monnezza dai processi è uscito sempre lindo e pinto, e ha fatto in vent'anni una brillante carriera politica, parallela a quella del sodale Nicola Cosentino, l'ex sottosegretario su cui pende una richiesta d'arresto per concorso in associazione camorristica. Dal Psi a Forza Italia, eletto sindaco del suo paese, poi europarlamentare, coordinatore del Pdl locale, oggi è diventato "o' presidente" della Provincia. Ruolo che comporta onori e oneri, tra cui la patata bollente della spazzatura. Senonché, i suoi primi approcci per aggredire l'emergenza appaiono quantomeno maldestri: i tentennamenti sull'apertura di una seconda discarica nel parco del Vesuvio, gli attacchi alla Iervolino incapace di aumentare la raccolta differenziata, la proposta-choc di ampliare gli sversatoi (anche quelli chiusi) in altri comuni già provati, come Chiaiano, Tufino, Giugliano e Acerra. Ipotesi che ha scatenato tensioni e immediate proteste da parte dei sindaci interessati.

    L'altra creatura made in Cesaro è la Sapna, la società che ha il compito di gestire l'intero ciclo dei rifiuti, competenza assoluta delle province dal primo gennaio 2011. Alla sua guida Gigino ha chiamato l'ex prefetto Corrado Catenacci, già commissario straordinario ai rifiuti tra il 2004 e il 2006, per il quale è stato staccato un assegno da 60 mila euro per il primo anno di lavoro. Affittati i nuovi uffici, a fine settembre è stato varato il nuovo statuto che prevede un consiglio di amministrazione con un numero di componenti compreso tra tre e cinque, un direttore generale, un comitato tecnico scientifico formato da cinque esperti e un collegio sindacale di tre: se in dieci mesi non sono stati trovati altri spazi per i rifiuti napoletani, sono stati rapidamente individuati nuovi incarichi e altrettante poltrone.

    Intanto, nonostante gli sforzi di Gigino e Silvio, il caos a Napoli è all'ordine del giorno. Ad Acerra da oltre un mese l'inceneritore funziona a scartamento ridotto, dal momento che è acceso solo un forno su tre: il colosso di ferro può bruciare meno del 10 per cento dei rifiuti prodotti quotidianamente. Pochi giorni fa sull'impianto che la Regione Campania dovrebbe comprare da Impregilo per 355 milioni di euro ("Un pacco", mormorano i tecnici) è caduta un'altra tegola: gli esperti della direzione Ambiente della Provincia, in un parere depositato a luglio, hanno scritto nero su bianco che la struttura non è conforme con quanto previsto dall'Autorizzazione integrata ambientale, e che non risultano effettuati "buona parte degli interventi strutturali riportati nell'Aia". Il sistema di monitoraggio delle emissioni di metalli non è sufficiente, non esiste alcun controllo continuo del mercurio. Insomma, ci sarebbero omissioni, e pure gravi, tanto che la Procura di Napoli ha aperto un fascicolo e chiesto ai carabinieri del Noe di investigare.

    Gli occhi sono puntati anche sul rebus discariche. L'obiettivo è sempre lo stesso: aprire nuovi fossi per nascondere monnezza e spostare in avanti le lancette dell'orologio della crisi prossima ventura. Bertolaso preme per scavare a Cava Vitiello a Terzigno, ma nel mirino ci sono anche Valle della Masseria a Serre. Due "mission impossible", che nascondono il vero proposito del governo e di Cesaro: una discarica a Vallata vicino ad Avellino, l'unica località davvero lontana dai centri abitati e dall'olfatto dei cittadini. "Ma nessuno sa nulla, si viaggia a vista", spiegano gli uomini più vicini a Cesaro, che qualche giorno fa è partito per Milano per discettare con il premier sul da farsi. "Il vero problema? Non c'è un euro in cassa, non ci sono risorse, persino la Sapna rischia di andare in rosso a un anno dalla sua nascita".

    Già, i soldi, l'emergenza delle emergenze: non ci sono risorse per pagare i dipendenti, i sindaci campani non pagano gli ex consorzi, che stanno tagliando centinaia di posti di lavoro. In qualche caso, il blocco della raccolta è figlio di atti teppistici, come la distruzione dei camion di Enerambiente, l'azienda che gestisce in subappalto dalla municipalizzata Asia la rimozione dei sacchetti in mezza Napoli. Risultato: la città appestata per giorni. Il blitz pare organizzato dai lavoratori interinali di una cooperativa di ex detenuti, la San Marco, sciolta da tempo per il ritiro del certificato antimafia. "La situazione è precipitata, è drammatica", chiosano gli esperti. Berlusconi, però, fa spallucce: "Il problema dei rifiuti in Campania mi risulta risolto al 95 per cento". È quel 5 per cento che fa tremare i polsi.

  7. #3932
    Vitor
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    apriranno la discarica, pare.

  8. #3933
    PinHead81
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    :sistri:

  9. #3934
    Lo Zio
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    non farebbero prima a buttare la monnezza nel cratere del Vesuvio?

  10. #3935
    La Borga L'avatar di Firestorm
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    e quando per sbaglio erutta poi piove monnezza fino a milano?

  11. #3936
    Il Nonno L'avatar di Edward Green
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    Citazione Originariamente Scritto da Firestorm Visualizza Messaggio
    e quando per sbaglio erutta poi piove monnezza fino a milano?

  12. #3937

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    Abito proprio a Boscotrecase, vi lascio immaginare...

    Immaginate di passare accanto ad un cumulo di rifiuti lasciati lì da giorni, avete presente il fetore?
    Ecco, adesso immaginate che questo fetore pervada tutto il vostro paese, quasi 24 ore su 24.

  13. #3938
    Karas
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  14. #3939
    Vitor
    ospite

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    a 200 metri dal museo archeologico più importante d'Italia...

  15. #3940
    Vitor
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    Napoli, revival monnezza
    di Claudio Pappaianni

    Per Berlusconi la spazzatura era scomparsa. Ma gli ispettori europei dicono che non è vero. E le discariche sono sempre più piene(01 luglio 2010)Ora anche a Bruxelles se ne sono accorti: "the waste crisis in Campania is not over". La crisi dei rifiuti non è finita ma "giace dormiente con un alto rischio che possa scoppiare di nuovo". È scritto nella relazione della delegazione di europarlamentari che a fine aprile aveva passato al setaccio gli impianti e le discariche campane. Il documento finale sarà votato a fine settembre, ma per allora Napoli potrebbe già conoscere una nuova acuta emergenza. Gli spazi in discarica diventeranno presto insufficienti ma la questione chiave, adesso, è la gestione quotidiana dell'intero ciclo.

    La Regione non ha ancora un suo piano approvato, le società provinciali, che da gennaio hanno la responsabilità dei rifiuti, stentano a decollare e, soprattutto, iniziano a scarseggiare le risorse economiche. Da gennaio a oggi, cioè da quando lo Stato ha girato tutta la questione alla Regione e da questa alle province, soltanto Avellino, Benevento e Salerno sono pronte alla sfida. Napoli e Caserta, le province più popolose, sono ancora in altomare: non c'è un piano industriale, non è ancora chiaro quali lavoratori saranno coinvolti nel funzionamento degli impianti e quali nella raccolta e nello smaltimento, quale sarà l'ente che li prenderà in carico e con quali criteri. Una confusione di idee e di competenze che rischia di paralizzare l'intera macchina prima ancora che parta del tutto. Così, a scandire i tempi di una nuova emergenza ci hanno pensato gli operatori dell'Asia, l'azienda comunale di Napoli che gestisce la pulizia nel capoluogo. È bastato uno sciopero dei circa 2700 addetti a far comparire per giorni montagne di sacchetti dalla periferia al centro, proprio come era accaduto due anni fa.

    Nuova emergenza, vecchie cause "Siamo all'ennesima emergenza indotta", spiega il direttore di Legambiente Campania, Raffaele Del Giudice: "Nessuno si preoccupa di curare davvero la ferita. È un modello che si ripropone e che permette di avere crisi continue e, con queste, mani libere per imporre scelte e appalti". Da un lato l'impasse delle province - a partire da quella di Napoli guidata dal deputato Luigi Cesaro, fedelissimo di Berlusconi; dall'altro comuni ormai sempre più sull'orlo di una crisi finanziaria che preferiscono mandare rifiuti indifferenziati in discarica pur di abbattere i costi. Nessuno lo ammette ma è così e il crollo in pochi mesi della raccolta differenziata, passata nella regione dal 23 al 18 per cento, ne è la conferma. Nel capoluogo, dove la giunta di Rosa Russo Iervolino vive il suo tramonto, da un anno non migliora di un chilo. D'altronde, che la situazione sia prossima al collasso lo dimostrano anche le parole pronunciate un mese fa dall'onorevole pdl Gaetano Pecorella: "Dalla visita in Campania di un anno fa è cambiato poco e non è da escludere che possiamo trovarci di fronte a un'altra seria crisi", ha dichiarato il presidente della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti. In un anno, son finiti in discarica oltre 2 milioni di tonnellate di rifiuti.
    Così, con il solo inceneritore di Acerra che funziona a singhiozzo e su una sola linea produttiva, ci sarà autonomia ancora per dodici mesi. Lo sa bene il nuovo assessore regionale, Giovanni Romano, che una settimana fa ha parlato apertamente della necessità di individuare nuovi spazi e in tempi brevi. Sfumata definitivamente, grazie al Tar della Campania, la seconda discarica sul Vesuvio, l'ultima carta da giocare per il centrodestra sarà ora quella di allargare gli invasi già esistenti in attesa che vengano realizzati gli altri inceneritori previsti. "La verità è che al di là dello spot elettorale sulla "missione compiuta" ora non sanno davvero cosa fare", denuncia l'eurodeputato pd Andrea Cozzolino: "Le probabilità di un colpo di mano per ampliare Chiaiano o Terzigno restano alte e bisogna vigilare con la massima attenzione". Entro 90 giorni la Regione conta di dare il via alle gare per gli inceneritori di Napoli e Salerno ma, come sottolinea lo stesso assessore Romano, servono 36 mesi solo per i lavori. E non è detto che ci si riesca. Almeno lui, però, ha il merito di non barare con le cifre.

    Il "pacco" all'Europarlamento Per Guido Bertolaso e la sua struttura commissariale invece gli spazi c'erano. Grazie a un gioco di numeri e di parole, tra "impianti previsti" e "impianti esistenti". È lo stesso refrain ripetuto alla delegazione di europarlamentari guidata dalla olandese Judith Merkies. Il documento illustrato dal sottosegretario, ora agli atti di Bruxelles e in possesso de "L'espresso", parla di una capacità residua nelle discariche di oltre sei milioni di tonnellate di rifiuti. Ma basta prendere dallo stesso documento il dato sulla "capacità di ricezione giornaliera" di ogni singolo impianto e moltiplicarlo per i giorni di apertura effettivi per scoprire un'altra verità: il dato è sovrastimato almeno del 30 per cento. Non solo: in quei giorni appariva già chiaro che la seconda discarica ostinatamente prevista da Bertolaso sul Vesuvio non si sarebbe fatta. Ma nel conto presentato all'Europarlamento c'era pure quella. Un vero e proprio "pacco" alla napoletana, dove al posto dei mattoni questa volta ci hanno messo i rifiuti.

    A ruba i cassonetti I primi sacchetti ammassati ai bordi delle strade si erano già visti a marzo. In alcuni quartieri di periferia si è temuta una nuova crisi ma il fenomeno era ben diverso: non mancavano gli spazi, solo i contenitori. Se ne è accorto un consigliere comunale del Pd, Emilio Di Marzio, che ha subito denunciato tutto ai carabinieri: "A gennaio ero riuscito a far collocare decine di cassonetti a Pianura. Per giorni quel quartiere sembrava un sobborgo ticinese. A marzo la situazione era tornata quella di sempre, coi cittadini costretti a fare la gimcana tra i rifiuti persino per andare a prendere il trenino locale", racconta. Così, si scopre che spariscono circa 300 cassonetti al mese dalla periferia partenopea: per un valore di circa 2 milioni di euro l'anno. Il vero business, però, è nella raccolta: senza bidoni, l'immondizia si accumula sull'asfalto e per portarla via servono elevatori e miniruspe bobcat. Manco a dirlo, materiale a disposizione delle ditte legate ai clan che ottengono così lucrosi appalti senza gara. L'emergenza, se non c'è, basta saperla creare.


    ma Berluscone ha pulito le strade


    intanto la polizia si dice "rammaricata per l'uso della forza"




  16. #3941
    Chiwaz
    ospite

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    Rinuncio a capire e me ne disinteresso totalmente.
    A maggior ragione dopo che ho sentito la storia dei 44 miliardi di euro di fondi europei lasciati lì a marcire. E Lombardo che chiede un regime di tassazione zero per 15 anni.

    Ahahahaha.

  17. #3942
    Vitor
    ospite

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    io confido sempre nella donazione di uno sconosciuto americano che mi permetta di aprire un agriturismo nelle Marche

  18. #3943
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: Munnezza (and more...) Reprise

    Se è un riferimento a qualcosa, non ho colto

  19. #3944
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: Munnezza (and more...) Reprise

    macchè, è il mio progetto di vita per andarmene da qua
    si poggia su solide basi

  20. #3945
    alberace
    ospite

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    nelle marche hanno politiche dei rifiuti di questo millennio-

  21. #3946
    Vitor
    ospite

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    me ne sono innamorato dopo una settimana là quest'estate

    mi immagino qua

  22. #3947
    La Borga L'avatar di Brix
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    Citazione Originariamente Scritto da Vitor Visualizza Messaggio
    macchè, è il mio progetto di vita per andarmene da qua
    si poggia su solide basi
    Ho un progetto di vita simile

    Citazione Originariamente Scritto da Cialtr_One Visualizza Messaggio
    Abito proprio a Boscotrecase, vi lascio immaginare...

    Immaginate di passare accanto ad un cumulo di rifiuti lasciati lì da giorni, avete presente il fetore?
    Ecco, adesso immaginate che questo fetore pervada tutto il vostro paese, quasi 24 ore su 24.
    Io che sono di Torre Ann.ta e ho parenti e amici cari là,in questi giorni neanche posso andare...
    Mi han detto però che alcuni manifestanti sono entrati in certi negozi ed hanno costretto le persone a manifestare,e che in altri casi hanno pure scassato le vetrate dei negozi...è vero?Qua se oltre allo stato degenera anche la popolazione,stiamo proprio appsto...

  23. #3948
    Chiwaz
    ospite

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    Ma figa Vitor, parli di aprire un'impresa e mi metti la foto di un'amaca... ma sei proprio napoletano

  24. #3949
    Vitor
    ospite

    Predefinito Riferimento: Munnezza (and more...) Reprise

    sono nato per comandare.
    da un'amaca

  25. #3950
    Chiwaz
    ospite

    Predefinito Riferimento: Munnezza (and more...) Reprise

    Su un'amica

    Vabeh, torniamo alla serietà.

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