Spesso ci si domanda se, una volta visto un film, valga la pena leggere il libro da cui è tratto e viceversa. Il Padrino è una delle saghe cinematografiche più famose e più apprezzate nel mondo e, di solito, la versione cinematografica del romanzo di Mario Puzo è conosciuta (forse più del romanzo stesso) grazie ai volti di vere e proprie icone del cinema come Marlon Brando, Al Pacino e Robert De Niro solo per citare i principali interpreti.
Per quanto mi riguarda sono un felice possessore della trilogia cinematografica in versione DVD da collezione (il cofanetto nero per intenderci) e, dopo tanti anni, solo ora mi sono letto il romanzo di Puzo che è alla base della scenaggiatura.
Ovviamente il primo pensiero (o comunque un fattore da tenere in considerazione) è legato al fatto che, una volta visto il film, tutti i colpi di scena e tutta la magia siano in un qualche modo scontati. La realtà invece è molto diversa. Nonostante ovviamente si sappia già il dipanarsi della storia, il libro da cui è tratto il film è un utile compendio ed inoltre, a mio parere, un romanzo stupendo.
Ovviamente c'è tutto quello che è già stato trattato in maniera splendida da Coppola nel film (compreso l'affascinante intermezzo in Sicilia). Ma, oltre a ciò, la versione "cartacea" del Padrino ci permette di conoscere più da vicino alcuni personaggi come Johnny Fontaine, Luca Brasi, Amerigo Bonasera, Mc Clusky, la bella Apollonia, Lucy Mancini... Tutte figure che, per ovvie ragioni, nella trilogia cinematografica hanno avuto solamente un ruolo marginale sullo sfondo mentre nel romanzo sono parte attiva in un contesto narrato in maniera scorrevole ed appassionante da parte di Puzo.
I colpi di scena ci sono tutti e, nonostante siano già noti, è sempre molto avvincente e stimolante farsi "rapire" dagli intrighi tipici mafiosi. Forse il romanzo pecca un pò troppo in alcuni luoghi comuni e la conlusione può risultare un pò avventata. Rimane comunque un libro che mi sento di consigliare a tutti: sia che abbiate visto il film, sia che non lo abbiate visto, sia che non vi piacciano le storie mafiose
La saga della famiglia Corleone, nonostante l'ovvia condanna etica, non può non appassionare e risulta al pari di una grande tragedia mitologica. Il fatto poi che i protagonisti delle vicende siano italiani trapiantati in America contribuisce a renderci partecipi, quasi sostenitori, della causa dei Corleone.
Assolutamente consigliato a parte alcune pecche (alle volte forse alcuni episodi sono un pò troppo romanzati); siamo di fronte ad un quasi capolavoro. Un romanzo popolare che si legge tutto d'un fiato.