La Spada Spezzata - Poul Anderson
[The Broken Sword - 1954/71]
288 p. | Fanucci | 9.90€ | 9788834714140
La Spada Spezzata è un romanzo fantasy pubblicato nel 1954 poi revisionato e ripubblicato nel 71, e su questa revisione si basa la traduzione italiana del libro. Ambientato nell’era vichinga, racconta la storia del figlio di Orm il forte, Skafloc il mezzelfo, scambiato da neonato dal re degli elfi (sapete com’è, agli elfi fa comodo avere qualche umano in mezzo a loro visto che possono fare alcune cose che a loro sono proibite, tipo toccare il ferro) con un troll mutaforma. Uguale al bambino, né Orm né sua moglie si accorgeranno dell’inganno, lo chiameranno Valgard e lo cresceranno come fosse loro, anche se a mamm è semp a mamm, e si accorgerà che c’è qualcosa che non va. Crescendo, andranno entrambi incontro al loro destino.
Queste, udite e udite, non sono nemmeno le prime 30 pagine del romanzo! In un genere inflazionato di libroni che passano le 1.000 pagine, in cui sembra sia obbligatorio dover pubblicare trilogie e quadrilogie e pentalogie che sono una la copia dell’altra, questo libro si mette in evidenza per la densità degli eventi raccontati. In meno di 300 pagine succederà di tutto e di più, roba che il Paolini di turno con lo stesso soggetto ci avrebbe scritto almeno tre mattoni dei suoi. Perché le librerie non sono piene di libri così? Perché ci sono solo libri tutti uguali? Perché ogni anno esce un mare di schifezza e noi abbiamo dovuto aspettare 13 anni per vedere ristampato questa gemma? Perchééééééééééééé?
Bene, mi sono sfogato
Un altro aspetto da sottolineare è l’ambientazione. Le vicende hanno luogo tra l’Inghilterra dell’era vichinga, come dicevo, e Faerie, il reame fatato, una dimensione parallela alla nostra che non riusciamo a vedere ma che “sentiamo”: quando c’è una battaglia a Faerie i cani si agitano, gli uomini diventano nervosi e mettono qualche oggettino di ferro fuori alle porte e alle finestre, il cozzare delle spade arriva alle nostre orecchie portato dal vento… ma attorno a noi non c’è nessuno. Il contesto è quello classico della mitologia norrenna: elfi e troll, nani e giganti, vanir e aesir, il Ragnarok alle porte… ecché ve lo dico a fare, io co sta roba ci vado a nozze
La storia è avvincente, il ritmo non cala mai tra grandiose battaglie, colpi di scena, amori impossibili e intrighi di portata divina, e la lettura scorre via liscia come l’olio.
L’unico appunto che mi sento di fare è sulla traduzione… cioè, non proprio sulla traduzione ma sull’adattamento… insomma, avrei preferito che le numerose poesie di Skafloc restassero in lingua, con la traduzione a margine
Un libro che chi si ritiene un appassionato del genere DEVE leggere (e anche chi non è appassionato perché gli riconosce i difetti di cui dicevo sopra dovrebbe dargli una possibilità), e poi posare in libreria, tra il Signore degli Anelli e Conan, non troppo lontano dall’Odissea e con l’Edda di Snorri o un qualche altro libro di mitologia norrenna a portata di mano.