Giorgio Scerbanenco (italianizz. di
Vladimir Giorgio Šerbanenko;
Kiev,
28 luglio 1911 –
Milano,
27 ottobre 1969) è stato uno
scrittore e
giornalista italiano di origine ucraina.
Nato a
Kiev nell'allora
Russia imperiale da padre ucraino e madre italiana, in tenera età si trasferì in
Italia, dapprima a
Roma, poi a 16 anni a
Milano, al seguito della madre. Il padre fu ucciso durante la
rivoluzione russa, la madre morì pochi anni più tardi. Costretto per motivi economici ad abbandonare gli studi (non completò nemmeno le elementari), praticò molti mestieri, dall'operaio al conduttore di ambulanze, prima di arrivare al mondo dell'editoria. Collaborò a numerose riviste, tra cui noti settimanali femminili, come
correttore di bozze,
redattore, persino come titolare di una
rubrica di "
posta del cuore". Sempre ritenendosi di
lingua madre italiana e soffrendo l'essere considerato "straniero"
[1].
Scrittore di incredibile prolificità e versatilità, ha spaziato in ogni campo della
narrativa di
genere:
western,
fantascienza,
letteratura rosa, ma fu con il
giallo che raggiunse una discreta fama, fino ad essere da taluni indicato come uno degli scrittori più importanti di questo genere. Non vi è dubbio infatti che sia da considerare tuttora il maestro ideale dei giallisti italiani, almeno a partire dagli anni settanta. I suoi romanzi, oltre ad essere dei piccoli gioielli del noir, riletti oggi appaiono anche come uno spaccato umano e amaro dei nostri anni '60, che rivelano una Italia difficile, persino cattiva, ansiosa di emergere ma disincantata, certo lontana dalla immagine edulcorata e brillante che spesso viene data degli anni del boom economico.
Il suo primo
romanzo giallo fu
Sei giorni di preavviso, del
1940, in cui ideò la figura di
Arthur Jenning; il successo arrivò però con la serie dedicata a
Duca Lamberti, un giovane
medico radiato dall'
Ordine e
condannato al
carcere per aver praticato l'
eutanasia su una
donna in
agonia. Lamberti in seguito diventa una sorta di
investigatore privato che collabora con la questura di via Fatebenefratelli a Milano, in particolare con il commissario di origini sarde Càrrua. La serie di
Duca Lamberti, iniziata con
Venere privata nel
1966, porta all'autore successo, grazie alle molte versioni
cinematografiche della stessa e ai riconoscimenti internazionali. Nel
1968 Traditori di tutti viene riconosciuto quale quale miglior romanzo straniero dal prestigioso premio
francese Grand prix de littérature policière.
L'anno successivo, nel momento culminante della sua carriera, morì improvvisamente a
Milano. Alla sua memoria è dedicato il più importante
premio per la
narrativa gialla italiana, il
Premio Scerbanenco.
Nel 2006 è stata realizzata una
docufiction sulla sua vita, con interviste e testimonianze di chi l'ha conosciuto, ad opera del regista
Stefano Giulidori. È stata presentata con successo al
Noir in Festival di
Courmayeur 2006. Nel 2007 l'editore
Garzanti pubblica una
antologia di racconti di alcuni tra i più noti scrittori noir italiani dedicata al personaggio più famoso di Scerbanenco,
Duca Lamberti, intitolandola
Il ritorno del Duca.