Ammetto di essere un po' frastornato... Oddio, che l'industria dei videogiochi sia volubile e soggetta a repentini cambi di direzione nell'arco di poche settimane è cosa nota.
Ma le notizie relative ad Atari dei giorni scorsi lasciano piuttosto interdetti: i risultati finanziari dell'anno scorso sono stati decisamente negativi, ma perchè la decisione di vendere tutto, proprietà intellettuali e software house, che poi sono le cose che permettono di dar vita a giochi appetibili per il mercato?
Se uno si sbarazza delle licenze di Matrix, di Dungeons & Dragons, di Test Drive e Driver, quali prospettive di crescita può ragionevolmente pensare di avere?
La risposta più scontata che viene in mente a questo proposito è che le licenze possono anche essere appetibili, ma i giochi "giocati" si sono rivelati molto meno riusciti, a cominciare dal fallimentare Driv3r, e dai deludenti (rispetto alle potenzialità) videogame di Matrix.
E chi comprerà queste licenze? Molti ritengono che gli altri publisher si faranno sotto solo quando Atari sarà prossima alla bancarotta, e il prezzo sarà in caduta libera. Le prospettive per il futuro, anche se secca dirlo, non sono tra le più rosee, con la HSBC che ha tagliato la linea di credito e le dimissioni del Chief Financial Officer.
C'è chi sostiene che questo sia solo l'ultimo, disperato (e inutile) tentativo di salvare una nave già affondata.
Dovremo prepararci a dire addio ad uno dei più importanti nomi della storia dei videogiochi?