Garet ha scritto ven, 24 febbraio 2006 alle 20:57
E' un libro stupendo, e chi ha detto che la trama é semplicistica e poco originale non ha colto evidentemente la profondità dell'intuizione.
Il colpo di genio nonché chiave di lettura dell'intero romanzo é già nel titolo. I Signori delle Mosche (Lord of the Flies in eng), ha due significati ben precisi, ed entrambi traspaiono molto bene.
Il primo motivo é una critica alla rovescia all'ideologia politica, sopratutto all'ideologia democratica: ci si aspetterebbe che vengano criticati i leader, colpevoli di aver corrotto l'altresì innocente popolazione. Invece la critica é diretta a quanti sono pronti a cadere stupidamente nelle mani del primo capetto con un po' di carisma e di abilità retorica. Le mosche si rifiutano di seguire la razionalità forse ingenua ma saggia, per cadere vittima di facile demagogia.
Il secondo tema, che secondo me rispecchia alla perfezione, é la vanità del possesso umano, e l'irrisione della sua pretesa completa autonomia. In questo senso mette bene a nudo il
nichilismo stolto dell'età contemporanea (il cosidetto relativismo). Il Signore é in realtà un Signore delle Mosche, ovvero é convinto di dominare e di possedere ma in realtà non ha in mano nulla, la sua "libertà" é la sua prima schiavitù, e proprio al momento culmine dell'conflitto tra due "libertà" il climax sfocia nel cinismo più assoluto, l'arrivo degli "adulti", che rappresentano benissimo le circostanze che rendono "piccolo" qualunque uomo.
La mia pseudo-analisi non é stata molto chiara lo ammetto, ma il valore (ed é oggettivo) di questo libro (al di là dell'impianto prettamente letterario), stà nell'avere colto la vanità dell'epoca moderna.
Saluti.