LA LETTERA
«Io, casalinga milionaria grazie
alla tv alla ricerca di un impiego fisso»
«Sento che potrei dare qualcosa a questa società. Ma, fino ad oggi, non ne ho avuto l’occasione»
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Michela De Paoli mostra l'assegno da un milione: è stato il marito albanese Durim Pici, muratore, a convincerla a partecipare Michela De Paoli, 43 anni, casalinga di Pavia, ha vinto giovedì scorso un milione di euro al programma di Gerry Scotti «Chi vuol essere milionario». È la terza volta in Italia che viene raggiunto il montepremi: era accaduto nel 2001 a Francesca Cinelli (vinse un miliardo delle vecchie lire) e, più recentemente, nel 2004, a Davide Pavesi. Michela è arrivata all’ultima domanda senza chiedere nessuno degli aiuti disponibili.
Caro direttore, una casalinga che vince un milione di euro al «Milionario», magari avrebbe fatto notizia in qualsiasi Paese. Ma nella nostra Italia, oggi, a fare notizia dovrebbe essere soprattutto il fatto che quella casalinga, che poi sarei io, non lo è per scelta, ma per necessità. Preferisco dire che sono casalinga solo perché suona meglio che disoccupata, ma la casalinghitudine non fa per me. Sento che potrei dare qualcosa a questa società. Ma, fino ad oggi, non ne ho avuto l’occasione. O non me l’hanno data. Per questo non dovete stupirvi se, mentre la prima cosa che salta in mente a chi vince una somma come quella che ho vinto io è, di solito, «finalmente smetterò di lavorare», io un lavoro mi auguro invece di iniziare a farlo. Ho già detto, e lo ripeto, che mi accontenterei di un posto da receptionist. Ma il mio sogno nel cassetto è fare l’organizzatrice di eventi. Si realizzerà mai? Ad essere sincera, non lo so. L’Italia non è un Paese per intelligenti. E’, piuttosto, un Paese culturalmente allo sbando, dove quasi tutti pensano solo ad apparire, dove l’apparenza conta più dell’intelligenza, come anche recenti vicende, stando almeno a quel che ne scrivono i giornali, sembrerebbero dimostrare. Non so se quella sia l’immagine reale del Paese, di sicuro è quella che passa. Dunque, meglio bella e scema che intelligente senza il fisico? Francamente, non me lo sono mai chiesta. Certo, qualche volta mi sono detta «tornassi indietro, farei la parrucchiera». Ma, in verità, non mi sono mai pentita degli anni che ho dedicato ai libri e allo studio. Oltretutto, non sono mai stata una persona invidiosa. Credo sia stupido esserlo, perché ognuno, nella propria vita, fa un suo percorso. Di una cosa sono sicura: di persone come me che potrebbero dare molto, ma non ne hanno l’occasione, in Italia ce ne sono altre. Non so se siano tante o poche, ma ce ne sono. La mia rivincita di oggi, arrivata dopo tante porte sbattute in faccia, sarà un esempio per loro, una speranza? Chissà. A me, in fondo, basterebbe che quel che mi è successo spingesse tante mamme a dire ai loro figli: studia, che così un giorno vincerai al Milionario.