Ogni giorno che passa mi convinco sempre più che siamo destinati, noi poveri utenti di PC, a (con)vivere con la paura. Una paura inconscia, che ti rimane sottopelle, quasi continua, che diventa sensazione di precarietà mista a impotenza.
Che ti fa pensare a quanto poco ci vuole perchè il tuo computer, affidabile e perfetto fino a mezz'ora prima, sia destinato senza troppa fatica a diventare fonte di innumerevoli problemi e mal di testa.
Forse non l'avete ancora capito, ma stamattina mi è saltato il PC. Credo si tratti del disco fisso, ma non posso ancora dirlo con sicurezza perchè sono ancora nella fase "salvo tutto quello che riesco a salvare".
Una volta - spero con successo - messi da parte i dati importanti che non posso permettermi di perdere, potrò dedicarmi a cercare di capire cosa sia effettivamente successo, e perchè Windows si rifiuta di partire. E per fortuna che ho sempre una copia di Knoppix sottomano, per cercare di accedere ai dati e riversarli sulla chiavetta da 4 Gb.
Ma al di là di questa contingenza, pure non da poco, ma che a voi fregherà il giusto, rimane l'ombra sempre più scura di una insicurezza che negli anni si va via via consolidando, l'idea che tutto va bene, ma solo finché va. E quando smette di andare... Che si fa? Certo, che l'hardware si rompa fa sicuramente parte dell'ordine delle cose.
Ma non è così scontato farci l'abitudine. O meglio: uno vorrebbe poter pensare che non è così che dovrebbe essere...