Devo ammetterlo.
E' successo per caso.
Facevo zapping, e il titolo spregiudicato ed allusivo ha fatto il suo dovere.
Ho dovuto guardarne un po' per vincere i mei pregiudizi e spalancare gli occhi di fronte a questa rivelazione.
Non ho potuto fare a meno di farvene partecipi.
Un prete supereroe con giubbotto di pelle che arriva con la moto a salvare la gente che muore.
Fenomeni paranormali, possessioni, psicologia e medium in un contorto mischione freudiano.
Il labile confine tra scienza e fede reso più sottile che mai.
Atmosfere gotiche di una Roma come non l'avete mai vista.
Claudia "senza di me che fiction vuoi fare?" Pandolfi in grande spolvero.
Lacrime di sangue (non solo quelle degli spettatori!) e morti inspiegabili (non solo quelle dei neuroni del regista!).
Intrighi ecclesiastici, archivi vaticani segreti, porporati corrotti dal potere e misteriose congreghe clericali che neanche Dan Brown.
Il protagonista col nome esotico (Padre Gabriel) che prima della fine (ne sono sicuro!) qualcuno si sbaglia e lo chiama "Mago Gabriel".
Uno stuolo di attori italiani da fiction che si mangiano le parole e hanno sempre il fiatone.
Inseguimenti, sparatorie e rallenty pieni di pathos come piovessero.
Sette segrete, inquietanti premonizioni e, perchè no, un briciolo di macabra perversione.
Quel non so che alla "Uccelli di Rovo" che fa chiedere insistentemente alla casalinga di Voghera "ma alla fine la Pandolfi, al prete fustacchione, gliela smolla o no??".
Un "Don Matteo" intriso nel mood di "X-Files" dentro un contesto alla "Distretto di Polizia" corrotto da atmosfere alla "Buffy".
Cosa cheidere di più alla rinascita della grande fiction italiana?