E se sull’Alfa ci fosse un disegno perverso?
maggio 14, 2012
Vabbè, il mio è soltanto un trucco per agitarvi, oppure una provocazione, oppure ancora un tarlo che mi frulla per la testa, fatto sta che l’argomento è così d’attualità che bisogna pur parlarne, perché è uno di quei tormentoni che vanno avanti e si avvitano su se stessi nonostante le continue smentite ufficiali che dovrebbero mettere a tacere tutto senza peraltro riuscirci per niente.
Il tema, va da sé, riguarda la possibile cessione dell’Alfa Romeo al Gruppo Volkswagen. Marchionne ha ripetutamente detto che non se ne parla in modo assoluto, i vertici tedeschi pubblicamente smentiscono che ci sia qualcosa che vada oltre un dichiarato interesse verso un marchio di grande blasone, eppure non passa giorno che qualcuno non rilanci l’argomento.
Appurato che ormai più nessuno crede alla semplice cessione del marchio (ai tedeschi farebbe ovviamente gola, ma Fiat non potrà mai accontentarsi di un semplice corrispettivo in denaro, per quanto molto utile per papparsi in un sol colpo tutta la Chrysler), ecco che sta girando con insistenza l’ipotesi, intelligente per Torino ma gravosa per i tedeschi, che assieme al marchio Volkswagen si prenda anche uno stabilimento con i relativi operai. Nel caso, Fiat potrebbe recuperare quelle produzioni saturando gli altri stabilimenti italiani, e ci sarebbe la quadratura del cerchio senza tensioni sociali e senza l’angoscia di introdurre in Italia nuovi modelli poi non facili da piazzare sul mercato. Questo è allora lo scenario che adesso va per la maggiore, e se lo teniamo per buono c’è solo da aspettare e vedere se mai si concretizzerà.
Ma se mi posso permettere un pensiero un po’ velenoso, ecco il tarlo che mi sta tormentando: e se Vw, con le sue lusinghe indirette, stesse soltanto prolungando l’agonia di Alfa? Mi spiego meglio, chiarendo una volta di più che sono pensieri a ruota libera e senza il minimo riscontro: non è che i tedeschi sono così furbi da solleticare, con promesse continue e crescenti, il management Fiat illudendolo che l’affare si può fare, rinviando, però, ogni progetto a domani e poi a dopodomani?
Marchionne deve decidere che futuro dare all’Alfa, ma è costretto a prendere continuamente tempo perché sarebbe assurdo mettere in cantiere progetti che, nel caso di cessione dell’azienda, abortirebbero. Significherebbe buttare capitali dalla finestra e oggi nessuno si può permettere certi lussi. Non procedendo, per contro, l’Alfa Romeo si avvia a diventare un marchio monomodello (la Giulietta) e così non può stare in piedi. Ecco, sarebbe davvero una strategia malefica se qualcuno in Germania fosse così perfido da illudere e poi non comprare, complicando la vita, forse in maniera irreversibile, a uno dei brand più gloriosi in giro per il mondo.
Sono anche su twitter@Cavicchi4R