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L'anno 1943 fu caratterizzato, in tutte le capitali europee, da un'intensa attività diplomatica provocata dagli eventi militari: la disfatta tedesca e italiana nell'Africa del Nord, che, incominciata nell'agosto 1942, continuò di sconfitta in sconfitta fino alla liberazione dell'Italia; lo sbarco americano a Casablanca (8 novembre 1942), la caduta di Stalingrado (2 febbraio 1943), inizio della disfatta tedesca sul fronte dell'Est. Colui che per primo sembra avere preso coscienza del ribaltamento della situazione militare fu von Ribbentrop, il ministro degli Esteri tedesco: nel novembre del 1942, dopo lo sbarco degli Americani nell'Africa del Nord, suggerì al Führer di entrare in relazione con Stalin grazie alla mediazione della Signora Kollontai, ambasciatrice di Stalin a Stoccolma, e subì un rifiuto che – disse – non gli impedì di ritornare alla carica nel febbraio 1943, dopo la caduta di Stalingrado, ma senza maggiore successo, malgrado la Dichiarazione di Casablanca ispirata da Roosevelt, che esigeva la capitolazione incondizionata dell'Asse. Von Ribbentrop aggiunge che, questa volta, passò oltre, e, pensando di poter portare a una composizione i Russi, che attribuivano a un machiavellismo degli Anglo-Americani il fatto che non avessero ancora aperto un secondo fronte in occidente, e non vi credevano, incaricò Peter Kleist dell'operazione. Peter Kleist conferma.
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Infatti, nel 1943 quali erano, sul piano diplomatico, le disposizioni di spirito di von Ribbentrop e di Hitler? Si sa già che, mentre il secondo vi era avverso, il primo aveva, all'indomani della caduta di Stalingrado, incaricato uno dei suoi sottosegretarî di Stato, Peter Kleist, di entrare in contatto con l'Est, dove era colui che aveva le più numerose e più diverse relazioni. Grazie a Peter Kleist si sa anche che, fino all'ottobre 1943, se soltanto il suo capo avesse ottenuto il consenso di Hitler, ci sarebbero state possibilità di pace separata dell'Asse con l'Est. Che Hitler non fosse entusiasta di un'operazione del genere si comprende facilmente: il movimento nazional-socialista era nato, nell'opinione comune, dalla sua opposizione al bolscevismo, e soltanto lo spirito estremamente realista dei Tedeschi gli aveva permesso di far loro accettare senza difficoltà il patto germano-sovietico del 23 agosto 1939..