Penso la si possa leggere sotto varie lenti.
Primo, quella di un'avventura horror in sè per sè stessa: voglio dire, c'è cmq il semplice fatto dell'intreccio, delle reazioni loro, ecc insomma tutto regge molto bene preso "a sè", senza per forza voler dare troppo spazio alle visioni d'insieme, il che è ottimo (belli i film che non "dipendono" dal loro "significato profondo" ma lo uniscono a una narrazione di per sè stessa valida).
Alla fine tutti hanno reazioni piuttosto...realistiche alla questione, perfettamente ipotizzabili penso, non onnicomprensive di ogni possibile reazione ma ci stanno, secondo me.
Passando alle letture più interpretative diciamo, io osservo che:
-la reazione della
solitaria alla situazione, il suo finire ad amare sè stessa invece di provare odio/timore, sia in realtà conferma stessa della sua triste condizione di completa disadattata. Non gliene faccio una colpa attenzione, è il classico esempio di personalità che potrebbe dare molto probabilmente, chissà, ma è sotterrata dal contesto che la circonda, e sicuramente nel suo non sapersi relazione c'è una debolezza: tutto ciò provoca la curiosa reazione paradossalmente positiva in un contesto di quel tipo. Mentre gli altri si rivelano per gli animali che sono, lei trova un insperato possibile rifugio in questa opportunità che le è data di avere a che fare con l'unico individuo con cui sa davvero relazionarsi. Sè stessa.
-
il gruppo, la folla, compreso l'amico loro (che da subito ci è presentato come più.."banale", da quando parlano in camera lui e il biondino protagonista), si ritrovano secondo me di fronte a ciò che più li mette in difficoltà. Un confronto con sè stessi. Di fatto, mia opinione ma forse non sono l'unico qui dentro a pensarla così, non c'è niente di più difficile ma allo stesso tempo sicuramente istruttivo, di un sincero confronto con sè stessi.
Se vogliamo leggerla in questo senso, assume significato come la via della violenza sia quella intrapresa da tutti, ma non per disprezzo (non sono dei falliti di cinquantenni da film noir pieni di rimorsi che si ritrovano davanti a sè stessi e si accusano di qualcosa, nemmeno si conoscono bene, essendo giovanissimi). Bensì per paura, la sensazione di essere unici è instillata per bene in ognuno di noi, spesso e volentieri, e la presenza di un altro noi è probabilmente identificabile come una completa invasione. Tant'è che subito la loro preoccupazione non è tanto "perchè ci sono ste copie" ma più "vogliono prendere il nostro posto!".
E questa lettura mi conferma la mia lettura sulla solitaria. Lei addirittura offre un posto a sedere al biondino in una scena, che lui ignora pensando ai fatti suoi, e lei non ci rimane contenta. Lei non vede l'ora di riuscire a inserire un "altro" dentro la sua vita. Tant'è che casca come una pera in quello scherzo bastardissimo di quel tizio in corridoio. Non ha quella barriera, è ingenua ma anche sinceramente accogliente.
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il biondino fa un po' storia a sè. Di fatto in tutto questo discorso, lui ha UN obiettivo. Fin dall'inizio del film viene presentato come strettamente legato a quella ragazza di cui è innamorato.
Ora, potrei anche metterci una sviolinata (cmq realistica, buttando a lato i cinismi) dell'amore come forza attrattiva unica nel suo genere. Parliamo anche solo di attrazione, volendo, se amore sembra troppo. Di fatto il modo in cui i due approcciano i discorsi, quando per esempio c'è la scena in cui lui deve scusarsi con lei, è del tutto "banale", con questo intendo dire solo che è molto naturale, poco enfatica, niente di "americano" in tutto ciò. Le parole che usa lui è facile che molti di noi le abbiamo usate con l'oggetto del nostro desiderio una volta almeno nella vita. "Farei di tutto per te" ecc. Spesso parole non vere nei fatti, ma sentite.
Ora, tolto il discorso "amore che lo spinge" come parentesi più romantica (e però direi che le due comete alla fine ce lo danno uno spunto in questo senso..forse! ), c'è anche l'amore come forza perfettamente egoistica, per come la applica lui: addirittura UCCIDE l'oggetto del suo desiderio per OTTENERLO. E' pronto a tutto. E allora è pronto a tutto però non per LEI, ma per sè stesso.
E questa è una delle cose forse più fiche del film, il grado di lucido realismo con cui vede gli elementi messi in gioco, condito quindi di un grado di cinismo e di uno di sensibilità, perchè poi in fondo a me pare che la vita sia un mix proprio di questo: momenti di gran egoismo, di cinismo, di arrivismo, con però in contrasto tutti quei momenti di sincera sensibilità, empatia, naturalezza ingenua.
Ecco, l'ho fatto, mi sono spinto in là a parlare
Sono piuttosto convinto della mia lettura della cosa, questo film mi è piaciuto molto e spero troverai la mia opinione interessante, anche se mi rendo conto che ho scritto un bel wot
Fammi sapere che ne pensi/pensate!